Che senso ha questa giornata? Ma più in generale, che senso hanno le "lotte femminili"? Con tutto rispetto, ovvio.. ci sono parti del mondo dove le donne si vedono negati diritti essenziali.. ma in questa parte dell'emisfero che senso ha parlare di "lotte femminili".. "conquista della parità di diritti da parte delle donne".. a me non sembra ce ne sia bisogno.
Credo che, vista la percentuale di donne presente rispetto a quella degli uomini, se tutte le donne votassero donna ora il Presidente della Repubblica indosserebbe la gonna. Non credete quindi che il problema non risieda nella società, ma piuttosto nella mentalità delle donne stesse?
P.S. conosco il motivo per cui si festaggia l'8 Marzo.. e la realtà di molte donne in varie parti del mondo. La mia domanda riguarda la realtà di questa parte del globo infatti..
2007-03-07
19:23:27
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5 risposte
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inviata da
Anonymous
in
Società e culture
➔ Società e culture - Altro
Donatella D: rispondo a te non per "ripicca", ma perchè ritengo la tua un'ottima risposta. A livello politico non concordo con te: ripeto che se tutte le donne votassero una donna (ce ne sono), il problema non sussisterebbe.
In famiglia hai ragione: un uomo ha molto più spazio per la carriera, la donna combatte con due nature in lei presenti==> carriera o famiglia?.. una volta scelto però, poco da lamentarsi.
Integrazione? Certo! Hai pienamente ragione:il buonismo che caratterizza la politica in materia è altamente controproducente..
Allo stesso modo convengo con te sull'idea della "donna oggetto". Hai ragione.. questo è proprio un problema, un vergognoso problema culturale
2007-03-07
20:23:36 ·
update #1
esiste la festa della donna perchè fino al 1945 le donne non erano chiamate a votare....hanno fatto un tipo di rivoluzione e finalmente abbiamo raggiunto il livello dell'uomo!
2007-03-07 19:33:11
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answer #1
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answered by Anonymous
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La tua domanda è molto interessante, e dici una grande verità quando affermi che il problema sta nella mentalità delle donne stesse. Il problema è infatti che molte donne sono "stufe" del femminismo perché pensano di aver raggiunto già la parità, ma nella realtà non è così. Per esempio, una donna Presidente non l'abbiamo mai avuta perché la casta dei politici è ancora molto chiusa e maschilista. Infatti non hanno MAI candidato seriamente una donna a Presidente del Consiglio o al Quirinale. Alle ultime elezioni le liste erano blindate dai partiti e le donne capolista dov'erano? Anche nel mondo del lavoro, se parli con una manager affermata, magari single e con il macchinone, ti dirà che la parità ce l'ha già. Ma magari la sua vicina di casa operaia guadagna meno del collega maschio. In caso di licenziamenti, le prime a essere mandate a casa sono le donne.
Ma il vero ambito nel quale NON c'è parità è la famiglia. Le donne lavorano, seguono i figli, curano i genitori anziani, gli uomini troppo spesso tornano a casa, si tolgono la cravatta e vengono serviti e riveriti come 60 anni fa. Su questo fronte siamo ancora troppo indietro, ci sono gli uomini che collaborano ma sono pochi e soprattutto troppo spesso lo fanno pesare.
Quando la situazione in famiglia è così sbilanciata, per forza una donna sacrifica la carriera: tra due lavori sceglierà quello più vicino a casa e non quello che le piace di più; se ama la politica o vuole fare volontariato, deve combattere in famiglia per trovare lo spazio e il tempo per queste cose.
Se parli in giro con le donne, molto poche ammetteranno questa dura realtà, perché la maggior parte di noi donne pensa che questi sono problemi familiari e non politici. Si sbagliano.
Aggiungo che i maltrattamenti sulle donne e gli stupri, che ci sono sempre stati, sono una parte del problema. Sono frutto di una cultura che vede le donne come oggetto di possesso. Una donna oggi è libera di studiare e di votare, ma spesso non è libera dentro le mura di casa: ribellarsi a un marito manesco o addirittura lasciarlo può significare la morte.
Per cambiare la società si deve partire dalla famiglia.
Infine un piccolo appunto: mi sembra che tu consideri l'Italia una società evoluta, lontana dai problemi del terzo mondo e del mondo islamico. Ma nel nostro Paese gli immigrati sono tantissimi, e purtoppo molti trattano le donne come nel loro Paese. Riscattare queste donne non è problema loro, è problema di tutti, perché anche se non vogliamo i loro figli e nipoti domani conviveranno con i nostri. Mia figlia tra dieci anni si potrebbe fidanzare con un figlio di immigrati: se permetti ci tengo che da donna libera non diventi sottomessa e magari sparisca sotto un velo.
Un abbraccio, e grazie di aver sollevato l'argomento.
2007-03-07 20:01:51
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answer #2
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answered by Donatella D 3
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le donne hanno tutti i meriti di avere un giorno dedicato tutto a loro.... in molte parti del mondo non hanno dei diritti essenziali come dicevi tu ma nei tempi passati molte donne di questo emisfero hanno lottato fino alla vittoria per i diritti che noi fortunate adesso sfruttiamo e riusciamo a vivere in una società di pari oppurtunità.... le donne riescono sempre a differienzarsi dagli uomini in tutti gli ambiti....
2007-03-07 19:38:05
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answer #3
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answered by Anonymous
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in grande parte hai ragione...
ma anche in questo emisfero "sviluppato" ci sono ancora "combattimenti" per la parità.... si vede che sei uomo... non sai che problemi ha una donna che ha scelto di studiare fino alla morte per fare una certa carriera e poi incontra il muro della differenza che si fa tra una donna e un uomo ...
2007-03-11 09:21:31
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answer #4
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answered by Piti 4
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io di dico quello ke so:
La Festa della donna è una giornata di lotta, specialmente nell'ambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche - se non soprattutto - da connotati di carattere commerciale e politico.
[modifica] Ipotesi sull'origine
L'origine della festività è controversa. Una possibilità è che la sua istituzione risalga al 1910 nel corso della II Conferenza dell'Internazionale socialista di Copenaghen. Sarebbe di Clara Zetkin la proposta di dedicare questo giorno alle donne.
Alcune femministe italiane (Irene Giacobbe, Tilde Capomazza, Marisa Ombra) sostengono tuttavia che non c'è nessuna prova documentata a supportare questa ipotesi. Il movimento operaio e socialista di inizio secolo ha celebrato in date molto diverse giornate dedicate ai diritti delle donne e al suffragio femminile. L'unica data certa è l'8 marzo 1917 (27 febbraio secondo il calendario non riformato) quando le operaie di Pietroburgo (Russia) manifestarono contro la guerra e la penuria di cibo (nell'ambito della rivoluzione di febbraio). Le autrici citate ipotizzano che per rendere più universale e meno caratterizzato politicamente il significato della ricorrenza, si preferì omettere il richiamo alla Rivoluzione russa ricollegandosi ad un episodio non reale, ma verosimile, della storia del movimento operaio degli Stati Uniti (vedi a proposito la sezione successiva).
In Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa.
[modifica] La leggenda della fabbrica Cotton
Per approfondire, vedi la voce Incendio della fabbrica Triangle.
In Italia è molto diffusa un'ipotesi che fa risalire l'origine della festa ad un grave fatto di cronaca avvenuto negli Stati uniti, nel 1908 a New York. Alcuni giorni prima dell'8 marzo, le operaie dell'industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l'8 marzo Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita. Poi allo stabilimento venne appiccato il fuoco (alcune fonti parlano di un incendio accidentale). Le 129 operaie prigioniere all'interno non ebbero scampo.
Altra ipotesi è che questa storia derivi da un avvenimento storico: l'incendio che avvenne nel 1911 (quindi dopo, e non prima della tradizionale data di nascita della festa, il 1910), a New York, nella Triangle Shirtwaist Company. Le lavoratrici non erano in sciopero, ma erano state protagoniste di una importante mobilitazione, durata quattro mesi, nel 1909. L'incendio, per quanto le condizioni di sicurezza del luogo di lavoro abbiano contribuito non poco al disastro, non fu doloso. Le vittime furono oltre 140, ma non furono tutte donne, anche se per il tipo di fabbrica erano la maggior parte. I proprietari della fabbrica si chiamavano Max Blanck e Isaac Harris, vennero prosciolti nel processo penale ma persero una causa civile
e poi un po di biografia
8 marzo : storie miti riti della giornata internazionale della donna - Tilde Capomazza, Marisa Ombra - Roma : Utopia, 1987.
ho studiato a scuola e nel compito in classe ho preso un bel 10
ciao bacioni
2007-03-07 19:57:01
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answer #5
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answered by Anonymous
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