Il principio cosmologico ammette solo tre differenti geometrie per l’universo: spazio euclideo, sferico o iperbolico.
Si può scegliere fra queste alternative contando il numero di galassie in funzione della loro distanza: se tale numero aumenta come r2 l’universo è euclideo, un aumento minore indica che esso è sferico, uno maggiore che è iperbolico.
Purtroppo non è possibile attualmente procedere ad una verifica sperimentale diretta. Non si è ancora considerato un effetto di grande rilievo: guardare a grandi distanze nello spazio significa guardare nel passato, infatti, più una galassia si trova lontana da noi, più a lungo la luce ha dovuto viaggiare per raggiungerci e per effetto dell’espansione la curvatura dell’universo nel passato è diversa da quella odierna.
Questo effetto non è tale da modificare sostanzialmente i risultati ottenuti dai conteggi delle galassie ma vi è un'altra questione che sfugge alla possibilità di misurazione: il cambiamento della luminosità delle galassie durante la loro evoluzione cosmica.
Ad un universo sferico coinciderebbe un’espansione conseguente al Big Bang in continua decelerazione che porterebbe il cosmo a restringersi dopo aver raggiunto una dimensione massima; ad un universo aperto, infinito e iperbolico (a forma di sella) coinciderebbe un cosmo iniziato con un Big Bang molto violento e tale da permettere l’eterna espansione vincendo ogni effetto delle forze gravitazionali e ad un universo aperto infinito e la cui geometria è euclidea corrisponderebbe un’espansione eterna.
I tre casi si possono distinguere applicando una semplice idea fisica: la decelerazione dell’espansione è causata dall’attrazione gravitazionale dell’uni-verso. Solo una densità media di massa sufficientemente elevata potrà arrestare l’espansione portando la contrazione dell’universo; questa densità discriminante è detta densità critica: universi che presentano una densità minore sono quelli di tipo aperto, quelli con densità maggiore sono invece di tipo chiuso; nel primo caso le forze di autogravitazione della massa materiale complessiva non sono sufficienti ad arrestare l’espansione, nel secondo queste non solo l’arrestano ma addirittura invertono il verso del moto portando la contrazione.
La determinazione della densità media dell’universo è apparentemente semplice se si pensa di calcolarla attraverso la massa totale delle varie galassie contenute in un certo volume di spazio cosmico divisa per tale volume considerato; ciò che appare strano è che il calcolo della media si aggira ad un valore di circa 50 volte inferiore rispetto a quello della densità critica, logica conseguenza di questo dato sarebbe la conclusione che l’universo è aperto, in uno stato di espansione senza ritorno.
Altre teorie misero in dubbio tale ipotesi postulando che la massa delle galassie fosse soltanto una frazione di una massa complessiva compresa nell’universo: nasce la teoria della massa mancante.
Qualche tempo fa alcune notizie riguardanti nuove ricerche in campo cosmologico (la cosmologia è la scienza che studia l'origine e l'evoluzione dell'universo) hanno gettato nell'incredulità più assoluta l'intera comunità mondiale degli astronomi, che sembra ora costretta a rivedere dalle fondamenta uno dei principi che sembravano più solidi nella scienza moderna del cosmo: l'espansione dell'universo.
Per capire di cosa stiamo parlando facciamo un passo indietro; un passo molto lungo, visto che dobbiamo retrocedere nel tempo di 15 miliardi di anni. In quella remotissima epoca l'universo era decisamente diverso da oggi: non esistevano né galassie, né stelle o pianeti. Tutta la materia era condensata in un volume piccolissimo (definito singolarità dagli scienziati) che aveva temperatura e densità straordinarie. Per un motivo che la mente umana non riesce ancora a comprendere tale singolarità esplose, creando, con la sua stessa espansione, lo spazio ed il tempo, generando così il cosmo. Nel corso degli anni, faremo meglio a dire dei miliardi d'anni, da quella esplosione nacquero le galassie, al loro interno le stelle ed i pianeti, finché l'universo assunse la forma e le dimensioni che oggi conosciamo.
L'espansione iniziale continua ancora, ma naturalmente la sua forza si è molto attenuata e la sua velocità continua a diminuire. Nel caso dell'universo il rallentamento dell'espansione è dovuto al fatto che la materia in esso presente (galassie, stelle, ...) agisce come una sorta di colla (la forza di gravità) il cui effetto è quello di tenere insieme, vicina, tutta la materia, piuttosto che farla espandere. Le nostre conoscenze sui parametri che regolano l'espansione del cosmo si stanno affinando sempre più, anche se rimangono dei punti oscuri: non possiamo affermare con precisione l'età dell'universo, compresa nell'intervallo di incertezza fra i 13 e i 18 miliardi di anni, ne quanta materia c'è in esso, considerato che con i nostri telescopi ne vediamo solo una piccola parte.
Sembrava certo comunque che l'espansione stesse rallentando, per fermarsi definitivamente tra qualche miliardo di anni e poi tornare indietro, come una esplosione al contrario, facendo precipitare tutto il cosmo in un'altra singolarità dalla quale, forse, sarebbe nato un nuovo universo. Queste convinzioni sono state profondamente scosse dai risultati di tre studi indipendenti, prodotti dall'Università di Princeton, dal gruppo australiano Supernovae Search Team e da quello americano Supernova Cosmology Project (Astrophysical Journal, 1999).
Osservando ed analizzando alcune supernovae molto lontane (stelle che esplodono diventando luminosissime) e dei particolari tipi di galassie, i tre gruppi di ricerca sono giunti alla stessa sorprendente conclusione: non solo l'espansione del cosmo non sta rallentando, ma addirittura accelera! Dove trova l'Universo l'energia per alimentare la sua corsa, visto che essa è cominciata qualcosa come 15 miliardi di anni fa? La risposta potrebbe venire da un nuovo tipo di energia, che scaturisce dal vuoto, non si sa come, quando e perché; fenomeno già previsto dai fisici teorici.
Che cosa significa questo? In parole povere, che l'Universo sembrerebbe destinato ad espandersi per sempre, divenendo, fra molte centinaia di miliardi di anni, un luogo straordinariamente sconfinato, assolutamente e definitivamente morto, mare di fotoni e neutrini, senza materia: uno scenario desolato come nessun altro. È comunque ancora presto per rivedere le teorie di 50 anni: servono molti dati osservativi in più, che verranno forniti soprattutto dai telescopi di nuova generazione che stanno sorgendo in questo periodo.
La morte dell'universo sembra una prospettiva molto lontana per noi: milioni di generazioni di uomini vivranno ancora su questa Terra, e viaggeranno fra le stelle. Ma sapere che forse, un giorno, nella nostra casa cosmica sarà definitivamente cessata ogni forma di vita, concede almeno un piccolo, triste pensiero.
2007-02-12 02:42:39
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answer #1
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answered by ivmancini 6
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basta cazzate, l'universo non è infinito.
E' finito !!! nn so quanto(e in che data) sia il raggio, però è in continua espansione quindi anche darti il raggio domani cambia...
2007-02-13 12:41:22
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answer #2
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answered by aid85 PROTESTO: NO CENSURA 4
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Dopo l'universo c'è la fantasia
2007-02-12 10:43:03
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answer #3
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answered by Draco 4
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Se l' universo fosse finito, cosa ci sarebbe dopo? anche se ci fosse il vuoto, ci sarebbe quindi qualcosa, l' universo secondo me è infinito
2007-02-13 06:52:22
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answer #4
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answered by Mr. Peak 2
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Istintivamente siamo portati a concepire il finito e l' infinito basandoci
sui nostri sensi. Mettiamo la nostra anima in pace e non pensiamoci perché questi due concetti hanno senso solo in fisica e matematica in quanto rispettano le proprietà matematiche del infinito e del finito. Se la matematica ha un senso più di noi, beata lei.
2007-02-12 17:08:50
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answer #5
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answered by tabrix28 4
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no non lo concepisco, è un pensero difficile, non so rispondere.
2007-02-12 15:09:00
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answer #6
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answered by Anonymous
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IVMANCINI....scusami se te lo dico così, ho letto alcune delle tue risposte, eeeeeh.....sei davvero noioso è privo di ogni poesia. Lasciati andare.....
P.S. Per di più quello che tu scrivi non è neanche farina del tuo sacco...
2007-02-12 10:50:05
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answer #7
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answered by @Piccola Mary@ 2
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Io non riesco a concepirlo nè come finito nè come infinito.
Infinito è un concetto che posso riuscire a comunicare e ad esprimere, ma non riesco a pensare a qualcosa di materiale e allo stesso tempo infinito. Come può essere infinito l'universo? mannaggia, no, proprio non riesco a concepirlo...
dunque dovrei dire che l'universo è finito...ma se io arrivassi al confine dell'universo e facessi un passo in avanti, dove mi ritroverei?? anche questo secondo me non è concepibile...
Secondo me ancora è troppo presto per fare ipotesi sulla finitezza dell'universo. Dobbiamo aspettare i progressi in campo scientifico per arrivare ad una risposta(se non certa) almeno convincente.
2007-02-12 10:44:05
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answer #8
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answered by Gipsy 3
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io non riesco a concepire il fatto ke qualcosa sia infinito....per d + l'universo ke è così strano e non conosciuto....
potrebbe essere ke per quanto grande sia sia una grossa sfera come lo è la terra.....nn pensate???
magari son troppo fantasiosa ma se è vero ke dicono ke nell'universo andando sempre per la stessa rotta dopo un bel po' ci si ritrova nello stesso punto d partenza forse la mia è una teoria possibile!!!!
vorrei vivere fino alla fine dell'umanità solo per capire e vedere le scoperte su queste cose affascinanti e misteriose!!!
2007-02-12 10:42:50
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answer #9
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answered by wow yeah f 3
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mi piacerebbe sapere qualcosa in più ... ma cm si fa ?
2007-02-12 10:41:09
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answer #10
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answered by £L£N@ 2
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l'universo è in continua espansione quindi è finito ma dato ke noi nn siamo in grado d percepirlo lo definiamo infinito.
cmq se vuoi pensare a ks c'è al limite dell'universo c'è un uni parallelo stile western
2007-02-12 10:40:09
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answer #11
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answered by capitan_jack17 3
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