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2007-03-05 22:33:37 · 14 risposte · inviata da patrixdotcom 4 in Politica e governo Esercito

"pensieronuovo", leggiti qualche libro di gino strada poi ne riparliamo...

2007-03-06 03:35:06 · update #1

14 risposte

Perche' si mascherano dietro ad un falso intento di portar democrazia, il motivo per cui cercavano di ammazzare la Sgrena ed anno ucciso Calipari e' che temevano che la Sgrena descrivesse i loro interventi "mirati e intelligenti" a suon di fosforo bianco violando la convenzione di ginevra e steminando civili donne e bambini.
Quello Americano e' uno stato canaglia ed il loro "portar democrazia nel mondo" e' peggio di un atto terroristico, almeno i terroristi dichiarano apertamente e senza falsita'i loro obbiettivi!
PER ORACLE: chi ha usato Calipari come scudo? al cermis la funivia era piena di terroristi che si facevano scudo con gli sciatori? E a ustica? E a portella della ginestra?

2007-03-05 22:41:13 · answer #1 · answered by bowman900 3 · 6 7

In guerra ci sono sempre degli innocenti che muoiono, altrimenti non sarebbe una guerra. Piuttosto ci sarebbe da domandarsi quanto di vero ci sia nelle notizie che vengono diramate: non mi meraviglierei che quei morti civili fossero dissidenti uccisi da loro stessi e poi fatti passare per vittime dei raid americani. E' già successo altre volte, quei bastardi sono capaci di tutto.

2007-03-06 07:12:10 · answer #2 · answered by lunavuota 2 · 8 3

quando si combatte una guerra nascondendosi tra i civili e molte volte usandoli deliberatamente non ci si deve stupire se gli stessi ne vanno di mezzo.
era successo anche in somalia ai nostri soldati che peraltro si fecero sparare ma non fecero una strage pur essendo in condizioni di farlo.
con questo ogni azione che veda vittime civili ed innocenti è da condannare senza se e senza ma.

2007-03-06 11:56:39 · answer #3 · answered by leonenero1959 3 · 3 0

Perchè gli altri paesi cosa fanno????
Gli americani ammazzano con gli attacchi ''mirati e intelligenti'', gli arabi ammazzano con gli attacchi (che non hanno nulla di mirato e tanto meno di intelligente) kamikaze etcc..
Non sono gli americani che causano piu morti fra i civili... (e purtroppo e sempre cosi) leggi questo e capirai chi sono i veri guerrafondai... Il 2006 si chiude con 24 guerre in corso, due in meno di dodici mesi fa



Rispetto alla fine del 2005, non si combatte più in Nepal, Burundi, Waziristan e Balucistan, ma nuovi conflitti sono scoppiati in Libano e Repubblica Centrafricana. La maggioranza delle guerre in corso si concentrano come sempre in Africa (Somalia, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Nigeria, Ciad, Etiopia, Costa d’Avorio) e in Asia (Afghanistan, Kashmir, India, Sri Lanka, Myanmar, Thailandia e Filippine). Sempre in fiamme il mondo arabo (Iraq, Palestina, Libano e Algeria). Si combatte ancora anche in Europa (Cecenia e Turchia) e in America latina (Colombia e Haiti).
Medio Oriente. Il 2006 è stato caratterizzato dalla guerra in Libano. Dopo il ritiro delle truppe israeliane nel 2000, il conflitto tra le milizie di Hezbollah e l’esercito di Tel Aviv ha di nuovo infiammato l’area. Da una parte, gli Stati Uniti e Israele accusano la Siria e l’Iran di aver utilizzato Hezbollah per i propri fini, dall’altra la guerra libanese ha fatto passare in secondo piano il dramma della popolazione palestinese. Un anno fa, in Palestina, si era fatta strada la speranza, con lo sgombero dei coloni dalla Striscia di Gaza, ma oggi la situazione è degenerata in una potenziale guerra civile tra Hamas e Fatah, in uno scenario bloccato dove i primi hanno vinto le elezioni, ma i secondi sono gli unici riconosciuti dalla comunità internazionale. La situazione in Iraq, dopo 4 anni, è drammatica: il 2006 ha segnato il massimo tributo di sangue dall’inizio della guerra. Il programma nucleare iraniano pare annunciarsi come l’argomento chiave del 2007, assieme alla frattura tra sunniti e sciiti che dall’Iraq s’irradia in tutto il mondo arabo e islamico.

Asia. Il 2006 è stato per Afghanistan l’anno di guerra più intensa dalla cacciata dei talebani: il livello del conflitto è ormai paragonabile a quello iracheno e la Nato fa fatica a contrastare la resistenza talebana nel sud del paese. Nel vicino Waziristan pachistano, retrovia dei talebani, è invece finita la guerra tra questi e l’esercito di Musharraf, il quale ha cessato le ostilità anche con gli indipendentisti del Balucistan. Prosegue invece senza sosta la sanguinosa guerra per procura tra Pakistan e India per il controllo del Kashmir indiano. Sempre in India, sono ancora attive le guerriglie in Andra Pradesh e Assam. Sanguinosa recrudescenza, quest’anno, della guerra in Sri Lanka tra governo e Tigri tamil dopo la tregua post-tsunami. Mentre è tornata la pace in Nepal dopo dieci anni di guerra tra governo e ribelli maoisti. Continuano i conflitti nelle Filippine (guerriglia comunista al nord e islamica al sud), la guerra della giunta militare birmana contro la minoranza karen e la ribellione islamica nella Thailandia del sud. I test nucleari nordcoreani hanno innescato un’inquietante corsa al riarmo in Giappone, Taiwan e Cina.

Africa. E’ un bilancio in chiaroscuro quello dell’Africa nel 2006. Se il conflitto in Burundi è praticamente concluso e ci sono buone prospettive perché termini anche quello ugandese, si sono aggravate le crisi in Darfur (coinvolgendo anche i vicini Ciad e Repubblica Centrafricana) e in Somalia, dove la recente caduta delle Corti islamiche fa temere per una possibile rinascita delle milizie protagoniste della guerra civile. In Nigeria continuano gli attacchi dei gruppi ribelli del delta del Niger contro le installazioni petrolifere straniere, mentre in Costa d’Avorio la guerra civile vive ormai da quattro anni una situazione di stallo.
Buone notizie arrivano dai processi di transizione in Liberia, che ha eletto il nuovo presidente, e in Angola e Sierra Leone, dove nel 2007 si dovrebbero tenere le prime elezioni del dopoguerra. Transizione che si è conclusa nella Repubblica Democratica del Congo con la rielezione a presidente di Joseph Kabila, nonostante nell’est del paese si registrino ancora sporadici scontri tra esercito e gruppi di dissidenti e miliziani.

America Latina. Nel 2006 il vento del cambiamento ha soffiato sul continente: un ventaglio di governi di sinistra sono stati eletti (Evo Morales in Bolivia, Rafael Correa in Ecuador) o confermati (Hugo Chavez in Venezuela e Luis Inacio Lula da Silva in Brasile) e timidi segnali arrivano anche dal Cile, dal gennaio scorso guidato da una socialista, Michelle Bachelet, che ha tante caratteristiche che rompono col Cile che fu. Solamente la Colombia sembra rimanere impassibile al cambiamento: da oltre 40 anni teatro di scontri fra guerriglia di sinistra e paramilitari di destra, ha visto il reazionario e filo-statunitense Alvaro Uribe riconfermato a pieni voti e intenzionato a vincere i nemici di sempre con il Plan Victoria, ossia guerra, guerra, guerra. Dura a morire è anche la tensione che piega Haiti, dove bande armate riconducibili al movimento Lavalas, tengono sotto scacco la popolazione. Momenti di guerra civile anche in Messico, governato da Felipe Calderon. Prima la capitale, tenuta sotto scacco dall’opposizione, e poi il dramma di Oaxaca, che ha visto per mesi manifestazioni represse nel sangue.

Europa. In Spagna, dopo che l’Eta ha dichiarato un “cessate il fuoco permanente”, il governo di Josè Luis Zapatero ha proposto di intraprendere un processo di pace con l’organizzazione terroristica, ma l’opposizione è contraria.
In Irlanda del Nord, la via verso il ripristino dell’autonomia della regione è arrivato a un passo dalla riapertura dell’Assemblea di Stormont. Nel marzo 2007 si terranno le elezioni per la sua nuova composizione.
In Turchia, alcuni gruppi separatisti curdi hanno interrotto il cessate il fuoco per riprendere un’attività terroristica di bassa intensità.
In Kosovo, i negoziati sullo status della regione sono bloccati. La Serbia, che ha cambiato la Costituzione vincolando il Kosovo, dopo l’allontanamento del Montenegro, non può perderlo. Ma i kosovari albanesi vogliono l’indipendenza.
In Cecenia, nonostante l’uccisione del leader ribelle Basayev, la jihad anti-russa degli indipendentisti islamici non mostra segni di cedimento. Anzi, si è ormai stabilmente estesa alle vicine repubbliche russe del Daghestan e dell’Inguscezia.

2007-03-06 09:19:12 · answer #4 · answered by kelysya84 3 · 3 1

xchè chi vince ha sempre ragione, xchè in guerra tutto è permesso, xchè sono tutti comunisti chi gli da addosso, ma soprattutto xchè tutti vogliono essere protetti dagli usa
nn importa se uccidono civili inermi con missili o armi intelligenti, se con l'atomica o con proiettili all'uranio, e nn importa se usano lancia-fiamme contro i civili o usano armi chimiche (napalm), nn importa se stuprano o uccidono, xchè loro sono i cultori ed i protettori della libertà (loro)(a discapito di chi ne subisce le angherie)

2007-03-06 06:43:59 · answer #5 · answered by re_wolver 6 · 6 4

purtroppo i combattenti avvesari non
osservano le stesse regole occidentali,non
hanno fronte e' si mischiano alla folla,sapendo benissimo che quello che provocano sara' rimproverato e' non accettato dall'occidente,chi ci rimette e' sempre la comunita' in cui avviene,
il fatto e' che questi signori dovrebbero essere
soldati, ciao antonio

2007-03-06 06:48:37 · answer #6 · answered by Anonymous · 4 3

Non farmi parlare male di molti civili di quelle parti... vai a farti un giretto per di li e poi capirai... e se non lo fai non parlare.

2007-03-06 22:46:09 · answer #7 · answered by Tit 4 · 2 2

se li tocchi tutti ti gridano comunista! lascia perdere che è meglio.

2007-03-06 06:37:40 · answer #8 · answered by Anonymous · 7 7

Perchè sono loro che decidono chi punire.
E poi anche qualora qualcosa o qualcuno avesse il potere di deliberare una punizione ,chi la fa rispettare?
I tentativi da parte di alcuni paesi orientali di ricostiutire le condizioni per una nuova "guerra fredda" ottenedo la potenza nucleare sono purtroppo le alternative per mettere sotto scacco gli Usa come fece l' URSS ne vale la pena?

2007-03-06 07:25:28 · answer #9 · answered by buffal_macco 4 · 1 2

Perché abbiamo perso la guerra e dobbiamo subire in silenzio anzi sorridendo.
Yenkee e sionisti boia.

2007-03-06 06:53:07 · answer #10 · answered by Laura C '81 6 · 5 6

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