In realta' sono l'uno l'opposto dell'altro. Il viaggio di Dante e' un viaggio verso e per Dio mentre il viaggio di Ulisse era una viaggio contro gli Dei perche' sfidava i limiti da loro imposti. Dante invece non sfida tali limiti ma li sta adempiendo. In realta' secondo me il viaggio di Dante agens e' esattamente uguale a quello di Ulisse perche' sono entrambi mossi dalla sete umana di conoscenza (sono due viaggio di umini completamente immersi nella loro piu' grande colpa che e' appunto il voler conoscere oltre). Il viaggio invece portato a termina da Dante auctor (che e' colui che racconta non colui che agisce) e' appunto il viaggio verso Dio di cui ti dicevo all'inizio. Ricorda sempre che Dante agens e' sempre molto vicino ai peccatori di cui narra. Proprio per testimoniare tale superamento del peccato i due punti di vista si mantengono separati costantemente (anche nel caso di Paole e Francesca lo puoi notare) .
2007-03-17 19:03:35
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answer #1
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answered by Federica 6
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Il viaggio di Ulisse, è presuntuoso. La sua sete di conoscenza va al di là di ciò che Dio ha permesso all'uomo; le colonne d'Ercole. Il viaggio di Dante invece, è di purificazione, quasi di penitenza, per ritrovare la "diritta via"che il poeta aveva smarrito.
2007-03-16 15:07:52
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answer #2
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answered by Abate Faria 2
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Confronta le diverse motivazioni e i diversi significati del viaggio di Ulisse e Dante. Il regno dei morti è un tema che da sempre affascina l'uomo, tanto quanto il dubbio stesso della sua esistenza. Il grande mistero della morte e del passaggio ad un mondo ultraterreno è uno degli argomenti più affascinanti e incerti sul quale l'uomo ha da sempre meditato e non esiste probabilmente religione o dottrina che non abbia proprie teorie in proposito. Indagare sul regno dei morti è in primo luogo per l'uomo un modo per esorcizzare la morte stessa e in secondo luogo lo sfogo alla grande curiosità e alla speranza di un'altra vita dopo la morte. Un viaggio nel mondo dei morti ha inevitabilmente risvolti affascinanti e trova grandissimi riscontri sia in letteratura sia in mitologia...... Credo volesse intendere questo. Ciao
2007-03-16 15:50:05
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answer #3
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answered by lella 6
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Ulisse con il suo viaggio ha sfidato i limiti posti da Dio,per cui ha sfidato Dio.Egli ha peccato del voler sapere troppo.
Dante ha compiuto un viaggio per scoprire Dio e le sue verità in qunato si era allontanato dalla religione per la filosofia,ma il suo viaggio è stato voluto da Dio.
2007-03-16 15:00:54
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answer #4
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answered by Garco 3
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Ulisse viaggia per poter incrementare la sua conoscenza e, in questo modo, sfida il volere di Dio che ha reso gli uomini limitati nella loro vita.
Il viaggio di Dante, al contrario, non è volontario e non tende alla conoscenza: è un viaggio di espiazione, teso a purificare la sua anima dai mali della vita terrena.
2007-03-16 15:00:21
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answer #5
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answered by answerina 4
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I due viaggi sono molto simili, perchè entrambi avendo viaggiato in lungo e in largo conoscendo tutto della vita terrena si posero come obittivo l'ignoto la conoscnenza del trascendente. E non è vero che quello di Dante è solo un viaggio di purificazione, ma come per Ulisse è anche un viaggio di conoscenza, cito:
"..Fatti non foste a vivere come bruti
Ma per seguir virtute e canoscenza.."
La differenza sostanziale è che Ulisse non chiese il "permesso" a Dio, e da notare sarebbe il fatto che questa storia su Ulisse è stata inventata da Dante (e che c'è una differenza sostanziale tra l'Ulisse omerico e quello dantesco).
Proprio perchè il Sommo Poeta ammirava il viaggiatore e la sua fame di conoscenza. Ma volle mettere in risalto il fatto che egli credeva negli Dei e non in Dio, cosicche non chiedendo il permesso al Signore per effetuare il suo viaggio, fu punito dallo stesso.
Al cotrario Dante chiedendo il "permesso" in senso metaforico, inchinandosi a lui e accettando l'aiuto di Virgilio, inviato proprio da Dio, gli fu concessa l'opportunita di arrivare fino a Lui, di redimersi e di scoprire l'ignoto, e cito a tal proposito il famoso verso ripetuto più volte da Virgilio:
"..Non impedir lo suo fatale andare:
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare."
Cosicche Dante fu in grado di fare l'esperienza del male, della purificazione e del bene assoluto.
"..L'amor che move il sole e l'altre stelle."
Ciao
2007-03-17 07:06:46
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answer #6
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answered by Anonymous
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Ulisse si spinge oltre le colonne d'Ercole, che erano allora il limite "invalicabile" posto da Ercole, per l'appunto, per sua iniziativa seguendo la sua curiositas, la sua curiosità, voglia di conoscenza, di sapere e di portare quella sapienza all'umanità. Dante, invece, compie il suo lungo viaggio come percorso di espiazione, fa un viaggio allegorico che è poi quello che facciamo tutti nella nostra vita: partendo da un momento di crisi e di decisioni importanti (la selva oscura), attraversiamo dolore e sofferenza per poi raggiungere (anche se non sempre, purtroppo) la beatitudine, la felicità come quella che lui raggiunge con Beatrice.
Mentre Ulisse era spinto da curiosità e bramosia di sapere, Dante ha la ragione e la teologia dalla sua parte, compie il viaggio per volere di Beatrice (quindi divino, nella sua visione).
2007-03-16 16:30:07
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answer #7
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answered by тαℓìα 6
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Il viaggio di Dante è un itinerario dettato dalla salvazione e dalla sua Fede...Ulisse, e rende bene il concetto Kafka (Il silenzio delle sirene) in un famoso racconto, legato all'albero maestro chiuse le orecchie con la cera, ascolta il canto delle sirene...che tacciono...episodio che Dante non contempla in quanto materia pagana...ed è cusioso che l'episodio mitologico venga interamente stralciato dall'Alighieri...ma è sottaciuto nell'ostinazione di proseguire il viaggio da parte di Ulisse...non è solo un viaggio di conoscenza, né un tentare la volontà di Dio...è piuttosto un credere di udire l'inconoscibile...la mancanza della Grazia determina la dannazione di Ulisse...ma egli è dannato perchè presume una conoscenza che non gli appartiene, l'accettazione in absentia dell'inconoscibile determina l'ostinazione.
E' un trucco, una metafora della mente che si spinge oltre i limiti concessi...è la metafora della superbia.
Quindi, alle spiegazioni classiche, tutte valide, io affiancherei anche questa visione, un po' più cruda, ma credo veritiera.
Tre volte il fe' girar con tutte l'acque:
alla quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giú, com'altrui piacque,
infin che 'l mar fu sopra noi richuso».
La tomba di Ulisse è il mare...il mare plenum della conoscenza...incolmabile per ogni uomo.
2007-03-16 15:43:44
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answer #8
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answered by capocantiere 3
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forse ke quello di dante era un viaggio di purificazione mentre quello di ulisse era un viaggio di conoscenza di ciò ke l'uomo definiva "proibito" sfidando il volere di Dio
2007-03-16 15:00:11
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answer #9
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answered by lorena 1
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