Nan-in, un maestro giapponese di Zen dell'era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.
Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. «É ricolma. Non ce n'entra più!»
«Come questa tazza, » disse Nan-in «tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?»
Gradirei sapere da voi quale morale ricavare da questo raccontino. Grazie.
2007-03-18
11:47:31
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13 risposte
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inviata da
Utopista
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in
Società e culture
➔ Società e culture - Altro
ChainPunch sei bravissimo, complimenti davvero.
2007-03-18
13:01:38 ·
update #1
E' un'espressione buddhista "vuotare la propria tazza". Significa liberarsi dalla sporcizia interiore (dell'anima diremmo noi..) in quel caso il preconcetto, il pregiudizio.
Nan voleva comunicare questo. A volte un gesto è molto più esauriente.
2007-03-18 12:04:54
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answer #1
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answered by ChainPunch 2
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l'umiltà è ciò che ci fa camminare più lontano.
2007-03-18 19:00:05
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answer #2
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answered by ludmilla 2
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che a volte (ed é vero) siamo troppo saccenti e pieni di noi stessi... e che, a volte, chiediamo ma non vogliamo risposte ma solo conferme (anche qui su answer)...
2007-03-18 18:56:54
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answer #3
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answered by testina 4
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Che il nostro cervello ha miriadi di stanzine vuote, da riempire con il sapere, magari con il "sapere" ascoltare.CIAO!!
2007-03-18 18:59:04
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answer #4
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answered by speedyok3 3
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se affronti uno studio pensando di sapere già tutto... non riuscirai ad imparare niente
2007-03-18 18:52:03
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answer #5
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answered by Dea del buio 4
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Qualcuno ha gia' scritto parte di quello che avrei voluto rispondere. Posso solo aggiungere che l'umilta' e' fondamentale sia nel caso di chi apprende qualcosa, come anche di chi, qualcosa insegna.
Un insegnante arrogante non ha nulla da donare se non l'arroganza stessa, cosi' come un allievo presuntuoso non aprira' la sua mente per farvi entrare qualcosa.
2007-03-18 19:59:35
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answer #6
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answered by sandy66 5
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Lo conosco anch'io questo racconto, l'ho letto su un libro x l'università, antropologia culturale...e mi fa venire in mente una frase di una scrittrice (scusa non ricordo chi) che dice " x capire le cose bisogna prima darsi ad esse" Ah sì, credo fosse Simone De Beauvoir.
Cosa ricavo da tutto questo? Che niente si può capire se lo si giudica con il proprio metro di giudizio, x esempio una cultura molto diversa dalla nostra non possiamo studiarla paragonandola con la nostra...mi sembra una cosa piuttosto facile da capire.
Ma purtroppo mi rendo conto che x molta gente non lo è affatto.
Ciao, buonanotte....
2007-03-18 18:56:06
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answer #7
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answered by Anonymous
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nn vedo oltre il mio naso......a quest'ora nn riesco ad andare oltre.....
scusa la mia superficialità, ho apprezzato molto il "nesso"
domani aggiungo un post
2007-03-18 18:52:42
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answer #8
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answered by re_wolver 6
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mi hai fatto venire in mente la pubblicità della "acqua Rocchetta" quella del bicchiere pieno di acqua e grasso in cui si vede che continuando a versarci acqua dentro tutto il grasso e quindi le impurità (lì fisiche qui morali) vanno via. Belllo!
2007-03-19 07:08:57
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answer #9
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answered by ? 6
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Un bambino percepisce meglio le nozioni perche' e' pronto ad apprendere tutto, un adulto ha tanti preconcetti ed esperienze, che in qualche modo andrebbero ad inquinare le nozioni future.
Ci sono delle volte in cui per capire qualcosa bisogna togliere i nostri pregiudizzi ed aprire completamente il cuore e la mente, ma e' piu facile a dirsi che a farsi.
2007-03-19 04:58:07
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answer #10
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answered by doricum1 2
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