quali sono i veri motivi per volere una legge sui diritti dei conviventi etero?
non sono un cattolico, non sono contrario al riconoscimento dei diritti dei conviventi (lo sono anch'io) ma vorrei capire qual'è la necessità per una coppia eterosessuale di vedersi riconoscere dei diritti in tutto uguali a quelli delle coppie sposate. che differenza c'è tra andare in comune ad iscriversi alla lista dei conviventi e andare in comune per sposarsi? se gli eterosessuali hanno la necessità di vedersi riconosciuti tutti i diritti e doveri degli sposi, allora perchè non dovrebbero farlo anche loro?
a me sembra che sia solo un modo per riconoscere i diritti alle coppie omosessuali, perchè altrimenti non avrebbe senso.
2007-02-11
20:31:44
·
8 risposte
·
inviata da
gianni
3
in
Relazioni e famiglia
➔ Famiglia
Hypnos: forse non mi sono spiegato. intendo dire che senso ha riconoscere quei diritti (che in pratica sono gli stessi del matrimonio) agli etero se loro hanno già la possibilità di sposarsi laicamente (in comune con 60 euro di spesa)?
non vedo la ragione per non farlo
2007-02-11
20:48:27 ·
update #1
Ok, ho capito che non volete discutere sulla domanda ma solo sulla necessità dei pacs.
NON STO METTENDO IN DUBBIO LA NECESSITà DEL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTi, MA VORREI CAPIRE CHE SENSO HANNO PER GLI ETEROSESSUALI, dal momento che se voglio avere tutti i diritti basterebbe sposarsi.
E' DIFFICILE RISPONDERE?
2007-02-11
20:52:35 ·
update #2
Pollianna ti smentisco: alla fine del rapporto di convivenza della durata superiore ai tre anni, secondo il ddl Pollastrini Bindi, l'ex convivenete che versa in condzioni economiche svantaggiate ha diritto alll'indennizzo alimentare (proprio come nel matrimonio).
poi, per quanto riguarda i separati attualmente passati 3 anni possono richiedere il divorzio e risposarsi. quindi questa scusa è campata in aria. per quanto riguarda i gay è un altro discorso, la domanda è sugli etero!
2007-02-11
21:10:14 ·
update #3
Infatti non c'è nessuna ragione, a meno che non ci si voglia impegnare all'acqua di rose, per dare il contentino al partner, magari...certo, pensare: così se dura meno di tre anni non devo pagare, mi sembra alquanto meschino: o convivi, o ti sposi, senza vigliacche vie di mezzo.
I pacs sono nati per i gay, per non farli sposare in comune come tutti gli altri, per non dare loro pari dignità. E per non dichiarare palesemente che sono stati fatti per oro, ci hanno messo in mezzo categorie che non c'entravano niente, col rischio di causare un gran casino nelle aule di tribunale...il solito papocchio all'italiana, di quei citrulli che ci governano.
2007-02-11 20:55:01
·
answer #1
·
answered by Annina * 7
·
1⤊
0⤋
ciao io sn contento dei pacs. sono contrario al matrimonio (non ti sto a spiegare xò è legato a problemi che mi hanno fatto vivere i miei genitori). però voglio dare sicurezza alla mia ragazza. quindi x me questo sarebbe un buon compromesso x me e lei.
2007-02-11 20:53:28
·
answer #2
·
answered by Anonymous
·
1⤊
0⤋
Dunque. Prima di tutto chiariamo un concetto tutto italiano (ma anche delle altre nazioni che non hanno ancora un riconoscimento delle unioni civili, cioè quelle africane e asiatiche, ormai...): "Se non ti vuoi sposare, muori."
Ecco, il "Se non ti vuoi sposare, muori" è qualcosa che davvero non concepisco.
Per i ragazzi che non si sentono in grado di sopportare il lavoro di un liceo classico o di uno scientifico, c'è l'alberghiero.
Per i giovani volenterosi che lavorare, vogliono lavorare, ma non si sono impegnati a "prendere il pezzo di carta", ci sono moltissimi mestieri come il benzinaio, il cameriere (magari non di un ristorante di lusso), il facchino, ecc., senza essere costretti a studiare abbastanza e a fare 10 anni di gavetta per diventare avvocati.
Per coloro che semplicemente non hanno abbastanza soldi, c'è la versione "soft" della casa, non una villa con giardino da 10 ettari, ma anche solo un monolocale in periferia.
Esistono aiuti, facilitazioni, versioni "soft" di ogni cosa, non si capisce perché solo le coppie che vogliono avere un istituto più "soft", debbano rimanere senza altre opzioni.
Ma vabbè, prendiamo in considerazione questa intollerante polemica.
Innanzitutto, contestualizziamola.
Cito testualmente i risultati dell'ultima indagine Istat sui matrimoni in Italia:
"Nel 2005 sono stati celebrati poco più di 250mila matrimoni. Un numero in continua diminuzione dal 1972, anno in cui si sono registrate poco meno di 419mila nozze. [...] Sono sempre più numerose le coppie, ormai oltre 500mila, che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo del matrimonio. Secondo le indagini condotte dall'Istat sulle famiglie, il fenomeno è in rapida espansione (solo 10 anni fa erano meno della metà). [...] L'incidenza di bambini nati al di fuori del matrimonio è, attualmente, intorno al 15%, cioè quasi 80mila nati all'anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa, quando questo valore era pari all'8%. [...] Attualmente, gli sposi alle prime nozze hanno un'età media che è intorno ai 32 anni e le spose quasi 30 anni, 4 anni in più dell'età che avevano in media i loro genitori al primo matrimonio. Questi quattro anni di posticipazione sono dovuti, in molti casi, al completamento degli studi o alla ricerca di un lavoro. [...] Il numero di separazioni e di divorzi è in costante aumento. Gli ultimi dati riferiti al 2004 indicano oltre 80mila separazioni l'anno e oltre 45mila divorzi. Il numero medio di divorzi per 100 matrimoni è nel nostro Paese pari a circa 15."
Ora, dire che il matrimonio va più che bene e non c'è necessità di un altro istituto, se non per coppie omosessuali, è alquanto cieco.
Ce lo conferma il fatto che, da quando il Comune di Padova ha aperto un registro per le coppie di fatto, la quasi totalità delle "cerimonie" è stata svolta da coppie eterosessuali.
Perché?
Per avere tempi pressoché inesistenti per la richiesta e l'attuazione del riconoscimento dell'unione.
Per non pagare nulla.
Per potersi accordare con elasticità insieme al partner sul regime economico da scegliere.
Per non dover vendere un rene e sputare sangue dalla fatica e per la perdita di tempo per separarsi.
Ti pare poco? No, non lo è.
Ti pare troppo comodo? Può darsi, e quindi? Devono soffrire??
Del resto, le coppie sposate hanno più diritti, e diritti più importanti: piena potestà genitoriale (le coppie di fatto non hanno tutti i sostentamenti economici per il figlio che hanno le coppie sposate, e cmq un figlio ottenuto da una precedente unione non può essere adottato con l'unione civile), legame di parentela con cognome in comune, accesso alla fecondazione assistita (lo sai, sì, che anche gli etero possono essere sterili?) e possibilità di adottare.
Quindi, secondo me, la cosa è perfettamente bilanciata: a coppie che vogliono aderire ad un istituto più solido, più diritti ma anche più vincoli, a coppie che vogliono aderire ad un istituto più elastico, meno diritti ma anche meno vincoli.
Dov'è lo stravolgimento?
2007-02-12 05:53:44
·
answer #3
·
answered by Anonymous
·
0⤊
0⤋
sinceramente io in quanto lesbica spero passino questi di.co, perchè per noi è un passo in avanti.. per quello che riguarda coppie di conviventi etero son daccordo con te ... alla fine voi potete scegliere di sposarvi, se non lo fate un vostro motivo lo avrete
2007-02-12 01:08:26
·
answer #4
·
answered by Anonymous
·
0⤊
0⤋
Sono daccordo con te. Per quanto riguarda i separati, di cui qualcuno parlava sopra, lo saranno in eterno? Dubito. Se si vogliono riconoscere i diritti è giusto si faccia un (molto più semplice) matrimonio civile. Ma anche solo a nominarlo semnra che la gente faccia gli scongiuri ...
Proprio una cosa di serie c, neppure b. In fondo il matrimonio civile da stabilità sia ai coniugi che ai figli, da molte più tutele. In tempi di forte precariato in tutte le cose abbiamo aggiunto pure questo.
2007-02-12 00:47:12
·
answer #5
·
answered by milka16 6
·
0⤊
0⤋
Inanzitutto molte coppie non possono sposarsi (vedi i separati) e quindi non hanno altra scelta che la convivenza e ciò vale anche per gli omosessuali che sono esseri umani pure loro come noi e è giusto che godano dei nostri stessi diritti. Prova a pensare a una coppia gay o etero che magari convive una vita insieme, uno dei due (magari quello che aveva il contratto di affitto di casa o il mutuo intestato) muore e il compagno si ritrova magari dopo una vita passata assieme, sbattuto fuori casa "dagli eredi legittimi" e senza alcun ricordo del proprio amore, nemmeno quella statuetta che ricordava il viaggio bellissimo a Sharm che avevano fatto! Non ti sembra indegno, la massima non riconoscenza da parte della società? O magari uno dei due in ospedale e i medici lo liquidano con un "mi spiace non è un parente stretto non può stare qui"! Sono tanti gli esempi.
Cmq al di là delle impossibilità a sposarsi o meno, credo sia un atto di libertà dare la possibilità di scelta e non obbligare una persona a sposarsi. Calcola che se finisce una convivenza non ci sono straschichi perchè si conclude la consuetudine; smentiscimi se stò dicendo una stupidaggine perchè a me sembra sia così ma non ho la piena certezza, invece col matrimonio si conclude col divorzio il contratto ma il coniuge conserva alcuni diritti (v. la quota di legittima nella successione.)
2007-02-11 21:04:35
·
answer #6
·
answered by pollianna 4
·
0⤊
0⤋
perchè è giusto rispettare coloro che decidono di convivere e basta.... noi Italiani siamo in Europa e vogliamo fare gli Europei ma queste mentalità retrograde non ce le vogliamo scrollare di dosso e pensare che in Europa l'hanno già fatto da un sacco di tempo.....riflettete gente, che l'era dei dinosauri è trascorsa da un pezzo!
2007-02-11 20:48:15
·
answer #7
·
answered by Fiordiluna 4
·
1⤊
1⤋
penso sia legato tutto, ad esempio.. all'eredità
nel caso in cui (mi spaice fare questo discroso..) uno dei due convinenti morisse, l'altro non acquisirebbe nulla per legge, io credo..
forse è solo per regolamentare l'unione, è un controllo in più per te e per il tuo convivente...
2007-02-11 20:42:10
·
answer #8
·
answered by hypnos33it 4
·
1⤊
1⤋