English Deutsch Français Italiano Español Português 繁體中文 Bahasa Indonesia Tiếng Việt ภาษาไทย
Tutte le categorie

che io credevo che sarebbe andato via...
(da una novella letta anni fa).
Mi chiedo, vi chiedo, l'incanto, il fascino, la "preziosità" di alcune presenze nella nostra vita...quanto è in relazione con una sensazione di provvisorietà, di temporaneità?
Ho ricordi di persone che hanno transitato nella mia vita lo spazio di uno sguardo (alcuni indimenticabili...), lo spazio di un sorriso, di una canzone. Presenze assenze che si sono ritagliate un loro spazio, lo spazio del non fatto, del non detto, lo spazio del desiderato...

2007-03-19 06:25:50 · 12 risposte · inviata da Specchio800 7 in Scienze sociali Scienze sociali - Altro

Per Peonia: la novella è di Carmen Martín Gaite, è stata tradotta in italiano come "La stanza dei giochi"...in spagnolo si intitola "El cuarto de atrás" (la stanza sul retro, che rende meglio l'idea del "segreto" dell'inaccessibile...)

2007-03-19 06:48:01 · update #1

Bellissima, malò, bellissima...
Non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più

2007-03-19 06:56:56 · update #2

che risposte magnifiche...

2007-03-21 06:38:27 · update #3

12 risposte

Mi inviti a nozze mia cara.

"Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più"

Del binomio Fabrizio/Brassens.

Questo come marchio di fabbrica, ma già te lo immaginavi nell'inconscio che avrei risposto così.

In Seta, Baricco invece così più o meno si esprime (vado a memoria, non so se le parole sono queste).

"Ed ebbi la sensazione di provare nostalgia di una cosa che non avevo mai vissuto".

Le persone che "se ne vanno", i passanti, coloro che non si possono trattenere destinati per nascita a cose molto migliori o molto peggiori, lasciano dei solchi indelebili nelle nostre fragili anime.
E per questo se per caso ci si accorge della loro grandezza e della loro poca disponibilità temporale cadiamo vittime del destino, incauti, sensibili.
Sappiamo che la vita li porterà via, che sono pronte strade diverse.
Ma quei momenti passati con loro.
Si espandono all'infinito.
E diventano vite a parte, incontri di anime in spazi temporali paralleli. Parentesi aperte e chiuse sui nostri giorni.
Partentesi per cui vale la pena preparare un bel po' di lacrime, ma per dopo. Per quando con un cenno affettuoso ci saluteranno.

Empatico quanto mai.
Un saluto.

2007-03-19 06:51:06 · answer #1 · answered by Malò 6 · 6 0

Comprendo quello che vuoi dire, ed in parte lo condivido.
Dico in parte perche' vedi, quello sguardo di cui parli, forse si e' impresso nella tua mente perche' e' stato solo uno sguardo e basta.
Forse se avessi conosciuto la persona ed avessi scoperto che dietro quello sguardo si nascondeva una persona banale, avrebbe perso il suo fascino.
A volte ci innamoriamo dell'amore, ci illudiamo che una determinata situazione sarebbe per noi l'ideale di vita.
Poi la vita stessa ci prende a schiaffi e ci sveglia, dicendoci che non e' proprio cosi' che funzionano le cose.
E' bello provare determinate emozioni divise con qualcuno, al suono di una soave canzone, godere di quegli attimi, ma non vivere nel ricordo di essi.
Ricercare nel presente il proprio motivo di felicita', perche' nel passato possiamo trovare solo una struggente nostalgia..........

2007-03-21 07:38:49 · answer #2 · answered by sandy66 5 · 3 0

Mi piace molto la definizione "el cuarto de atràs". Ognuno di noi ha la sua stanza sul retro, quella più nascosta, più personale che credo sia popolata da tutte le persone che ci sono transitate accanto o che hanno incrociato il loro cammino col nostro, nel bene e nel male e ognuna di loro ha lasciato un segno indelebile e è servita a costruire o meglio ancora arricchire la nostra personalità. Anche il non detto il non fatto il desiderato hanno fatto la loro parte nella costruzione della nostra stanza sul retro. Sono delle cose preziose quelle che teniamo nel cuarto de atràs e credo che ogni tanto ci piaccia andare a frugare là dentro per ritrovarle, per farle ripassare nei nostri occhi, scivolare tra le nostre dita per poi di nuovo riporle con cura dove sappiamo potremo di nuovo andarle a cercare.

2007-03-19 14:18:43 · answer #3 · answered by york958 5 · 3 0

Sono tante e troppo poche al tempo stesso.....sono le stesse che hanno segnato la mia libertà, rappresentano il fascino dell'ignoto, della vita nel piccolo sprazzo in cui la senti nelle tue mani, nel piccolo sprazzo in cui percepisci il suo infinito mistero.
Quello stesso che ti racconta di non crearti barriere che smettano di vederlo, lo stesso al quale non sai dare importanza nel momento in cui lo vivi.
Hanno un sacco di nomi mai più risentiti, mai più rivisti...
ma rappresentano i momenti in cui il mio sguardo era aperto al cielo.

2007-03-21 08:56:59 · answer #4 · answered by Anonymous · 2 0

Quand'ero più giovane a volte fantasticavo che mi sarebbe piaciuto riunire tutte insieme le persone che avevano anche solo per poco attraversato la mia vita. Gente conosciuta in treno, in viaggio, o anche nella mia città per strada solo per un momento o una serata. Soprattutto in quei posti "di passaggio" che non appartegono a nessuno: sale d'attesa, mezzi pubblici...Incontri che in effetti ti lasciano la sensazione che hai descritto mista a nostalgia e rimpianto perchè quell'istante non tornerà più. Di che novella parli?

2007-03-19 13:40:14 · answer #5 · answered by Miss Kubelik 6 · 2 0

qualsiasi persona ke passi nella ns vita lascia qualcosa di se': un sorriso ke illumina,uno sguardo fugace,una stretta di mano,una carezza,un bacio,parole dolci,parole ke feriscono.......ogni persona ci arrikkisce,nn importa se rimane un attimo,un giorno,una settimana,un mese,un anno o tutta la vita,ma importa cio' ke ha lasciato di se'.
Puo' essere + intenso lo sguardo di un attimo piuttosto ke quello di una vita intera.
Ciao

2007-03-21 19:42:07 · answer #6 · answered by Selvaggia 5 · 1 0

Il mio sogno è nutrito d'abbandono,
di rimpianto. Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono
state...
(Guido Gozzano)

2007-03-21 08:25:33 · answer #7 · answered by Bice Reni 5 · 1 0

meravigliosa domanda.. come sempre..
sì, secondo me il tempo, la fine rende tutto disperatamente essenziale..perfino il dolore.
qualcosa di infinito, di perennemente esistente non ci darebbe il tempo di analizzarlo, ricordarlo, rimpiangerlo e amarlo.. è quel tempo, quello che sta dopo le cose e le persone, che salutando, ponendo una fine, dà l'inizio a quel qualcosa di straordinario che è il ricordo e il prorogarsi di qualcosa di perso, appartenente ad un altro essere, in noi.. forse proprio in questi limiti risiede il così detto amore.
buona notte..

2007-03-19 20:25:47 · answer #8 · answered by mari 3 · 1 0

Ogni persona che incontriamo nella nostra vita non è mai per caso, è uno scambio di energie e va curata perchè va a nostro beneficio. Un Fabrizio molto famoso poi diceva che ".......è meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati.........."
Baci baci

2007-03-19 16:47:53 · answer #9 · answered by ste m 1 · 1 0

In un secondo passato a guardare degli occhi mai visti...

2007-03-19 15:18:28 · answer #10 · answered by Heart of Darkness 6 · 1 0

fedest.com, questions and answers