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Il paradosso è scoprire la fede e insieme il peccato e dunque vivere con un senso di colpa tremendo per tutte le volte che ci si è fatti sedurre e tentare dai piaceri terreni. Ma così ci si tormenta..Cosa si può fare? Mi consola leggere Sant'Agostino e il suo cammino trentennale nella fede e nel peccato. Forse credere significa nnon peccare più, ma com e è possibile, chi è senza peccato?

2007-04-04 08:44:31 · 18 risposte · inviata da Anonymous in Società e culture Religione e spiritualità

ah vegeta ho letto il tuo profilo per capire se eri un cretino, e mi pare di no. Anche a me piacciono molto le donne, mi piace tutto delle donne. Ma Dio in questo periodo ha la priorità.

2007-04-04 09:11:13 · update #1

che bella rispostina Federika, hai colto il senso della domanda, non capisco però perchè te la ridi, potrebbe capitare anche a te..

2007-04-04 09:14:34 · update #2

anche la tua danny the dog è simpatica, almeno mi fate ridere, il fatto però è che se posso evitare di rivolgermi ad un prete è meglio..Non sono scemo non mi faccio controllare dalla paura io, o forse si?

2007-04-04 09:24:35 · update #3

c'è anche qualche risposta molto saggia..benissimo, signor Nati per vincere lei invece è piuttosto criptico, si spieghi meglio..

2007-04-04 09:27:46 · update #4

cecks, non lo so se ho fede, a volte pare proprio di si, ciò non toglie che sono un dannato ribelle e penso troppo; ad esempio mi chiedo spesso se Dio sia proprio così bonaccione come ce lo rappresentiamo, e se fosse anche lui, come dire, al di là del bene e del male?

2007-04-04 09:32:26 · update #5

Robert S., chiedo ai cristiani perchè forse hanno vissuto questo problema, ma tranquillo ogni opinione è preziosa

2007-04-04 09:33:49 · update #6

Beh Robert, si mi confermi il sospetto su quell'al di là del bene e del male di cui parlavo prima? Se il Regno di Dio fosse, come dire, una dimensione del reale (che alcuni riescono a intuire già in vita) e non un premio per il credente allora tutti gli spiriti saranno salvati, ma ognuno per ciò che è. Dunque mi chiedo: se uno si tormenta in vita perché ha paura di disobbedire a Dio, che tipo di spirito, traccia o energia rimarrà di lui? Vedo l'inferno come il regno degli spiriti bassi ma non vedo sofferenza in questo, chi è ******** in vita ******** sarà dopo la morte, ma a me preme capire perchè solo chi vorrebbe fare il bene e fa il male soffre come un cane. L'inferno è per i cristiani allora? In che diavolo di contraddizione mi sono andato a cacciare?

2007-04-04 09:45:42 · update #7

E se Nietzsche fosse un vero Cristiano? Lui si frimava 'L'anticristo', ma l'anticristo si sarebbe firmato 'il cristo', ovviamente per fini di propaganda..ecco un'altra contraddizione.

2007-04-04 09:59:52 · update #8

La tua risposta, ben 48, è molto bella.
Ma sia tu che Marte mi avete frainteso su un punto: quando io parlo di mondo intendo il mondo prima della fede, il mondo a cui assisti impotenete guardando i tg, il cosidetto 'secolo', e ciò che appare angusto è il corpo, il denaro, la vita sociale, l'industria del divertimento ecc..Insomma il mondo in cui può vivere un ventenne di oggi. E poi Marte la fede è un sempre un evoluzione, un cammino, magari tu sei più avanti di me ma non dirmi 'che ne sai', nel giro dei sei mesi mi sono rivoltato come un guanto ed è cambiato tutto, ance se sono ancora intriso del vecchio modo di vedere le cose, poi è chiaro: non si smette mai di cercare.

2007-04-04 23:12:21 · update #9

Si, Marte, ecco Nietzsche é l'arma che voglio usare per contrappormi ad un certo cristianesimo. Sant'Agostino ti parla di come si sia avvicinato alla fede, pur restando nel peccato, certo prima di entrare nella chiesa, quello anch'io lo considero un compimento, ed io lo sento vicino.

2007-04-04 23:24:17 · update #10

Comunque la follia di Nietzsche è un mistero irrisolto, io credo che lui fosse tormentato dai sensi di colpa e che si sia creato nel tempo un alter ego libero dalla colpa, un'immagine falsata di sè stesso, una maschera. Ma è questa maschera, e non tanto l'uomo, che io trovo interessante, anche se molto, molto ambigua. Comunque è anche grazie a Nietzche se ho iniziato ad avvicinarmi alla religione cristiana, gli voglio molto bene..

2007-04-04 23:49:24 · update #11

18 risposte

Sinceramente non mi pare sia esattamente così, almeno per me. Io ricordo che anche da bambino, o da adolescente sentivo la parte del mondo malvagio oltre a sentire quella buona, ed in quell'età è un po' come essere tutti atei, perchè Dio è l'ultimo degli interessi. Sì, si andava, chi andava, all'oratorio, mamma e papà ti portavano assonnato a Messa e lì dormivi ancora della quarta, ma era solo un giorno in cui sapevi che c'era quell'appuntamento e sapevi anche che dovevi mettere il vestito della festa, impomatarti e magari un poco di profumo e poi finalmente andare in gita, in tre sulla Lambretta, in Brianza o al lago di Como, coi panini e una coperta per tovaglia. Poi si cresce e più che entrare in crisi, continui in un'abitudinarietà che però va pian piano scemando ed alla fine non ti interessi più dell'argomento Dio. Poi però, passati gli anni, succede qualcosa, niente di importante, ne drammi, ne morti, ne catastrofi ed incidenti. Piccole cose dapprima, una discussione con amici, un articolo di giornale, entrare per turismo in una chiesa proprio nel momento in cui un prete, quel prete, quel preciso prete, sta dicendo qualcosa che ti colpisce. Ed allora, per curiosità un giorno ci ritorni ed incominci a considerare che quello che per cui ti eri disinteressato di Dio, non era altro che la stanca, inutile, vacua, sterile e bottegaia sequela senza colore, sapore, sapienza di turbe di preti assolutamente privi di quella passione di trasmetterti la Luce, e manco sapevi o ti accorgevi che molte cose non te le dicevano. Che il papa, Giovanni XXIII stava spaccando tutto con lo scandalo di Cristo, e scandalizzava sopratutto i cristiani, che gli alti papaveri istruivano i preti a non propagandare ciò che dicevae se costretti, di parlarne il meno possibile. E poi invece trovi questo prete, imponente, con un vocione profondo che il microfono gli fà un baffo, che si accalora ed appassiona fino alle lacrime nei momenti dell'elevazione, che non ha paura di parlare, di denunciare, di dire pane al pane e vino al vino, che parla fino a poetare e trasfigurare la Parola rendendola solida e così alta che ti vengono le vertigini, che riunisce attorno a sè frotte di fedeli e non, tanto che ci si siede anche per terra, sui gradini, dietro l'altare, e che ti spiega e ti propone la Parola nella sua più intima e nascosta e splendente e gioiosa sostanza, senza nominare la parola Dio neanche una volta. E tu vedi questa gente, che viene anche da lontano ogni sacrosanta domenica da anni per sentirlo, chi venti, chi trenta e più chilometri, che sale la montagna con tutti i tempi atmosferici, che non andrebbe al lavoro per un semplice mal di testa, ma lì ci viene con la bronchite e la febbre a 38, e sta in piedi e gela perchè non c'è il riscaldamento, in silenzio, tutti a bere della Parola che disseta e nello stesso tempo mette più sete ancora. Gente d'ogni genere, dal primario d'ospedale all'operaio del gas, dal ragazzino di tredic'anni alle nonne di novanta e passa, tutti a darsi del tu, dal democristiano fino all'anarchico convinto, a stare per un'ora e mezza fermi sperando che la Messa duri ancora qualche minuto in più, ad attardarsi senza fretta quando è finita, per scambiarsi impressioni, inviti, commenti, indirizzi. A tornare alle proprie case non augurandosi buonasera, ma buona settimana, per potersi rivedere la prossima. E sì, è così che ho riscoperto la chiesa, o meglio il senso nuovo di essere cristiani, il senso nuovo di vedere l'umanità sotto angolature che mai avrei scoperto da solo. Malvagità? Può darsi, io preferirei chiamarla ignoranza della Parola, buio del divino, schermatura dell'anima, tutte cose che possono cambiare se le si considera nella giusta profondità. Luogo angusto? Al contrario, il mondo mi si è rivelato e mi appare ampio, ricco, disequilibrato certo, ma con potenzialità di bellezza, diversità di popoli, ricchezza di pensieri, di musiche, d'arte, di attività, da non saperne contenere la complessità in un unico abbraccio. E poi..... quelle ultime parole, prima di tornare nelle nostre case, con quel piccolo tesoro in cuore, da non chiudere in cassaforte, anzi, da condividere con tutti, 'La Messa non è MAI finita, andiamo in pace', quelle ultime parole da sole distruggevano l'essere religioso primitivo, ti facevano considerare che non esiste un giorno del Signore, tutti i giorni sono suoi e tutti i giorni sono da vivere da cristiani, non solo la domenica, facevano nascere un essere rinato nello spirito, nuovo, gioioso, splendente, e che ora guarda quella seggiola dove sta ormai inanimato il burattino che ero, perchè ormai trasformato nell'essere umano cosciente che sono diventato. Ciao.

2007-04-04 12:30:57 · answer #1 · answered by ombra mattutina 7 · 1 1

Per prima cosa: posso chiederti perché la domanda la riservi solo ai cristiani?
Visto che siamo qui tutti per rispondere alle domande, anche esprimendo opinioni, credo che non ti urterai se in proposito vorrei dire la mia.
La mèta ultima dei cristiani credenti e praticanti è la vita eterna ed il Paradiso e, a paragone, il mondo terreno appare loro, logicamente, un luogo angusto e malvagio.
Ho citato il Paradiso cristiano, ma potrei citare il Walhalla germanico, i verdi pascoli di Manitù, oppure le settantasette vergini che attendono i bravi islamici, o anche le reincarnazioni diffuse nei culti orientali, perché - salvo qualche lieve diversità. direi quasi futile, ma che nel tempo ha assunto caratteristiche di contrasto insanabile - tutti i credenti sono accomunati nelle loro fantasie mistiche
In realtà tutti i credenti di qualsiasi religione sono convinti che tanto più si vive su questa terra una vita ristretta, gretta e disagevole, tanto più sarà facile ottenere il permesso di soggiorno nel rispettivo “paradiso”.
E sono anche loro stessi che fanno il mondo malvagio, promovendo guerre e massacri come la Storia insegna per il passato, ma anche oggi: islamici contro ebrei, sunniti contro sciiti, maroniti contro islamici, utu conto tuti, salabiti contro islamici ortodossi…
Anche in Italia non mancano gli oltranzismi religiosi, e le parole offensive espresse qualche giorno fa dal cardinal Bagnasco - che già hanno provocato qualche scomposta reazione da parte di Cittadini stanchi delle continue intromissioni della Chiesa nei temi di stretta competenza dello Stato Italiano Laico e Democratico – non ci fanno prevedere nulla di buono…

2007-04-04 16:32:09 · answer #2 · answered by Robert Saw 4 · 3 0

Luogo angusto e malvagio?
Come lo sai se non sei credente? Lascialo dire a chi crede come vede il mondo.
Hai comunque ragione con il dire che ci sono anche dei credenti che guardano al mondo come ad un luogo infernale, ma è la loro opinione personale dovuta forse al fatto che non sono abbastanza credenti e soprattutto avranno dei problemi di relazione con il mondo.
Avere fede non significa tuttavia vedere il mondo in rosa, ma significa osservare le miserie della vita con occhi senza dubbio meno disperati rispetto a come vedono le cose coloro che non possiedono la speranza di un dopo.
Il filosofo che tutti citano, l'Anticristo, è morto suicida e pazzo, mi pare che non sia proprio l'esempio calzante da usare per avvalorare la tua equazione che non essere credenti preserva da questa visione pessimistica della vita.
Chi ha una fede autentica generalmente non vive con dei sensi di colpa superiori a quelli di chi vive senza fede, anzi..... e sai perché? Perchè avere fede in un Dio di Misericordia ti fa guardare anche alle proprie debolezze con la certezza che saranno perdonate.
Se ti può essere utile un brandello della mia esperienza di vita trascorsa professionalmente al capezzale di tanti moribondi posso dirti che la malattia è spesso vissuta dai credenti con assai meno disperazione di chi non ha alcuna speranza nell'aldilà e se non fosse altro che per questo io direi che vale assolutamente la pena di credere.
Altro che senso di colpa o chissà che tormenti e Sant'Agostino sarebbe meglio usarlo nel contesto giusto perchè egli visse una vita al di fuori della Chiesa, ma non trentanni di peccato e dal momento in cui scelse di essere Cristiano la sua fu una vita esemplare e priva di cedimenti.

2007-04-05 03:54:41 · answer #3 · answered by marte 6 · 3 1

perchè quelli che scoprono la fede stanno bene solo nell'aldilà.
e quando non ci possono andare, ci si fanno mandare.
AHAHHAHHHAHHA!!!!

dai mi dispiace ma ammetti che quelli che hanno la fede sono un pò pallosetti....un pò supponenti.....
se a dio gli fa tanto skifo questo mondo perchè lo ha creato????

2007-04-04 15:58:11 · answer #4 · answered by Anonymous · 3 1

non credo che avere fede significhi vedere il peccato ovunque,per me la fede è fonte di gioia,è cercare di dare amore e rispetto agli altri,se mangio la carne il venerdì me ne frego e credo che Dio sia molto più comprensivo e amorevole di molti esponenti del clero

2007-04-04 17:00:10 · answer #5 · answered by ? 6 · 2 1

se c'è dio, di sicuro ha più senso dell'umorismo di ratzinger et soci eius. non credo che si scandalizzi troppo per una ******* o una bestemmia di troppo. ma i preti (tutti) hanno interesse a farti sentire in colpa per ogni cosa, così ti possono controllare meglio.

2007-04-04 15:57:01 · answer #6 · answered by Mario 2 · 2 1

E' vero, quando si impara ad aver fede, il peccato lo si guarda con altri occhi e spesso si sente quel senso di rimorso per quello che si è fatto.
Ma il Signore disse una cosa stupenda "Se anche i tuoi peccati fossero rossi come lo scarlatto, se tu ti penti, io il Signore, non li rammento più".
Dio sa che siamo imperfetti e soggetti a pecccare, che le tentazioni sono molte e a volte cadiamo, ma sa che possiamo imparare, e il senso di colpa è utile a rammentarci il giusto comportamento.
Ma non dev'essere un'ossessione e un tormento, bensì un modo di riflettere per rimediare col comportamento successivo.
Con questo non voglio giustificare il peccato, tanto poi c'è il pentimento, assolutamente NO:
Ma un conto è peccare volontariamente sapendo di trasgredire, e un conto è la debolezza umana che col cammino nella fede e con la preghiera si rafforza nei principi del Vangelo.
Non tormentarti per quello che è stato e quello che potrà essere, saremmo sempre tentati, ma se cadi, rialzati e fai più attenzione in modo da non cadere più, pensa alle cose belle del Signore e vivile, e vedrai che alle brutte non ci penserai e non le farai più

2007-04-05 07:04:04 · answer #7 · answered by gaya_ty 6 · 1 1

L'apostolo Giovanni nella sua prima lettera 5:19, sotto ispirazione, dice che "..il mondo giace nel potere del malvagio". Al 21° versetto avverte: "Fliglioletti, guardatevi dagli idoli". Gesù stesso ha detto che, pur vivendo nel mondo, i suoi seguaci non fanno parte del mondo. (Gio.17:16). Nel senso che non sono morbosamente attaccati dato che "...il mondo e il suo desiderio (effimero) passa, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre". (1Giov. 2:17).
Cos'è, dunque, un granello di tempo (pur corroborato da cose buone ma in balia della malvagità) confrontato con la vita eterna su una terra (Nuovo Mondo) paradisiaca dove non ci saranno malattie e morte e ogni lacrima sarà asciugata? (Isaia 25:8).
Ciao.-

2007-04-04 18:38:12 · answer #8 · answered by billina 3 · 1 1

Credere significa anche peccare ma non di proposito ovviamente. Come disse Cristo chi è senza peccato scagli la prima pietra. Persino egli dubitò di Dio quando fù messo in croce, ma se ci si pente con animo sincero Dio ti perdona.

2007-04-04 15:52:54 · answer #9 · answered by Salotto buono 2 · 1 1

La tua e' una buona riflessione, effettivamente e' vero, ma in parte. Cerco di spiegarti la mia esperienza personale: io ho conosciuto il Signore due anni fa e la mia vita e' stata stravolta,il Signore cambia i cuori li plasma e li trasforma. Questo non significa che ti logori l'anima per i tuoi peccati, anzi sai che se cadi, hai un Padre amorevole che e' pronto a raccoglierti e che non ti guarda con occhi di condanna ma di amore. Lui cambia tutto in te, l'uomo vecchio non c'e' piu', ogni cosa vecchia non esiste piu'. Non sono piu' io che vivo ma e' Cristo che vive in me. Con questi presupposti cambia anche il tuo approccio verso il peccato, lo riconosci prima e chiedi aiuto a Dio che ti dia la saggezza e la sapienza di saperlo affrontare e sconfiggere, nel nome di Gesu'.

2007-04-04 16:14:59 · answer #10 · answered by laura c 3 · 2 3

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