L'amore, come ogni altra emozione, come ogni altro sentimento umano, ha un senso solo se vissuto, se tradotto in esperienza concreta e quando questo avviene è inevitabile la sintesi tra la parte emotiva, la parte emozionale, la parte spirituale e la parte razionale, la parte materiale di noi stessi ma, in modo specifico attraverso l'esperienza concreta che facciamo. Se questo è vero allora è anche vero che, per quanto meraviglioso, per quanto devastante l'amore possa essere, quando diventa reale, può essere educato e quindi evoluto o involuto, indirizzato verso il positivo o, per chi preferisce, il bene o verso il negativo e cioè, sempre per chi preferisce una visione etico - romantica, laica o religiosa, il male. L'amore è una forza rivoluzionaria e quindi tende a trasformare anche violentemente, lo stato di cose esistenti, l'ordine costituito dentro di noi, l'ordine che la nostra identità e cultura ha determinato nell'insieme delle nostre esperienze dando una visione ordinata, organica e complessiva, ovvero completa della sintesi delle nostre diversità e diverse esperienze, a noi stessi, alla nostra coscienza. L'amore può sconvolgere tutto questo, può travolgere quell'ordine e mescolarlo condondendoci e questo ci da un senso di fragilità, di debolezza, di abbandono e quindi di non efficacia nella difesa dei se stessi, del profondo di noi, da farci sentire il rischio della morte, così come in natura un animale debole o indifeso sa che è molto probabile che non sopravviva e cioè lo stato di abbandono collegato alla impossibilità a difendersi attiva un, paradossale, istinto di morte e quasi un desiderio di morire, forse per evitare di assistere impotente alla propria fine, come l'animale ferito. Quindi, un amore improvviso o incontrollato, vissuto con coraggio e stupidità può collegarsi all'istinto di morte sia nel senso che ci può far rassegnare all'idea di desiderare di morire per amore sia al fatto che ci può stimolare all'idea di uccidere per amore, sia la persona amata sia ella e noi stessi. L'amore, pertanto, non può prescindere l'equilibrio tra emozione, sentimento e ragione, tra dipendenza dalla persona amata e libertà dalla persona amata, tra rispetto pe se stessi, la propria vita, volontà e integrità, intesa come lucida e consapevole capacità di scelta e rispetto per la vita, la volontà e la capacità di scelta della persona amata. In questo modo e con questo equilibrio, tra eros e tanathos, una persona può permettersi di vivere un amore, anche il più passionale e doloroso ed evitare che diventi morte, questo però, dipende da noi, dalla nostra capacità di capire il valore della propria esperienza,del proprio vissuto, della propria elaborazione e di essere intero, integro, in equlibrio tra la propria parte sprituale, emotiva emozionale e la parte razionale, concreta di se stessi. Alla fine è una questione di consapevolezza e rispetto per la propria vita, libertà indipendenza e volontà e rispetto per la vita, la libertà, l'indipendenza e la volontà della persona amata.
2007-02-17 20:35:10
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answer #1
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answered by Anonymous
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Eros e Tanathos sono tra loro profondamente connessi: entrambi annegano il nostro io nel il flusso dell'assoluto: l'amore per un istante, la morte per sempre. Chissà, forse l'istante in cui la morte ci coglie potrebbe essere una sorta di orgasmo, un fuoco che si accende prima di spegnere la luce e in quell'ultima luce ci perdiamo per sempre.
2007-02-17 19:12:56
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answer #2
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answered by etcetera 7
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Trovo che l'amore sia la cosa più bella che possa accadere e probabilmente la morte può essere considerata la fine dell'amore...
A volte, l'amore può farti morire è anke vero ke l'amore può salvare dalla morte e non solo in senso figurato, come tra i miei genitori, visto che mia mamma ha donato un rene a mio papà salvandogli la vita con il suo amore
2007-02-17 10:11:43
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answer #3
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answered by dolcezza1983 3
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