Cosa dire, la prima parola per descrivere l'Irlanda è FANTASTICA, la prima volta che ci sono stata mi ha lasciato senza fiato, paesaggi immensi, infiniti ti ritovi immerso nel verde e a picco sull'oceano, le sensazioni che provi quando ti ritovi in cima ad una scogliera a guardare l'oceano sono indescrivibili. E poi la gente è fantastica ospitale, gentile qualunque cosa tu abbia bisogno loro cercano di darti una mano. Beh se stai valutando di andarci, te lo consiglio vivamente e non dimenticare la macchina fotografica, l'Irlanda è un paese che ti riempie gli occhi!
Se hai bisogno di info particolari contattami pure!
2007-02-19 18:03:26
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answer #1
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answered by Rob 4
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PAESAGGI BELLISSIMI, GENTE ACCOGLIENTE, BUONA MUSICA, BUONA BIRRA...
CONSIGLIO DI GIRARLA IN MACCHINA FERMANDOSI NEI NUMEROSISSIMI B&B.
DA VEDERE: IL CONNEMMARA, IL DONEGAL, LE CITTÁ DI GALWAY, DUBLINO, IL THE RING OF KERRY, LE SCOGLIERE DI MOHER, ISOLE "AARAN" E PER IL NORD BELFAST E LE SCALE DEI GIGANTI.
2007-02-17 20:03:08
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answer #2
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answered by MADDY 1
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Le prime tracce umane nella storia dell'isola possono essere rinvenute 9000 anni fa circa. Non si sa molto purtroppo dell'Irlanda pre-cristiana, della quale si ricava molto da pochi scritti romani, poesia irlandese, mito e archeologia. Abitanti dell'Età della pietra sicuramente dopo l'8000 AC, impiegando circa tre o quattro millenni per raggiungere il periodo Neolitico. Questo è dimostrato dalle enormi testimonianze in pietra lasciateci dagli abitanti del tempo, come grossi complessi paleolitici e spesso allineati con riferimenti astronomici. Famosi i complessi della Boyne Valley a Newgrange, i Céide Fields nel Mayo, Carrowmore nello Sligo e varie aree nel Burren.
L'Età del Bronzo cominciò nel 2500 AC circa, come testimoniano moltissimi utensili d'oro e bronzo rinvenuti e databili a quel periodo. L'Età del Ferro invece in Irlanda è associata all'arrivo dei Celti, che colonizzarono l'isola in numerose ondate dall'ottavo al primo secolo AC, quando vennero i Gaelici, l'ultima ondata.
I Romani conoscevano l'Irlanda e la chiamavano Hibernia: già nel 100 DC Tolomeo era in grado di fare una descrizione geografica dell'isola e una disamina delle varie tribù che la popolavano. Non si sa tuttavia che rapporti avessero i Romani con le tribù locali. Fino a poco tempo fa era convinzione comune che i Romani non avessero mai invaso l'Irlanda o che non l'avessero mai considerata parte integrante dell'Impero: se ciò è quasi certamente vero per la seconda considerazione, la prima è stata messa in profonda crisi da dei ritrovamenti archeologici avvenuti recentemente che testimoniano la presenza di romanità.
Tradizione vuole che San Patrizio, patrono d'Irlanda, sia giunto nell'isola nel 432 e che abbia iniziato la sua opera di conversione al Cristianesimo l'anno successivo. La vecchia religione dei druidi collassò presto davanti al vigore della nuova fede, che comunque ne assorbì diversi elementi culturali, come alcuni tratti di spiritualismo o vari simboli preesistenti adattati alla nuova causa.
I monaci irlandesi presto divennero grandi studiosi ed esperti di latino. La cultura e la fede cristiana resistevano all'interno dei monasteri durante il Medio Evo, mentre il resto dell'Europa era sconvolto dalle Invasioni Barbariche. Accanto alla preghiera fiorirono varie arti come quella dei manoscritti, della lavorazione dei metalli e della scultura raffinata, che portarono alla creazione di numerosi gioielli, abbazie, croci scolpite nella pietra (le famosi croci celtiche) e soprattutto il celebre Book of Kells conservato a Dublino.
Questo periodo prospero fu bruscamente interrotto dalle invasioni vichinghe a partire dal IX secolo, con ondate di scorribande che partivano dall'Antrim o dall'Irlanda occidentale e si estendevano a tutta l'isola comportando saccheggi sistematici ai villaggi e soprattutto ai monasteri, dei quali oggi abbiamo parecchie rovine. I Vichinghi fondarono nel nord dell'isola parecchie città, tra le quali Donegal e Drogheda.
L'invasione e la permanenza vichinga tuttavia non modificarono l'assetto religioso dell'Irlanda, che tutt'oggi è ancora un paese in grande maggioranza cattolico. Nell'Irlanda del Nord la situazione è, peraltro, di equilibrio fra protestanti e cattolici, fattore che ha generato numerosi contrasti.
Nel 1172 il re Enrico II d'Inghilterra occupò le terre irlandesi. Il sistema di Common Law inglese tuttavia cominciò a permeare nell'isola soltanto dal XIII secolo e la legge inglese veniva applicata soltanto a Dublino e zona circostante (la collina di Tara e alla cosiddetta area The Pale (la Royal County, oggi approssimativamente coincidente con la contea di Meath).
L'isola d'Irlanda cominciò a cadere interamente in possesso delle forze inglesi a partire dal XVI secolo. Le infrastrutture antiche gaeliche caddero definitivamente nel XVII secolo, come risultato di varie plantations, ovvero l'insediamento di forti comunità inglesi e scozzesi su terre espropriate ai cattolici irlandesi e affidate ai britannici. La più famosa e riuscita fu la Plantation of Ulster (che tutt'oggi provoca forti contrasti fra le comunità religiose del luogo), ma ci furono episodi simili minori anche nel Laois e nell'Offaly.
Un episodio viene spesso citato per far riferimento alla caduta definitiva dell'aristocrazia gaelica, ovvero il cosiddetto Flight of Earls, dove nel settembre del 1607 il secondo duca di Tyrone Hugh O'Neill e il primo duca di Tyrconnel Rory 'Donnell, rifiutando di sottomettersi alla corona inglese, salparano dal Donegal arrivando in Francia e raggiungendo poi Roma.
Nella metà del 1800 l'Irlanda fu colpita dalla Great Famine (An Gorta Mór in gaelico), ovvero la Grande Carestia, che colpì la raccolta delle patate, uno degli alimenti essenziali per gli irlandesi. Una considerevole parte della popolazione morì, un'altra grandissima fetta fuggì dall'Irlanda dando vita a una delle più ingenti emigrazioni della storia: milioni di profughi si imbarcarono verso l'Australia e l'America, spesso sulle cosiddette Coffin ships (Bare galleggianti), imbarcazioni non adatte a salpare per l'Oceano Atlantico e che causarono un numero elevatissimo di morti. Tra morti ed emigranti la Grande Carestia portò la popolazione irlandese da 8 milioni di persone a 4,4 circa nel 1911.
Questo tragico evento influenzò molto la successiva storia irlandese e soprattutto incrinò non poco i rapporti con gli inglesi. É tutt'oggi infatti ancora opinione diffusa fra la popolazione che la Great Famine poteva essere arginata o addirittura evitata dal governo britannico così come era stato fatto precedentemente in Inghilterra per una carestia riguardante la raccolta del grano.
Tuttavia i britannici importarono in Irlanda vari modelli e molte leggi, ma soprattutto nel XIX secolo ci fu un avvenimento importante oltre alla Great Famine che ancora oggi influenza notevolmente l'aspetto culturale della vita irlandese: fu creata infatti la National school con l'introduzione dell'insegnamento della lingua inglese, che in non molto tempo soppiantò quella gaelica. Oggi nella Repubblica d'Irlanda la lingua ufficiale è nuovamente il gaelico che viene regolarmente insegnato nelle scuole, ma di fatto la lingua usata è dappertutto l'inglese (un inglese chiamato Hiberno-English in quanto presenta varie differenze fonetiche e grammaticali da quello comune).
Il lunedì di Pasqua del 1916 a Dublino scoppiò un'insurrezione, la prima organizzata in maniera articolata se si escludono le sporadiche e disorganizzate ribellioni nell'Ulster dei contadini per le plantations. Gli insorti riuscirono ad occupare il General Post Office su O'Connell Street ed altri edifici pubblici. La rivolta, che non suscitò l'entusiasmo popolare, neppure negli ambienti repubblicani e nazionalisti, venne repressa dopo pochi giorni (si dice che molti dublinesi salutarono la fine dei combattimenti sventolando la bandiera inglese). Fu la brutale esecuzione di alcuni insorti, tra cui uno dei principali esponenti della rivolta, James Connolly, avvenuta nel carcere di Kilmainham nelle settimane successive, a mutare radicalmente l'atteggiamento della pubblica opinione sulla Easter Rising, chiamata successivamente anche Pasqua di Sangue.
Da quel momento la situazione si fece sempre più infiammata e la spirito nazionalista irlandese crebbe sempre più fino all'indipendenza di un Irish Free State, che poi avrebbe dato vita all'attuale Repubblica d'Irlanda. Si rinvia all'evidenziato articolo per la storia recente e l'indipendenza, mentre a quello relativo all'Irlanda del Nord per i conflitti fra unionisti e nazionalisti.
2007-02-16 15:37:22
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answer #5
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answered by Anonymous
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