Perchè non si dice ai bambini: "guarda c'è questo problema dell'esistenza di Dio, se esiste o no e se avere fede in lui o meno lo deciderai tu tra qualche anno, quando sarai in grado di a capire?"...Cioè se studiate un minimo psicologia sapete benissimo che ciò che apprende il bambino dell'infanzia viene scritto a caratteri cubitali nel su super io e nel suo io, in altre parole viene in parte limitata la sua libertà di scelta infatti per "scrollarsi di dosso" la relgione ci vuole uno sforzo psicologico non indifferente che può scatenare conflitti interiori non immediatamente risolvibili. In poche parole il bambino quando cresce si ritrova (a volte) a dover sfatare con le sue sole forze e spesso con la società contro (sono oramai quotidiani gli attacchi del papa contro il relativismo), certo questo non accade spesso infatti ciò che accade secondo me nella maggior parte dei casi e che il bambino crescendo, forte delle sue convinzioni così radicate nella sua psiche non le mette
2007-03-23
00:51:02
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15 risposte
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inviata da
Tranen
3
in
Società e culture
➔ Religione e spiritualità
mai in discussione o se lo fa lo fa con pregiudizio. Chiaramente ciò avviene anche se il bambino viene cresciuto come ateo. Questa è secondo me una cosa molto grave...Cioè anche per i credenti non preferireste che una persona possa decidere in autonomia? in questo modo ci sarebbero solo credenti VERI (gente come voi, se no non stareste qui) e non "preconfezionati". Idem per gli atei. La scusa del tipo "ma si tu battezzi un bambino tanto poi in futuro deciderà da solo" non regge perchè non si tiene conto che un bambino si beve di tutto, potreste insegnargli anche che Andreotti c'era prima dell'universo e lui ci crederebbe. E farebbe una fatica immane poi per convincersi del contrario anche di fronte a prove o ragionamenti che lui reputa logiche. Inoltre va anche considerato che si dice "il bambino vuole andare a catechismo e io ce lo mando" ma in realtà è "il bambino vuole andare in oratorio con gli amici e io ce lo mando" questo perchè da un punto di vista del bambino inizialmente
2007-03-23
00:51:38 ·
update #1
il catechismo viene visto come occasione sociale perchè non è in grado di comprendere la religione (in compenso può assimilarne i dogmi, è questo il problema)
Concludendo non sarebbe più saggio rimandare il catechismo la comunione e la cresima più in avanti e dare una REALE libertà di scelta ai nostri figli? o preferiamo che sia la società e la nostre convinzioni (e non le sue) a farla da padrona?
2007-03-23
00:52:04 ·
update #2
ps: mi sono accorto che il titolo della mia domanda è ingiusto, oltre a parlare di Dio anche dire che non esiste può essere un lavaggio del cervello.
2007-03-23
00:53:18 ·
update #3
x Cinicus: la domanda c'è...ed è all'inizio e alla fine! ps: sono connesso...
2007-03-23
00:56:51 ·
update #4
x Stefano Francesco: ma offrire dei momenti che parlino di Dio è ingiusto perchè il bambino non ha difese intellettuali un conto è dargli dei messaggi positivi un altro è parlargli di Dio. Senza contare che in questo modo non si rispetta il pensiero ateo e agnostico..io non dico dire guarda Dio non c'è ma fare in modo che il bambino intraprenda DA SOLO nel suo percorso di crescita un cammino che gli permetta DA SOLO (scusami il maiuscolo è solo per sottolineare non voglio essere arrogante) di rispondere alle sue domande..Si tratta semplicemente di non mettergli pregiudizi..
2007-03-23
01:03:36 ·
update #5
x julia: e allora che fai gli parli di Dio solo perchè le cose sono leggermente complicate? puoi spiegargli che la farfalla è parte della natura senza stare li a nominare sempre Dio...
2007-03-23
01:05:41 ·
update #6
e poi io non so se il big bang è stato merito/colpa di Dio ma non so (e neanche tu lo sai) se lo è stato! insomma non possiamo saperlo ognuno dovrebbe decidere da solo perchè condizionarlo? vi rendete conto che è ingiusto??
2007-03-23
01:07:08 ·
update #7
x marte: per prima cosa ti dico che apprezzo la tua risposta. però..un conto è dare delle indicazioni "leggere" soprattuto dicendo che poi un giorno tu potrai non essere d'accordo, insomma stimolarlo a ragionare da solo. Se poi vuole andare a messa ben venga però devi ammettere che molti bambini vanno a messa perchè glielo dice la madre che è giusto farlo e questo a me non va giù perchè in questo modo lo si forza... insomma è giusto dire le proprie convinzioni ma non imporle e ti assicuro che tra spiegare e imporre il passo è breve. quanto al fatto che tutto ciò che è scritto nel nostro cervello può essere tolto beh mi spiace ma non è proprio così c'è una letteratura vastissima a tale proposito in psicologia
2007-03-23
01:20:13 ·
update #8
x marte: quanta aggressività nella tua risposta! cmq...
"Vuoi insegnare tu il metodo giusto?": no voglio solo criticare il metodo esistente e proporre la mia idea, posso farlo e lo faccio...
"Io lascerei fare al Caso" se tu chiami casi battezzare tutti i bambini piccoli, io la chiamo imposizione
"un bambino non soffre se viene instradato al rispetto umano" verissimo ma il concetto di rispetto umano non è certo proprietà privata della religione, forse ti sorprenderà sapere che gli atei non sono poi i baubau che tu pensi (cit.)
"e a credere in un Dio" non soffre adesso ma può soffrire poi quando cambia idea, io ad esempio ho sofferto
"che poi non è il babau che tu pensi." ti dispiace indicarmi dove ho detto che dio è un "baubau"?
"Dio è Amore [...] e saprà essere provvidente" vallo a spiegare ai genitori che sopravvivono ai figli, bell'amore che dimostra...
"nessuno è mai morto per aver conosciuto Dio": si invece, il Dio che voleva le crociate ad esempio. L'istiuzione religiosa
2007-03-23
02:02:09 ·
update #9
è la stessa.
"ma per non averlo mai incontrato a me risulta di si." e chi sarebbe? nome e cognome grazie!
"Per quanto concerne la psicologia che illustra come non si possa togliere nulla dal cervello sono d'accordo, ma io non ho detto il contrario." nooooooooo hai detto testualmente "tutto ciò che entra nel nostro cervello può essere capace di lavarlo" e "ciascuno di noi sceglie sempre quali pensieri accogliere e quali rifiutare" è una frase tipica di chi legge topolino perchè nella realtà le cose sono molto più complicate (ci sono delle cose chiamate pulsioni, il super io, l'es etc..mai sentite nominare?)
"nessuno impone mai a nessuno" infatti mi ricordo che prima di battezzarmi i miei me lo hanno chiesto peccato che ero troppo giovane per rispondere. Il silenzio assenzo non è un imposizione nè?
2007-03-23
02:06:44 ·
update #10
Voglio chiedere scusa a marte, penso di avere esagerato. Scusami.
2007-03-23
02:30:40 ·
update #11
x ste fra: io sono d'accordo con te sul modello sbagliato che danno i mass media però non corregiamo un errore con altro errore.
Che la psiche di un bambino non venga messo in pericolo da Dio ok ma il problema non è Dio ma chi parla a nome di Dio che è una cosa molto diversa. Ps: non credo che il sesso a scuola sia un gran problema il problema è che qualche cretino mette le immagini su internet...
2007-03-23
03:01:06 ·
update #12
Ti rispondo volentieri.
Per 37 anni ho insegnato ai bambini quindi li conosco bene e ne conosco bene la psicologia.
Per esperienza ti posso assicurare che il bambino ha un estremo bisogno di fede. Si pone subito le grandi domande e vuole risposte subito. Soprattutto riguardo alla morte.
Il bambino accetta la morte di una persona cara solo se è sostenuta dalla speranza che ci sia un'altra vita.
Mi è capitato spesso di avere in classe bambini non battezzati per scelta dei genitori e che quindi sospendevano il loro giudizio sulla religione fino alla maggiore età che, ad un certo momento, mi chiedevano di poter partecipare alle ore di religione cattolica perchè volevano sapere, volevano conoscere questa religione. Qualcuno di questi ha richiesto poi, in età adulta, il battesimo, altri hanno accresciuto la loro conoscenza restando su posizioni scettiche. Però, ti assicuro, questa esigenza nei bambini è fortissima.
Poi molti abbandonano dopo il momento della Cresima e non mi risulta che questo abbandono sia particolarmente travagliato. Nell'età matura spesso ci si ripopongono i grandi interrogativi e le risposte possono benissimo differire dall'impostazione iniziale.
2007-03-23 02:02:58
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answer #1
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answered by Donatella B 6
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Sono d'accordo che la scelta debba essere compiuta da adulti.
Ma i bambini?
Non offrire nulla di ciò che anima la vita interiore dei genitori, ad esempio, sarebbe come non fornire neppure gli elementi basilari dell'educazione.
Quando faranno domande gli si risponderà a tono, lasciandoli liberi, ma credimi sulla parola, capita anche che in una famiglia assolutamente atea ci si ritrovi un giorno a dover spiegare al figlio perchè non gli si è mai presentato un Dio che poi lui ha incontrato per conto suo.
Meglio, secondo me, se i genitori comunicano al figlio ciò in cui credono e che è parte della loro vita, (sarebbe strano che i genitori che vanno a Messa lasciassero il figlio a casa) poi il figlio deciderà da sè e così come sceglierà di frequentare medicina pur avendo un padre ingegnere e contrario, seguirà nelle cose di fede la sua coscienza abbandonando la fede di famiglia o accogliendola per scelta.
Infine osserverei come il cosiddetto "lavaggio del cervello" di cui molti si lamentano di fatto non esiste perchè tutto ciò che entra nel nostro cervello può essere capace di lavarlo e ciascuno di noi sceglie sempre quali pensieri accogliere e quali rifiutare e nessuno impone mai a nessuno, a meno che non sia uno sprovveduto incapace di gestire la sua vita, ciò che va fatto.
P.S. Vuoi insegnare tu il metodo giusto? Se fosse possibile elimineremmo tutti gli errori educativi di questo mondo. Io lascerei fare al Caso, se ti piace chiamarlo così, o alla Provvidenza, come la chiamo io perchè un bambino non soffre se viene instradato al rispetto umano e a credere in un Dio che poi non è il babau che tu pensi.
Dio è Amore e se anche i genitori non sapranno insegnarlo troppo bene rimane Amore e saprà essere provvidente, come si dice, e rimediare al danno.
Meglio non dimenticare che nessuno è mai morto per aver conosciuto Dio, ma per non averlo mai incontrato a me risulta di si.
Per quanto concerne la psicologia che illustra come non si possa togliere nulla dal cervello sono d'accordo, ma io non ho detto il contrario. Leggi bene. Ho solo detto che con la volontà e il libero arbitrio esercitato come si deve ogni uomo è padrone di se stesso.
P.S. Scusami, ma non volevo essere aggressiva. Volevo solo farti osservare che ciascuno deve essere libero di insegnare qualcosa di sè. Anche i genitori che allevano i figli commettendo qualche errore hanno diritto di cittadinanza, come tutti. Questo era il senso, però hai ragione, ho esordito dando per scontato che mi mi conoscessi e capissi al di là delle parole. Ti chiedo ancora scusa perchè non ho fatto attenzione.
Così come non ho compreso che tu non hai una conoscenza della cristianità o della fede sufficiente per comprendere che la mia frase "nessuno è mai morto per aver "conosciuto" Dio," ha un senso più profondo che non una lettura storica attraverso il sempre più trito esempio delle crociate.
E l'Amore di Dio, a volte, si esprime anche con metodi per noi incomprensibili, ma questo è un altro film, che riguarda il problema del Male, di cui ora non è prevista la programmazione.
Scusa la logorrea.
P.S. Sicccome continui a farmi domande è meglio se me le fai in privato.
Per coloro che sono morti per non aver mai "conosciuto" Dio, la sua Misericordia e il suo Amore, ti potrei elencare i milioni di suicidi e che sono a volte, disperate invocazioni verso un cielo desolatamente muto.
2007-03-23 01:12:01
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answer #2
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answered by marte 6
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Come si fa a far sentire ad un bambino piccolo tante campane? Già è difficile per lui sentirne una. Intanto i genitori gli trasmettono quello in cui credono (che siano credenti o atei), poi quando sarà grande deciderà da solo.
2007-03-23 01:59:22
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answer #3
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answered by Maria Maddalena 4
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nel poco tempo libero che ho, faccio catechesi ad un gruppo di adulti (dai 23 anni ai 29), sono 35.
Ho iniziato il primo incontro dicendo che il mio desiderio è fare insieme esperienza di Cristo, non imparare a memoria dei precetti, o comandamenti, ma piuttosto "incontrarli" e "viverli".
Non sono d'accordo sul fare comunione e cresima a bambini, per me l'età minima dovrebbe essere intorno ai 15 anni.
Ma per quelli prima? semplicemente non si offre nulla? Non credo sia giusto, io sono dell'idea di proporre momenti esperienziali di "incontro" e di "amore", che parlino di Dio. Non parlare di Dio e dare un contraddittorio? Questo c'è già tutti i giorni attarvareso la società e la Tv, sicuramente non vicine ai valori di Dio... almeno il 90%...
Ciao e buona vita
Tr. io credo che non sia sbagliato quanto detto sopra, intanto la società odierna (occidentale) parla attraverso i mass media di ben altro (violenza, aggressività, competizione, super ego) senza contraddittorio e se parlare come tu dici senza contraddittorio di Dio (e lo si fa a persone che vengono inviate da dei genitori cristiani, i quali sono responsabili dell'educazione dei bambini) è errato, trovo invece pericoloso il caso dei mass media che ho posto come esempio.
La psiche di un bambino non verrà mai messa in pericolo da Dio (lo dimostra il libero arbitrio che permette poi di decidere di essere ateo ecc), mentre il secondo caso ne fa e non pochi (guarda il problema bullismo, sesso a scuola ecc)
2007-03-23 00:58:30
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answer #4
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answered by Anonymous
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Ma no, non importa
I bambini hanno il dono della leggerezza
L'importante è trasmettergli dei pensieri positivi
Poi crescendo ognuno prende la sua strada, ambiente circostante permettendo
2007-03-23 00:58:34
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answer #5
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answered by Pangea 7
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io a mio figlio dico esattamente il contrario,anzi trovo giusto e doveroso da parte dei genitori dare un'impostazione religiosa naturalmente senza stressare il bambino!deve diventare una cosa naturale,certo nn è facile ma neanche impossibile anche xchè con tutte le religioni che esistono magari con l'andare del tempo potrebbe sentirsi spaesato!ad ogni modo data una linea guida sono d'accordo sul fatto che una volta cresciuto possa intraprendere anche una strada diversa da quella insegnatali da piccolo,però pensa a quanta più soddisfazione proveresti se nel corso del tempo vedresti tuo figlio ricalcare i tuoi stessi passi vorrebbe dire che i sacrifici fatti in tanti anni x segnarli la giusta via sarebbero ampliamente ricompensati.mi dispiace che tu definisca lavaggio del cervello quello che invece è una dimostrazione di responsabilità e di amore da parte dei genitori cercare di indirizzare il proprio bambino nella giusta religione o meglio quella che i genitori reputano essere idonea al loro figlio vista la tenera età ciao.
2007-03-23 01:53:15
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answer #6
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answered by Anonymous
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Io sono padre di un figlio di venti anni. Non l'ho battezzato perchè il battesimo impone una scelta di fede imposta. Quindi, mi sono solo trattenuto a parlargli della mia fede quale Testimone di Geova. A l'asilo ho lasciato libertà di farlo partecipare a ogni festa onde potesse sentire le due campane come dici tu. Così dicasi alle elementari e alle medie non che alle superiori. Durante questi periodi, quale padre e restonsabile della sua crescita non solo fisica ma morale e spirituale, gli ho presentato le mie convinzione, a sua volta lui li avrà sicuramente confrontato con la sua eperienza personale a scuola e con i suoi compagni.
Alla tua domanda rispondo di si, in questo modo ha potuto decidere avendo due e forse più confronti. Di cosa parleresti a tuo figlio da bambino? Non sarebbe saggio e giusto parlare di tutto quello che lui possa capire secondo la sua età ? Pensi che sia opportuno parlargli di evoluzione, droga, guerra, politica, fornicazione, sesso, invece a un Dio che grazie al miracolo della fecondazione lui è in vita e questa vita la deve anche all'amore dei suoi genitori? Io penso che ogni genitore debba, sin da piccolo, qualunque sia la propria religione, educare il proprio figlio in base alla propria moralità, conoscenza, fede e che poi da grandi, decidere il proprio futuro.
Se mi permetti, se fosse come dici tu, io oggi dovrei essere un frequentatore assiduo della chiesa, non che accanito sostenitore. In breve sin da piccolo i miei mi hanno indirizzati verso il credo cattolico, ho delle foto dove ero vestito da frate cappuccino, e avevo una zia da parte di mio padre che la chiamavamo la zia suora, ma non lo era, di quanto era legata alla chiesa e alle sue attività religiose.
Io ho deciso di frequentare i Testimoni di Geova a tredici anni, a quindici anni ho preso la decisione più importante della mia vita, battezzarmi come tale. Ho avuto l'occasione di decidere, di confrontare, prima da piccolo poi da più grande.
Non hanno avuto il tempo di farmi il lavaggio del cervello, anzi i miei e la zia avevano avulo l'opportunità di farlo.
Non è esistito il lavaggio del cervello, ma una meditazione sincera e profonda, valutata e ben pesata.
Questo è quello che proponiamo alle persone e a te, amico, valutare il tuo passato la tua esperienza, la tua conoscenza e confrontarla con le verità bibbliche. Hai già provato un modo di vivere, adesso prova a mettere in pratica il modo di vivere della Bibbia e confronta, come ho fatto io, poi decidi quale è quella che ti da più pace mentale, serenità, felicità, speranza, ma quello che conta, il vero amore del prossimo senza ipocrisia, nè secondo fine, ma puro,imperfetto, ma sincero e pofonda sincerità senza inganni alcuna.
Grazie per la tua attenzione Carmelo
2007-03-23 03:37:46
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answer #7
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answered by Anonymous
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si,assolutamente!
l'importante è non rifare lo stesso errore con i nostri figli
2007-03-23 03:16:45
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answer #8
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answered by lilyspirit83 4
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Si, sarebbe un lavaggio del cervello.
Come futura madre ci ho pensato: continuerò a mostrare i segni della mia fede e suo padre della sua (che è una fede un po' personalizzata, a metà fra il cristianesimo, il buddismo e lo sciamanesimo!) ma con discrezione e rispetto e ogni volta che avrà una domanda si risponderà dicendo: per la mia fede è così, ma non tutti sono di questo parere...
Spero, certo, che abbracci la mia fede...è umano! Ma ha diritto di diventare anche islamico, se desidera, o confuciano.
Comuqnue, non è semplice essere buoni genitori!
2007-03-23 02:37:39
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answer #9
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answered by Anonymous
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bè questi problemi se li creano i genitori ke stanno in dubbio, ma i genitori ke hanno fede non se li creano, cercano di trasmettere la loro fede al figlio, poi, se questo è intelligente, quando è grande farà da solo
2007-03-23 13:33:16
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answer #10
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answered by ☆Roma☆ 3
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