Storia del jazz
Charlie ParkerLe radici del jazz affondano nella cultura africana, negli schiavi neri, si diceva, deportati negli Stati Uniti. Queste persone, lavorando, cantavano qualcosa che, più tardi, i loro stessi nipoti avrebbero battezzato Blues. Il blues - che evidentemente con il jazz è imparentato - è anch'esso uno stato dell'anima. L'armonia (l'insieme degli accordi alla base della melodia) del blues è assolutamente caratteristica, peculiare, che non ha simile: da essa provengono il jazz e il corrispettivo religioso del blues, lo spiritual (o gospel).
La musica jazz degli albori era basata su combinazioni di elementi musicali africani, articolata cioè su una scala pentatonica, con caratteristiche blue notes, armonie derivate dalla musica colta europea, ed un notevole uso del ritmo sincopato, o con maggior precisione di poliritmi; la differenza tra musica colta e jazz si poi è notevolmente sfumata tanto che non è raro assistere a performance classiche di musicisti jazz e performance jazz di musicisti classici.
La prima e vera esplosione del jazz avvenne a New Orleans, città della Louisiana e grande porto fluviale sul delta del Mississippi, nei primi anni del 1900.
Lo stile musicale che si sviluppò in questa città nasceva dall'incontro tra culture differenti: immigrati inglesi, spagnoli, francesi venivano a contatto con gli schiavi africani e con i creoli, già inseriti nella cultura francese. Non a caso, il suono originario di New Orleans ha diversi punti in comune con gli stili delle marce militari europee. Tutti questi popoli hanno saputo quindi rielaborare quel grande coacervo di culture musicali creando della nuova musica, merito anche della grande capacità che i neri d' America avevano sviluppato nel corso delle oppressioni e schiavitù vissute purtroppo durante i secoli precedenti e operate dall'"uomo bianco" in loro sfavore. Ma la musica jazz, nata quindi, nel nordamerica ha avuto - con il passare del tempo - sempre più estimatori anche nel Vecchio Continente, dove è assai diffusa. Anche in Italia vi sono stati e vi sono ottimi musicisti jazz (ed anche la musica popolare, quella leggera, non rinuncia sovente ad attingere - caso lampante, il cantautore Paolo Conte - a questo genere musicale).
[modifica] Le radici africane
Esistono alcuni presupposti nella natura e nella realtà africana legatisi, col tempo, all'evoluzione del jazz:
le religioni tradizionali africane, caratterizzate dalla mancanza quasi totale di strutture e templi ove i praticanti possano recarsi per celebrare;
il clima, che ha contribuito a rendere secondarie l'esigenza di tali strutture di culto;
la naturale tendenza della spiritualità e della religione africana a rimanere in contatto col cosmo;
la natura e la Terra, parti integranti della vita di un africano, riferimento e madre a cui è indissolubilmente legato; e luogo preferito per la visione paradisiaca religiosa;
Tali aspetti rivelano molto sugli stati di trance, delle danze, dei rituali sciamanici di possessione e guarigione. Ma anche sul carattere collettivo e plurale dell'animismo.
[modifica] Le radici europee
Louis Armstrong negli anni '50L'origine della parola jazz (jess), è incerta, come si è detto. Si suppone che derivi da jass, probabilmente di etimologia francese (jaser = gracchiare, fare rumore, perfino fare sesso nel dialetto della Louisiana francofona dell'800), La linea etimologica francese jaser-jass sembra avvalorata dai giornali dalla fine dell'800 al 1918 e dalle testimonianze di musicisti di New Orleans, secondo cui questa musica veniva considerata in ambienti tradizionali come "fracasso", "rumore sgradevole", musica "cacofonica" e perfino "orgia sessuale".
È dibattuto se il termine jazz sia nato a San Francisco, Chicago, New Orleans, New York. Ad ogni modo la parola "jazz" fu utilizzata da un certo periodo in avanti come epiteto da parte dei benpensanti (un noto esempio è un articolo molto critico del "Times Picayune"). Del resto, la medesima origine francese ha anche il termine Dixieland, uno stile di jazz, che deriva dal popolare biglietto da dieci dollari della Louisiana ("Dix"=dieci in francese).
[modifica] Musica colta ma popolare
Sidney BechetLa musica Jazz si può considerare come un nuovo varco verso altri mondi musicali: un genere che, partendo da un substrato che comprendeva le forme popolari del blues (si può dire che tutta la musica moderna discende dalla poetica spassosa del blues primitivo, che è tutt'altro che un cimento infantile), degli spiritual e della musica bandistica e incorporando via via altre forme di musica nera (ad esempio il ragtime degli anni 1920) arrivò ad utilizzare una base di standard usati come punto di partenza per modificarne di continuo ogni modulo armonico, melodico, e ritmico.
Tutta la musica jazz e derivata è stata definita come colta, appunto per il presupposto che è risultante della conoscenza della musica classica, e delle varie etnie musicali. Lo stesso non può dirsi per il blues iniziale. Il passaggio di qualità può forse attribuirsi a George Gershwin, musicista di grande valore, figlio di emigranti russi, morto giovanissimo ma che ebbe dei maestri importanti e fu ispirato da autori come Debussy e Ravel. La sua produzione è incredibilmente vasta, ma restano più valide le opere definite minori (circa 700), utilizzate anche ora come standard inesauribili. Ricordiamo che lo stesso Debussy venne influenzato dal jazz, come si può ben vedere in "Golliwogg's Cakewalk", brano posto alla fine del "Children's Corner", una delle sue più celebri suite per pianoforte.
È anche giusto accennare al fenomeno detto fusion, da dove tutti hanno attinto e aggiunto, anche nelle più insospettabili composizioni.
Un fenomeno simile ha recentemente conferito la categoria di genere colto anche a parte della musica brasiliana e argentina (Antonio Carlos Jobim, Astor Piazzolla e altri), che fra l'altro si è apparentata con il jazz, anche per l'opera svolta da Stan Getz ed altri in conseguenza della quale molti standard jazz utilizzano modelli brasiliani e argentini.
preso da internet fai cm vuoi se ti piace tienila........
2007-02-25 08:44:30
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answer #2
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answered by the joker 3
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La parola jazz in dialetto africano, significa "vivere ad un ritmo accelerato". Per gli schiavi neri, deportati dall'Africa dal 1500 al 1865, era un modo istintintivo e conviviale si stare insieme.
Nel sud degli Stati Uniti gli schiavi neri si mantennero legati alla loro musica e innanzitutto al canto; gli strumenti musicali portati dall'Africa, in particolare i tamburi, furono infatti confiscati in quanto i bianchi credevano che fossero usati per comunicare e per incitarsi alla ribellione.
2007-02-25 09:05:30
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answer #3
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answered by lella 6
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