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Molte volte valutando i fatti oggettivamente si commettono più sbagli che usando quel che possiamo chiamare pregiudizio, cioè un'idea preconcetta formatasi in modo apparentemente indipendente dal fatto in esame.
Ora il pregiudizio è definito un'idea errata, a seguito di giudizio avventato o non conoscenza dei fatti, ma se l'idea si rivela giusta lo chiamiamo sensibilità?
Non è forse lo stesso processo mentale?

2007-02-11 18:34:36 · 4 risposte · inviata da kerplan 5 in Scienze sociali Psicologia

Ciao Micetta, credo che stavolta ti sia un pò incasinata, comunque nella risposta di Daniela c'è quasi tutto quello che penso dell'obbiettività.
Aggiungo solo che credo nell'intuito o sensibilità, anche nel campo scientifico, certo che poi bisogna analizzare tutto in maniera il più possibile oggettiva, perchè ... la cantonata è sempre in agguato!

2007-02-12 09:24:26 · update #1

4 risposte

più che di sensibilità parlerei di intuito, di istinto.
un giudizio avventato avviene spesso quando non si prendono in considerazione la maggior parte degli aspetti della situazione e si agisce, come dici tu, sulla base di un'idea preconcetta, caratterizzata da uno stereotipo condiviso dalla maggior parte delle persone che fanno parte di una determinata cultura o società. Si tratta di un "metodo" di elaborazione delle informazioni che in psicologia viene chiamato "economizzazione cognitiva", la mente cioè cerca un modo semplificato per interpretare ciò che succede. in questo modo, anche la decisione che consegue a questa eleborazione semplificata, diventa più rapida. in situazioni di pericolo, stress o altamente emotive può essere molto utile appoggiarsi a uno stereotipo, saremo più veloci nell'agire.
l'oggettività è data dalla presa in disamina di tutti gli aspetti della situazione, si tratta di un "processo scientifico" che è quasi impossibile per la mente umana, significa controllo di tutte le variabili, rapporto certo di causa ed effetto tra uno stimolo dato e una certa conseguenza. in questo modo agisce la scienza, comunque supportata da strumenti ed esperimenti che permettono di arrivare a conclusioni certe.
nella vita quotidiana l'uomo non agisce come uno scienziato, ma elabora le informazioni sulla base dei preconcetti culturali, della propria esperienza passata e del proprio carattere.
ci sono poi persone, che, per predisposizione, riescono ad immedesimarsi maggiormente nelle situazioni e nelle varie persone che incontrano, posseggono un'elevata empatia, che è una forma di intelligenza, riuscendo con grandi probabilità a valutare la situazione in modo maggiormente obiettivo, rispetto a una persona che usa maggiormente i preconcetti. si tratta di modi differenti di elaborare le informazioni.
quindi non credo che il pregiudizio sia "un'idea errata" ma una semplificazione di giudizio adottata per risparmiare "energie cognitive". E' comunque più probabile che arrivi a conclusioni che si avvicinano maggiormente alla verità, una persona che valuta obiettivamente la situazione. anche un preconcetto, dopo una disamina dei fatti, può rivelarsi veritiero in quel caso particolare.

2007-02-11 19:17:12 · answer #1 · answered by Daniela T 6 · 1 0

in ogni caso penso che non bisogna essere precipitosi nel giudicare situazioni e relative persone.... è molto importante esminare con cautela i fatti e valutarli con giustizia e obiettività liberando quindi la nostra mente dai pregiudizi che troppe volte ci accompagnano... certo è pur vero che nella maggior parte dei casi forse perchè coinvolti in prima persona non siamo onesti nelle nostre valutazioni...

2007-02-11 20:42:30 · answer #2 · answered by sky 3 · 1 0

credo sia positivo "sforzarsi" di esser obiettivi... ma sono d'accordo che solo alla fine di un processo mentale si possa procedere ad una valutazione dei fatti, cercando magari di riconoscere l'eventuale sbaglio iniziale...

2007-02-11 20:07:59 · answer #3 · answered by sally s 2 · 1 0

ciao Kerplan!!!
Oggi non avevo ancora visto la tua ultima domanda ma avevo risposto alla precedente nei commenti(che forse non avrai avuto modo di vedere) e la risposta c'entra anche con questa...
allora te li riporto:
"secondo me bisogna cercare di capire le intenzioni e lo stato d'animo della persona con cui si sta parlando...cercare di ragionare con la sua testa....così ci si fa un'idea della sua buona o cattiva fede...poi però il tutto va rapportato con il resto della società e le sue leggi... e alla fine si mette il risultato a confronto con la propria esperienza....e si incrociano le dita sperando d'averci imbroccato!
es:se una persona mi racconta d'aver compiuto una rapina...cerco di capire cosa l'ha spinta...se necessità o avidità... poi però bisogna tener conto del fatto che resta un reato... e alla fine tener presente anche come avremmo agito noi al suo posto...la persona è sempre colpevole...ma c'è differenza enorme tra caso e caso...e i nostri limiti restano....ciao
ps:ovviamente il metodo funziona per alcune situazioni e per altre è un pò differente...ma come dicevo...l'importante secondo me è fare del proprio meglio...."
Credo che l'obiettività sia di fatto il risultato di questo connubio tra valutazione emotiva e razionale,personale e sociale...e quindi si....per me l'obiettività è sempre positiva....
non si può essere obiettivi senza aver valutato tutti gli aspetti ,significherebbe essere parziali e dunque per definizione non obiettivi...inoltre ritengo che sia più corretto definire il pregiudizio come un'idea stereotipata e generale,da cui si può partire ma che potrebbe condurci ,alla fine di un attento esame della situazione particolare che stiamo valutando,ad un risultato del tutto opposto a quello da cui siamo partiti:strada facendo si acquisiscono nuove informazioni che possono confutare la tesi iniziale...allora la "sensibilità"è il fatto di saper fare marcia indietro,riconoscere d'aver considerato solo alcuni aspetti e soppesare nuovamente i vari elementi...mano a mano che si procede con la conoscenza dei vari aspetti ci si avvicina sempre più ad un'idea più rispondente alla realtà...realtà che poi ...non ci è dato ,a mio parere ,poter mai conoscere con assoluta certezza..
per chi è religioso...la realtà vera appartiene a Dio e solo lui la può vedere pienamente e senza veli...per gli altri....è già tanto cercare di posarci lo sguardo....
ma anche per chi non creda in Dio....penso sia chiaro il limite a cui l'uomo non può sottrarsi...e pertanto l'obiettività assoluta resta una meta a cui tendere ma mai pienamente raggiungibile...
Questo però dev'essere un maggior stimolo e un incentivo a sforzarsi...proprio perchè spesso è davvero difficile valutare correttamente persone e situazioni...e tuttavia una valutazione errata può a volte portare a conseguenze anche molto pesanti...
Ciao!

pps:ho letto sopra...
vorrei solo dire che ritengo che nella vita quotidiana il metodo "scientifico "non sia utilizzabile...perchè l'uomo non agisce come una macchina e al metodo scientifico sfuggono moltissime variabili,pertanto volendolo applicare a decisioni e situazioni umane si commetterebbe una forzatura foriera di una enorme quantità di errori.....e l'obiettività scientifica sarebbe in realtà un grande calderone di risposte senza motivazioni e di valutazioni senza anima.... se fossimo capaci di giudicare con l'obiettività scientifica....commetteremmo più errori di quanto non faccia chi si basa sul solo pregiudizio...gli uomini ragionano da uomini e perciò solo altri uomini,nel bene e nel male,e con tutti i limiti annessi e connessi, possono giudicarli.....


Illuminazione finale...dopo tutto questo discorso mi rendo conto che sono arrivata al tuo punto di partenza:quindi credo d'aver capito che tu parlavi dell' "obiettività scientifica",che però è diversa dall'obiettività come l'ho definita io all'inizio del mio discorso...e allora tutto mi torna....
dimmi se sbaglio....
ciao

2007-02-12 01:14:14 · answer #4 · answered by micetta 5 · 1 1

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