Se il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, annuncia l’approvazione in consiglio dei ministri della controriforma dell’ordinamento giudiziario e non protestano i magistrati, non protesta Di Pietro, esulta Repubblica, si ribellano il ministro Bonino (che vota contro), l’intera Rosa nel Pugno e gli avvocati, che sciopereranno per tre giorni. Vuol dire che siamo di fronte a una sconfitta: la sconfitta della politica nei confronti della magistratura.
Non ci sarà la separazione delle carriere e – bisogna ammetterlo – questa non c’era neanche con la riforma del ministro Castelli. Una riforma che l’attuale governo cancella, eliminando quelle norme che miravano a dare maggiore efficienza e responsabilità alle toghe.
Se il governo Berlusconi, con la riforma Castelli violava l’intoccabile santuario giudiziario, cercando di attenuare i privilegi dei magistrati e di salvare il disastrato pianeta giustizia da morte certa, il disegno di legge Mastella fa l’esatto contrario.
2007-03-10
02:51:50
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2 risposte
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inviata da
antonio_cau
4
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Politica e governo
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Il fatto è che al governo c’è Prodi, che verso la magistratura ha un innegabile debito di gratitudine, ci sono i Ds, che della magistratura si sono serviti per l’eliminazione degli avversari politici e da essa sono stati coperti, c’è Di Pietro, insieme con i parlamentari D’Ambrosio e Casson, che dalla magistratura provengono.
Risultato? Ciò che di buono era stato fatto è stato cancellato, ciò che prima scontentava tutti, oggi scontenta una parte della maggioranza, l’opposizione, gli avvocati ma non i magistrati, proprio coloro che sono la causa della crisi del sistema giudiziario e che da oggi riprenderanno a muoversi con la disinvoltura, la parzialità e la mancanza di responsabilità dei tempi passati.
D’altra parte, che la controriforma dell’ordinamento giudiziario fosse stata cucita su misura delle toghe lo dimostrano il silenzio rispettoso di Di Pietro e la rabbia della Bonino. Quanto agli avvocati, poi, che scioperino pure.
2007-03-10
02:53:08 ·
update #1
Il governo non li considera certo suoi alleati, visto come li ha trattati anche nel campo delle liberalizzazioni.
Il risultato di questa controriforma, che comunque dovrà affrontare il non facile esame del Parlamento, è la conferma della mancanza di autonomia di una parte della politica (la sinistra) nei confronti della magistratura, talmente subordinata da subire i diktat e le pressioni di uno strapotere giudiziario da oggi ancora più forte e sicuro di sé.
Tutto a discapito di un sano stato di diritto.
2007-03-10
02:54:39 ·
update #2