“il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. Con questa frase secondo me Kant vuole dimostrare che l’uomo non ha bisogno di conoscere i fenomeni della natura attraverso una conoscenza oggettiva, ossia una conoscenza che si trova sui libri o manuali ma attraverso la conoscenza interiore che è chiamata da Kant conoscenza a-priori. Per definire la conoscenza a priori bisogna porre un oggetto da conoscere ed un soggetto conoscitivo: il primo è rappresentato da un oggetto come un fenomeno climatico ed il secondo come il soggetto; ossia l’uomo che svolge l’attività gneosologica.
2007-07-07 01:42:13
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answer #1
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answered by Luisa 3
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L' uguaglianza tra uomo e natura.
2007-07-05 20:57:06
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answer #2
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answered by Luce del Mondo 5
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la grandezza dell'uomo in sé.
2007-07-05 20:44:49
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answer #3
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answered by acidario 7
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egli intende dire che due sono le realtà infinite nei confronti delle quali la volontà e la coscienza degli uomini si devono inchinare: la potenza del principio creatore e la forza dell'imperativo morale
2007-07-05 10:50:38
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answer #4
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answered by Anonymous
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Kant vuol dire che le due certezze di questo mondo sono il cielo stellato e la legge morale, quest'ultima svincolata dagli istinti e dalle diverse credenze, e quindi universale e necessaria, fondata sul dovere, che si attua mediante imperativi categorici.
2007-07-05 09:05:27
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answer #5
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answered by Stefan E 3
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credo ke voglia dire semplicemente ke la verità stia nel soggetto(quindi dentro di noi)e anke se ci stupiamo davanti a qsti spettacoli della natura(il sublime)dobbiamo pensare ke è l'oggetto ad essere subordinato a noi..nn ha niente d poetico detto così..xò sapendo ke kant è fissato cn ste cose credo sia così
2007-07-05 08:59:32
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answer #6
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answered by .-.-.Ariel.-.-. 3
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Kant era alla ricerca della realta' assoluta. Egli intui' che il misticismo religioso del cristianesimo che poneva Dio come essere perfettissimo al di sopra della ragione umana era un concetto che negava la capacita' della ragione come mezzo per arrivare a conoscere la verita, quindi lo ripudio' come metodo irrazionale.
Purtroppo, tutti i suoi tentativi per raggiungere un'etica basata sulla ragione lo condussero a reinventare un'altra forma di misticismo. Riprendendo i concetti di Platone sulla realta' e la purezza delle idee condivise con lui il concetto che la realta' fisica e' solo una riflessione della realta' pura delle idee. La conclusione di questa idea fu che la ragione umana e' insufficiente a conoscere la realta' vera. Puo' solo conoscerne le apparenze. Per trovare la verita' assoluta, la verita' permanente e oggettiva bisogna andare nel mondo delle idee astratte dalle quali la realta' in cui viviamo e' una riflessione.
Cosi, rigettando il misticismo religioso, Kant risolse il problema gettandosi nel misticismo altrettanto irrazionale del neo-platonismo laico. Per Kant, "il cielo stellato sopra di me" rappresenta la realta' pura proprio perche' la ragione e' impotente a comprenderla; mentre "la legge morale dentro di me" rappresenta il riflesso in noi di quella realta' irraggiungibile che ci investe di riflesso della nostra moralita'.
La moralita', per Kant, come per le religioni, non la scopriamo noi col ragionamento. Esiste gia' intrinscamente dentro di noi perche' ci viene data dalla Realta' Pura che sta al di sopra e al di fuori della nostra conoscenza.
L'influenza che Kant ha avuto sul 19mo secolo, e che continua fino ad oggi, e' enorme. La sua filosofia si e' posta prallelamente alla religione. Chi e' laico, trova in Kant la stessa moralita' di come chi e' religioso la trova nel cristianesimo. Ma l'influenza di Kant non e' stata un progresso filosofico. E' stata un ritorno al paganesimo dei tempi di Platone e quindi a una forma altrttanto irrazionale di misticismo laico.
La neuroscienza oggi ci da' la possibilita' di capire che l'etica non ci viene dettata da un'autorita' mistica (laica o religiosa). L'influenza della scienza sulla filosofia ci portera' inevitabilmente a capire che essere razionali e' l'unico metodo per scoprire le leggi della realta' e quindi capire anche cos'e' veramente la differenza tra il bene e il male. La ragione e' l'unico strumento che abbiamo per portarci ad essere morali o immorali. La comprensione della realta' attraverso la scienza ci indica una filosofia che non ammette fuga nel misticismo per spiegare quello che non capiamo.
Nei prossimi decenni, "il cielo stellato sopra di me" significhera' anche "il cielo stellato sotto di me" e "la legge morale dentro di me" significhera' sempre piu' che il nostro cervello concettivo e' capace di conoscere la realta', e' capace di esplorarla, e' capace di capire e usare le sue leggi sempre piu' a nostro beneficio e che la distinzione tra il bene e il male e' una questione di capacita' di scelta tra dar valore ed amare la vita dell'uomo o disprezzarla per dar valore ad una realta' immaginaria ed inconoscibile, perche' non segue le leggi della fisica, della chimica o della biologia.
2007-07-05 14:06:58
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answer #7
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answered by DrEvol 7
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