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E' per una questione di territorio o di religione o altro?

2007-03-16 07:59:09 · 11 risposte · inviata da Anonymous in Società e culture Culture e gruppi Culture e gruppi - Altro

E cosa dovrei difendere?
Se c'è spazio per tutti perchè dovrei uccidere l'altra gente?, cosa mi frega se in italia si insedia una popolazione di turkmeni?

2007-03-17 01:49:14 · update #1

11 risposte

Guarda, è difficile essere breve, quindi dovrò dilungarmi, anche se odio lasciare risposte troppo lunghe.

In seguito agli accordi firmati alla fine della guerra del 1948, Israele non ha potuto liberarsi di tutti i Palestinesi residenti nei Territori allora occupati, e la cosa non gli è riuscita nemmeno dopo la guerra del 1967. Circa 1 milione di Palestinesi vivono come cittadini israeliani di serie B; un altro milione e mezzo vive nella stretta striscia di Gaza occupata nel 1967; circa altri 2 milioni e più vivono sulla riva ovest del Giordano, ugualmente occupata nel 1967; ancora altri 2 milioni e oltre vivono sulla riva est del Giordano (nel regno di Giordania); ed infine più di mezzo milione di loro sta nei campi profughi di Libano e Siria.

Ancora oggi la maggioranza degli Israeliani è e rimane sionista e sogna la grande Israele. Alcuni sognano di tornare ai confini di cui si parla nella Bibbia, che includevano la riva orientale del Giordano e le alture del GolanÉ, ma la maggioranza si accontenta di sognare "solo" confini che includano la riva ovest del Giordano, naturalmenteÉ..senza i Palestinesi.

E prima della pace con l'Egitto, c'era tra loro chi addirittura sognava confini fino alla penisola del Sinai! Anche se con l'amaro in bocca, la maggioranza degli Israeliani è disponibile ad un "doloroso compromesso", che preveda uguali diritti per quei Palestinesi che sono cittadini israeliani, ma senza tornare ai confini precedenti al 1967; un compromesso che non preveda alcuna responsabilità per il problema dei profughi (che risale alla guerra del 1948), né un accordo per uno stato palestinese sovrano ed indipendente da qualsiasi autorità israeliana.

Gli accordi di Oslo avevano per Israele una duplice finalità: quella di incentivare e garantire il diritto al ritorno della leadership palestinese dall'estero, e quella poi di affidarle una certa autonomia di governo insieme alla èlite rimasta nei territori occupati, al fine di spegnere le fiamme della rivolta all'interno della parte di Palestina occupata nel 1967.

Ma la strategia delle potenze imperialiste non aveva fatto i conti con l'aumento della resistenza palestinese e con il diffondersi globale del fondamentalismo islamico.

Con gli accordi di Oslo si intendeva fare dello stato palestinese una sorta di neo-colonia dei capitalisti israeliani, dove trovare forza lavoro a basso costo ed un mercato succube. Si supponeva quindi che si sarebbero fermati i progetti di insediamento di coloni israeliani nei territori palestinesi occupati. Certo è che gli accordi di Oslo avevano promesso più di quanto si volesse realizzare, ed infatti Israele li ha applicati con le pressioni economiche e la soppressione della libertà di movimento, proprio al fine di ottenere ulteriori concessioni dai Palestinesi in vista di un qualche accordo definitivo. Il rifiuto di Israele a rispettare gli accordi nei tempi previsti e le sue condizioni per una definitiva risoluzione del conflitto ha fatto sì che l'élite palestinese non potesse reggere un simile accordo e così nell'ottobre 2000 è iniziata la seconda Intifada.

In questi 18 mesi, Israele ha aumentato costantemente la pressione sui Palestinesi e sui loro leaders nei territori occupati. Ha poi percepito che non potendo costringere i Palestinesi ad accettare le sue condizioni per un accordo, occorreva un salto di qualità sia sul piano militare che su quello politico. Ma Israele è pure consapevole che una lunga durata dell'attuale situazione deve fare i conti con 2 principali processi interni, che alimentano sentimenti di opposizione alla guerra. Il primo fattore è la divisione esistente all'interno della élite israeliana tra il vecchio potere sionista ed un emergente capitalismo che soffre il declino dell'economia a causa della guerra. L'industria del turismo è in pieno collasso. I mercati dove collocare i prodotti israeliani si sono ridotti a quello interno, i territori occupati ed i paesi arabi confinanti. Il "bonus per la pace" per i capitalisti israeliani sta lentamente riducendo i suoi effetti. I contatti commerciali soffrono dello scarso movimento delle esportazioni a causa della mancanza di commesse. La guerra nei territori sta sopprimendo centinaia di Palestinesi, con una conseguente riduzione di forza lavoro a basso costo.

Il secondo fattore è il crescente stato di insoddisfazione della working class. Il tasso di disoccupazione sia tra gli Ebrei (10%) che tra i Palestinesi d'Israele (20%) è cresciuto negli ultimi anni in seguito ai processi neoliberisti di globalizzazione (riduzione delle tariffe, delocalizzazione di lavoro industriale intensivo, più del 10% di lavoratori formalmente impiegati da agenzie interinali), nonostante un gigantesco numero di altri "lavoratori ospiti" a basso costo a tutto vantaggio dei capitalisti israeliani. L'effetto della rivolta palestinese sulla crisi economica israeliana è quindi evidente. Sullo sfondo di una generale recessione internazionale e del grave quadro economico a livello locale, il livello di terrore e di guerriglia portato dalla resistenza palestinese è tale da rendere la vita quotidiana di molti israeliani insopportabile. Il fatto che nonostante le violente rappresaglie di Israele, la rivolta palestinese continui, fa sorgere qualche dubbio nella gente sulla linea del governo a tutti i livelli.

La natura pluralistica degli Ebrei cittadini di Israele ed un suo recente sviluppo può essere apprezzata da questo esempio.

Il fallimento degli accordi di Oslo, a causa degli inutili sforzi di Israele per estorcere alla leadership palestinese ulteriori concessioni, ha dato origine alla seconda intifada. La rivolta dei Palestinesi si è aggiunta alla crisi economica mondiale, con serie conseguenze su Israele, e la fallimentare politica di Sharon per sottomettere i Palestinesi con i mezzi più violenti ha avuto il solo risultato di far aumentare l'intensità delle azioni di terrorismo e la guerriglia. Tutto ciò è sempre più evidente ed ha prodotto le prime forme di dissenso. Una di queste è la petizione dei riservisti che si rifiutavano di andare nei territori occupati nella guerra del 1967. Questa petizione ha avuto centinaia di adesioni di militari che si rifiutano di partecipare ad un crimine quale l'occupazione dei territori.

Le azioni terroristiche di Israele nel gennaio 2002, verificatesi in presenza di una ridotta intensità di attività di resistenza palestinese, avevano il solo scopo, raggiunto, di impedire una ripresa dei colloqui di pace. Nello stesso periodo i media israeliani avevano previsto questo comportamento di Sharon, sulla base del suo atteggiamento nei mesi precedenti. Gli Israeliani che ne avevano già qualche sospetto o che già lo avevano capito, hanno colto al volo l'occasione per far decollare l'opposizione. Sui media borghesi sono passati servizi sui crimini di guerra di Israele, e sul maggiore quotidiano borghese del paese, come pure nei supplementi del sabato, hanno cominciato a comparire gli appelli a rifiutare di farsi coinvolgere nei crimini di guerra. Quello alla diserzione arrivato in Italia non è stato il primo a circolare, ma è rimasto unico per 2 ragioni: perché è stato sottoscritto da riservisti dei reparti speciali dell'esercito e perché un terzo degli alti costi di inserzione sono stati pagati dal più famoso chirurgo di Israele. Inoltre, un'inchiesta tra i lettori ha registrato una percentuale dal 15 al 32% di sostenitori dei riservisti firmatari della petizione. Alla fine di marzo 2002, alcune migliaia di persone hanno partecipato a due grosse manifestazioni di solidarietà ai disertori e per la fine della guerra.

Ad ogni modo, gli interessi dei capitalisti israeliani e dei lavoratori israeliani a far finire questa guerra costosa non sono abbastanza influenti da oscurare gli interessi di coloro che rifiutano qualsiasi compromesso con i Palestinesi e che scommettono sull'effetto militare per un accordo più vantaggioso per Israele.

La gente continua a chiedersi quando finirà il conflitto tra i coloni sionisti che si insediano nella regione ed il popolo arabo palestinese. La vecchia soluzione di una nazione palestinese laica che offriva uguali diritti per tutti i cittadini con diritto al ritorno per i profughi delle guerre di occupazione del 1948 e del 1967 poteva risolvere il conflitto.

2007-03-16 08:23:31 · answer #1 · answered by Anonymous · 1 0

da quello che si sà...è per una striscia di terra.
ma quello che molte persone non sanno,è che si fanno guerra da 2000 anni a questa parte.

2007-03-16 11:23:42 · answer #2 · answered by Anonymous · 2 0

semplicemente perché gli israeliani hanno occupato la terra che all'origine è proprietà della palestina.Se un paese viene ad occuapre l'italia e uccidesse gente noi cosa faremo ci mettiamo a guardare no e ovviamente ci metteremo a difendere la patria...

2007-03-17 01:38:23 · answer #3 · answered by jessicaranieri 2 · 1 0

Parecchi hanno già risposto più che esaurientemente; ottima, precisa e circostanziata la risposta di Cristianotesta.
Aggiungo solo qualche nota.

Per enomisomnia:
Le terre palestinesi “sono” dei palestinesi, no “dicesi che siano…”

Per Ciccio C e marcod1991:
la Palestina non è l’ex Giudea, e la Giudea non è l’attuale Palestina.
La Palestina si chiama così perché sin dalla notte dei tempi è abitata dai Palestinesi, mentre gli Ebrei (detti anche Giudei) ne abitavano una piccola regione, chiamata, appunto, Giudea.
I Palestinesi vogliono liberarsi da un’occupazione - illegale, perchè molto più estesa di quanto concordato nel '48 per l'istituzione dello Stato di Israele - e ne hanno tutti i diritti, anche se utilizzano metodi sicuramente condannabili.
Ma quali sono i mezzi “leciti” con cui un popolo può scacciare l’invasore, soprattutto quando questo adotta metodi repressivi e vendicativi disumani, spietati, brutali?
Ti dice niente la ferocia dell’occupazione della Lombardia da parte degli Austriaci? Impiccagioni e fucilazioni, imprigionamenti ingiustificati, rappresaglie, arbitrii e soprusi di ogni genere contro la popolazione civile…
E’ la Storia di tutte le occupazioni, comprese quelle italiane in Africa, in Grecia, in Albania, quelle Inglesi in India e nelle colonie, quelle Olandesi e Tedesche in Sud Africa.
Gli Israeliani non fanno eccezioni, anche se nel terzo millennio sarebbe giusto aspettarsi qualche briciolo di umanità.
Ma quando si parla di interessi di espansione territoriale, e soprattutto di fede, di religione e di presunte promesse di un ipotetico Signore, la mente razionale si oscura!!
Infine, il conflitto è acceso da millenni, non da 60 anni, e la “quasi” neutralità degli americani è una vera utopia: essi si adoprano da intermediari, cercando di imporre ai palestinesi le richieste degli Israeliani…

ireos1926:
tu credi che soddisfare i comprensibili desideri degli Ebrei renda legittima la loro guerra di prepotenza, che tra l’altro tu non condividi?
E’ vero che da che mondo è mondo si è sempre fatto così, ed è anche vero che nessuno riuscirà a fermarli, ma non ti sembra sia ora di smetterla, o almeno di unirsi alle condanne per gli eccessi Israeliani più volte espresse dalle Nazioni di tutto il mondo?
Secondo te, chi esprime un briciolo di condanna in questo senso deve per forza assere favorevole al “terrorismo”?

Per Marxx:
spero che la tua sia solo un battuta ironica, oltretutto sgradevole ed abbastanza ripugnante.

Per tutti coloro che vogliono replicare ai miei commenti, la mia casella di posta in answer è aperta con educazione, a chi si presenta con educazione.
.

2007-03-17 07:13:33 · answer #4 · answered by Robert Saw 4 · 0 0

Gli Israeliani, sparsi nel mondo da secoli, volevano un loro Stato , una loro bandiera , una terra dove far crescere i propri figli e praticare la propria Religione.
Insomma non essere più " l'ebreo errante"
Oltre 2 mila anni addietro vivevano in Palestina e quindi scelsero di ritornare a casa....Sin da quando esiste la Storia molte Nazioni hanno occupato terre appartenenti ad altri per il solo motivo di trovare un posto al sole, espandere il proprio territorio, sfruttare le risorse di
altri Paesi....A mio parere gli Israeliani
hanno avuto come motivo quello di volere
essere uniti, quello di appartenenza. Non condono le guerre di prepotenza....ma questi atti esistono da millenni e nessuno
riuscirà a fermarli.

Per CRISTIAN : Interessante l' articolo ma penso sia stato scritto da un Islamico ! Infatti ha menzionato solo gli assalti degli Israeliani....ma ha OMESSO tutti gli atti terroristici commessi dagli arabi Palestinesi
nei ristoranti, mercati, teatri, discoteche e
autobus frequentati dagli Israeliani. Mi sembra che la bilancia penda troppo e solo una parte.....Non sono Israeliana ma sono una persona qualsiasi che ama la verità.

2007-03-16 12:31:55 · answer #5 · answered by Anonymous · 1 1

La causa scatenante è stata l'occupazione del territorio di quella che viene definita come Palestina da parte degli Israeliani, e la conseguente formazione dello stato di ISRAELE nel dopoguerra....i palestinesi ( ebrei ) che prima erano sparsi in tutta Europa, con la fine della guerra hanno cercato di rientrare nella loro terra di origine ed è nato così il problema...con gli anni si è fatto inoltre della diversità tra le 2 religioni un ulteriore pretesto per il continuo conflitto fra i 2 popoli...

All'inizio gli americani erano naturalmente alleati degli Israeliani, ma col tempo si è visto un progressivo avvicinamento anche alle cause palestinesi e si è arrivati ad una quasi neutralità...

2007-03-16 09:50:28 · answer #6 · answered by Anonymous · 1 1

Proverò a spiegartelo in modo semplicissimo!
La Palestina (ex giudea) era popolata dagli ebrei da tempi antichi, questi ultimi furono dispersi nel mondo dopo la conquista di Gerusalemme e la distruzione del tempio da l' imperatore Tito nel' anno 70 dopo Cristo.
Dopo la seconda guerra mondiale Gli ebrei dispersi per il mondo fecero ritorno in giudea (attuale Palestina) con l' appoggio dei britannici e americani. Il problema era che la Palestina era abitata dai palestinesi (musulmani) che rivendicano la terra come loro proprietà e da lì: 60 anni di conflitto!

2007-03-16 08:26:27 · answer #7 · answered by ? 7 · 1 1

è un problema principalmente di carattere religioso/ territoriale. israele di fede ebraica rivendica territorio che dicesi appartengano alla palestina, quest'ultima che abbraccia un'altra fede non vuole cedere parti del territorio. la convivenza è impossibile, perciò guerra

2007-03-16 08:09:18 · answer #8 · answered by Anonymous · 1 1

E' la maledizione divina .
Mettere Cristo in croce ha fatto arrabbiare il padre .

2007-03-17 00:21:21 · answer #9 · answered by Marxx 6 · 0 1

E' una domanda da un milione di dollari: se lo sapessero forse avrebbero già trovato soluzioni pacifiche.

2007-03-16 08:09:42 · answer #10 · answered by aemmeemme 3 · 0 2

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