vivere nella saggezza del silenzio...
e ogni cosa ti comunicherà...
non puoi forzare nulla alla risposta
ne otterrai solo ostruzionismo...
Bacio alla gomma americana
;-)
2007-03-07 21:49:03
·
answer #1
·
answered by Anonymous
·
2⤊
0⤋
Non sono d'accordo caro Maral, per me oggettivo in questo caso assume il significato di reale e verificabile in quelle precise condizioni.
La nostra descrizione della natura è limitata alle condizioni in cui noi interagiamo con essa e queste condizioni rappresentano l'unica realtà esistente.
Tutto ciò con cui non puoi interagire in nessuna maniera è non solo inconcepibile, ma inesistente.
Il fatto che l'interazione con la natura la modifichi non significa che la sua descrizione non sia oggettiva, significa che essa è oggettiva in quanto noi siamo parte di lei nel fenomeno in osservazione.
Potremmo dire che la natura assume un'altro stato e risponde a leggi fisiche diverse se non è osservata?
Potremmo sicuramente, ma avrebbe la stessa valenza dell'affermare il suo esatto contrario.
Con questo non voglio fare del determinismo, in quanto questo concetto è già stato ampiamente smentito dalla termodinamica e dalla fisica quantistica, voglio solo dire che il metodo scientifico secondo me è da considerarsi descrizione completamente oggettiva in quanto la nostra interazione è da considerarsi parte integrante del fenomeno in esame.
Bacone credeva nell'esistenza di una realtà assoluta e trascendentale, io credo nell'esistenza di una realtà dinamica e condizionata dal nostro interagire con essa.
Sempre pronto naturalmente a ricredermi pentirmi e contrirmi per la mia superbia!
Che la Verità e l'Amore illuminino sempre la tua filosofia!
2007-03-08 06:22:24
·
answer #2
·
answered by Anonymous
·
1⤊
0⤋
Completamente o in assoluto conoscenza oggettiva? Una domanda posta alla natura da parte della mente umana non esaurisce una risposta assolutamente vera in se` e per se`. La nostra mente attinge le idee platoniche, ma non le digerisce in termini assoluti. Non per questo pero` non siamo mai, almeno relativamente, sicuri di aver scalfito parte della verita`. Noi abbiamo solo questi mezzi sensoriali per conoscere la verita`: una mole di cognizioni certe, ma non assolute e mai incerte al punto tale da dubitare delle premesse conoscitive. Ecco perche` alla verita` non si arrivera` mai in termini assoluti attraverso i sensi e i ragionamenti della nostra natura umana, fermo restando che qualcuno riesca ad afferrare piu` di qualcun' altro, e fermo restando che nessuno potra` mai dire di aver afferrato tutto quello che c' era da afferrare in termini assoluti e finali. Il metodo scientifico non si esaurira` mai, intendendosi che alternative ai sensi dell' uomo non esistono in pelle ed ossa su questa terra. Le domande su answers potrebbero anche esaurirsi, ma le domande dell' uomo non si esauriranno mai...e qui sta il bello della natura umana....non ci si stanchera` mai di cercare.
2007-03-07 09:55:24
·
answer #3
·
answered by giulietta 7
·
1⤊
0⤋
Conoscendo oggettivamente la natura si può risalire a la conclusione che sia tutto semplicemente una illusione. come Matrix. ... energia che accumulandosi formano dei solidi che assieme a un altro tipo di energia vitale (la vita, spirito, anima ...) forma la vita.
Aquesto punto uno può provare la alternativa della religione.
2007-03-07 08:20:07
·
answer #4
·
answered by Anonymous
·
1⤊
0⤋
No, non penso ci siano alternative e si è costretti ad arrendersi malinconicamente di fronte al fatto che non esiste nulla che possa dare una descrizione completamente oggettiva della natura come di altro. Pensa che il grandissimo Aristotele diceva che "le scienze si pongono un fine e una volta raggiunto lo tralasciano", come per dire che il percorso per raggiungere un risultato è in fondo più importante del risultato in sè, perché è proprio il percorso che fa sì che la conoscenza si sviluppi. Riguardo la tua domanda, il risultato - come scrivi tu stesso - sarebbe persino pienamente tralasciabile perché la natura diventa subordinata alla domanda. Accontentiamoci allora di quel pochino di sapere che ci fa tanto meravigliare quando lo vediamo per la prima volta, ché se la conoscenza in sè è impossibile da avere di conseguenza è impossibile avere una visione oggettiva in sè e trovare uno strumento che la fornisca.
2007-03-07 08:20:04
·
answer #5
·
answered by Elena, sturmunddrangmirabile 2
·
2⤊
1⤋
lascia che la mia mente si eserciti nonostante sia una profana in materia
Se per natura si intende l'insieme delle leggi fisiche che governano l'universo, possiamo interrogarci limitatamente ad una di queste forze e limitatamente a quella ricevere risposte, ma non potremo mai comprenderne la complessità, semplicemente perchè il nostro punto di vista non puo' essere oggettivo, avendo come punto di osservazione un ruolo interno ad essa e non esterno e quindi superiore e distaccato (l'uomo è una piccola parte della natura e il cerchio piccolo non puo' comprendere il cerchio grande che lo contiene)
se invece per natura intendi l'osservazione degli elementi che la compongono (alberi, mari, fiumi, cieli, terre) allora concordo sulla tua osservazione, difatti ogni cosa che osserviamo, della quale ci domandiamo l'origine non puo' prescindere dalla nostra limitata interrogazione e anche raccogliendo ogni osservazione in un unico libro, ne nascerebbero sempre altre domande e altre risposte
La scienza è patrimonio dell'uomo e come tale non puo' superare la natura umana nell'osservazione
Metodi alternativi non ne conosco, forse dovremmo porvare a lasciare che sia la natura a conoscere noi, agendo per e con essa anzichè combattendola per prevalere su di lei
:)
(marat, te che sei un filosofo, mi rispondi alla mia domanda sulla pietra che pietra perfavore?)
2007-03-07 13:16:47
·
answer #6
·
answered by Anonymous
·
0⤊
0⤋
non so rispondere alla tua domanda ma volevo dirti che ti invidio
è come se tu riuscussi a vedere all'interno delle cose mentre io mi fermo alla superficie , come fai ?
ciao
2007-03-07 08:22:34
·
answer #7
·
answered by ginni_70 3
·
0⤊
0⤋
No.
E aggiungo che, poiché noi percepiamo le nostre sensazioni in base ai nostri bisogni del momento (del qui ed ora), la natura non avrà mai una forma oggettivamente oggettiva se non in rapporto con il nostro organismo, che cmq fa parte di essa.
2007-03-07 07:57:01
·
answer #8
·
answered by Alice_da_quel_paese [AJò] 4
·
0⤊
0⤋
Ad una conferenza su René Thom, quello della teoria delle catastrofi in fisica per intenderci, il docente di Epistemologia ci spiegò che la scienza non indaga il vero ma il verosimile, quindi ciò che appare, Plank" h" che indica in realtà la variabile dell'osservatore e ciè questi dati sono perché c'è "h" come osservatore, credo che protagora avesse in parte ragione quando diceva che "l'uomo è misura di tute le cose" e così la conoscenza della natura può essere parziale e solo in parte oggettiva ovvero quando siano chare tutte le premesse e i risultati siano onesti.
L'onestà intellettuale è quella che rende esplicito il punto di vista di chi opera una ricerca e ne palesa strumenti e materiali e la ricerca sarà valida solo in virtù di questi elementi.
Per quanto profonda la nostra conoscenza è limitata da diversi fattori non ultima la differenza linguistica che fa individuare ad un eschimese nove tipi di neve diversa in base alle caratteristiche e agli effetti mentre per noi è solo neve, o a un beduino 6 defnizioni di rossi in base al materiale da cui è ricavato mentre per noi è solo rosso, o per noi il tempo verbale è importante 8 indicativo, 4 congiuntivo etc... per i cinesi l'infinito è più che sufficiente ciò che nominiamo e ciò che descriviamo sono dipendenti dalla lingua che parliamo perché la lingua è la forma della conoscenza... allora dov'è l'oggetività?
Stat rosa pristina nomen, nomina nuda tenemus. (U. Eco Il nome della rosa)
Alternative? non saprei forse ammettere che esistono diversi punti di vista e spesso tutti leciti, ricavando da ciò la lezione che veramente la diversità è una ricchezza!
2007-03-07 19:43:02
·
answer #9
·
answered by Klukly آمنة تحـبً السلام 5
·
0⤊
1⤋