Ovviamente mi riferisco a domande in buona fede e non fatte con esclusivo intento provocatorio o polemico. Mi rammarica però considerare che spesso anche a considerazione serie o comunque ritenute serie da chi le ha poste, cattolici altrettanto seri e indubbiamente colti in materia rispondano spesso che la questione posta è futile, sottintendendo in modo più o meno esplicito che la persona che l'ha posta è superficiale e ignorante. Assumono cioè quell'atteggiamento da vecchio professore che nasconde con l'alterigia la propria inadeguatezza a rispondere (atteggiamento spesso comune tra chi si ritiene depositario di verità, ma non sa uscire dai propri schemi mentali). Io credo che sia un atteggiamento di incomprensione assai indisponente e che determini poi reazioni di ulteriore acrimoniosa avversità che sfocia nella polemica sterile. Non sarebbe meglio un atteggiamento di maggiore umiltà soprattutto da chi all'umiltà pretende a parole di ispirarsi?
2007-06-23
05:31:25
·
21 risposte
·
inviata da
etcetera
7
in
Società e culture
➔ Religione e spiritualità
Raganella, è chiaro che il mio pare è espresso nella domanda, ma vorrei sapere cosa ne pensa chi tende a rispondere con lo spirito del vecchio professore infastidito e poi prosegue nella polemica. Ci sono diversi utenti di questa sezione di Answer che si esprimono in questo modo, non so se nella loro illuminata cultura abbiano mai considerato l'effetto di ripulsa di certe accuse di leggerezza. Magari anche un catechista dovrebbe imparare a dialogare, no?
2007-06-23
05:55:59 ·
update #1
Illuminante Pimpi: un sistema autoreferenziante, che trova ogni giustificazione nel proprio presupposto di verità, non può che essere illogico e ovviamente chiuso a ogni vero confronto. Quando tenta l'apertura avverte la propria debolezza di argomento e quindi si difende sminuendo il valore della questione posta o dell'interlocutore. Purtroppo però questo significherebbe che non è possibile alcun vero dialogo con le persone di sentimenti religiosi, oppure no?
2007-06-23
08:41:59 ·
update #2
Niente Nologin, qui tutto è gratis, Ciao!
2007-06-23
08:43:48 ·
update #3
p.f. Loretta, non inneschiamo le solite polemiche che poi non portano a nulla.
2007-06-23
08:44:43 ·
update #4
Caro Cherubin, la tua risposta è perfettamente pertinente. Io però direi ch tutti siamo ignoranti davanti a questioni poste sull'esistenza di Dio o sul creazionismo, dobbiamo rispettarci in quanto ignoranti. Perché è vero che si trova tanta presupponenza anche da parte opposta, da chi pensa al proprio modello comunque riduttivo come in grado di spiegare tutto, di chi sente il proprio ateismo razionalistico come una religione (e accade molto spesso, ha solo il vantaggio che il suo pensiero oggi è più consono allo spirito dei tempi).
2007-06-23
19:56:48 ·
update #5
Aggiungo per Pimpi: se il dialogo mira a un giudizio di verità è chiaro che su certi argomenti che si basano sul sentimento non c'è spazio per questo, ognuno resta arroccato sulle proprie posizioni tanto più è forte il tentativo di convincerlo a mutarle. Ma un confronto è possibile e prezioso quando onestamente si mostra il proprio sentimento, senza tendere a convincere, ma solo a mostrare quante sono le vie che può intraprendere il sentimento della divinità (che in una forma o nell'altra è intrinseco all'uomo e solo all'uomo, anche nell'ateo più convinto). In altre parole, se anziché illustrare Dio (cosa impossibile) si tentasse di illustrare l'uomo nella sua meravigliosa e molteplice realtà di sentimento. Poi, a chi vuole catechizzare, dico che questa illustrazione del proprio sentimento umano può talvolta rendere disponibile l'interlocutore anche a un mutamento di prospettiva che nasce da dentro, e non provoca furiosi rigetti.
2007-06-23
20:05:36 ·
update #6
Un carissimo saluto anche a voi Klukly e Fata
2007-06-24
09:29:59 ·
update #7
Non penso che Dio stia dalla parte di qualcuno, Pimpi, siamo noi a tirarlo un po' di qua e un po' di là per giustificare il percorso scelto, oltre che naturalmente il piacere che deriva dal sentirci autorevoli e pieni di potere. Ogni percorso, se praticato con intima onestà penso sia a Dio gradito, anche il percorso dell'ateo. L'errore sta appunto qui nel pensare che il percorso sia solo uno, mentre ogni percorso non è che una delle vie, ciascuna con le proprie difficoltà e i propri inciampi. Dovremmo sempre riuscire a comprendere, se non le vie diverse, almeno l'uomo che si è incamminato per quelle vie e per far questo confrontarsi è necessario.
2007-06-25
00:32:30 ·
update #8
Un forte abbraccio agli amici Zio Ingemar e Serapide che ascolto sempre con piacere
2007-06-25
17:35:00 ·
update #9
Per Sergio: certo che ogni utente ha diritto di rispondere come vuole, ma se risponde affermando "la tua domanda è superficiale" per quale motivo si dà la pena di rispondere? Forse per dare a intendere di essere profondo e intelligente?
2007-06-27
05:56:35 ·
update #10
Per lo più credo che chi ponga domande critiche anche in modo molto forte in realtà piuttosto che ignorante lo definirei un ricercatore, qualcuno che cerca di capire o darsi delle ragioni, magari è qualcuno che leggendo i testi sacri non ne comprende il senso trovando delle cose assurde per la logica comune o il sentire comune , senza pensare che si tratta spesso di metafore o allegorie o come diceva il buon vecchio Dante di sensi figurati che rimandano ad altri testi sacri ad altre interpretazioni.
Altri sono atei e cercano di capire qualcosa che è loro estraneo per indole e per "modus sentienti".
Altri vogliono semplicemente criticare come un atto fine a se stesso ma dal tono delle domande le finalità appaiono chiare fin dall'inizio.
A volte preferisco non rispondere a coloro che riconosco come meri provocatori perché da religione e spiritualità si finisce irrimediabilmente nel settore IDIOZIA che non è stato compreso nelle categorie qui presenti.
Nelle mia modesta e breve esperienza spesso a porre, in answer come nella vita, le domande più forti o le critiche più forti sono proprio coloro che hanno un sentimento religioso o una spiritualità più marcata e anche meno incline al compromesso ma non sono riuscite ancora a dare delle risposte esaurienti ai loro interrogativi esistenziali cercando in tal modo il confronto , che spesso si accende, con altri, con coloro che in qualche modo condividono del tempo virtuale con lui/lei come qui in questa communuty o come altrove.
Chi assume attaggiamenti di presupponenza spesso lo fa perché è arrivato a dare queste risposte e pensa che sia scontato che tutti conquistino gli stessi traguardi.
Ma chi può dirci se sono dei veri traguardi, o non si ptratti di miraggi?
La relgione, qualsiasi religione è un percorso di "collegamento a Dio" la cui conoscenza e gnosi sono determinati da due fattori in continua osmosi nella vita dei credenti che sono la conoscenza teologica unita alla pratica cultuale e comportamentale senza le quali la vera gnosi è un traguardo pressoché irraggiungibile.
Non tutti riescono a comrpendere questo e non tutti lo comprendono nello stesso modo perché per quanto esistano delle regole generali ciascuno "compie un viaggio" personale e particolare con il proprio percorso religioso e con la propria spiritualità e la condivisione anche critica, anche accesa con gli altri è una parte essenziale di questo percorso che ripeto è sempre e comuque intimamente personale.
E anche tra coloro che appartengono a credi e fedi differenti può giovare talora un confronto aspro che faccia mettere in discussione le proprie posizioni, naturalmente in modo rispettoso, per crescere insieme pur nelle differenze e nelle reciproche peculiarità.
L'astio e l'acrimonia di determinate risposte a mio modesto parere possono apparire come sintomi di una insicurezza che si maschera di presupponenza e superbia e che nasconde una profonda debolezza.
Per quel che mi riguarda conosco persone che pur essendo atee in realtà vive secondo un sistema di valori che in qualche modo fa loro espimere una certa spiritualità diversa spesso molto critica o pseudo-razionalistica ( non esiste un razionalismo assoluto o una logica inattacabile perchè la "fede razionalistica" presuppone un moto passionale alla base infatti è una contraddizione .... nella migliore delle ipostesi un ossimoro).
Dice il Corano che "in verità l'uomo è fatto di fragilità" una di queste fragilità è la sua pretesa vacua di assolutizzare le propria concezione del mondo compiendo un torto a se stesso all'umanità intera.
Carissimo Maral spero di non avere un tono da professorino presupponente perché non è nelle mie intenzioni, io ho solo esposto il mio punto di vista... relativo e soggetto a discussione...!
Una caro saluto!
2007-06-24 00:35:52
·
answer #1
·
answered by Klukly آمنة تحـبً السلام 5
·
4⤊
0⤋
Questa domanda è una questione posta sul dialogo,sul confronto. Usi non a caso,credo, il termine umiltà. In materia religiosa la questione dialogo è più volte, troppe volte, citata di questi tempi.Non credo caro maral a chi si riempie la bocca della parola "pace", "dialogo", credo a chi riesce, con i fatti, o in questa virtuale realtà, con le parole, a mettere in pratica i propositi di confronto aperto e libero. Libero significa l'esistenza di una scelta nel confronto, significa avere l'apertura mentale a cambiaare opinione se capita, significa non avere mai il proposito di convincere l'interlocutore. Significa scrivere il proprio pensiero senza intaccare il "pensare" dell'altro,e questo dovrebbe essere categorica regola sopratutto nel confronto in tematiche religiose.
Una considerazione ulteriore credo debba essere dedicata al mezzo cui siamo costretti.Questa tastiera, queste lettere nel mentre che le scrivo per me hanno un significato preciso, per chi le leggerà o non leggerà avranno un contenuto altrettanto preciso e profondo, ma non necessariamente i due significati coincideranno,per cui è molto semplice perdersi nelle parole, in questo oceano di lettere, e pescare ,in questo, i pesci-lettera che si desiderano senza curarsi degli altri, di pesci. Credo sarebbe diverso parlare, dialogare,tra persone intelligenti e consapevoli s'intende, faccia a faccia, seduti al tavolino d'un bar a parlare di Dio.Io avrei molti più mezzi per rendere palese e cristallino il mio pensiero;la mia espressione, i miei occhi,i miei gesti, il tono della mia voce, le mie parole, che anche se meno ragionate di queste sarebbero certo altrettanto "mie".E poi sentirei la presenza del mio interlocutore, vedrei il suo viso, sentirei il suo profumo, sarebbe molto più semplice capire il vero significato, sarebbe molto più difficile fraintendere, maliziosamente o meno, le parole dell'interlocutore.
Poi c'è chi rifiuta il dialogo,qui, in questo ameno luogo dove milioni di ruscelli di parole scorrono e si reincontrano a formare un grande fiume nel quale ci si perde. Perchè appunto costoro sentono questo grande fiume come inadeguato a contenere la propia unicità, ed in tema religioso decidono di non dialogare non ritenendo possibile, qui, un dialogo vero e proprio su questi delicati temi. Non condivido questo atteggiamento.Perchè ,si , il mezzo è carente, ma il soggetto è presente, e dato che è presente per scrivere cose futili (anche queste facilmente fraintendibili)dovrebbe esserlo anche quando si discute di cose "serie", di contenuti,ma spesso è molto meglio fermarsi alla forma e non andare al contenuto perchè si rischia di non rendere il proprio pensiero per ciò che è davvero.Rischio che è però insito allo stesso concetto di comunicazione.Per questo, ritengo che non provare quantomeno a dialogare, anche qui, equivale a rifiutare il dialogo.
Cos'è per me il dialogo?
E' un tango. In questa affascinante danza chi conduce lo fa in armonia e senza esporre il proprio comando. Espone i suoi passi, e la dama, non può che seguire...ma sa bene che potrà sempre capitare d'inciampare...perchè l'armonia è cosa rara, ed un "tango su Dio", molto spesso si tramuta in un assolo solitario a ritmo di house....
Ed allora io ascolto il tango e non mi curo della discoteca che batte i suoi bassi a stordire tutto con il suo alcool...
Ciao e Grazie per tutto
Stefano
2007-06-25 22:02:45
·
answer #2
·
answered by Zio Ingemar 4
·
6⤊
1⤋
no, non è ne superficiale ne ignorante ma a volte perdonatemi...leggo delle domande veramente assurde che sembrano scritte apposta per fare ridere chi legge dato che sono poste in modo provocatorio come se le avesse scritte un grande. Non vorrei ferire lintegrità morale di alcuno ma quando si pongono delle domande di qualsiasi genere dovrebbe essere sempre rispettato il pensiero altrui......In ambito religioso molte volte leggo delle bestialità volte soltanto ad insultare i credenti dei vari credi religiosi e ciò non va bene.
2007-06-23 13:32:20
·
answer #3
·
answered by spyprita 2
·
3⤊
0⤋
Credo che ogni utente, abbia il diritto di rispondere secondo il proprio modo di pensare, il quale non può essere assolutamente considerato frutto di ignoranza.
L'ignoranza invece emerge quando non ci si limita a rispondere coerentemente alla domanda, ma si tenta di offendere, aggredire e colpire altri, non sapendo cosa scrivere.
Sergio
2007-06-27 09:35:19
·
answer #4
·
answered by sergio 5
·
2⤊
0⤋
Caro Maral, con la tua domanda sfondi una porta aperta. Sai quante volte ho dibattuto questa questione proprio qui su Answers? É evidente che le critiche devono essere costruttive e non soltanto provocatorie, ma anche davanti a critiche costruttive e più che giuste, l'atteggiamento di molti cattolici (non voglio fare di ogni erba un fascio, perché io stesso da cattolico accetto le critiche e pungolo i miei stessi correligionari ad usare lo strumento della critica e a non accettare tutto ciò che la Chiesa impone), lungi dall'essere umile, ha proprio la protervia di rifiutare in blocco, tutto ciò che va contro le linee guida del Vaticano. Questo naturalmente è sbagliato, in quanto, se vogliamo che gli altri rispettino le nostre opinioni, dobbiamo a nostra volta rispettare quelle degli altri. Ci sono addirittura dei cattolici che pretenderebbero che gli atei non parlassero di religione e che addirittura la categoria Religione e Spiritualità non fosse aperta ai non cattolici, come se soltanto essi avessero la dote della spiritualità. No, così non va proprio bene, tutta la questione mi puzza di imposizione, di dittatura spirituale, di condotta ipocrita . Per la Chiesa l'umiltà di San Francesco è una chimera. Ciao e buone cose.
Zeus
2007-06-27 09:11:57
·
answer #5
·
answered by Zeus 4
·
2⤊
0⤋
Come mi piace la tua domanda Maral!
Il modo in cui ci poniamo ed il come ci esprimiamo, esistono, come misteriosa compresenza del diverso, dell'altro all'altro, per via del suo carattere misterioso e per i credenti "ipocriti" costituisce il " problema" . Non vale interrogarci per risolverlo, non vale a questo scopo valutarci. Non c'è nulla da chiedere, nulla da giudicare. Come posso realmente chiedere ad una donna perché è stufa di fare la serva, o ad un soldato come mai non si diverta alla vita di caserma, o infine ad un «morto di fame» come mai non trovi attraente la trinità ? Con quale ridicola presunzione potrei dare la linea di priorità alla lotta contro l'stituzione ecclesiastica, in secondo luogo la lotta contro la discriminazione contro il diverso, in terzo luogo l'abolizione di ogni forma di ghettizzazione?
Esiste un mistero la cui pratica è oggetto di libera scelta (e dunque ha senso morale). Questo lavoro ha per oggetto il senso di trasformazione e ciò non è evidente. Se la trasformazione non avesse senso (come del resto spesso succede in ambienti religiosi), si tratterebbe della libera scelta dell'arbitrario fantastico, cioè del niente. Ma se in questa trasformazione si trova lo svelamento del mistero cioè la loro diversità e complessità non può avvenire se non nella direzione dell'aumento della diversità e..
hai ragione di quanta"ipocrisia" si celi dietro la "tonaca del prelato", coperta di falsa umiltà , che tiene conto soltanto di una parte di persone e non di tutta l'intera umanità come dovrebbe.
Daphne
MI SCUSO E MI SPIEGO MEGLIO
--- spiegando la neutralità e quello che non vorrei FOSSE LA CHIESA mi sono attorcinata ed ora mi correggo; quale ingerenza in materia religiosa da parte dello Stato, che si dovrebbe astenersi dal privilegiare o favorire una religione -la religione maggioritaria- rispetto alle altre: “una maggioranza religiosa o lo Stato per suo tramite non può, per motivi religiosi, imporre la propria concezione di quello che è vero e giusto ai cittadini che non condividono le stesse convinzioni”. In sostanza, dovrebbe proteggere le minoranze religiose dalla minaccia della ‘tirannia della maggioranza’. In più non aumentare le diversità di etnia, sesso o altro all'interno di una struttura che si autodefinisce
lo specchio delle parole di Cristo che erano davvero cariche di falsi pregiudizi e rivolte senza discriminazione alcuna.
----
Maral grazie di avermi contatto perché mi sono davvero spiegata male.
Questo é ciò che volevo dire.
Daphne
2007-06-27 05:09:36
·
answer #6
·
answered by Anonymous
·
2⤊
0⤋
A volte mi sembra un dialogo tra sordi. Entrambe le parti hanno la verità in mano e non si curano del pensiero altrui bollandolo come ignoranza. Mi capita anche però di provare la stessa sensazione con domande poste da credenti, non sono immune nemmeno io. Non mi stupisce il fatto che ci sia gente veramente credente ma il fatto che accettino la chiesa come tramite, è li da vedere che di spirituale ha ben poco.
2007-06-26 16:57:45
·
answer #7
·
answered by Skatelowes 7
·
2⤊
0⤋
Proprio da poco ho fatto delle domande critiche,nelle varie risposte pochi si sono avvicinati al senso in cui intendevo io,ovvero capire...........perchè ai miei tempi si faceva comunione e cresima a 7 anni e ora ho anche problemi a risp.ai miei figli.In effetti mi dichiaro vergognosamente ignorante.............però credo appunto che ponendomi delle domande di essere curiosa proprio per non credere solo nei dogmi imposti ma deve essere anche una mia scelta consapevole:sentirmi scrivere cosa scrivi prega....................non mi ha aiutato,altri si.Invito quindi al dibattito aperto a qualcuno come me può veramente imparare a capire qualcosa............
2007-06-24 15:26:05
·
answer #8
·
answered by Maria 6
·
3⤊
1⤋
Questa domanda in realtà è più profonda di quanto non sembri..a mio parere..infatti nella misura in cui un argomento si basa su un'autentica cognizione gnostica difficilmente può trovare delle resistenze nell'essere trasmesso e quindi anche rinnovato e perfezionato secondo l'evoluzione delle epoche..non a caso il testo sacro dovrebbe essere metastorico e non certo depositario esclusivo di una dottrina spaziotemporalmente circoscritta all'epoca in cui è stato ispirato..purtroppo l'autenticità della trasmissione del sacro(secreto interiore) non è certo possibile se autentica non è la via attraverso la quale la trasmissione avviene..e qui emerge il problema..casa c'è di realmente autentico e corrispondente alla realtà del momento nella religione? inutile farsi grosse illusioni...c'è poco e niente...
le persone che intimamente sono sincere e realmente praticano le norme cristiane guarda caso sono in avversione proprio con la chiesa madre e il problema pedofilia lo ha messo meglio in evidenza..ma non è solo in quel caso..
io penso anzi ho anche conosciuto persone valide nell'ambito cristiano..e posso dire che ciascuno se realmente è puro di cuore sa come trasmetterlo..altrimenti mente e genera conflitto, vuoto interiore e forti crisi ..c'è da dire però anche che ciascun individuo ugualmente puro di cuore può riconoscere una fonte attendibile..naturalmente superati certi parametri ed entrando nel vivo della discusione..ogni membro della chiesa tende a non voler affrontare le parti che farebbero della religione cristiana solo un aspetto della realtà spirituale e non certo l'unica risposta..per mantenere questo ed altre più subdole menzogne è evidente che bisogna saper meglio strumentalizzare l'apparenza che non penetrare e far propria la sostanza...
2007-06-23 16:55:55
·
answer #9
·
answered by rockpopmetal 3
·
3⤊
1⤋
Ovviamente, come in tutte le cose, c'è modo e modo di dire e chiedere. C'è anche bisogno di un po' più di umiltà verso chi non la pensa come noi. A volte, molti dotti e saccenti si limitano a rispondere con sufficienza. Non c'è nulla di più sbagliato: il dibattito tra due punti di vista divergenti serve a comprendere meglio le ragioni altrui, nonchè i propri sbagli.
2007-06-23 12:38:05
·
answer #10
·
answered by Avantimieiprodi 7
·
2⤊
0⤋