no non è una condizione naturale ,ma culturale.noi siamo costruttori di cultura,non di natura che di per sè è già data.
da un certo punto di vista per avere più comodità in effetti ci stiamo un pò castrando,ma d'altronde se quelle stesse comodità non esistessero(vedi la tecnologia)avremmo lavorato di più in altri modi e settori,perchè il nostro modello sociale è impostato così..sul lavoro....
il discorso è però profondo,la nostra è una società basata su lavoro e perchè questa impostazione cambi ,così pure tutti i livelli sociali e "gerarchie" ad essa collegati ,il processo storico dovrebbe maturare verso direzioni differenti.questo si può avere,perchè al di la di ciò che è già dato,un processo storico è costruito,quindi mutabile..come è sempre mutato nel corso della storia.perchè questo avvenga però dovrebbero mutare le priorità ed il concetto sociale su cui è basata la costruzione delle nostre regole culturali.
2007-03-08 03:24:23
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answer #1
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answered by ♥sonia s 6
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innanzitutto x me la condizione naturale e' il cazzeggio...ma nn e' possibile.
e in effetti e' come dici tu si vive x lavorare e nn il contrario....questa cosa fa venire una certa nausea..angoscia...ansia e inquietudine...sob
2007-03-08 12:01:02
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answer #2
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answered by sixi 4
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trovo sia una costruzione sociale che gli uomini si son dati per vivere e far crescere le loro società, ma trovo che abbia anke una funzione di controllo su di noi, di vincolo con la nostra vita, se non lavori non mangi, non puoi garantirti uno status, non puoi mantenere una famiglia ecc... Se il lavoro è una condizione naturale non significa che naturali debbano esser le situazioni lavorative!
Marx insegna!
2007-03-08 12:54:37
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answer #3
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answered by morrissey80 4
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L'uomo dovrebbe attivarsi in una attivita' preferita che lo soddisfa e che sia di utilita' per gli altri esseri viventi. Il cosidetto lavoro dovrebbe essere un piacevole passatempo utile anche agli altri.
Il lavoro inteso come ai giorni nostri e' solo vero schiavismo.
Si lavora perche' e necessario avere del contante per sopravvivere, in questo modo diventiamo schiavi di un perverso sistema economico.
Oppure......siamo gli schiavi di una volta che hanno comunque migliorato la loro condizione ricevendo in cambio un salario. Dipende dai punti di vista.
2007-03-08 11:39:22
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answer #4
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answered by Anonymous
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La penso esattamente come te, il lavoro occupa troppe ore della nostra giornata e sempre più persone si stanno abituando allo stress, ai ritmi ossessivi a cui sono sottoposte ogni giorno.
Anch io come te non ho una spiegazione logica riguardo la tua questione ma ho il sentore che tra qualche anno la maggior parte di noi avrà un pc e così lavoreremo quasi tutti a casa propria ed elimineremo tutti gli stress dovuti al traffico, le varie tipologie di mobbing dovute anche a quegli ambienti di lavoro particolarmente "malsani", i ritmi frenetici e il fiato sul collo del principale etc etc Avremo più tempo da dedicare a noi stessi, ai nostri hobby e anche ad un sano ozio che ogni tanto ci vuole.
Penso che lavorando da casa la qualità della vita dovrebbe migliorare sensibilmente o almeno lo spero.
Concludendo, penso che il lavoro non sia una "condizione naturale" per l'uomo, almeno per quelli (la maggior parte degli uomini) che svolgono un lavoro che non amano e che non li appassiona.
Ciao
Andyyy
2007-03-08 11:17:44
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answer #5
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answered by Gallo citrone ★★★ 5
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Direi piuttosto che è una condizione "necessaria". Tutti lascerebbero il lavoro e ozzierebbero se fosse possibile pagare la spesa con un bel grazie, o andare al cinema e pagarsi il biglietto con una frase ad effetto del tipo "a buon rendere". Sarebbe davvero meraviglioso. Però se ci penso bene se nessuno lavorasse non ci sarebbero i supermercati perchè non ci sarebbe niente da vendere perchè non esisterebbero le fabbriche, non ci sarebbero i cinema perchè gli attori sarebbero una categoria inesistente e nemmeno chi fa i pop corn. Oooooooo nooooooooooooooooooo!!! Va bene l'ozio, ma la totale nullafacenza no. Meglio allora lavorare e godersi un bel film al cinema. Cmq sono d'accordo sul fatto che ci siano categorie di lavoratori che si ammazzano tutta la settimana per uno stipendio da fame e che non possono permettersi nemmeno i più piccoli piaceri della vita e al contrario imprenditori multimilionari (ovviamente parlo dei grandi imprenditori, non delle imprese a conduzione familiare) che fanno la bella vita grazie ai dipendenti, è bello gestire da dietro una scrvania.
2007-03-08 11:14:56
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answer #6
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answered by ♥Minnie♥ 5
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Mi rifaccio ad una canzone di Celentano: Chi non lavora, non fa l'amore... A parte l'eufemismo, bisogna pur vivere, e visto che la manna non cade più dal cielo, vedi un pò tu...
Chi opprime i più deboli ci sarà sempre, purtroppo.
2007-03-08 11:11:32
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answer #7
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answered by . 7
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Perfettamente daccordo....con...te...!!! Ma per vivere ci vuole del denaro......ma il denaro lo devi guadagnare lavorando...!!
...Poi ci sono le eccezioni....quelli che non lavorano...ma fanno lavorare gli altri al loro posto....!!!
2007-03-08 11:00:44
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answer #8
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answered by indiano americano d.o.c. 4
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sono d'accordo anche se sono d'accordo anche con levinas.. L'io ha un contatto con il mondo attraverso il godimento delle cose in cui siamo immersi. L'io per essere si muove verso il mangiare per poi ritornare a se ed esistere. Le macchine sono l'utopia di eliminare questa distanza tra l'io e il mondo e per poter vivere in contemplazione senza bisogni.. Ma le macchine sono nel mondo.. non nell'io.. Invece per quanto riguarda il superfluo.. beh tutti ne abbiamo un bel po'. Cerchiamo poi di fare una differenza tra lavoro, come arte e opera dell'uomo, e lavoro come sfruttamento, cioè l'utilizzo dell'uomo come mezzo per l'opera. L'uomo diventa simile ad una macchina e viene utilizzata da altri uomini come mezzo per..
2007-03-08 11:17:51
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answer #9
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answered by Fiordiluce 3
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