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Liberato dall'isolamento mortale della propria soggettività, l'uomo può trovare conforto alla certezza della morte individuale fondendosi spiritualmente con il mondo animale e vegetale,e sentendosi parte di un indistruttibile ciclo vitale di generazione e rigenerazione

2007-02-23 02:53:12 · 8 risposte · inviata da maya 4 in Arte e cultura Filosofia

8 risposte

Ciao! Leggendo questa frase mi vengono in mente molti libri che ho letto sulle religioni antiche (i celti per es) o quelle orientali.....in fondo è vero siamo parte di un ciclo infinito, facciamo parte di un Tutto (intendilo come la Natura, il Creato...quello che preferisci)...ma molte volte ce lo dimentichiamo!Se ce lo ricordassimo + spesso, penso ne potremmo trarre un grande giovamento!
R.

2007-02-23 05:26:01 · answer #1 · answered by Anonymous · 0 0

Non è detto che tale conforto si trovi solo dopo essersi liberati dell'isolamento mortale della propria soggettività, a volte anche prima.
Considerazione: visto che tale conforto arriverà comunque perchè non cercare altre vie di conforto prima di tale via così indistruttibile, vitale e soprattutto ineluttabile?

2007-02-23 11:00:15 · answer #2 · answered by simo 3 · 1 0

Beh prescindendo dall'aspetto spirituale del problema la frase indica chiaramente il ciclo naturale della vita biologica che parte e ritorna alla natura dopo aver abbandonato un aspetto proprio della peculiarità umana: la soggettività che si riferisce sia al fatto che ciascuno di noi è unico e sia perchè ogni persona filtra il mondo circostante attraverso la propria capacità interpretativa.

2007-02-23 10:58:52 · answer #3 · answered by Sebastiano Z 5 · 1 0

sono daccordo con te..solo considerandoci parte di un tutto e considerandoci provenienti da questo tutto potremo superare la scissione tra l' "io" e "noi"..quello che calvino chiamava il mare della soggetività è ,purtroppo, non usato a nostro vantaggio

2007-02-23 12:04:17 · answer #4 · answered by Simona T 3 · 0 0

interessante, forse qualcuno ci riesce pure, ma in questa "jungla" non è semplice. abbandonare le congetture, smettere di sentirsi uno nel mondo e sentire il mondo dentro se stessi è un passo gigante al quale si arriva attraverso un'enorme slancio, che dovrebbe partire proprio da se stessi. non tutti ne hanno la forza.

2007-02-23 11:05:06 · answer #5 · answered by unabis 5 · 0 0

Io mi sento già parte di questo indistruttibile ciclo...e ti assicuro che non sono ancora morta. =o)
E' vero che la soggettività a volte può essere un peso, ma non credo che la morte sia l'unica soluzione. Ci si può sentire parte del tutto già prima, possiamo sforzarci di capire gli altri per cercare in loro parte di noi stessi, possiamo ascoltare di più il nostro corpo e la natura per capire quanto siamo simili.
Chiaro che in quest'ottica la morte diventi un qualcosa di cui non serve avere paura, anzi.

2007-02-23 11:02:58 · answer #6 · answered by Galaviel 2 · 0 0

si,bella,ma siccome sto studiando non ho voglia di fondermi ulteriormente il cervello,me la vorrestoi spiegare gentilmente.GRAZIE

2007-02-23 10:58:27 · answer #7 · answered by myu_kozuki 3 · 0 0

Può essere come dici,ma per ora mi impegno molto di più a vivere,per certi pensieri non ho ancora forse l'età...o meglio, la voglia...

2007-02-23 10:58:05 · answer #8 · answered by bikaner 7 · 0 0

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