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Questa domanda è stata posta in chat a un tavolo di Bridge da un Inglese a una Rumena che si dichiarava "colta e istruita" su bbo e non ha avuto mai risposta da nesuno a quel tavolo compreso me.
Sapete dirmelo per favore? dipende dalla TV? dalla scuola? come si è formato lo *scandinavo* o l' *olandese* ad esempio???
Grazie.

2007-02-28 00:56:15 · 4 risposte · inviata da sassandro 3 in Arte e cultura Filosofia

4 risposte

Allora,
Innanzi tutto non è vero che una lingua nasce come lingua, al contrario essa non nasce, piuttosto: evolvendosi nella lunga durata non ammette "date di inizio" (non mi pare che Dante parli come noi), semmai in alcuni casi viene "fatta nascere".

Non c'è differenza sostanziale tra una lingua e un dialetto nella misura in cui non c'è un parametro valido per decidere la quantità di variazioni necessaria a fondare un nuovo idioma.
La decisione è sempre arbitraria e riguarda da vicino la fondazione e la legittimazione ottocentesca degli stati-nazione, in cui i era necessario trovare un'unità che legittimasse la forma dei confini politici.
Spesso un dialetto porta il nome di lingua perchè ha prodotto una letteratura, è il caso del portoghese e dell'olandese. Inoltre i dialetti come le lingue non hanno confini naturali, basti pensare al provenzale (tra l'italiano e il francese), a tal proposito una volta si parlava di "linee isoglossematiche" poi di "onde di innovazione" (ad es. il ladino, o il sardo, hanno mantenuto una specificità a causa del loro isolamento).
E' meglio allora parlare di "varietà" questo termine offre un considerevole vantaggio, in quanto mette a disposizione del linguista un tecnicismo "neutrale", oggettivo in quanto non sottintende un giudizio di valore ed è privo delle connotazioni emozionali che sottostanno alle tradizionali nozioni di lingua e dialetto (nell'opinione comune la parola dialetto implica una forma di linguaggio considerata scorretta e di minor prestigio rispetto alla forma 'standard', corretta, 'pura' rappresentata dalla lingua).
La formazione della lingua è materia della cosiddetta (Saussure) linguistica storica (diacronica, l'etimologia) mentre la sua condizione in un dato momento è materia della linguistica statica (sincronica, la grammatica). Questa è grossomodo la linguistica ma si tratta di una materia in continua evoluzione e con molte lotte interne, dove malgrado il tono scientifico spesso si rimane nell'abito della pura supposizione.

2007-02-28 01:50:57 · answer #1 · answered by Arrigo 2 · 2 0

distinguerei tra formazione di lingue cosiddette madri e i dialetti. Detto ciò, trascurando l'aspetto squisitamente antropologico, occorre ricordare che una lingua, per definirsi ufficiale, necessita di un ben delimitato contesto geografico, politico e monetario. detto in altre parole uno stato o una regione autonoma è l'unico contesto autorizzato a determinare in maniera ufficiale la denominazione di lingua a quello che altresì sarebbe un dialetto quando venissero a mancare tali presupposti

2007-02-28 05:10:53 · answer #2 · answered by mamre73 2 · 0 1

Suppongo quando nasce uno scrittore valido che si esprime in quel "dialetto", molti lo leggono, molti lo imitano e certe parole entrano nel linguaggio comune. Poi, come in tutte le cose, c'è qualcuno che codifica e stabiliscele regole.

2007-02-28 03:15:23 · answer #3 · answered by salsa 1 · 0 3

La lingua nasce come lingua e non diventa lingua dopo aver fatto pratica come dialetto....

Il dialetto è una distorsione della lingua, una variante della lingua...
Per esempio in Sardegna abbiamo una lingua (in quanto non deriva dall'italiano, ma direttamente dal latino, tant'è che molte paroel sarde si ritrovano, nella stessa costruzione, anche nel francese e nelle lingue spagnole), e tanti dialetti che cambiano a seconda della zona...

2007-02-28 01:07:06 · answer #4 · answered by LFK 7 · 0 3

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