William Shakespeare (battezzato il 26 aprile 1564 – Warwickshire, 23 aprile 1616)[1] è stato poeta e scrittore inglese, considerato uno dei più importanti drammaturghi di sempre. Durante la sua vita, Shakespeare scrisse circa 38 rappresentazioni teatrali, 154 sonetti e una serie di altri poemi.[2] Benché fosse già popolare in vita, Shakespeare divenne incredibilmente famoso dopo la sua morte e i suoi lavori furono esaltati e celebrati da numerose ed importanti personaggi dei secoli seguenti: è spesso considerato inoltre come il poeta rappresentativo del popolo inglese [3], soprannominato anche Il Bardo di Avon (o semplicemente Il Bardo[4]) oppure il Cigno di Avon[5].
Studiosi ortodossi sostengono che Shakespeare scrisse la maggior parte dei suoi lavori tra il 1586 e il 1612, benché la cronologia esatta delle sue opere è ancora al centro di numerosi dibattiti, così come la paternità di alcune opere. Shakespeare è considerato uno dei pochi scrittori capaci di eccellere sia nelle tragedie che nelle commedie, oltre ad essere uno dei pochi capaci di combinare il gusto popolare con la complessa caratterizzazione dei personaggi, poetica e profondità filosofica.
Le opere di Shakespeare sono state tradotte nelle maggiori lingue e le sue opere inscenate in tutto il mondo. Inoltre, Shakespeare è lo scritto maggiormente quotato nella storia della letteratura inglese[6] e molte delle sue espressioni linguistiche sono entrate nella lingua quotidiana inglese. Negli anni, molti studiosi si sono interessati alla vita di Shakespeare, portando alla luce questioni riguardo alla sua sessualità e religiosità .
Biografia
Le notizie sulla vita di Shakespeare sono poche e frammentarie, ciò ha provocato una notevole discussione sulla sua persona ed alcuni hanno messo addirittura in dubbio la sua stessa esistenza. Un William Shakespeare è citato tra gli attori della The Lord Chamberlain's Men; la gran parte degli storici concorda che l'attore e lo scrittore siano la stessa persona. Documentata al giorno 26 aprile 1564 è la data di battesimo di William Shakespeare, a Stratford-upon-Avon, in Inghilterra, figlio di John Shakespeare, un fabbricante di guanti, e di Mary Arden; non è documentata la data di nascita che si suppone, comunque, sia avvenuta tre giorni prima[7]. Il 23 aprile viene tradizionalmente considerato il giorno del suo compleanno (forse perché coincide con la data della sua morte).
Suo padre, persona di discreta importanza nel suo paese, venne indagato per aver partecipato al mercato nero della lana, ed in seguito perse la sua posizione come consigliere comunale. Esistono alcuni indizi che entrambi i rami della famiglia avessero delle simpatie per la Chiesa Cattolica Romana.
Dopo il suo matrimonio con Anne Hathaway, il 27 novembre 1582, a Stratford-upon-Avon (testimoniato da Fulk Sandalls e John Richardson), che, considerata la data di nascita della prima figlia, è probabile che sia stato affrettato dalla gravidanza della sposa, poco si sa sulle attività di William Shakespeare, fino alla sua comparsa sulla scena letteraria inglese.
Il 26 maggio 1583 la prima figlia di Shakespeare, Susannah, venne battezzata a Stratford. Due anni dopo, il 2 febbraio 1585, vennero battezzati due gemelli, un maschio, Hamnet, e una femmina, Judith.
Nel 1592, la fama di Shakespeare era in ascesa vertiginosa, tanto d'attirarsi le gelosie dei colleghi più anziani. Robert Greene lo definisce come "an upstart Crow, beautified with our feathers, that with his Tygers hart wrapt in a Players hyde, supposes he is as well able to bombast out a blanke verse as the best of you: and beeing an absolute Johannes factotum, is in his owne conceit the onely Shake-scene in a countrey." ("Un corvo parvenu, abbellito dalle nostre piume, che con la sua "Arte di tigre nascosta da un corpo d'attore" ritiene d'essere capace quanto il migliore di voi di tuonare in pentametri giambici; ed essendo un faccendiere affaccendatissimo, è secondo il suo giudizio l'unico 'scuoti-scene' del paese") (La frase in corsivo è una parodia della frase di Shakespeare "Oh, cuore di tigre nascosto da un corpo di donna!" (Enrico VI, parte Terza)
Nel 1596 muore il figlio maschio, Hamnet; che fu sepolto l'11 agosto 1596. A causa della somiglianza fra i nomi, alcuni sospettano che la sua morte abbia ispirato l'Amleto. Benché in verità questa tragedia sia stata scritta probabilmente quattro anni dopo e, d'altra parte, il nome Hamnet o Hamlet fosse a quei tempi piuttosto comune. Shakespeare lo aveva infatti imposto al figlio come segno di rispetto per il padrino di battesimo, che appunto si chiamava Hamnet, come risulta dai registri parrocchiali.
Nel 1597 William comprò una casa con "two barns, two gardens, two orchards, with appurtenances, in Stradford-upon-Avon" ("due granai, due giardini, due frutteti, con annessi, in Stradford-upon-Avon") da William Underhill per sessanta sterline. La casa, la più grande di Stratford a quei tempi, era stata stata infatti costruita da un eminente cittadino della generazione precedente Sir Hugh Clopton. Quest'acquisto testimonia il notevole guadagno che Shakespeare aveva ottenuto con la sua attività teatrale.
Per il 1598 Shakespeare si era trasferito nella diocesi di St. Helen's Bishopgate, ed appariva in cima ad una lista di attori (Every man in his Humor) prodotta da Ben Jonson.
Una statua rappresentate Shakespeare a LondraShakespeare divenne azionista (circa del 10%) della compagnia teatrale di cui faceva parte, conosciuta come The Lord Chamberlain's Men - la compagnia prendeva il nome, come altre di quel periodo, dal suo sponsor aristocratico. Essa, soprattutto grazie all'opera di Shakespeare, era talmente popolare da far si che, dopo la morte di Elisabetta I e l'incoronazione di Giacomo I (1603), il nuovo monarca adottasse la compagnia che si fregiò così del titolo di King's Men (Uomini del re). Vari documenti che registrano affari legali e transazioni economiche mostrano che la ricchezza di Shakespeare si accrebbe di molto nei suoi anni londinesi. Le cose andarono abbastanza bene da permettergli di comprare una proprietà a Blackfriars, Londra, così come un palazzo più grande a Stratford.
Intorno al 1611 si ritirò nella sua città natale, Stratford, dove morì il 23 aprile del 1616. Rimase sposato ad Anne fino alla morte. A proposito della sua morte Richard Davies scrisse: "He died a papist" (morì da cattolico), la frase potrebbe confermare la circostanza che egli fosse cattolico o indicare una sua successiva conversione al cattolicesimo.
Identità e paternitÃ
La maggior parte degli accademici ritiene che lo Shakespeare nato a Stratford on Avon sia l'autore materiale delle opere che gli furono attribuite. Tuttavia, a causa della scarsità di notizie sulla sua vita e la sua istruzione, sono stati avanzati diversi dubbi sulla vera identità di William Shakespeare. A partire dal XVIII secolo questi temi sono stati ampiamente e accanitamente dibattuti dagli studiosi e non. Persino i dipinti che appaiono con il nome "William Shakespeare" nella National Gallery di Londra potrebbero non rappresentarlo veramente.
In particolare come autori delle opere sono state avanzate le candidature di:
Edward de Vere, 17° conte di Oxford, colto nobiluomo della corte elisabettiana che avrebbe potuto continuare la propria giovanile attività poetica sotto uno pseudonimo per motivi di decoro.
Bacone, celebre filosofo e scrittore, che avrebbe scritto le opere teatrali sotto uno pseudonimo.
Christopher Marlowe, altro autore teatrale che non sarebbe morto nel 1593 come si ritiene, ma avrebbe svolto attività di spionaggio per la corona e avrebbe continuato la propria attività letteraria con un falso nome.
un immigrato siciliano di nome Michelangelo Florio: questa ipotesi è stata avanzata recentemente da un professore liceale siciliano in pensione, Martino Iuvara. Linguista e nato a Messina nello stesso anno (1564), figlio di Giovanni Florio e Guglielma Crollalanza, Michelangelo Florio sarebbe stato costretto a fuggire presso un parente in Inghilterra a causa della sua fede calvinista. Questa tesi ha avuto un certo rilievo giornalistico (nell'aprile del 2000 anche il Time si è dedicato all'argomento), ma pochissimo in campo accademico.
Sono stati fatti anche i nomi di William Stanley, conte di Derby, Ben Johnson, Thomas Middleton, sir Walter Raleigh, forse in collaborazione con Bacone, e persino della stessa regina Elisabetta I.
Debiti intellettuali e fonti
Ralph Waldo Emerson, nel suo straordinario saggio su Shakespeare, adduce i grandi debiti intellettuali del Bardo: "Di fatto appare che Shakespeare aveva debiti in ogni direzione, ed era in grado di utilizzare qualunque cosa trovasse; e l'ammontare dei debiti si può inferire dai laboriosi calcoli di Malone riguardo alla parte I, II e III dell'Enrico IV, in cui, "su 6043 linee, 1771 furono scritte da qualche autore precedente Shakespeare, 2373 da lui, sulle fondamenta posate dai suoi predecessori, e 1899 era interamente sue."
Fra le fonti di Shakespeare spiccano Plauto, Holinshed, Goffredus da Monmouth, Saxus Grammaticus, che gli offrono temi per i drammi storici, e anche per Re Lear e Amleto; poi Chaucer, Greene, tra i francesi Belleforest, ma sono molti anche gli autori italiani utilizzati come risorse e ispirazione: Boccaccio, Ariosto, Bandello, Castiglione, Giraldi Cinzio.
Opere
Fatta eccezione per due poemetti giovanili (Venere ed Adone e Lo stupro di Lucrezia), Shakespeare non si è mai curato di dare alle stampe le proprie opere; d’altra parte a quel tempo non vi era interesse a farlo: le opere teatrali erano di proprietà della compagnia e pubblicarle avrebbe significato mettere nelle mani di compagnie rivali i propri copioni. Le opere di Shakespeare oggi in nostro possesso si basano quindi su copie illegali (e spesso malandate) dell’epoca e soprattutto sulle edizioni in-folio pubblicate dopo la sua morte. La prima e la più importante di queste è quella stampata nel 1623 dai suoi amici John Heminge e Henry Condell (Mr. William Shakespeare’s Comedies, Histories & Tragedies). L’in-folio comprende trentasei opere teatrali suddivise per categoria: commedie, drammi storici, tragedie.
Sonetti
Nel 1609 l'editore Thomas Thorpe stampa senza il consenso dell'autore Sonnets, una raccolta di 154 sonetti di William Shakespeare. Scritti presumibilmente tra il 1593 e il 1595, i sonetti sono di una validità artistica tale che da soli basterebbero per assicurare a Shakespeare un posto rilevante nella storia della letteratura inglese.
La raccolta si divide sommariamente in due grossi tronconi: la prima parte è dedicata a un non meglio specificato "fair friend" (bell'amico, sonetti 1-126), la seconda ad una "dark lady" (donna bruna, sonetti 127-154); tra questi possiamo poi individuare la sequenza del "poeta rivale" (sonetti 76-86).
Thorpe appose una dedica nell'opera in cui ringraziava l'autore e un fantomatico "begetter" (l'ispiratore dei versi, ma per alcuni il "procacciatore"). Molto si è dibattuto e indagato per scoprire l'identità di questa persona; la critica storicamente si è divisa principalmente su due candidati: il Conte di Southampton Henry Wriothesly e William Herbert.
Opere teatrali
Le opere teatrali di Shakespeare costituiscono una parte fondamentale della letteratura occidentale, sono continuamente studiate e rappresentate in ogni parte del globo.
Possiamo sommariamente così catalogarle:
[modifica] Tragedie
Romeo e Giulietta
Macbeth
Re Lear
Amleto
Otello
Tito Andronico
Giulio Cesare
Antonio e Cleopatra
Coriolano
Troilo e Cressida
Timone di Atene
[modifica] Commedie
La commedia degli errori
Tutto è bene quel che finisce bene
La dodicesima notte
Come vi piace
Sogno di una notte di mezza estate
Molto rumore per nulla
Misura per misura
La tempesta
La bisbetica domata
Il mercante di Venezia
Le allegre comari di Windsor
Pene d'amor perdute
I due gentiluomini di Verona
Pericle principe di Tiro
Cimbelino
Il racconto d'inverno
[modifica] Drammi storici
Riccardo III
Riccardo II
Enrico VI, parte 1
Enrico VI, parte 2
Enrico VI, parte 3
Enrico V
Enrico IV, parte 1
Enrico IV, parte 2
Enrico VIII
Re Giovanni
La suddivisione in "tragedie" o "commedie" è comunque parzialmente inesatta. Questa distribuzione nasce dall'ordine dato alle opere nel primo in-folio. Oggi, gli studiosi aggiungono a queste categorie quella di "tragicommedie" o "commedie romantiche" (Cimbelino, Il racconto d'inverno, Pericle Principe di Tiro, La tempesta), esse racchiudono un atmosfera fiabesca e romanzesca tipica delle ultime opere shakespeariane.
[modifica] Collaborazioni teatrali
I due nobili cugini - pubblicato nel 1634, Shakespeare collaborò con il drammaturgo John Fletcher per la composizione di questo dramma.
Tommaso Moro - Shakespeare ha scritto parte della scena VI di questo dramma, frutto della mano di almeno cinque diversi autori, mai rappresentato e stampato soltanto nel 1814.
Probabilmente anche l'Enrico VIII è stato scritto in collaborazione con John Fletcher.
Altre opere
Nel 1593 e nel 1594 Shakespeare pubblica due poemetti di ispirazione ovidiana Venere e Adone, in sestine, e Lo stupro di Lucrezia in strofe di sette versi.
Il pellegrino appassionato: è un raccolta di venti componimenti brevi stampata nel 1599; due sono sonetti shakespeariani che ritroviamo anche nei Sonetti, tre fanno invece parte della commedia Pene d'amor perduto; le altre probabilmente non sono di Shakespeare.
La fenice e la tortora Nell'appendice di Love's martyr (1601) di Robert Chester appare questa poesia attribuita a Shakespeare. La poesia tratta di due uccelli morti, la fenice e la tortora appunto, che si uniscono in un unica entità .
Opere di incerta attribuzione
Edoardo III L'opera non è presente nell'in-folio del 1623, ma almeno la seconda scena del primo atto e l'intero atto II sono di Shakespeare. Scritta entro il 1595 e pubblicata l'anno seguente.
Love's Labour's Won (Pene d'amor conquistato) Un documento del tardo sedicesimo secolo elenca quest'opera tra quelle recenti di Shakespeare, ma non si ha traccia di alcuna commedia con questo titolo. Potrebbe trattarsi del titolo alternativo di una delle commedie sopra elencate, come "Pene d'amor perduto"; è invece improbabile che si tratti di "Tutto è bene quel che finisce bene".
Elegia Funebre di W.S. Alcuni studiosi hanno valutato recentemente questa elegia opera di Shakespeare, altri invece pensano che lo stile dell'elegia sia incompatibile con quello scespiriano.
Lamento di un'innamorata Poemetto probabilmente apocrifo pubblicato in appendice ai Sonetti.
Per un periodo fu pensato sulla base dell'evidenza ricercata da Don Foster che Shakespeare scrisse una elegia funebre per William Peter. Ad ogni modo la maggior parte degli studiosi adesso accettano che questo pezzo non fu scritto da Shakespeare.
Cardenio - Pare che Shakespeare abbia collaborato con Fletcher anche per un'altra opera, Cardenio, basata su un episodio di Don Chisciotte.
2007-02-16 18:05:23
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answer #5
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answered by eleonora 5
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