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L'oracolo di Delfi ha detto: "Uomo conosci te stesso e conoscerai l'Universo e gli Dei".
L'enigma dell'Oracolo di Delfi si chiarisce comprendendo l'unità del microcosmo e del macrocosmo oppure la divisione psichica e spirituale?
La vera conoscenza sbocca nella conoscenza dell'Universo, e se in che modo?
Daphne

2007-06-26 22:21:54 · 8 risposte · inviata da Anonymous in Società e culture Religione e spiritualità

Vi ringrazio tutti che mi state dando delle bellissime interpretazioni e risposte.
Daphne

2007-06-28 22:02:14 · update #1

8 risposte

Cara Daphne, vedo che oggi fai delle domande molto complesse e me ne compiaccio, almeno rendi interessante questa landa priva di interesse.
Il microcosmo riflette in maniera quasi univoca il macrocosmo e quindi anche la sua unità. Ma cos'è la conoscenza se non crescita e trascendenza fino a capire l'Uno, che tutto comprende e che tutto spiega? Le dimensioni psichica e spirituale direi che sono gli strumenti essenziali alla comprensione di noi stessi. Secondo me la conoscenza del proprio IO è imprescindibile dalla propria dimensione psichica e spirituale. Quindi è vero, la conoscenza di noi stessi implica la conoscenza dell'Universo, perché noi, microcosmo, facciamo parte dell'Universo (macrocosmo), quindi conoscere la parte per conoscere il TUTTO.
Ciao e buone cose,
Zeus.

2007-06-27 02:34:54 · answer #1 · answered by Anonymous · 2 1

Forse anche se un po' diversa è la frase di lao Tzu che dice: Chi conosce gli altri è saggio, chi consce se stesso è un illuminato.
I grandi saggi della filosofia e delle religioni parlano sempre della conoscenza di se come veicolo indispensabile per arrivare alla conoscenza dell'universo e pechè no per la prossimità a Dio.
La conoscenza di se non può prescindere dalla meditazione senza far caso alla modalità di essa e non può fare a meno dello studio che è la forma esterna per conoscere se stessi l'unione intuitiva di queste forme di conoscenza e l'esperienza emotiva, intellettuale e spirituale messe incrisi e ricdiscusse ogni giorno dianno uan forma di conoscenza di se che ci da la comprensione dei sottili equilibri delle diverse dimensioni della realtà in cui viviamo facendo scoprire al di là di ogni ragionevole dubbio che non esiste il caos che tutto è cosmos e ordine e la deficenza sta da parte nostra che non comprendiamo il sottile filo che lega ogni evento.
Quello che è il kharma nell'induismo, il volere imprescritabile di Dio.
La conoscenza passa attraverso l'accettazione totale di se del bene e del male senza la quale nonc'è vera conoscenza e quindi crescita o tensione verso l'infinito.
Querta accettazione e conoscenza portano alla percezione di se come in assoluto equilibrio con tutto ciò che lo corconda senza drammi e senza contrasti dentro di se, la Shekinah dei qabbalisti o la Sakinah dei musulmani che deriva da una radice verbale in cui è insito il significato di silenzio.
L'equilibrio , la conoscenza di se e di Dio sono forse quelllo straordinario silenzio di armonia con l'universo che siamo ruisciti a creare dentro di noi con i nostri sforzi intellettuali e spirituali che l'intuizione ha ordinato i armonia.

2007-06-28 11:02:28 · answer #2 · answered by Klukly آمنة تحـبً السلام 5 · 3 0

La completa conoscenza di se stessi si realizza attraverso il sentimento di se stessi nel mondo, nel recupero di quel mondo in cui l'uomo come individuo è stato gettato. Esistono varie vie per realizzare questo recupero, ognuna con le sue difficoltà e ostacoli, alcune ci possono atrrarre di più, altre meno, a seconda da dove partiamo, ciò che importa è proseguire il cammino intrapreso con saldezza d'animo e carico leggero per alleviarci la fatica.

2007-06-28 10:06:00 · answer #3 · answered by etcetera 7 · 2 0

l’oracolo di Delfi prescriveva rituali di purificazione attraverso i quali un individuo o una comunità che avevano infranto qualche tabù pensavano di allontanare la contaminazione dalla quale si sentivano perseguitati (miasma).
Nei secoli VIII-IX a.C. non si fondava alcuna colonia senza aver consultato l’oracolo. Su una parete del tempio di Apollo a Delfi é incisa una famosa frase che Socrate adottò come principio del suo pensiero: "Conosci te stesso" .
Nel tempio di Apollo bruciava perennemente un fuoco alimentato da rami di alloro che era l’albero sacro al Dio; si venerava una pietra, probabilmente magnetica, che si pensava fosse caduta dal cielo.
Hai ragione la vera conoscenza sbocca nela conoscenza di te stesso e dell'universo. Concordo pienamente Daphne.

2007-06-27 03:56:54 · answer #4 · answered by Anonymous · 2 0

La "conoscenza" di cui parli non è sinonimo di "comprensione". La comprensione è un atto intellettuale, la conoscenza un'esperienza meditativa. La "comprensione" è un atto passivo, speculativo, nel quale sono impegnati gli organi sensoriali dei quali la mente fa parte: se ci fermiamo a questo tipo di esperienza avremo "un'ideazione" di noi stessi e dell'universo sui quali "costruiremo" la nostra personale teoria. La comprensione quindi porta ad una conoscenza "relativa", modulata dal nostro percorso culturale, etico, religioso ecc.
La "conoscenza" è invece un'esperienza "attiva" che si fissa nella mente permettendo di acquisirne "consapevolezza". Conoscere significa cercare all'interno di se stessi e non all'esterno: dentro di noi vi sono tutte le risposte. Anzi, l'unica risposta.
La "vera conoscenza" determina la consapevolezza che "tutto è Uno", e quell'Uno che è quiete, dà origine alle forme quando si mette in movimento.

2007-06-27 01:17:23 · answer #5 · answered by chandradevi 3 · 2 0

Non ricordo più chi lo disse, ma penso che ben si possa adattare questa massima al tema esposto: 'Un uomo saggio è quello che impara dall'esperienza. Un uomo più saggio è quello che impara anche dall'esperienza degli altri'. Infatti chi può dire di conoscere (supponendo) perfettamente sè stesso se non si mette in qualche relazione con gli altri!? Potrei essere l'uomo più intelligente del mondo, più introspettivo e dotato di capacità di intuizione e di analisi, ma come dice Gesù Cristo, se non hai la carità, a che vale il tuo sapere. D'altronde uno dei fini della conoscienza profonda di sè stessi è proprio questa ricerca di base dell'alterità, dell'altro da me, e questo è già un movimento d'avvicinamento, per cui anche denso di stimolo caritativo nei confronti dell'umanità intera e del Creato tutto. Forse è questo il valore ultimo della meditazione, entrarsi dentro per trovare il me stesso che in questo momento cammina per una via del mondo, nasce o muore, mangia, si corica o si alza per andare al lavoro. Entrare nel profondo del silenzio di me stesso per scoprire il nulla vacuo di certe nostre abitudini, divisioni e luoghi comuni, come pesi di un pendolo rotto che impediscono alla coscienza di avanzare a sbaragliare muri solidamente impalpabili e radicati nelle nostre menti. Nel ritrovare lo Spirito (voglio vedere chi ci riesce, buon per lui comunque, glielo auguro di cuore) si ritrova il tutto. Dato che lo Spirito è uno, Egli deve necessariamente contenere il tutto. In quel momento dunque io (?) non sono solo me stesso, ma il tutto, perchè dal tutto sarei composto. La verità, secondo la mia povera opinione, è che siamo ancora nelle prime fasi neonatali nell'uso delle nostre facoltà mentali e psichiche. Io sono 'convinto' di essere uno e tutti, il difficile è arrivare, non tanto a comprenderlo, quanto ad esserlo in piena coscienza.

2007-06-28 13:25:15 · answer #6 · answered by ombra mattutina 7 · 1 0

La conoscenza di se stessi non implica "una" esperienza diretta, ma tutte! cosi ti sentirai parte integrante del cosmo,,,,,,,,in questo modo la ragione sbocca sulla conoscenza e viceversa!
Complimenti ti accendo una stellina! ciao.

2007-06-26 22:51:58 · answer #7 · answered by Anonymous · 1 0

rispondo dritto alle domande
1)La conoscenza di se stessi implica una esperienza diretta e quale?
SI ,la morte dell'io

2)L'enigma dell'Oracolo di Delfi si chiarisce comprendendo l'unità del microcosmo e del macrocosmo oppure la divisione psichica e spirituale?
Si chiarisce nella non divisione fra micro e macro
" Le cose sono unite da legami invisibili: non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella " (Galileo Galilei)
Ciò si realizza in un livello psichico differente , dove la psiche non raccoglie informazioni dalla mente ma dall'anima
non una divisione psichica e spirituale ma una fusione non razionale

3)La vera conoscenza sbocca nella conoscenza dell'Universo, e se in che modo?
l'oracolo andava un pò troppo in fretta , questa conoscenza è "essere" non solo conosci ma sei , come nel buddismo tibetano le divinità altro non sono che l'immagine di te stesso cosciente di loro ,l'universo è un pò troppo grande per essere compreso totalmente ,solo arrivi ad esserne una parte cosciente della coscienza cosmica,ma come essere umano hai la limitazione dell'individuo , puoi essere tutto ma rimani te stesso

2007-06-28 23:48:34 · answer #8 · answered by Anonymous · 0 0

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