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2007-03-25 07:12:14 · 11 risposte · inviata da RED 100 1 in Società e culture Mitologia e folclore

11 risposte

I munacielli erano piccoli esseri dispettosi, beffardi e inafferrabili, in
alcune case, non trovandovi nulla che potesse interessarli, facevano dispetti a destra e a manca, amavano spegnere le candele, (poste per illuminare) ingarbugliare i fili di chi cuciva e lavorava la maglia, liberare gli animali legati, e cacciarli dalle stalle; qualsiasi cosa era buona pur di fare degli scherzi. Essi si dividono in due categorie, il Corto e il Lungo (in entrambi i casi indossavano il classico saio da monaco). Il Corto poco più alto di ½ metro, portava sulla schiena una vistosa gobba ed era ritenuto benefico, perché procurava ricchezza e salute agli abitanti della casa, e raramente andava in disaccordo con loro, Il Lungo interveniva quando il corto era costretto ad abbandonare la dimora per disaccordo con i condomini. Esso poteva procurare qualsiasi disgrazia, gli affari non andavano bene, gli animali si ammalavano, i familiari cadevano vittime di febbri e malanni improvvisi, tanto che in alcuni casi gli uomini preferivano abbandonare quell’abitazione non sopportando più le continue sciagure. Erano depositari di grandi segreti, e in grado di costruire per se stessi cappucci magici, che a loro richiesta li rendevano invisibili. Se un uomo riusciva ad appropriarsi del cappuccio cadeva in suo potere, e pur di riavere il proprio berretto prometteva qualunque cosa, e una volta data la propria parola la manteneva.
L’uomo riusciva ad impossessarsi del cappuccio solo nel caso in cui il monaciello, addormentandosi per fortuito caso, gli cadeva dalla testa, diventando visibile, e vulnerabile, vulnerabile perché in stato di sonno e non in grado di sfuggire all’uomo. Il più delle volte amava addormentarsi sul ventre delle persone, le quali accusavano un peso inspiegabile, ed un soffocamento dal quale non riuscivano a liberarsi.
Guai ad irritarli, erano vendicativi, e non si fermavano davanti a nulla. Erano molto legati alle famiglie degli uomini, e ricambiavano di buon grado le piccole attenzioni . Ad essi bastava ben poco, un bicchiere di latte, un piccolo pane, una zuppa di patate, fagioli, ceci o rape, dei pezzi di stoffa per i loro vestiti, ecc. (che venivano lasciati, sul davanzale di una finestra, sul tavolo – ma guai a dimenticarsene o darsi a vedere di essersi accorti della loro presenza.) che dovevano sottrarre senza essere notati. Qualora ciò accadeva, se una abitazione era nottetempo visitata da un Monaciello, lui si appropriava del cibo, degli oggetti rimastogli in dono; e come già detto, tutto cominciava a funzionare bene, Gli animali non si ammalavano, i bimbi crescevano splendidamente, e a volte la donna di casa svegliandosi al mattino, trovava tutti i lavori domestici già fatti. Il “Munaciello”è la personificazione del Caso, del Caos, del Disordine, della libertà, dell’irrazionale del Cosmo, del Caos Divino e Primigenio, che può avere due volti opposti. Esso è dunque l’Archetipo dell’Irrazionale. E ogni archetipo ha due facce, due volti: una positiva, l’altra negativa. È personificazione del caso e dell’irrazionale perché esso è “Dispettoso”, “Beffardo” e “Inafferrabile”, secondo la tradizione popolare. Si comprende bene la sua natura simbolica, se si tiene conto che esso può essere corto o lungo. E che il corto si può trasformare nel lungo.
Il munaciello corto è l’aspetto positivo dell’archetipo. Difatti, essendo piccolo, nano, può più facilmente essere controllato e dominato dalle forze umane, dalla umana ragione e dalla conoscenza.
Il lungo invece è l’aspetto negativo dell’archetipo, poiché essendo di più grandi dimensioni, rappresenta una più grande irrazionalità che, in quanto tale, non è controllabile, non è dominabile dalle forze umane e dalla umana conoscenza.
Il corto, il piccolo, insomma, è benefico come benefico può essere un piccolo caso, una piccola irrazionalità – più piccolo è l’evento irrazionale più facile ne è il controllo e il dominio da parte dell’uomo, anche se, nonostante la piccolezza è potenzialmente in addomesticabile data la sua natura.
Ma ogni piccolo evento irrazionale può diventare un grande evento irrazionale incontrollabile.
E il corto può diventare lungo, può diventare malefico, demoniaco, se l’uomo tenta di asservirlo, ovvero se tenta di asservire la sua indole di libertà e irrazionalità. Così il corto diviene lungo, cioè da benefico si trasforma in malefico, quando le forze umane tentano di asservire ciò che non è asservibile e dominabile cioè la libertà del Caos Divino e Primigenio, l’Irrazionale del Cosmo e dell’Umano Destino, che il Monaciello personifica.
Difatti, se un uomo riusciva ad impossessarsi del suo cappuccio, e la cosa poteva accadere solo se esso dormiva, cioè di nascosto e con l’inganno – questi si rendeva suo servo, gli si assoggettava, per riconquistare la sua identità perduta, la sua libertà perduta. È facile comprendere la motivazione simbolica di tutto ciò: il cappuccio nasconde il volto, cioè l’identità, la natura intima, l’essenza. Perciò, privato, derubato di esso, il munaciello veniva smascherato, conosciuto nella sua identità di libertà ed irrazionalità. Ma questa conoscenza l’uomo può solo rubarla a insaputa di lui: all’uomo è preclusa la conoscenza dell’Irrazionale.
La conoscenza dell’irrazionale, del caso, che, in sé è nascosta dalle tenebre della non conoscenza, rende l’irrazionale razionale e l’inconoscibile conoscibile, e se conoscibile, conosciuto, dominabile, e dunque benefico. Il munaciello, infatti, grazie al cappuccio è “invisibile” secondo la tradizione, cioè non conoscibile; e se mentre dormiva, è derubato dal suo cappuccio, che nasconde la sua identità, cerca di rientrarne in possesso, operando benefici in favore di chi gli ha rubato l’Identità, lo ha conosciuto.
Esso opera qualunque benificio per rientrare in possesso della sua identità, sia per riappropriarsi di sé, sia per impedire all’uomo la conoscenza, attraverso il furto e l’inganno, di quanto gli è naturalmente precluso cioè la conoscenza dell’Irrazionale, del Male, del suo Destino, cioè di quanto l’uomo non può dominare e che, se dominasse, lo metterebbe sullo stesso piano del Divino, di Dio. È importante rilevare che la figura del monaco è personificazione del caso, poiché questo, in quanto consacrato, rientra nel dominio del Soprannaturale. In più la tonaca in genere è scura come le tenebre in cui è nascosto l’irrazionale. Singolare ma conseguente è il comportamento del monaciello, quando, ingraziarselo ed ottenere benefici, gli uomini gli fanno dei doni. Egli non prende doni: il dono, perché possa accettarlo, deve assumere l’aspetto di una sottrazione arbitraria. Anche se gli uomini gli lasciano intenzionalmente in casa dei doni,esso fa apparire l’accettazione come un piccolo furto, perché questo deve apparire come una sparizione strana, irrazionale, arbitraria. Poiché solo l’Arbitrario fa parte della natura del munaciello, esso può comportarsi solo arbitrariamente, stranamente, irrazionalmente. L’Irrazionale il Caso,l’Arbitrario, può agire solo arbitrariamente, altrimenti è il Divino, l’Ordine, la Necessità. Ma il munaciello è figura del Male del Demoniaco quando è lungo e infatti... Come il Caso e il Demonio è pazzo ed imprendibile. Imprendibile inafferrabile, se rincorso, poiché sia quando è corto sia del resto quando è lungo, è pur sempre piccolo e fuggente – Anche dunque nel corto c’è una potenzialità, un che, una radice di demonicità e malignità che però si volge in benignità perché più facilmente controllabile.
Il munaciello può essere un satirello pagano in seguito cristianizzato.

2007-03-26 09:20:08 · answer #1 · answered by eleonora 5 · 0 0

Il munaciello è una figura mitica legata alla superstizione napoletana. Si tratta di un piccolo monaco che appare nelle case e fa dispetti agli abitanti, spostando cose o rompendone altre. A volte il munaciello può essere benevolo e lasciare i numeri da giocare al lotto (per questo alcuni lasciano un foglio ed una penna sul tavolo prima di andare a dormire).
Questa è la parte leggendaria, in realtà viene fuori dalla figura degli uomini delle fogne che per incontrarsi con le prorpie amanti risalivano negli appartamenti dalle fogne coperti da lunghi mantelli neri che ne coprivano anche il volto. La credulità popolare immaginava si trattasse di uno spirito.

2007-03-25 07:18:51 · answer #2 · answered by paolajapan 5 · 3 0

Dalla tua domanda presuma che tu sia "campano", perche' in questa regione in particolare si parlava spesso di questi esseri. Mi ricordo che da piccola mia madre mi raccontava che esisteva un tipo piccolo, vestito con un saio (da qui il nome munaciello) che premiava sempre le persone oneste e particolarmente bisognose, una specie di gnomo nel suo genere, e quando lo faceva, faceva trovare nel camino o nella stalla un pentolone pieno di monete d'oro.

2007-03-25 07:19:28 · answer #3 · answered by occhi_verdi53 7 · 2 0

sono spiritelli cattivi simili ai folletti che disturbano l'uomo x divertirsi... ho sentito che la cosa che gli piace di più è ballare sul petto delle povere vittime mentre dormono

2007-03-25 07:17:25 · answer #4 · answered by Legend-Killer 1 · 1 0

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2016-12-17 02:34:37 · answer #5 · answered by Anonymous · 0 0

Nelle leggende campane si trovano esseri spaventosi, ma tra questi si inserisce un esserino con poteri magici: il munaciello, un nano mostruoso con fibbie argentate sulle scarpe, chierica e berretto.


A Napoli assume due personalità: se ha in simpatia i padroni arreca buona sorte e prosperità; se odia una famiglia le provoca guai. E' così vasta la testimonianza che riguarda questa simpatica "entità" che non vi è posto per nessun dubbio sulle sue "manifestazioni", che spesso sono oggetto di vivaci discussioni - da "basso" a "basso" - su come "onorare" questo spiritello che si mostra sotto forma di vecchio-bambino vestito col saio dei trovatelli accolti nei conventi. Scalzo, scheletrico, lascia delle monete sul luogo della sua apparizione come se volesse ripagare le persone, in genere fanciulle procaci e allegre, dello spavento provato o di inconfessate (dalle fanciulle) confidenze "palpatorie" che ama a volte concedersi. Vi sono due ipotesi sulla sua origine:

La prima ipotesi vuole l'inizio di tutta la vicenda intorno all'anno 1445 durante il regno Aragonese. La bella Caterinella Frezza, figlia di un ricco mercante di stoffe, si innamora del bel Stefano Mariconda, un garzone. Naturalmente l'amore tra i due è fortemente contrastato. Il fato volle che finisse in tragedia. Stefano viene assassinato nel luogo dei loro incontri segreti mentre Caterinella si rinchiude in un convento. Di lì a pochi mesi nascerà un bambino da Caterinella. Le suore del convento lo adotteranno cucendogli loro stesse vestiti simili a quelli monacali con un cappuccio per mascherare le deformità di cui il ragazzo soffriva. Fu così che per le strade di Napoli veniva chiamato " lu munaciello". Gli si attribuirono poteri magici fino ad arrivare alla leggenda che oggi tutti i napoletani conoscono. Anche lu munaciello morì misteriosamente. La seconda ipotesi vuole che il Munaciello sia il gestore degli antichi pozzi d'acqua che, in molti casi, aveva facile accesso nella case passando attraverso i cunicoli che servivano a calare il secchio. I dispetti li faceva forse perché i proprietari del pozzo non provvedevano a pagarlo per i suoi servizi.

2007-03-26 10:48:36 · answer #6 · answered by Anonymous · 0 0

se nn sbaglio sono dei piccolissimi esseri dispettosi , molto veloci che fann un sacco di dispetti, hanno un cappuccio rosso e se riesci a prenderglielo puoi chiedergli x restituirlo oro. Ne parlano anche in Cristo si è fermato a Eboli

2007-03-25 08:47:20 · answer #7 · answered by spini 5 · 0 0

che aggiungere a quello che è stato già scritto?
più che rispondere, vorrei sottolineare la mia gioia nello scoprire che la cultura popolare non è morta, è solo un po' nascosta. complimenti a tutti
ciaoo

2007-03-25 07:48:15 · answer #8 · answered by mb040555 3 · 0 0

grande napoletano!! ^_^ mio nonno me ne parlava da piccola..mi facevano una paura..diciamo ke si è sempre divertito a raccontarmi storielle simili..a me piacevano,anke tutt'ora,xò mentre ora non ci credo,prima mi spaventavo!e mi raccontava delle sue esperienze e dei suoi incontri con i munacielli!! :P

2007-03-25 07:39:36 · answer #9 · answered by mid_night1286 3 · 0 0

I munacielli erano piccoli esseri dispettosi, beffardi e inafferrabili, in
alcune case, non trovandovi nulla che potesse interessarli, facevano dispetti a destra e a manca, amavano spegnere le candele, (poste per illuminare) ingarbugliare i fili di chi cuciva e lavorava la maglia, liberare gli animali legati, e cacciarli dalle stalle; qualsiasi cosa era buona pur di fare degli scherzi. Essi si dividono in due categorie, il Corto e il Lungo (in entrambi i casi indossavano il classico saio da monaco). Il Corto poco più alto di ½ metro, portava sulla schiena una vistosa gobba ed era ritenuto benefico, perché procurava ricchezza e salute agli abitanti della casa, e raramente andava in disaccordo con loro, Il Lungo interveniva quando il corto era costretto ad abbandonare la dimora per disaccordo con i condomini. Esso poteva procurare qualsiasi disgrazia, gli affari non andavano bene, gli animali si ammalavano, i familiari cadevano vittime di febbri e malanni improvvisi, tanto che in alcuni casi gli uomini preferivano abbandonare quell’abitazione non sopportando più le continue sciagure. Erano depositari di grandi segreti, e in grado di costruire per se stessi cappucci magici, che a loro richiesta li rendevano invisibili. Se un uomo riusciva ad appropriarsi del cappuccio cadeva in suo potere, e pur di riavere il proprio berretto prometteva qualunque cosa, e una volta data la propria parola la manteneva.
L’uomo riusciva ad impossessarsi del cappuccio solo nel caso in cui il monaciello, addormentandosi per fortuito caso, gli cadeva dalla testa, diventando visibile, e vulnerabile, vulnerabile perché in stato di sonno e non in grado di sfuggire all’uomo. Il più delle volte amava addormentarsi sul ventre delle persone, le quali accusavano un peso inspiegabile, ed un soffocamento dal quale non riuscivano a liberarsi.
Guai ad irritarli, erano vendicativi, e non si fermavano davanti a nulla. Erano molto legati alle famiglie degli uomini, e ricambiavano di buon grado le piccole attenzioni . Ad essi bastava ben poco, un bicchiere di latte, un piccolo pane, una zuppa di patate, fagioli, ceci o rape, dei pezzi di stoffa per i loro vestiti, ecc. (che venivano lasciati, sul davanzale di una finestra, sul tavolo – ma guai a dimenticarsene o darsi a vedere di essersi accorti della loro presenza.) che dovevano sottrarre senza essere notati. Qualora ciò accadeva, se una abitazione era nottetempo visitata da un Monaciello, lui si appropriava del cibo, degli oggetti rimastogli in dono; e come già detto, tutto cominciava a funzionare bene, Gli animali non si ammalavano, i bimbi crescevano splendidamente, e a volte la donna di casa svegliandosi al mattino, trovava tutti i lavori domestici già fatti. Il “Munaciello”è la personificazione del Caso, del Caos, del Disordine, della libertà, dell’irrazionale del Cosmo, del Caos Divino e Primigenio, che può avere due volti opposti. Esso è dunque l’Archetipo dell’Irrazionale. E ogni archetipo ha due facce, due volti: una positiva, l’altra negativa. È personificazione del caso e dell’irrazionale perché esso è “Dispettoso”, “Beffardo” e “Inafferrabile”, secondo la tradizione popolare. Si comprende bene la sua natura simbolica, se si tiene conto che esso può essere corto o lungo. E che il corto si può trasformare nel lungo.
Il munaciello corto è l’aspetto positivo dell’archetipo. Difatti, essendo piccolo, nano, può più facilmente essere controllato e dominato dalle forze umane, dalla umana ragione e dalla conoscenza.
Il lungo invece è l’aspetto negativo dell’archetipo, poiché essendo di più grandi dimensioni, rappresenta una più grande irrazionalità che, in quanto tale, non è controllabile, non è dominabile dalle forze umane e dalla umana conoscenza.
Il corto, il piccolo, insomma, è benefico come benefico può essere un piccolo caso, una piccola irrazionalità – più piccolo è l’evento irrazionale più facile ne è il controllo e il dominio da parte dell’uomo, anche se, nonostante la piccolezza è potenzialmente in addomesticabile data la sua natura.
Ma ogni piccolo evento irrazionale può diventare un grande evento irrazionale incontrollabile.
E il corto può diventare lungo, può diventare malefico, demoniaco, se l’uomo tenta di asservirlo, ovvero se tenta di asservire la sua indole di libertà e irrazionalità. Così il corto diviene lungo, cioè da benefico si trasforma in malefico, quando le forze umane tentano di asservire ciò che non è asservibile e dominabile cioè la libertà del Caos Divino e Primigenio, l’Irrazionale del Cosmo e dell’Umano Destino, che il Monaciello personifica.
Difatti, se un uomo riusciva ad impossessarsi del suo cappuccio, e la cosa poteva accadere solo se esso dormiva, cioè di nascosto e con l’inganno – questi si rendeva suo servo, gli si assoggettava, per riconquistare la sua identità perduta, la sua libertà perduta. È facile comprendere la motivazione simbolica di tutto ciò: il cappuccio nasconde il volto, cioè l’identità, la natura intima, l’essenza. Perciò, privato, derubato di esso, il munaciello veniva smascherato, conosciuto nella sua identità di libertà ed irrazionalità. Ma questa conoscenza l’uomo può solo rubarla a insaputa di lui: all’uomo è preclusa la conoscenza dell’Irrazionale.
La conoscenza dell’irrazionale, del caso, che, in sé è nascosta dalle tenebre della non conoscenza, rende l’irrazionale razionale e l’inconoscibile conoscibile, e se conoscibile, conosciuto, dominabile, e dunque benefico. Il munaciello, infatti, grazie al cappuccio è “invisibile” secondo la tradizione, cioè non conoscibile; e se mentre dormiva, è derubato dal suo cappuccio, che nasconde la sua identità, cerca di rientrarne in possesso, operando benefici in favore di chi gli ha rubato l’Identità, lo ha conosciuto.
Esso opera qualunque benificio per rientrare in possesso della sua identità, sia per riappropriarsi di sé, sia per impedire all’uomo la conoscenza, attraverso il furto e l’inganno, di quanto gli è naturalmente precluso cioè la conoscenza dell’Irrazionale, del Male, del suo Destino, cioè di quanto l’uomo non può dominare e che, se dominasse, lo metterebbe sullo stesso piano del Divino, di Dio. È importante rilevare che la figura del monaco è personificazione del caso, poiché questo, in quanto consacrato, rientra nel dominio del Soprannaturale. In più la tonaca in genere è scura come le tenebre in cui è nascosto l’irrazionale. Singolare ma conseguente è il comportamento del monaciello, quando, ingraziarselo ed ottenere benefici, gli uomini gli fanno dei doni. Egli non prende doni: il dono, perché possa accettarlo, deve assumere l’aspetto di una sottrazione arbitraria. Anche se gli uomini gli lasciano intenzionalmente in casa dei doni,esso fa apparire l’accettazione come un piccolo furto, perché questo deve apparire come una sparizione strana, irrazionale, arbitraria. Poiché solo l’Arbitrario fa parte della natura del munaciello, esso può comportarsi solo arbitrariamente, stranamente, irrazionalmente. L’Irrazionale il Caso,l’Arbitrario, può agire solo arbitrariamente, altrimenti è il Divino, l’Ordine, la Necessità. Ma il munaciello è figura del Male del Demoniaco quando è lungo e infatti... Come il Caso e il Demonio è pazzo ed imprendibile. Imprendibile inafferrabile, se rincorso, poiché sia quando è corto sia del resto quando è lungo, è pur sempre piccolo e fuggente – Anche dunque nel corto c’è una potenzialità, un che, una radice di demonicità e malignità che però si volge in benignità perché più facilmente controllabile.
Il munaciello può essere un satirello pagano in seguito cristianizzato.

2007-03-25 07:21:57 · answer #10 · answered by Nikita 3 · 1 2

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