L'avevo conosciuta a scuola. Ero solo un bambino. Poi crescendo rimasi un bambino perchè non si può essere grandi per amare. Ed io l'amavo, dell' amore stesso di cui son fatti i sogni.
Poi, non pioveva. Arrivava piano l'autunno ed i suoi pensieri blu erano i miei fiori regalati. Avevo conosciuto i fiori dell' inverno. Il solletico era sempre stato divertente ma noi si era tristi come il vento che corre verso ciò che non conosce. E i miei petali blu ancora qui, i suoi con il vento. Lontani e perduti.
Ora mi sveglio nelle notti d' estate e penso che il tempo non torna mai. E la parola mai come il nero di una scatola.
Il vento è tristezza è lucida rassegnazione, è certezza d' eternità che non torna. Lei se n'è andata, con il fiore e la mia maglia rossa in mano.
Non tornerà, il vento si chiama Marco oggi, domani Mattia. Ma ieri si chiamava Lorenzo. Che non riesce a dormire nelle notti di vento, che non sa più amare. Che non sa dove andare.
2007-03-09
12:04:12
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Relazioni e famiglia
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