Questa pagina quasi finale del vangelo di Matteo è una delle più scomode di tutto il Nuovo Testamento. Il suo messaggio si comprende immediatamente.
Il testo descrive in modo grandioso il giorno del Signore in cui la vita di ognuno sarà giudicata. Gesù non parla di fede, ma delle sue conseguenze nella vita di una persona che si lascia trasformare da essa. Conseguenze di estrema importanza.
Gesù ai discepoli che gli avevano domandato quando sarà la fine risponde che il giudizio comincia qui ed ora. Ogni momento è carico della misteriosa presenza del Figlio dell’uomo, di Dio stesso nascosto nel fratello, nella sorella più piccolo/a in cui c’imbattiamo nella vita di ogni giorno.
Il modo con cui ci si comporta con gli affamati, assetati, malati, carcerati, stranieri ecc… è il modo con cui ci si comporta con Dio.
2007-02-25
01:37:31
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8 risposte
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inviata da
Anonymous
in
Società e culture
➔ Religione e spiritualità
Nell’ultimo giorno, quando le persone si troveranno davanti a Lui (che l’abbiano conosciuto o no in questa vita) scopriranno con stupore che l’hanno già amato o disprezzato nei numerosi incontri con gli altri di cui è intessuta tutta la nostra
esistenza.
2007-02-25
01:38:22 ·
update #1
Gesù s’identifica con gli uomini e le donne più umili, che chiama i “più piccoli”. Le parole l’avete fatto a me mettono in evidenza il rapporto misterioso ma reale che unisce il Cristo a qualsiasi persona che si trovi nel bisogno.
Gesù re e giudice universale porterà alla luce la qualità della nostra vita, intessuta di piccoli e innumerevoli gesti umani. La salvezza o la condanna saranno legate all’amore o all’egoismo con cui li avremo vissuti.
Nello scorrere dei giorni siamo chiamati a scoprire i bisogni degli uomini, delle donne, dei giovani, dei bambini di oggi per cercare di andare incontro a tutti con gesti concreti d’amore nella consapevolezza che alla fine della vita saremo giudicati sull’amore (Giovanni della croce).
2007-02-25
01:38:43 ·
update #2
Voi come lo leggete?
Ciao e buona vita
2007-02-25
01:39:25 ·
update #3
La carità è il frutto del cristiano e con questo frutto svolge anche la sua missione di evangelizzazione perchè diventa testimone del bene: "Luce del mondo".
Per arrivare a quel frutto bisogna prima accogliere Gesù nel nostro cuore, perchè solo Lui può renderci capaci di amare, quindi di praticare sinceramente la carità.
La carità fatta senza amore è una forzatura non un frutto e temo che serva a poco, perchè per entrare in Paradiso è necessario un cuore capace di amare.
2007-02-25 05:11:50
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answer #1
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answered by White eagle 2
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La tua domanda è molto bella. Quello che io penso è contenuto nella preghiera che segue.
"Avevo fame e voi avete fondato un club a scopo umanitario dove discutere della mia fame: vi ringrazio!
Ero in prigione e voi siete corsi in chiesa a pregare per la mia liberazione: vi ringrazio!
Ero nudo e voi avete esaminato le conseguenze morali della mia nudità.
Ero ammalato e voi vi siete inginocchiati a ringraziare il Signore di avervi donato la salute.
Ero senza casa e voi avete predicato le risorse dell'amore di Dio.
Ma io ho tuttora fame, sono sempre solo, ammalato, nudo , senza casa e ho freddo..... "
2007-02-25 16:20:09
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answer #2
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answered by Maria Maddalena 4
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In quel passo a me piace questa frase: "....uno di questi miei minimi FRATELLI......".
Chi sono i fratelli di Gesù?
Matteo 12:50 "Poiché chiunque avrà fatto la volontà del padre mio, che è nei cieli, mi è fratello, sorella e madre."
Qual' è la volontà del padre?
Giovanni 6:29 "Questa è la volontà di Dio: che voi crediate in colui che egli ha mandato"
Comunque Dio ci chiede di fare del bene a tutti! Anche lui fa piovere sui giusti e sugli ingiusti!
Gesù divide capri e pecore (tra falsi e veri cristiani)
I credenti sono giudicati per le loro opere visto che hanno già creduto.
I non credenti vengono subito giudicati per non avere creduto!
ciao e buona riflessione!
2007-02-25 10:12:16
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answer #3
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answered by ? 7
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Da un po' di tempo mi dedico al sostegno di persone malate. Chi lo avrebbe detto? Proprio io che affermavo che quella non era la mia strada. Non lo faccio per guadagnare meriti davanti a Dio ma perchè sento la loro sofferenza, il bisogno di parlare, di confidarsi con un'amica, di ricevere un po' di speranza e di coraggio. Mentre ascolto queste persone che si sfogano con me penso che se svolgo bene il compito che mi sono assunta divento strumento di Dio per portare la sua consolazione e questa constatazione mi ripaga di tutte le difficolta. Non credo di aver guadagnato "punti" per il giudizio di Dio ma, ora che ho cominciato, sono consapevole che non posso abbandonare e che Dio mi chiederà conto di tutti coloro che per pigrizia o indifferenza o pregiuduzio non ho acoltato e consolato.
2007-02-25 11:34:58
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answer #4
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answered by Donatella B 6
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La penso come te che hai abbondantemente detto la tua....perciò non mi resta che ripetere che alla fine verremo giudicati dall'amore con cui agiamo nella prova di questa vita terrena....e io "speriamo che me la cavo"!
Grazie per la bella riflessione che ha lasciato poco spazio, ma che è stato un piacere leggerla, (con tante sciocchezze e banalità che leggo...)! buon pomeriggio.
2007-02-25 09:50:10
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answer #5
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answered by maria p 5
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Effettivamente la pagina del Vangelo che ci proponi e' tra le più scomode di tutto il Nuovo Testamento.
E ti sei fermato a Mt25,40....perchè basta andare a Mt 25,41 per leggere:
"Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra:Via lontano da me......
Perchè ho avuto fame...ho avuto sete...
Anch'essi allora risponderanno:Signore,quando mai ti abbiamo visto affamato,o assetato o forestiero,o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?Ma Egli risponderà:In verità vi dico:ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei Fratelli
Più Piccoli,non l'avete fatto a me."
Non siamo soli...Gesù e' presente nel mondo e ci accompagna fino alla fine dei tempi,come ha promesso.Quindi una Presenza
la sua tangibile nella SS Eucarestia e un'altra Sua Presenza gomito a gomito nei Fratelli più piccoli,diseredati di tutto anche della Speranza...
Questo Gesù Vero ed Esigente lo incontriamo tutti i giorni nelle persone "scomode"che ci fanno riflettere sulle nostre sicurezze.
A mio avviso il Cristiano,cioè il Seguace di Cristo e della Sua Parola non potrà mai adagiarsi per i suoi risultati raggiunti... E' vero che se riguardiamo il percorso della nostra vita, ci accorgiamo con evidenza dei piccoli progressi che abbiamo fatto e di cui qualche volta "andiamo fieri"ma...nella nostra bilancia non mettiamo tutte le possibilità che Nostro Signore ci ha offerto sul suo piatto d'oro:persone incontrate,occasioni di vita particolari che ci hanno avviato ad una felice conclusione di Fede... In quel momento io,che per grazia ho beneficiato di tutto questo,io ero per gli Altri che mi aiutavano:la sorella più piccola...
Mai possiamo dimenticare il bisogno che ciascuno ha di Dio e della mano fraterna che ti solleva,ti guida,ti indica la via :Gesù.
Gesù e' tra noi,nascosto tra i malati..gli assetati..i bisognosi.. e oggi anche tra coloro che lo deridono e non vogliono avere nulla a che fare con Lui... Questi Poveri,non di pane,non di acqua,non di carcere,...ma poveri della Sua Parola,ci attendono,stendono la Mano di Cristo,perchè e' del Fratello Cristo la mano... e invocano la Sua Parola e il nostro aiuto...
E quando da ogni parte del mondo,sia l'Italia,,sia l'Angola sia la Francia... risuonerà la voce Fratello,allora anche se saremo ancora sulla terra,avremo raggiunto il Paradiso.
Ciao e buona domenica.
2007-02-25 10:43:43
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answer #6
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answered by Mimì 7
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Hai ragione! Mi trovo d' ACCORDISSIMO ! Infatti dico e' il comportamento nostro che conta a prescindere anche dalla fede, o dalla conoscenza delle scritture. Dio vede tutto e conosce il mondo fino il midollo osseo ed anche oltre. E perciò solo il nostro comportamento conta, perché allora Lui ci dirà se noi comunque lo abbiamo seguito e servito e amato, oppure no, senza bisogno di parole.Solo sentimenti, idee, che diventano realtà. Perché esistono persone che non hanno mai sentito forse di Lui, ma guarda anche tra' di loro uno ha Cristo nel cuore e lo manifesta, e l' altro no. Diamoci da fare per essere sinceri e veri, e sapere che fratello e' tutto il pianeta. E comportiamoci di conseguenza senza difendere il comportamento disprezzativo di alcuni solo perché dicono di credere in Dio e uccidono per esempio la loro donna solo perché femmina.Diamo rispetto e esortiamo per esso.I fatti ci faranno Cristo.Il cuore. Il nostro modo di comportarci di fronte alla vita, in tutte le sue forme. Perciò penso che non conta niente. Solo il rispetto dato al prossimo anche se animale, o femmina per alcune "religioni". Solo il nostro dare avremmo ritornato.Niente parole. Sono d' accordo con te. magari se la pensassero tutti cosi. Ma ancora molti mi dicono "chi non e' musulmano e' un infedele" oppure chi non e' cristiano non e' credente, e credo che Dio ride della loro stupidita'.
Rispettiamo il prossimo! Anche se donna! A volte mi fanno schifo tutte le religioni. A te?A volte mi chiedo perché si perdono tutti nelle loro parole di fratellanza s epoi non la praticano?
perché esistono "religioni" che non riconoscono Dio tranne che in se stessi? hai ragione! Credo che dopo morte ne vedremmo delle belle! Beato chi ragiona cosi come te!
Come mi comporto io con te, guarda Dio, non quello che io dico di "sapere"!
Davanti a Dio siamo tutti uguali:niente! E Lui guarda sempre al punto giusto e solo Lui sa' giudicare. E il prossimo nostro e' un figlio Suo! O figlia! Che forse quelli che sono disprezzati qui' sono più apprezzati la', perché il prossimo nostro e' in un certo senso un pezzo di Dio. Non dico di servire il male, solo di fare chiaro questo punto.Che solo il nostro comportamento conta e se abbiamo dato qualcosa di buono e vero oppure no!
2007-02-25 09:50:37
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answer #7
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answered by freedom 2
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Uno sguardo alla parabola rivela che ci sono tre gruppi da identificare. Oltre alle pecore e ai capri, il Figlio dell’uomo menziona un terzo gruppo la cui identità è determinante per riconoscere le pecore e i capri. Gesù chiama questo terzo gruppo i suoi fratelli spirituali. (Matteo 25:40, 45) Devono essere veri adoratori, perché Gesù disse: “Chiunque fa la volontà del Padre mio . . . , egli mi è fratello e sorella e madre”. (Matteo 12:50; Giovanni 20:17) Più specificamente, Paolo scrisse in merito a cristiani che fanno parte del “seme di Abraamo” e che sono figli di Dio. Li chiamò “fratelli” di Gesù e “partecipi della chiamata celeste”. — Ebrei 2:9–3:1; Galati 3:26, 29.
Perché Gesù usò l’espressione “uno di questi miei minimi fratelli”? Quelle parole si ricollegavano a qualcosa che gli apostoli lo avevano già udito dire. Nel fare un paragone fra Giovanni Battista, che morì prima di lui e che quindi aveva una speranza terrena, e coloro che ricevono la vita celeste, Gesù disse: “Non è stato suscitato uno maggiore di Giovanni il Battista; ma il minore nel regno dei cieli è maggiore di lui”. (Matteo 11:11) Alcuni di quelli che vanno in cielo possono avere avuto un ruolo preminente nella congregazione, come gli apostoli, e altri meno, ma sono tutti fratelli spirituali di Gesù. (Luca 16:10; 1 Corinti 15:9; Efesini 3:8; Ebrei 8:11) Perciò, anche se sulla terra alcuni potevano sembrare insignificanti, erano ugualmente suoi fratelli e avrebbero dovuto essere trattati di conseguenza.
Il giudizio di Gesù non si baserà sulle disperate asserzioni di ex frequentatori di chiesa, atei o altri. (2 Tessalonicesi 1:8) Il giudice esaminerà la condizione di cuore delle persone e le azioni che avranno compiuto in passato nei confronti anche di “uno di questi [suoi] minimi fratelli”. Sappiamo che il numero dei cristiani unti rimasti sulla terra va diminuendo. Comunque, finché gli unti, che compongono la classe dello “schiavo fedele e discreto”, continuano a provvedere cibo spirituale e guida, le probabili pecore hanno l’opportunità di fare loro del bene, proprio come ha fatto la ‘grande folla di ogni nazione e tribù e popolo’. — Rivelazione 7:9, 14.
Ringrazio tutti per i pollici giù.
2007-02-25 10:35:37
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answer #8
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answered by papavero 6
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