all'inizio la pensavo come Cippina 83, ma col tempo e con l'esperienza ho cambiato idea.
con l'inserimento in classi nomali i disabili perdono l'opportunità di usufruire di un insegnamento specifico, opportunamente studiato per loro (ma non è detto, anzi!), ma guadagnano senz'altro moltissimo sul piano della socializzazione e dell'inserimento (loro e della loro famiglia) in un ambiente cosiddetto "normale", il che, poi, nella vita sarà di importanza fondamentale, oltre a lasciare bellissimi ricordi (a loro e ai loro compagni) che scalderanno il cuore negli anni a venire.
questo per quanto riguarda fare l'interesse del disabile.
per quanto rigurda la classe, l'esperienza è in tutti i sensi altamente positiva, da tutti i punti vista, sia umano che educativo (anche in senso prettamente scolastico).
non fatevi ingannare dalle tragiche notizie di soprusi e prepotenze ultimamente, purtroppo, salite agli onori (!) della cronaca.
io ho una certa esperienza nel settore e non ho visto mai nè avuto mai notizia di cose del genere.
in quei casi, dispiace dirlo, la colpa è in gran parte, e ripeto: in gran parte, dell'insegnante che non si è tempestivamente attivato quando ha avuto sentore dell'insorgenza di un possibile fenomeno di emarginazione.
in una classe, mai, mai, mai si devono tollerare atteggiamenti offensivi o di rifiuto verso qualche compagno.
quello che si vedeva nel famigerato e disgustoso filmino di cui si è tanto parlato, non era un fatto isolato; era la conclusione di un anno di soprusi e di tormenti a danno di quel povero ragazzo, volutamente ignorati e tollerati dagli insegnanti.
NON è possibile che non se ne siano accorti.
la cosa terribile è che i prepotenti, che sono sempre pochi, avessero l'approvazione, più o meno tacita, di tutti i compagni.
in quella classe il progetto educativo è totalmente fallito.
non è che i ragazzi non abbiano colpe, anzi, ma gli insegnanti ne hanno molte di più.
scusate lo sfogo ma a distanza di tempo la cosa mi fa ancora infuriare.
2007-03-09 00:29:22
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answer #1
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answered by annamaria l 6
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io ho avuto un compagno div. abile, per cinque anni alle superiori.. pero a scuola era il cranietto della classe... aveva un cervello pazzesco... comunque eravamo talmente abituati ad averlo con noi, che facevamo tutto quello che si fa con un compagno normale.. lui stava in sedia a rotelle e spesso bisognava spingerlo...e mi è dispiaciuto troppo che nn abbia potuto condividere le gite di classe con noi.. pero era ed è simpatico.. e ci penso sempre a cosa starà facendo ora.. e quanto ne abbiamo combinato.. in una classe di 13 alunni al ragionieri di biscollai.. saluti alla memorabile 5^C piano terra!!!
2007-03-09 07:27:02
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answer #2
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answered by cricetta 3
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io lavoro in un centro disabili quindi non saprei come risponderti dato che non vedo differenze tra i miei ragazzi ,certo io sono solo un addetta mensa ma x me sono tutti meravigliosi nel loro modo vario e diverso di essere ,ho lavorato anche nelle scuole e ho notato che i bimbi dalla scuola materna fino circa la 3° elementare non vedono la differenza nei compagni x loro sono solo compagni da lì in poi cominciano a guadarli con occhi diversi alle medie raramente hanno rispetto ma è una cosa che riguarda anche gli altri compagni si tende a formare cerchie ristrette ed escludere gli"sfigati"disabili in testa,x il liceo non saprei dipende dalla persona dalla sensibilità e da ciò che vuole vedere nell'altro un compagno disabile in maniera grave ha comunque bisogno di un sostegno qualificato e non credo che attualmente la scuola italiana sia attrezzata e neppure preparata l'integrazione è un processo culturale lungo e quì siamo parecchio indietro me me accorgo quando i miei ragazzi rientrano dalle passeggiate al mercato ,al parco ecc a volte non riescono a trovare pizzerie dove andare perchè non vengono accettati e quindi se già è difficile trovare adulti che vedono i disabili come persone normali che vanno anche al ristorante e al mercato in una classe di 20 ragazzi quanti vuoi che ce ne siano di abbastanza maturi da guardare al di là dell' apparenza .ci sarà comunque sempre quello crudele,quello ignorante ,quello spaventato e quello a disagio e quindi in una classe il diversamente abile sarà una persona diversa a seconda degli occhi e dell'anima di chi la guarda .
2007-03-12 05:42:43
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answer #3
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answered by genga65 3
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una persona div abile è comunque una persona mormale come noi solo che ha qualche problema...perciò loro hanno esattamente i diritti che abbiamo noi di ctudiare, lavorare ecc...certo che se si può aiutare ci si aiuta...ma l aiutarsi è giusto farlo anche fra persone "normali"....non è tristezza perchè se uno prova tristezza è come dire provare compassione e non è giusto...
loro sono persone normali!!!1
ciao
2007-03-11 15:32:47
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answer #4
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answered by Chiara C 2
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In una classe vicina alla mia c'è una ragazza diversamente abile ma, le sue compagne mi raccontano che non è assolutamente un problema.Lei è sensibile ma anche allegra nonostante il suo problema e per i suoi compagni non è un motivo di tristezza bensì di riflessione sulla vita.
CIAO!!!!!!!!!!
2007-03-10 14:25:27
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answer #5
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answered by marta177 2
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un motivo di tristezza, credo, ma nn per il disagio ke si prova in classe... solo perkè si prova, anke se inconsciamente un forte dispiacere per persone di. abili come uatistici e simili.
2007-03-10 09:52:38
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answer #6
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answered by Mauro L 2
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io avevo due compagni così... a volte hanno creato disagio in classe perché magari limitavano anche noi in certe attività o roba simile, ma niente di importante! la cosa incredibile è l' entusiasmo che riescono a trasmetterti in ogni piccola cosa che riescono a fare...e nelle quali puoi aiutarli! dobbiamo cercare di imparare da loro, il loro stato non è invidiabile ma la loro gioia di vivere sicuramente!!!
2007-03-09 05:21:29
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answer #7
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answered by very 2
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io credo che gli insegnanti debbano essere capaci per ruolo a seguire queste persone, con un aiuto in classe magari, ma non credono che vadano separati dal resto del mondo anche per i ragazzi "normali" ... che imparino a convivere... la lontananza e la non conoscenza alla lunga spaventa!
2007-03-09 05:21:53
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answer #8
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answered by Anonymous
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Io non vado più a scuola ma sono dell'idea che i ragazzi diversamente abili debbano andare in scuole differenti dove ci sono insegnanti capaci e preparati ad educare e insegnare a queste persone...non sto parlando però di persone capaci ma che hanno problemi fisici come ad esempio i ragazzi costretti in carrozzina ma di quei ragazzi che necessitano di un insegnante di sostegno perchè fanno fatica ad apprendere come gli altri..non è discriminazione ma penso che debbano essere seguiti con più attenzione da persone qualificate
2007-03-09 05:15:22
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answer #9
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answered by Cippina 6
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Insegno da circa 30 anni, nella mia sezione ho un bambino autistico, 6 anni fa avevo suo fratello con lo stesso problema, pensa alla tragedia della famiglia. La scuola e l'ASL si sono attivate in tutti i sensi, sono state sfruttate tutte le risorse disponibili, i bambini migliorano di giorno in giorno ed io sono felice, sono stati accettati dai compagni di classe e sono stati predisposti degli spazi idonei, dove trascorrono alcuni momenti della giornata per fare attività specifiche.
Bisogna credere in quello che si fa, mai arrendersi. Chi non impara ad accettare il div. abile significa che "nella sua normalità" è ancor meno abile di lui.
2007-03-15 17:42:14
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answer #10
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answered by PINGUINO 3
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