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2007-03-12 23:05:54 · 4 risposte · inviata da samantha21it 4 in Arte e cultura Arti visive Fotografia

4 risposte

1824-26 Nicéphore Niépce realizza le prime immagini stabili utilizzando il bitume di Giudea.

1833 Antoine Hercules Florence informa l'Académie des Sciences di aver fissato le immagini della camera oscura ma non riceve alcuna risposta. Non c'è nessun riscontro che avvalori la sua scoperta, tuttavia egli usa per la prima volta la parola fotografia e conia il verbo fotografare

1835 Henry Fox Talbot riesce a fissare temporaneamente, con una soluzione concentrata di sale, dei fogli di carta impregnati di cloruro d'argento.

7/1/1839 Louis Jacques Mandè Daguerre (1787-1851) annuncia di essere riuscito a fissare le immagini, senza rivelare i particolari dell'invenzione

ecc... se vuoi saperne ancora di più vai su http://www.photogallery.it/storia/istoria.html

2007-03-12 23:11:34 · answer #1 · answered by Andrea 3 · 1 1

La macchina fotografica è una diretta discendente della "camera oscura", un dispositivo ottico costituito da una scatola chiusa dotata di un piccolo foro (foro stenopeico) dal quale entra la luce; questa luce proietta all'interno della scatola, sul lato opposto al foro, l'immagine capovolta della scena che si trova davanti al foro. Inizialmente, prima di essere "rimpicciolite" ad una scatola, le camere oscure erano vere e proprie stanze usate da pittori e studiosi: da qui il nome "camera", che ancora ritroviamo nel termine fotocamera. La macchina fotografica è quindi semplicemente una evoluzione della camera oscura, dove al posto del foro stenopeico venne posizionato inizialmente una lente e adesso un più complesso obiettivo (gruppo di lenti).

L'invenzione della camera oscura non è certa: tra le prime notizie, gli studi dell'arabo Alhazen nel secolo XI; fu anche studiata da Leonardo, che propose di sostituire il foro con una lente. Fu largamente usata dai pittori come supporto e aiuto nella realizzazione di vedute e paesaggi (pare che fu usata anche dal Canaletto) e per lo studio della prospettiva, questo fino a quando, durante tutto il 1800, si studiarono e si trovarono materiali chimici da posizionare all'interno della camera in grado di registrare direttamente e permanentemente l'immagine proiettata, permettendo così la nascita della fotografia.

2007-03-13 07:49:16 · answer #2 · answered by Anonymous · 2 0

Il brevetto della prima macchina fotografica e' di Daguerre del 1939, anche se probabilmente furono Talbot e Nipce, qualche anno prima, a scoprire il procedimento della fotoimpressione.

Se vuoi andare ancora piu' indietro nella storia si dice che vi fosse nel '600 un pittore che fu ucciso dall'inquisizione perche' accusato di aver ottenuto dal diavolo la capacita' di riprodurre nella pittura il mondo tal qual era, ma le fonti ovviamente non esistono poiche' i suoi averi furono dati allle fiamme.

Daguerre era un grande faccendiere (in senso affettuoso) ed un grande innovatore. Si associo' con Niepce ed ebbe probabilmente la gloria per una scoperta non sua (Niepce mori' qualche anno prima del '39).

Non e' vero che egli non rivelo' i particolari tecnici, visto che regalo' l'invenzione alla comunita' scientifica.

2007-03-13 03:49:32 · answer #3 · answered by 3,141592653589793238462643383279 6 · 1 1

a fine 800 in francia soprattutto si diffuse lo stile artistico dell'impressionismo, cioè artisti come manet e monet si riunivano e andavano a dipingere en plain air cioè all'aperto e la novità di questi artisti fu il fatto che loro dipingevano un quadro e poi non lo modificavano , non è che andavano a casa a o modificavano da qui il nom eimpressionisti perchè dipingevano la prima impressione. la macchina fotografica deriva da qui nel senso che anche lei riproduce la prima impressione quindi diciamo che gli im,pressionisti furono altamente ispirati dalla macchian fotografica che inizio il suo svilupp o qualche decina di anni prima

La parola fotografia ha origine da due parole greche: photos e graphia. Letteralmente quindi fotografia significa scrivere (grafia) con la luce (fotos). Ebbe origine dalla convergenza dei risultati ottenuti da numerosi sperimentatori sia nel campo dell'ottica, con lo sviluppo della camera oscura, sia in quello della chimica, con lo studio delle sostanze fotosensibili. La prima camera oscura fu realizzata molto tempo prima che si trovassero dei procedimenti per fissare con mezzi chimici l'immagine ottica da essa prodotta; le sue prime applicazioni per la fotografia si ebbero con Niepce, al quale viene abitualmente attribuita l'invenzione della fotografia.

Nel 1813 egli iniziò a studiare i possibili perfezionamenti da apportare alle tecniche litografiche e da queste ricerche sviluppò un interesse per la registrazione diretta di immagini sulla lastra litografica, senza l'intervento dell'incisore.

In collaborazione con il fratello Claude, Niepce cominciò a studiare la sensibilità alla luce del cloruro d'argento e nel 1816 ottenne la sua prima immagine fotografica (che ritraeva un angolo della sua stanza di lavoro) utilizzando un foglio di carta sensibilizzato, probabilmente, con cloruro d'argento.

L'immagine, tuttavia, non poté essere fissata completamente, per cui Niepce fu indotto a studiare la sensibilità alla luce di numerose altre sostanze, soffermandosi sul bitume di Giudea che possiede la proprietà di divenire insolubile in olio di lavanda in seguito a esposizione alla luce.


J. N. Niepce: Vista della camera a Le Gras, 1826. Il tempo d'esposizione di 8 ore causa l'impressione che gli edifici siano illuminati dal sole sia da destra sia da sinistra.Il primo successo con la nuova sostanza fotosensibile risale al 1822, con la riproduzione su vetro di un'incisione che raffigurava papa Pio VII. La riproduzione andò però distrutta qualche tempo dopo e la più antica immagine oggi esistente è una di quelle che Niepce ottenne nel 1824, utilizzando una camera oscura nella quale l'obiettivo era una lente biconvessa, dotata di diaframma e di un rudimentale sistema di messa a fuoco. Alle immagini così ottenute Niepce diede il nome di eliografie.

Nel 1829 fondò con Louis Daguerre, già noto per il suo diorama, una società per lo sviluppo delle tecniche fotografiche. Nel 1839 il fisico François Arago descrisse all'Accademia delle Scienze di Parigi un procedimento messo a punto da Daguerre, che venne chiamato dagherrotipia; la notizia suscitò l'interesse di William Fox Talbot, che dal 1835 sperimentava un procedimento fotografico denominato calotipia, e di John Herschel, il quale sperimentava un procedimento su carta sensibilizzata con sali d'argento, utilizzando un fissaggio a base di tiosolfato sodico.

In questo stesso periodo, a Parigi, Hippolyte Bayard ideò un procedimento originale che faceva uso di un negativo su carta sensibilizzata con ioduro d'argento, dal quale si otteneva successivamente una copia positiva. Bayard fu però invitato, per evitare una concorrenza diretta con Daguerre, a desistere dalla continuazione degli esperimenti.

Lo sviluppo della dagherrotipia fu favorito anche dalla costruzione di apparecchi speciali muniti di un obiettivo a menisco acromatico messo a punto nel 1829 da Charles Chevalier. Tra il 1840 e il 1870 circa si ebbero numerosi perfezionamenti dei processi e dei materiali fotografici:

nel 1841 Francois Antoine Claudet diede nuovo impulso alla ritrattistica introducendo lastre per dagherrotipia a base di cloruro e ioduro d'argento, che consentivano pose di pochi secondi;
nel 1851 Frederick Schott Archer ideò il procedimento al collodio che si diffuse al posto della dagherrotipia e della callotipia.
Tra il 1851 e il 1852 vennero introdotte l' ambrotipia e la ferrotipia, procedimenti con cui si ottenevano dei positivi apparenti incollando un negativo su lastra di vetro sopra un supporto di carta o panno neri oppure di metallo brunito;
nel 1857 comparve il primo ingranditore a luce solare a opera di J. J. Woodward;
nel 1859 R. Bunsen e H. E. Roscoe realizzarono le prime istantanee con lampo al magnesio. Le prime immagini a colori per sintesi additiva si devono a J. C. Maxwell (1861), mentre L. Ducos du Hauron ottenne le prime immagini a colori mediante sintesi sottrattiva (1869) e R. L. Maddox introdusse un'importante innovazione: le lastre con gelatina animale come legante.
Infine, nel 1873 H. Vogel scoprì il principio della sensibilizzazione cromatica e realizzò le prime lastre ortocromatiche.

2007-03-12 23:20:55 · answer #4 · answered by claudia b 3 · 1 1

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