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3 risposte

Il quadro dei rapporti internazionali sorto attorno al secondo anno del conflitto vede nella seconda metà del 1945 il suo definitivo deterioramento. Gli eventi militari cominciano a delineare l'imminente revisione delle alleanze, così che mentre l'armata tedesca subisce il suo definitivo annientamento sui tre fronti europei, già si vengono chiarendo quali sono i veri interessi in gioco da parte di Stati Uniti e Unione Sovietica.

Non c'è dubbio che un ruolo importante nel cambiamento dello scenario mondiale lo ebbe il nuovo presidente degli Stati Uniti, Harry S. Truman, portatore di interessi e tendenze sociali che da anni covavano un profondo risentimento per i principi ispiratori del riformismo rooseveltiano del New Deal. E soprattutto per la sua tolleranza verso il "nemico" per antonomasia: l'URSS.

In quest'ottica, la storiografia contemporanea, avvantaggiata dalla conoscenza di documenti diplomatici solo recentemente desecretati, tende a leggere tutta la fase finale del conflitto mondiale, e soprattutto gli eventi legati alla Guerra civile in Grecia e alla liberazione dell'Italia del nord, più nell'ottica della politica di contenimento del comunismo che in quella più ideale, e finora indiscussa, di un ristabilimento incondizionato della libertà e della democrazia. I compromessi degli Alleati con la mafia siciliana, l'intolleranza nei confronti dei partigiani greci, le trattative già in atto fin dal '45 con i gerarchi nazisti minori, i bombardamenti indiscriminati operati in Italia e Germania a guerra quasi conclusa come forma di ammonimento nei confronti dell'Armata Rossa: tutto concorre a tracciare un quadro politico già definito nei termini di un confronto tra i "blocchi", per il quale tutto era considerato lecito, da entrambe le parti. Anche l'uso della bomba atomica.

Ormai è accertato, infatti, che il Giappone non costituiva più, almeno dall'inizio dell'anno, una seria minaccia per nessuno; che esso era alla disperata ricerca di uno spiraglio attraverso il quale uscire con un minimo di onore dalla guerra, e che questo spiraglio gli fu sistematicamente negato dall'apparato politico-militare statunitense. Lo scopo del presidente Truman era di impadronirsi del Giappone prima di Stalin, e a questo fine erano già pronte 10 armi nucleari.

Alla conferenza apertasi a luglio nel sobborgo berlinese di Potsdam, Truman e Stalin non avevano più nulla da dirsi: ciascuno dei due perseguiva già piani strategici e politici in netta rotta di collisione. E Churchill, forse il vero grande stratega di tutta l'immensa tragedia appena conclusa, era appena stato "licenziato" dai suoi concittadini, stanchi di guerra e di retorica.

http://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_mondiale#1945_2

2007-03-13 03:56:30 · answer #1 · answered by Warrior 6 · 0 0

Perché volevano guadagnare l'egemonia sull'Asia e sul Pacifico.
Negli anni precedenti all'attacco a Pearl Harbor in Giappone si era creato una sorta di "fascismo" che mirava a rendere il Paese forte e ricco, facendo leva sul sentimento nazionalista del popolo giapponese.
Inoltre, dall'apertura del Paese all'occidente nel 1868, il Giappone si era sforzato in ogni modo di ottenere un riconoscimento mondiale di parità con le potenze europee, non voleva assolutamente diventare un Paese sfruttato o "colonizzato" dagli occidentali, ma per far sì che ciò si avverasse aveva bisogno di mostrarsi moderno, all'avanguardia e , soprattutto, forte. A ciò, quindi sono dovute le varie guerre intraprese con la Russia e con la Cina e la colonizzazione della Corea e della Manciuria.

C'è poi da aggiungere che nel periodo vicino alla seconda guerra mondiale, cominciavano ad essere espresse le prime teorie di geopolitica, che vedevano nel futuro il mondo ripartito tra alcune nazioni "elette": Europa e Africa alla Germania, Asia al Giappone e America agli Stati Uniti.
Il Giappone rivendicava quindi il suo ruolo di nazione guida dell'Asia, ma per far ciò doveva ottenere anche il controllo sulle aree asiatiche del Pacifico, che invece erano in mano agi Stati Uniti.

In sostanza, i governanti del Giappone decisero che l'unico modo che avevano per ottenere la posizione di potere ambita era quello di conquistare i territori asiatici in mano agli Stati Uniti e di allearsi con la Germania...

Questo è quanto ricordo a grandi linee dei corsi di storia del Giappone che ho fatto l'anno scorso, potrebbero esserci delle inesattezze ma in sostanza i motivi principali erano questi.



X Cleliakitty: i Giapponesi sempre bellicosi e assetati di conquiste? Ma per favore!
In tutta la loro storia l'unica nazione che hanno tentato di conquistare, fino all'epoca moderna, è stata la Corea...
Dall'epoca moderna in poi hanno mirato ad altre nazioni, ma sopra ho spiegato il perchè. Altro che padrone del mondo! Per loro era già tanto essere riconosciuti come nazione a capo dell'Asia...

2007-03-16 07:03:04 · answer #2 · answered by 382 5 · 0 0

Devi sapere che i giapponesi sono sempre stati molto bellicosi e assetati di conquista. Io studio cinese e studiando la storia cinese ho incontrato spesso i giapponesi che fecero guerre con chiunque (russia,cina,india ...) per l'egemonia sull'Asia Orientale. L'America era la potenza occidentale e il Giappone quella orientale...voleva essere la maggiore potenza mondiale come fa l'America oggi.HA sempre voluto essere superiore a tutti e l'attacco a Pearl Harbour fu anche dovuto al fatto ke l'America voleva bloccare le flotte navali del Giappone perchè evevano portato la guerra in Asia (che non sarebbe stata coinvolta altrimenti).

2007-03-13 03:59:33 · answer #3 · answered by Cleliakitty 4 · 0 1

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