Cosa ci facciamo in un'alleanza di paesi che hanno accettato un trattato di reciproca assistenza militare? Cosa ci facciamo noi che vogliamo stare nelle retrovie, che non vogliamo mandare altri uomini, che se muore un soldato cade il governo Prodi? Perchè non ce ne tiriamo fuori e viviamo beatamente in solitudine così non rischiamo niente? Lo sapete che preferiscono gli olandesi e altre nazioni minori tipo il Belgio a noi militarmente? Ci siamo riempiti la bocca con Cocciolone e facemmo ridere il mondo intero, ci muoiono i soldati in Iraq e Afghanistan e quando incominciamo a essere un pò credibili ci nascondiamo di nuovo? Non si sta in un'alleanza militare solo per prestigio internazionale grazie alle conferenze e alle riunioni a Bruxelles, in un alleanza si sta se c'è la volontà di unirsi agli alleati quando si presenta la necessità e non per assicurare la nazione che noi non prenderemo parte ad azioni di guerra. Ma che alleati siamo?
2007-03-16
00:26:50
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15 risposte
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inviata da
Mobo
3
in
Politica e governo
➔ Esercito
Grazie tacitu...c'è una piccola differenza..io ho passato 27 anni nella NATO, ho fatto più missioni io che tu cene con gli amici, ho lavorato persino con gli Speznatz russi..nella prima guerra del Golfo ero allo SHAPE alle operazioni..sai cosa significa? Che se me lo consenti so qualcosa di più di te al riguardo. E la politica è strettamente legata alla nostra storia nella NATO..da Andreotti in poi che nella guerra del Golfo ci ha fatto fare la figura dei super vigliacchi. Se vuoi ti racconto come ma in privato, visto che non permetti mail. Ciaio
2007-03-16
00:41:47 ·
update #1
Come sicuramente sai la Nato nasce come alleanza difensiva dopo la WW II. Dopo l'89 quando il nemico da cui difendersi di fatto non c'è più la Nato entra in una cruisi da cui si risolleva verso la fine degli anni 90 rilanciandosi come alleanza regionale di fatto non più solo a scopo difensivo. Il momento centrale di questa fase è la guerra in Kosovo, dove la nato ha un suo rilancio e ri-legittimazione.
Tutto questo ovviamente in modo molto semplificato.
Che ci facciamo noi nella NATO? Ecco secondo me noi nella NATO ci siamo rimasti perchè nessuno, neanche la sinistra, ha avuto il coraggio di dire fino in fondo che dopo l'89 tutto era cambiato e tutto si poteva ridiscutere. Questo non è stato fatto (anzi fu l'attuale Ministro degli Esteri D'Alema a portare l'Italia nell'attacco alla Serbia del 99 cosa che rivendica tutt'ora). Ormai ci sono delle cose che abbiama lasciato che diventassero tabù indiscutibili, al di la del buon senso e della ragione. Tra questi ci sta la fedeltà atlantica, un valore che tutti i nostri politici robadisocno e omaggiano come se fosse un valore di per se. La fedeltà atlantica è stata una scelta utile e necessaria in una certa parte della ns storia, forse però è il momento di ripensarla. Ma questo non si può dire.
Un'ultima considerazione. Ricordo un uomo politico italiano che disse che avevamo bisogno di un pugno di soldati morti per sederci al tavolo della pace.... non andò mica a finire bene. Legare la nostra credibilità internazionale al fatto di subire perdite di uomini mi fa molta paura...
2007-03-16 02:25:22
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answer #1
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answered by gio66_it 4
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I costi dell'occupazione yankee e quel vecchio slogan...
Tra le varie leggende che circolano da anni negli ambienti politici ed
economici della nostra Italietta atlantista e resistenziale, ce n'è
una che merita, di diritto, un posto di rilievo. E' quella che narra
della generosità dei nipotini dello zio Sam e dei vantaggi economici
derivanti dalla loro presenza nel nostro Paese. Sentiamo dire spesso
"Gli americani saranno anche un po' ingombranti, però pagano molto
bene l'affitto delle basi allo Stato italiano".
Tutto falso, completamente falso. La verità è contenuta nello
"Statistical Compendium on Allied Contributions to the Common Defense"
(rapporto sui contributi degli alleati alla difesa comune), il
rapporto che viene consegnato ogni anno dal Segretario alla Difesa al
Congresso degli Stati Uniti. Alla pagina "B-10" c'è la scheda che
riguarda l'Italia: vi si legge che il contributo annuale versato dal
nostro governo agli Usa per le "spese di stazionamento" delle forze
d'occupazione americane è pari a 366 milioni di dollari. Tre milioni,
spiega il documento ufficiale, sono versati cash, mentre gli altri 363
milioni arrivano da una serie di facilitazioni che il nostro governo
concede all'alleato: si tratta (pagina II-5) di "affitti gratuiti, da
sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite che riguardano trasporti,
tariffe e servizi ai soldati e alle famiglie e spese di manutenzione
delle basi". Nel caso delle basi americane, il 41% per cento dei costi
complessivi di stazionamento sono a carico del governo italiano: è
quanto emerge dall'analisi della tabella b-10 del rapporto.
Alla tabella E-4 sono invece messi a confronto gli alleati: più
dell'Italia pagano solo Giappone e Germania, mentre la fidata Gran
Bretagna è dopo di noi, con un contributo pari a 238 milioni di
dollari (27%). Il governo Berlusconi aveva incrementato i pagamenti
agli Usa, passando dal 37 al 41 per cento ed il governo Prodi, con il
silenzio/assenso di pacifisti, verdi e rifondaroli, non ha apportato
alcuna modifica. La maggior parte dei pagamenti, si legge nelle carte
ufficiali del governo di Washington nascono da "accordi bilaterali"
tra Italia e Stati Uniti, il resto viene dalla divisione delle spese
in ambito Nato. Il metodo di prelievo si chiama "burden-sharing"
(condivisione del peso) ed è illustrato nel "Nato Burdensharing After
Enlargment" pubblicato nell'agosto 2001 dal Congressional Budget
Office (Ufficio per il Bilancio) del Congresso Usa.
Vi si legge che i comandi militari Usa stimano che grazie a questi
accordi soltanto per le opere e i servizi nella base di Aviano,
proprio quella da cui partì l'aggressione imperialista all'Iraq, i
"contribuenti americani hanno risparmiato circa 190 milioni di dollari".
Nel rapporto "Defense Infrastructure" , consegnato nel luglio 2004 al
Congresso da parte dell'Ufficio governativo per la trasparenza, si
legge che "nel bilancio 2001 Germania e Italia hanno dato i maggiori
contributi, valutati rispettivamente in 862 e in 324 milioni di dollari".
Si tratta, spiega il rapporto, di contributi diretti e indiretti
"aggiuntivi rispetto a quelli della Nato". Inoltre in base alla
clausola "Returned Property Residual Value", contenuta negli accordi
Italia-Usa del 1995, se una base americana chiude, il nostro governo
deve anche indennizzare gli alleati occupanti per le "migliorie"
apportate al territorio". Gli Usa, per esempio, hanno deciso di
lasciare la base per sommergibili nucleari di La Maddalena in
Sardegna: una commissione mista dovrà stabilire quanto valgono le
opere e Roma provvederà a pagare. Ma non finisce qui. Dal Rapporto del
Government Accountability Office della Casa Bianca si apprende che se
l'Italia intende usare in qualche modo il sito entro i primi tre anni
dalla partenza degli americani, Washington avrà diritto a riaprire le
trattative per il "valore residuale". In parole povere, avrà diritto
ad un ulteriore indennizzo.
Ieri sciuscià e "senorite"; oggi affitti gratuiti, tariffe ridotte e
sgravi fiscali. E' il prezzo che noi italiani dobbiamo continuare a
pagare per la "liberazione" dal lupo cattivo "nazifascista". Ma il
caso Dal Molin ha aperto gli occhi a molte persone e qualcosa si sta
finalmente muovendo. A nord e a sud della nostra penisola si
moltiplicano di giorno in giorno, di ora in ora, i segnali di
"risveglio". E' di questi ultimi giorni la notizia della "ricomparsa"
sui muri di alcune città della Campania, una delle regioni dove la
presenza di basi americane è più significativa, di un vecchio slogan
di Giovane Europa e di Lotta di Popolo che recitava così: "Non sarà
oggi, sarà domani ma butteremo a mare le basi americane". Che si
tratti del risveglio definitivo?
Ernesto Ferrante
(RINASCITA)
2007-03-16 09:58:49
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answer #2
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answered by Anonymous
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Sì ma tu trascuri il fatto che a voler sputtanare l'Italia è solo la sinistra, minoritaria nel paese
2007-03-16 07:48:07
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answer #3
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answered by Anonymous
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Già, forse sarebbe il caso di chiarirsi le idee sui termini di questa alleanza, che nei suoi tratti fondamentali risale ai tempi dell'ultima guerra
2007-03-16 07:38:57
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answer #4
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answered by aratork 5
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Ci stiamo a fare quello che fanno tutti gli altri paesi,vogliamo non essere invasi da paesi arroganti e guerrafondai ed è per questo che esiste la NATO!
2007-03-16 07:37:30
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answer #5
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answered by PisentiAJO'!!! 6
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Bhe vedila da questo punto di vista, se non fossimo nella Nato dovremmo spendere dieci volte tanto nelle spese militare per la difesa del nostro paese, invece adesso ci pensano gli USA a difenderci con le loro basi sia NATO che americane sul nostro territorio.
Per quanto riguarda il tuo discorso sull'esercito, mi sembra che tu confondi l'esercito con la politica .. sei fuori logica.
2007-03-16 07:35:49
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answer #6
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answered by tacitulustaxim 2
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E pensare che gli americani all'inizio non ci hanno neanche voluto nella Nato perchè eravamo ritenuti un alleato inaffidabile. Alla fine dovettero cedere solo qualche anno dopo per le pressioni della Francia che pose il veto volendoci a tutti i costi per proteggersi dal lato del Mediterraneo.
2007-03-16 08:24:42
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answer #7
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answered by romance 5
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Mandami una e_mail a me, voglio sapere la tua storia
2007-03-16 07:44:14
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answer #8
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answered by djalilal 2
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Si bravo, E le basi NATO che ci sono in Italia dove le metti? Ma ti pare che l'Italia non conti un tubo dentro la NATO? Ma stai scherzando? Strategicamente l'italia è importantissima nel mediterraneo, altrimenti non c'evrebbero riempito di schifezze esplosive.
Non siamo noi che ci vogliamo stare (io non ci voglio stare di sicuro) ma sono loro che non ci mollano.
2007-03-16 07:40:51
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answer #9
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answered by alvaro4ever 7
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troppe domande.. penso sia colpa di tutti noi questa situazione.. noi votiamo i nostri politicanti ke poi ci fanno fare queste figure davanti a tutto il mondo... cominciamo a lamentarci di chi ci governa piuttosto di sapere a quale alleanza partecipiamo...
2007-03-16 07:39:25
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answer #10
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answered by ehi_bro 2
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