La prelatura della Santa Croce e Opus Dei (letteralmente, "Opera di Dio") fu fondata nel 1928 da JosemarÃa Escrivá (1902-1975), sacerdote spagnolo canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2002. à l'unica prelatura personale della Chiesa cattolica. A seguito del Concilio Vaticano II l'istituto della prelatura personale è entrato nell'ordinamento canonico e tale status è stato acquisito nel 1982 finora solo dall'Opus Dei.
Secondo le parole del suo fondatore e dei suoi figli spirituali, la sua principale finalità è diffondere ovunque una viva consapevolezza della chiamata universale alla santità e all'apostolato nella vita quotidiana, in particolar modo nell'esercizio del lavoro professionale e su una pratica di vita ispirata da un costante spirito di mortificazione. I membri dell'Opus Dei (numerari e aggregati), in accordo con il proprio direttore spirituale, utilizzano il cilicio e la frusta (chiamata anche "disciplina").
Gli 85.000 fedeli, uomini e donne, che fanno parte dell'Opus Dei, per quanto riguarda i fini specifici della Prelatura sono guidati da un prelato eletto da un Congresso generale elettivo e successivamente confermato dal papa (dal 1994 è monsignore Javier EchevarrÃa, succeduto a mons. Ãlvaro del Portillo, morto in quell'anno, e primo successore del fondatore). Secondo il Codice di Diritto Canonico del 1983, le Prelature personali sono composte da presbiteri, diaconi e da laici che possono cooperare organicamente.
Le finalità dell'Opus Dei, secondo quanto enunciato dai vertici della stessa, riguardano cinque diverse dimensioni:
• umana (sviluppo delle virtù e dei talenti, amicizia e condivisione, anche dei beni materiali);
• professionale (aiuto nello studio attraverso le opere apostoliche per studenti, promozione di centri di formazione professionale come ad esempio il centro ELIS a Roma o le diverse opere nei paesi in via di sviluppo);
• spirituale e dottrinale (secondo i contenuti e le modalità proprie della Chiesa cattolica e da essa approvate);
• "preghiera del corpo", intesa come esercizio della penitenza che si manifesta in molte forme (dal semplice ritardare di bere un bicchiere d'acqua, a mortificazioni corporali che non danneggino la salute)
Un contratto verbale stipulato tra l'Opus Dei e il fedele che intende aderirvi, stabilisce i reciproci impegni in relazione agli ambiti formativi propri della Prelatura. Al contratto verbale può anche seguirne uno scritto relativo ai lasciti testamentari.
L'Opus Dei non è un ordine religioso e al suo interno non sono ammessi sacerdoti provenienti da congregazioni o da ordini religiosi. Nella Prelatura sono incardinabili solamente sacerdoti e diaconi provenienti dal laicato della Prelatura stessa. All'Opus Dei è intrinsecamente unita la Società Sacerdotale della Santa Croce, associazione alla quale possono aderire sacerdoti diocesani.
Storia
L'Opus Dei nacque a Madrid, il 2 ottobre 1928, per iniziativa del sacerdote spagnolo JosemarÃa Escrivá. L'ideale di santità nella vita quotidiana, a cui egli diceva di ispirarsi, attirò un numero sempre più ampio di persone, uomini e donne di diversa estrazione sociale e professionale, ma soprattutto di ceto elevato, ricoprenti incarichi di notevole spessore nel mondo dell'industria e della finanza, decisi a testimoniare la possibilità di essere cristiani coerenti con la propria fede, senza allontanarsi dal mondo, nella vita di tutti i giorni (un principio evangelico che è stato descritto dal Concilio Vaticano II come la «vocazione universale alla santità »). Due anni dopo nel 1930 l'Opus Dei è stata aperta anche alle donne; la loro posizione, all'interno della prelatura, rimane tuttavia differenziata in relazione a talune attività e al modo di operare e comportarsi.
Fin dai primi tempi, l'apostolato dell'Opus Dei si contraddistingue per l'attenzione agli studenti ed alla formazione professionale, ma non esclude l'azione caritativa e la cura dei bisognosi. La Obra ("opera", in spagnolo) attraversa un difficile periodo durante le persecuzioni anticristiane in Spagna del 1934-1936 mentre torna in auge sotto la dittatura di Franco.
L'espansione nel mondo degli apostolati dell'Opus Dei risale al termine del seconda guerra mondiale: Portogallo (1945), Inghilterra e Italia (1946), Francia e Irlanda (1947), Stati Uniti e Messico (1949). La diffusione proseguì, poi, in Europa e in America, per ampliarsi al Giappone, alle Filippine, all'Australia, a numerosi Paesi africani, fino alla recente presenza nei Paesi dell'ex blocco sovietico, India, Sudafrica, Paesi Baltici, ecc.
L'Opus Dei, approvata dalla Santa Sede nel 1950, ha ricevuto la definitiva configurazione giuridica con la Costituzione apostolica Ut sit, datata 28 novembre 1982, diventando una Prelatura personale (attualmente l'unica esistente di tutta la Chiesa, chiaro esempio della singolarità del suo carisma e dell'opportunità di creare uno strumento giuridico adeguato per valorizzarla).
Teologia
La teologia della «vocazione universale alla santità », come disse l'allora cardinal Albino Luciani (poi Giovanni Paolo I) "era presente, oltre trecento anni prima, anche in S. Francesco di Sales [...]. Anche questi propugna la santità per tutti, ma sembra insegnare solo una «spiritualità dei laici», mentre Escrivá vuole una «spiritualità laicale». Francesco di Sales suggerisce quasi sempre ai laici gli stessi mezzi praticati dai religiosi con opportuni adattamenti, Escrivá è più radicale: parla addirittura di "materializzare" - in senso buono - la santificazione. Per Escrivá è lo stesso lavoro materiale che deve trasformarsi in "preghiera e santità ".
Durante un'udienza a Castel Gandolfo nell'agosto del 1979, papa Giovanni Paolo II disse ai membri dell'Opus Dei: «Grande ideale, veramente, il vostro, che fin dagli inizi ha anticipato quella teologia del laicato, che caratterizzò poi la Chiesa del Concilio e del post-Concilio. Tale infatti è il messaggio e la spiritualità dell'Opus Dei: vivere uniti a Dio, nel mondo, in qualunque situazione, cercando di migliorare se stessi con l'aiuto della grazia, e facendo conoscere Gesù Cristo con la testimonianza della vita».
Nell'articolo Lasciare operare Dio[2], l'allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (e futuro papa Benedetto XVI) scrisse, a proposito di san JosemarÃa Escrivá e l'Opus Dei: «un concetto sbagliato della santità », quello in cui «la santità diventa una cosa riservata ad alcuni grandi, e che sono tutt'altro rispetto a noi normali peccatori. Ma questo è un concetto sbagliato di santità , una percezione errata che è stata corretta proprio da JosemarÃa Escrivá. Essere santo è nient'altro che parlare con Dio come un amico parla con l'amico».
Alcuni autori hanno confrontato la concezione dell'etica del lavoro promossa dall’Opus Dei in ambito cattolico con quella sostenuta dal calvinismo in ambiente protestante, analizzata da Max Weber nel suo classico di sociologia della religione (L'etica protestante e lo spirito del capitalismo): la specifica novità dell'Opus Dei sarebbe rappresentata, secondo tale interpretazione, dall’affermarsi di un pensiero cattolico originale in tema di teologia del lavoro, differente dalla dottrina sociale della Chiesa nata a fine Ottocento, che, di fatto, sarebbe divenuto sistematico solo con papa Giovanni Paolo II. Una tale concezione fu prodotta dallo stesso fondatore dell’Opus Dei, a partire dagli anni trenta ed è stata gradualmente perfezionata ed articolata nel corso del tempo.
Fini e configurazione
L'attuale configurazione giuridica caratterizza l'Opus Dei come una realtà ecclesiale del tutto diversa, sia dai fenomeni associativi che dalle congregazioni e dagli ordini religiosi: prevista dal Concilio Vaticano II (decreto Presbyterorum ordinis e motu proprio Ecclesiae Sanctae), la prelatura personale si configura come una struttura istituzionale e gerarchica della Chiesa, che raccoglie, sotto la giurisdizione di un Prelato nominato dal Papa, sacerdoti e laici al fine di perseguire specifiche iniziative pastorali, e talvolta finanziarie: gli aderenti all'Opus Dei dipendono, quindi, dal Prelato per tutto ciò che riguarda direttamente la loro vita spirituale e sociale.
L'Opera offre a uomini e donne di ogni ceto, razza e nazionalità , celibi e sposati, la formazione necessaria per vivere la propria testimonianza cristiana nel lavoro, nella vita familiare e sociale.
Ordinario della prelatura è il prelato, che gode di potestà ordinaria propria, di giurisdizione sui sacerdoti "incardinati" nella prelatura e sui laici a essa incorporati (dunque la prelatura personale ha diversi tratti in comune con una diocesi; non è però legata ad un determinato territorio). L'incorporazione dei laici avviene in risposta a una specifica vocazione.
Un clero di fiducia
Il clero della prelatura è formato esclusivamente da sacerdoti provenienti dalle fila dei fedeli laici dell'Opus Dei.
Fedeli
I fedeli laici che collaborano con l'Opus Dei si dedicano ai fini della prelatura, di ordine esclusivamente spirituale; i loro impegni, peraltro, non ne mutano la condizione canonica e teologica di comuni fedeli cristiani (non formulano alcun tipo di voto e si limitano solo, in taluni casi, ad un lascito testamentario a favore di istituzioni promosse da fedeli della prelatura); essi si trovano sotto la giurisdizione del prelato, per quanto attiene agli impegni ascetici, formativi, apostolici e di penitenza del corpo, conseguenti all'incorporazione nella prelatura. Restano, invece, sotto la giurisdizione dell'ordinario diocesano per tutti gli aspetti determinati dal diritto comune nei confronti dei fedeli cattolici nelle varie diocesi in cui vivono.
Svolgono il loro apostolato nell'esercizio del quotidiano lavoro professionale, negli ambienti, e nelle strutture della società civile. Godono della stessa libertà degli altri cittadini cattolici, dai quali nulla li distingue nell'azione professionale, sociale, politica ed economica: pertanto nelle loro scelte in queste materie non dipendono dall’Opus Dei e nelle loro attività professionale, ad esempio nell'alta finanza, non operano mai a favore di altri membri.
Tra i membri si distinguono i cosiddetti “numerari” (che abitualmente vivono nei centri dell’Opus Dei, seguono e dirigono le attività formative della Prelatura, vivono il celibato apostolico, devolvono all'Opus Dei i loro introiti, hanno svolto studi superiori, e hanno caratteristiche personali - salute, personalità - idonee per dedicarsi a tempo pieno alle attività apostoliche), gli “aggregati” (che ordinariamente vivono con le loro famiglie d'origine) ed i “soprannumerari” (sposati o comunque non vocati al celibato). Questi ultimi rappresentano di gran lunga la maggior parte dei fedeli della Prelatura. Spesso, ma questo non è un requisito fondamentale e non è legato al fatto che alcuni membri del'Opus Dei lascino in eredità i loro beni all'istituzione, sono persone con alto tenore di vita.
Alla Società Sacerdotale della Santa Croce (della quale è presidente generale il prelato dell'Opus Dei) si associano sacerdoti appartenenti alle rispettive diocesi, che desiderano cercare la santità nell'esercizio del loro ministero, secondo lo spirito e l'ascetica dell'Opus Dei. Tale ascrizione non ne altera la dipendenza dal vescovo diocesano, che ne resta l'unico superiore.
Il clero della prelatura proviene dai fedeli laici dell'Opus Dei: sono numerari e aggregati i quali, liberamente disponibili a essere sacerdoti, dopo diversi anni di incorporazione alla prelatura e dopo aver completato la formazione e gli studi di preparazione al sacerdozio, sono invitati dal prelato a ricevere gli ordini sacri.
L'Opus Dei conta anche suoi cooperatori, anche non cattolici o non cristiani; essi, senza far parte della prelatura, collaborano alle iniziative apostoliche.
Attività apostoliche
Benché l’apostolato dei membri sia principalmente esercitato a livello e a titolo personale, in alcune occasioni l'Opus Dei si incarica di assicurare la cura spirituale e dottrinale di determinate istituzioni educative, assistenziali e di promozione umana, per esempio tra le favelas delle città sudamericane, nelle isole indonesiane, ecc., o con programmi di cooperazione tecnica nei Paesi in via di sviluppo (Filippine, Ecuador, Perù, ecc.).
In Italia esistono centri dell'Opus Dei, istituiti sempre con l'approvazione dei rispettivi vescovi, per esempio nelle diocesi di Roma, Milano, Brescia, Torino, Genova, Verona, Trieste, Bologna, Firenze, Perugia, Napoli, Cagliari, Bari, Catania, Palermo, Sassari e in varie altre.
Critiche e controversie
L'Opus Dei è stata criticata per il fatto di promuovere una visione conservatrice della fede cattolica (a causa della «caratteristica irrinunciabile dell'Opus Dei, la fedeltà alla Chiesa come depositum fidei»), oltre che per alcune pratiche di vita ascetica (come la mortificazione corporale, effettivamente praticata dai membri numerari) e per l'ostracismo verso chi fuoriesce dall'Opus Dei.
Critiche dal mondo cattolico
In base ad alcuni rapporti provenienti dalla Spagna, il superiore generale dei Gesuiti, p. Wlodimir Ledochowski (1866–1942), ha riferito al Vaticano che considerava l'Opus Dei "molto nocivo per la Chiesa in Spagna". Egli ne descrisse le caratteristiche di "segretezza" e ne vide dei "segni di una inclinazione mascherata a dominare il mondo con una forma particolare di massoneria cristiana". Questa critica, dall'interno di alcuni benvisti ambienti ecclesiastici ("l'opposizione da parte della gente di Dio" come venne definita da Escrivá; secondo Escrivá, la grande ostilità dei gesuiti era «illogica»), è considerata la radice delle critiche recenti provenienti dalle fonti più disparate. Questa almeno, è la conclusione di molti autori, incluso John L. Allen, Jr., un giornalista americano della CNN cattolico ed esperto vaticanista
Altre critiche
Qualche tempo dopo il Concilio Vaticano II, vi furono - da parte liberale - molte critiche all'Opus Dei riguardo il suo carattere ultraconservatore e reazionario.
L'accusa all'Opus Dei di avere la forma di una setta massonica ("massoneria bianca") è stata ripresa per contestare l'appoggio alle dittature in Sudamerica ed in Spagna e l'influenza di idee di stampo fascista.
Tale accusa, nata in ambienti politici, non tiene conto del fatto che molti membri dell'Opus Dei hanno spesso militato politicamente in opposizione alla destra. Per esempio, tra i casi più recenti in Italia, al Senato nell'aprile 2006 (XV legislatura) è stata eletta nella lista La Margherita, di centro-sinistra, Paola Binetti, numeraria dell'Opus Dei. In passato Alberto Michelini, soprannumerario, è stato parlamentare nel centro-destra ma nel 2006 si è presentato nelle liste del centrosinistra al Comune di Roma e non è stato eletto.
Con la pubblicazione del libro "Il codice da Vinci" nel 2003 e dell'omonimo film nel 2006 è sorto un certo interesse verso le già accennate pratiche di mortificazione corporale. L'uso del cilicio e della disciplina è comune e regolare tra alcuni membri numerari dell'Opera (la scelta della mortificazione è stabilita da ciascun membro; l'eventuale frequenza è stabilita dal proprio direttore spirituale, a cui i numerari sono legati dal vincolo di obbedienza), ma vi sono anche altre pratiche saltuarie di mortificazione (per esempio docce fredde o dormire per terra). Per l'Opus Dei gli istinti del corpo sono da "ordinare", non un nemico da combattere, e il loro contrario - il dolore, anzitutto spirituale - è considerato benedetto perché corendentore. à proprio il fondatore a chiarire il concetto in molti aforismi, tra cui: «Benedetto sia il dolore. Amato sia il dolore. Santificato sia il dolore... Glorificato sia il dolore!» «Se sai che il tuo corpo è tuo nemico, e nemico della gloria di Dio, poiché lo è della tua santificazione, per quale motivo lo tratti con tante blandizie?».
In modo simile al movimento italiano Comunione e Liberazione, l'Opus Dei è stato criticato per un atteggiamento di forte proselitismo rivolto soprattutto ai giovani.
L'Opus Dei è anche molto criticata in Italia per la presunta attività di lobbismo con la quale è accusata di proteggere e favorire la carriera di esponenti cattolici nei campi della politica e dell'economia (un esempio sono alcune affermazioni del portavoce dell'Opus Dei a favore del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio nel 2005) e di indirizzare l'orientamento politico italiano attraverso l'appoggio dei partiti cattolici verso posizioni vicine al Vaticano. Questa posizione si è poi rivelata infondata quando alle elezioni politiche del 2006 una numeraria Paola Binetti e un soprannumerario Alberto Michelini si sono candidati rispettivamente con la Margherita e con Forza Italia. L'Opus Dei sostiene infatti di non avere posizioni né azioni che afferiscano a tali settori, che non hanno a che fare con i fini della prelatura, nei quali sono attivi piuttosto i suoi singoli membri in virtù della loro responsabilità personale. Le legislazioni sulla privacy introdotte in tempi recenti in diversi paesi (tra cui l'Italia) impediscono di fatto la diffusione di liste ufficiali di membri dell'Opus Dei, in quanto le convinzioni religiose sono considerate un'informazione sensibile, ed in quanto, essendo la prelatura personale sotto molti aspetti assimilata ad una diocesi non avrebbe senso richiedere l'elenco dei battezzati delle singole diocesi. Quando Oscar Luigi Scalfaro era Ministro dell'Interno ha così giustificato il suo parere negativo ad un'interrogazione parlamentare su questo tema.
L'Opus Dei non rende pubblico chi è o chi smette di esser suo membro, in quanto l'appartenenza è strettamente legata alla fede e alla vocazione personale. L'articolo 191 della costituzione originale (che per molti anni fu solo ad uso interno dei membri) recitava: "I membri sappiano bene che dovranno osservare sempre un prudente silenzio a proposito dei nomi degli altri associati e non dovranno mai rivelare a nessuno che essi stessi appartengono all'Opus". Questo invito alla discrezione ha in seguito alimentato il sospetto che l'Opus Dei funzioni come una società segreta (l'articolo fu però modificato negli anni ottanta e ora ciascuno è libero di rivelare la propria appartenenza come una normale confidenza personale).
Opus Dei e la politica
Otto membri dell'Opus Dei furono nominati ministri nei governi del dittatore Francisco Franco tra il 1939 ed il 1975, mentre negli ultimi anni si è avuta una stretta relazione con i governi di José MarÃa Aznar. D'altra parte, durante il governo franchista spagnolo alcuni membri dell'Opus Dei furono perseguitati e incarcerati, e in qualche caso costretti all'esilio, perché non seguivano la politica governativa o la criticavano esplicitamente (per esempio nel 1953 Rafael Calvo Serer fu espulso dall'equivalente spagnolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche perché aveva pubblicato a Parigi un articolo contrario al governo franchista).
Durante un incontro personale tra Francisco Franco e il fondatore il caudillo aveva definito i membri celibi dell'Opus Dei degli "scapoloni". Benché l'Opus Dei abbia sempre sostenuto di avere finalità esclusivamente spirituali, alcuni sostengono che l'Opus Dei «recluti» studenti eccellenti di università prestigiose per poter così influire maggiormente nel mondo degli affari e della politica.
Altri si oppongono al carattere proselitista che viene impresso alle missioni di aiuto umanitario, come per esempio nelle montagne di Yauyos (Perù), dove nel 1957 la Santa Sede incaricò l'Opus Dei della cura pastorale di una zona impervia e povera delle Ande. Tuttavia, molte persone presenti in quei territori ritengono che tali aiuti siano fondamentali per la loro sussistenza, crescita umana e dignità .
Opus Dei e le donne
Alcuni critici, compresi alcuni ex membri dell'Opus Dei, accusano l'organizzazione di sfruttamento sessista della donna e hanno denunciato che le donne dell'Opus Dei sono relegate ai lavori domestici come la cucina e la pulizia. Effettivamente tali mansioni nell'Opus Dei sono svolte esclusivamente dalle donne (le cosiddette numerarie ausiliarie). Il "tocco di femminilità " chiesto a suo tempo dal fondatore intendeva la presenza di una "madre" piuttosto che di una domestica; al di fuori dell'ambito cattolico, o comunque laddove la realizzazione di una persona venga intesa come "ruolo di prestigio", l'argomento può ovviamente risultare di difficile comprensione. In ogni caso anche fra le donne vi sono molte professioniste di successo (tra cui la senatrice della Margherita Paola Binetti. à inoltre da tener presente che nell'Opus Dei le donne sono la maggioranza dei membri, sia tra i numerari, sia tra i soprannumerari, sia tra gli aggregati.
Un passo molto citato dai critici, tratto dall'opera maestra "Cammino" del fondatore, è il seguente: "Se volete darvi a Dio nel mondo, prima ancora che sapienti - le donne non è necessario che siano sapienti, basta che siano sagge - dovete essere spirituali, molto uniti al Signore per mezzo dell'orazione. Dovete portare un manto invisibile che copra ciascuno dei vostri sensi e delle vostre facoltà : pregare, pregare, pregare; espiare, espiare, espiare" In realtà il passo originale in lingua spagnola recita: "Si queréis entregaros a Dios en el mundo, antes que sabios - ellas no hace falta que sean sabias: basta que sean discretas - habéis de ser espirituales, muy unidos al Señor por la oración: habéis de llevar un manto invisible que cubra todos y cada uno de vuestros sentidos y potencias: orar, orar y orar; expiar, expiar y expiar". L'aggettivo "discreto", che ha in spagnolo esattamente lo stesso significato che in italiano, è stato liberamente tradotto in "saggio", forse nell'intento, da parte del traduttore, di limare un'affermazione piuttosto forte del fondatore. Al di là della distinzione tra sapienza e saggezza e di queste dispute di traduzione, c'è da osservare che fin dagli stessi anni della stesura dell'opera Escrivá incoraggiava molte giovani a dedicarsi agli studi universitari, in un contesto storico-culturale in cui le donne laureate erano un'assai rara eccezione.
Opus Dei, film e libri
Nonostante l'abolizione dell'Indice dei libri proibiti, avvenuta nel 1966 sotto Papa Paolo VI dopo il Concilio Vaticano II, l'Opus Dei decise di mantenerlo, sotto forma di guida bibliografica, e di aggiornarlo. Per ogni opera viene attribuito un giudizio che va da 1, per i testi che possono essere letti con profitto spirituale, a 6, punteggio che connota la forte "pericolosità " di libri che sono giudicati conflittuali verso l'insegnamento impartito dall'Opus Dei e che possono essere consultati solo con l'esplicito consenso della Prelatura, vale a dire il vertice dell'organizzazione. Tra i libri ritenuti assolutamente da evitare, salvo autorizzazione del Prelato, si annoverano, a titolo di esempio, molti testi fondamentali del marxismo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, Il Decamerone di Boccaccio, quasi tutte le opere di Voltaire e di altri illuministi, oltre a molti riconosciuti capolavori della letteratura italiana e straniera. Persino alcune opere di Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, riportano una valutazione 3 o 4, e pertanto sarebbe necessario consultare i Direttori per leggerle. L'Opus Dei afferma che la guida bibliografica sarebbe una sorta di elenco di letture consigliate e sconsigliate, e che la libertà di decisione ricadrebbe sempre e comunque sull'individuo. Tuttavia omette di dire che, se un fedele usasse frequentemente tale libero arbitrio, sarebbe severamente redarguito ed eventualmente gli sarebbe consigliato di abbandonare l'Opera. A tal proposito esiste un passo esplicito in Lingua Spagnola tratto dal Vademecum del governo locale dell'Opus Dei: "Si un fiel de la Prelatura leyera publicaciones erróneas o confusas sin haber pedido consejo y orientación a los Directores, fácilmente se expondrÃa a un grave peligro para su alma. Por eso, si alguien lo hiciera de modo habitual, habrÃa que informar inmediatamente a la Comisión Regional, pues desatender la disposición de pedir consejo serÃa motivo para que una persona no fuese admitida en la Obra, o en su caso para aconsejarle que pida la salida". La traduzione è la seguente: "Se un fedele della prelatura leggesse pubblicazioni erronee o fuorvianti senza aver richiesto consiglio e orientamento ai Direttori, si esporrebbe facilmente ad un pericolo per la sua anima. Per questo, se qualcuno dovesse farlo abitualmente, si informerà immediatamente la Commissione Regionale; non rispettare la disposizione di chiedere il permesso è motivo di non ammissione all'Opera, o per chi è già incorporato, per consigliare l'uscita dalla prelatura". Anche la visione dei film necessita di esplicita autorizzazione da parte dei superiori; l'Opus Dei infatti mantiene una lista di film la cui visione è permessa nei centri. Qualora un film non fosse presente nella lista, un superiore dovrà revisionarlo, ed eventualmente censurare le parti a suo avviso non rispettose della sensibilità cattolica (scene di nudo parziale o integrale, scene eccessivamente violente).
CuriositÃ
Nel 1997 don Giussani ha affermato, utilizzando una discutibile quanto calzante metafora ispirata a fascismo e nazismo, che i ciellini sarebbero i «balilla, gli irregolari che tirano le pietre», mentre quelli dell’Opus Dei «hanno i Panzer: vanno avanti ben corazzati, con i cingoli, anche se li hanno rivestiti di gomma. Il rumore non si sente, ma ci sono, eccome. E ce ne renderemo conto sempre di più».
2007-03-20 04:45:02
·
answer #2
·
answered by timitabrev 6
·
4⤊
1⤋