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...garantisco 10 punti VI PREGO

2007-03-09 06:10:40 · 6 risposte · inviata da Anonymous in Arte e cultura Libri ed autori

6 risposte

bhè...la poesia è molto triste,lui ricorda un amico morto suicida che sembra nn lasciare nessuno a piangerlo(per questo forse dice ''e forse io solo so ancora che visse'').questo m. sembra un apolide da come lo descrive...nn ha più la patria perchè si è trasferito in francia lasciando la sua famiglia e ha scelto di essere francese fino a mutare il proprio nome nn potendone più di ascoltare il corano....ma al tempo stesso nn è neanche figlio della francia perchè comunque nn riesce a ''scigliore il canto del suo abbandono''....rimane sospeso sul confine...è un apolide come ti dicevo prima.sente di nn appartenere a nessuna patria(e ricordati che per g.Ungaretti la patria è un pezzo di cuore) e quindi quasi di nn avere origini,radici...U. descrive anche il posto dove è sepolto il suo amico e lo definisce come un ''sobborgo che pare sempre in una giornata di una decomposta fiera''...anche questo sarcasmo è gelante...è un ossimoro...come può essere ''in fiera'' un camposanto?eppure con quella frase dà un'idea semplice e misera e demoralizzante e desolante della morte.E poi aggiunge di essere l'unico a conoscere quell'uomo...nn è orribile?nessuno ti piangerà...nessuno sarà lì a salutarti per l'ultima volta...e poi nn verrai sepolto nella tua ''terra'' ma in una terra cui nn appartieni...per u. è un concetto tristissimo...spero di esserti stata un pò d'aiuto e di averti dato qualche spunto per il commento

2007-03-09 06:59:47 · answer #1 · answered by Anonymous · 0 0

Ungaretti era un fanatico e un utopico...fascista fino a quando il Duce non gli voltò le spalle,poeta soldato fin dalla grande guerra è stato a parer mio uno dei peggiori artisti da ammirare...se puoi cambia poeta,ce ne sono moltissimi più bravi,creativi e profondi!A difesa di Ungaretti devo riconoscere il suo amore per la Patria e l'aver vissuto una vita piu da persona comune che da artista...

2007-03-09 07:05:26 · answer #2 · answered by astrodilovo 3 · 0 0

Tieni pure i dieci punti e fai uno sforzo...su che ce la fai!!!

2007-03-09 07:05:20 · answer #3 · answered by capocantiere 3 · 0 0

La guerra è, dunque, il momento, l’occasione che induce alla meditazione sui grandi temi della vita e della morte, sui temi dell’amore e della trascendenza.
I versi che compongono In memoria (1916) sono incentrati proprio su un fatto riguardante la sfera personale dell'autore: la poesia rievoca la sfortunata vita dell'amico Moammed Sceab, suicida nel 1913, con cui il poeta aveva condiviso l'indirizzo di Parigi, all'albergo di rue des Carmes, nel quinto arrondissement...
Moamed Sceab si toglie la vita perché si sente senza radici (déraciné). Esule in Francia e nel proprio paese, subisce una crisi di identità. Rimane come sospeso tra la tradizione, che ha lasciato alle spalle, e il nuovo orizzonte culturale, non sufficientemente interiorizzato. La condizione di dericinè di Moammed rispecchia molto da vicino quella del poeta che, pur di origine italiana, era nato in Egitto, da dove era successivamente emigrato in Francia. Anche il poeta si era sentito “senza patria” in rue des Carmes.
CIAO

2007-03-09 06:43:21 · answer #4 · answered by Totila 4 · 0 0

Breve biografia che ti servirà ad inquadrare il pensiero dell'autore (quindi anche il periodo storico quella è la chiave per comprendere lo sguardo del poeta )

Ungaretti nacque ad Alessandria d'Egitto il 10 febbraio 1888, dove la famiglia si era trasferita (il padre lavorava alla realizzazione del canale di Suez) da genitori lucchesi, studiò alla Sorbonne e collaborò con Giovanni Papini e Ardengo Soffici alla rivista Lacerba.

Nel 1914 tornò in Italia e quando scoppiò la Prima guerra mondiale si arruolò volontario, per condividere il destino dei suoi coetanei. Combatté sul Carso e poi in Francia.

Nel 1916 pubblicò la raccolta di poesie Il porto sepolto e, nel 1919, una seconda raccolta: Allegria di naufragi, nel 1933 uscì Sentimento del tempo.

L'evoluzione artistica di Ungaretti segue un itinerario che va dal paesaggio, all'umanità, alla riscoperta religiosa, all'impatto con la poderosa natura brasiliana, al dolore per la morte del figlio ed al ritorno a Roma allo scoppiare della seconda guerra mondiale; gli ultimi due avvenimenti, la tragedia personale della la morte del figlio e la tragedia universale della guerra danno come primo frutto il terzo libro basilare di Ungaretti:
Il dolore del 1947.
Attraverso la disperazione, il poeta trova la coscienza della responsabilità umana e della fragilità delle ambizioni dell'uomo; Ungaretti, nel pessimismo con cui contempla la tragica condizione umana, trova un messaggio di speranza per gli uomini (al contrario di Leopardi).
Gli ultimi venticinque anni di vita (muore a Milano nel 1970), rappresentano un esame critico del passato e traducono una forte ansia di rinnovamento.

Commento della poesia:

La memoria è la nostra coscienza, è ciò che ci lega al mondo. Non è solo individuale ma storica, collettiva. A volte sembra che la memoria ci possieda, ci stritoli e fa di noi quello che vuole. Noi possiamo manipolare la memoria ma può anche essere lei a stravolgerci ed anche distruggerci.

2007-03-09 06:24:11 · answer #5 · answered by Emanuela\ G 2 · 0 0

vai su wikipedia o prova con google la troverai di sicuro
prova qui
http://www.italialibri.net/opere/inmemoria.html

2007-03-09 06:23:05 · answer #6 · answered by niburu90 3 · 0 0

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