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Ecco la traccia:
"Malgrado la scienza abbia dimostrato l'inesistenza delle razze, il razzismo permane in gran parte del mondo. Rifletti sul terribile peso dell'ignoranza e della disinformazione individuando le conseguenze spesso tragiche che ne derivano."
Al tema migliore 10punti...grazie in anticipo a tutti!!

2007-02-11 02:13:42 · 15 risposte · inviata da ..αυяσяα.. 3 in Società e culture Società e culture - Altro

15 risposte

ciao!spero vada bene!
Il razzismo è uno dei temi più infuocati degli ultimi anni, poiché esso sembra essersi installato in ogni comunità sotto le più svariate sembianze.
Il razzismo, oltre a scatenare l’odio tra bianchi e neri, accentua gli istinti xenofobi e rende intolleranti nei confronti della “diversità”, di qualsiasi tipo. Quella tra una persona e l’altra, come l’appartenenza a ceti sociali diversi, religione, cultura, condizioni economiche, fede politica: le discriminanti in ambito sociale sono pressoché infinite. La concezione più diffusa del razzismo, la più rappresentativa e comunque la più esatta etimologicamente è quella relativa al contrasto istintivo, quasi inevitabile che sussiste tra le varie razze, che si accentua fino al fanatismo quando la differenza somatica dominante risiede nella diversa pigmentazione della cute.
E’ incredibile come si possa provare dell’odio incondizionato per un’altra razza, soprattutto quando si può contare su un cervello ben funzionante a meno che non si sia diventati pazzi!
La scienza ha stabilito che tra un nero ed un bianco non esistono vere differenze, ma per la verità la cosa non era mai stata messa in discussione. Ciò non toglie, però, che molti si sentano perfettamente a proprio agio parlando con un negro, pur non essendo affatto razzisti. Probabilmente ,la mancanza di abitudine a convivere con gente di altre razze fa di questi scherzi, ma il futuro sembra riservarci una società sempre più cosmopolita. Dovremo quindi abituarci, in un modo o nell’altro, a considerare il colore della pelle delle persone con la medesima naturalezza con cui ne osserviamo il colore dei capelli.
Non poche mamme vedono male un bambino di colore nella stessa classe del loro figliolo, quasi nessun genitore sarebbe disposto ad avallare un matrimonio misto, mentre molti maschi di razza bianca dimostrano delle prostitute (e perfino i transessuali) di colore. Penso non sia il razzismo, inteso nel senso puro del termine, cioè odio incondizionato verso una razza, ciò che impedisce la convivenza o il matrimonio tra neri e bianchi in Italia, quanto invece il timore che una simile unione possa incontrare infinite difficoltà in una società che ideologicamente è ancora molta retrograda. Può vivere nel migliore dei modi un cuccioletto di color caffellatte, frutto dell’amore più puro tra un giovane di pelle scura ed una bionda dell’hinterland milanese, entrambi normali, equilibrati ed impiegati in fabbrica?
Forse non ancora: questo è il termometro più attendibile della situazione. L’Italia si vanta di essere un paese antirazzista, ma allora i matrimoni misti dove sono? E perché si fa di tutto per creare difficoltà agli extracomunitari, anziché cercare di inserirli nel nostro capiente sistema nel modo meno doloroso possibile? Sarebbe sufficiente assegnare loro anche umili lavori, poiché non conoscono ancora la nostra lingua e non sono preparati alle esigenze di una società che è ormai proiettata verso il terziario avanzato ed il superamento del lavoro manuale nell’industria. In tal modo avrebbero la possibilità di farsi le ossa, di fare studiare i figli e di prepararsi, insieme a loro, ad un inserimento completo nel tessuto sociale del paese.
Con questo non intendo certo giustificare il lavoro nero al quale gli immigrati si sottopongono poiché si tratta di puro e semplice sfruttamento basato sulla disperazione di quei poveretti. E’ consuetudine, infatti, reclutare i negri per le raccolte di pomodori ed altro, facendoli lavorare anche 14 ore al giorno sotto il sole, pagandoli con una somma di denaro irrisoria. Lo Stato dovrebbe vigilare affinché ciò non avvenisse, mentre promulga leggi poco pratiche o comunque nebulose, con le quali difficilmente riuscirà a risolvere la situazione.
In Italia, la collaborazione sociale degli immigrati extracomunitari è ancora clamorosamente scadente. Ma ciò che preoccupa maggiormente è l’ondata di microcriminalità che essi sarebbero in grado di scatenare alle strette, anche in prospettiva del nuovo millennio, quando il fenomeno immigratorio assumerà una consistenza ancora più notevole. Sarà bene, anzi, farà bene fare un po’ d’apprendistato, nel frattempo, ovvero prepararsi a convivere con le altre razze sia sotto il profilo psico-sociologico che sotto quello strutturale. A tal proposito sarebbe auspicabile l’introduzione, a tutti i livelli scolastici, di una cultura che diffondesse l’assoluta eguaglianza tra le razze. Ma non soltanto a parole, bensì con i fatti, attraverso manifestazioni e sensibilizzazioni di vario genere.
Bisogna fare comprendere prima di tutto ai giovani, che sono più recettivi e soprattutto costituiranno la società del domani, che tra una razza e l’altra non esistono differenze, sotto nessun aspetto.

2007-02-11 03:29:11 · answer #1 · answered by ..... 2 · 11 3

Ecco a te un tema sul razzismo, viene affrontato anche dal punto di vista scientifico dimostrando che le razze non esistono: http://bit.ly/1JsMApx

2015-02-19 13:30:52 · answer #2 · answered by Investimenti 4 · 6 0

Una prima osservazione da fare è che quando si parla di razzismo si parla di un tipo specifico di differenza, una differenza che è il prodotto storico di determinati rapporti sociali, ma che viene presentata e percepita come naturale e innata. Nel razzismo i gruppi umani sono pensati come differenti o disuguali per natura, e i rapporti tra questi gruppi sono anch'essi considerati dei rapporti naturali, e non dei rapporti sociali determinati da motivazioni economiche e politiche. Nel razzismo la naturalizzazione delle differenza tra i gruppi umani viene espressa in diverse modalità, tra cui l'idea che la percezione del colore e dei tratti somatici sia un comportamento innato e uguale in tutti gli esseri umani. E invece, il criterio con cui si definisce chi è bianco e chi nero cambia a seconda dei contesti, come dimostra il fatto che una stessa persona può essere categorizzata e trattata come nera in un paese, e come bianca in un altro, o anche, in una stessa società.
Ma il razzismo si esprime sempre più spesso attraverso la naturalizzazione delle differenze definite come etniche o culturali, ossia quegli aspetti della vita dei gruppi - feste, religioni, costumi e usanze nel modo di vestire o di mangiare - che sono il prodotto di una lunga storia di incontri e compromessi. In effetti una sorta di censura nel discorso comune fa sì che non si parli più così disinvoltamente in termini di razza, ma piuttosto in termini di cultura o etnicità. Tuttavia questo cambiamento di termini non ha comportato la messa in discussione del presupposto del razzismo, ossia l'idea che alcuni gruppi umani siano differenti per natura e che questa natura determini la loro posizione all'interno dei rapporti sociali. In questa nuova visione, di cui i mass media sono allo stesso tempo divulgatori e produttori, la cultura viene sostantivata, divenendo una qualità innata e statica, che assai spesso incorpora anche l'aspetto somatico, senza prospettiva storica e
Nel razzismo dunque la differenza è un attributo percepito come naturale, innato, e imposto come forma immediata di categorizzazione degli individui. "Ma chi definisce in primo luogo chi è diverso e quale diversità sia da considerare e quale altra non sia pertinente?" La caratteristica del razzismo infatti è proprio questa imposizione e esclusività del tratto che stabilisce la condizione di diversità di una persona, a cui si accompagna la difficoltà di poter scegliere altri tratti distintivi.
Il concetto di differenza può avere una doppia valenza nell'analisi del razzismo. Se da un lato infatti la differenza è prima di tutto una differenza socialmente e storicamente costruita, ma comunemente pensata come naturale, dall'altra la differenza può essere intesa anche come l'opportunità di rivendicare altre modalità di definizione e nominazione della propria persona.
Questa distinzione tra due possibili significati di differenza ci rimanda al dibattito interno ai women's studies e alle teorie femministe in cui si è molto discusso sul concetto di differenza e sulle sue implicazioni. Questo accostamento sembra d'altronde particolarmente opportuno, poiché il tema del razzismo è sempre più frequentemente discusso in relazione a quello del sessismo. A questo proposito bell hooks afferma "quanto sia importante capire la differenza, quanto siano rilevanti i modi in cui status razziale e di classe determinano sino a che punto si possono affermare il dominio e il privilegio maschili e, ancor di più, in che forma razzismo e sessismo sono sistemi interconnessi di dominio che si rafforzano e si sostengono a vicenda". Non è possibile infatti analizzare il razzismo come un fenomeno monolitico e lineare, come se si manifestasse sempre nelle stesse modalità, indipendentemente dai contesti e dagli attori sociali

2007-02-11 02:50:42 · answer #3 · answered by Elizabeth Taylor.♥ツ 4 · 14 9

Fammi capire..dovrei farti il tema?
Spiritosa ;-)
Siediti a tavolino e fattelo mia cara.
Buona scrittura, baci

2007-02-11 02:27:24 · answer #4 · answered by Anonymous · 40 35

Questo qui è fatto molto bene ed è ben argomentato: http://bit.ly/temarazzismo

2015-06-14 21:19:16 · answer #5 · answered by Anonymouse 3 · 1 0

non ci sono le razze biologiche forse, nel senso che siamo tutti homo sapiens sapiens ma ci sono "razze culturali", e questo non lo si può negare. secondo me oggi si tende più che altro a non tollerare diverse culture o religioni (anche se gli italiani sono fin troppo tolleranti), se poi qualcuno pensa ancora che ci sia la razza perfetta e la razza inferiore allora è un deficente

2007-02-11 02:20:05 · answer #6 · answered by The Doctor 46 4 · 7 6

Per risolvere il problema dell'acne ti consiglio questo metodo naturale http://EliminareAcne.netint.info/?8uAj
L’acne colpisce oltre il 30% degli italiani fra i 15 ed i 20 anni e rappresenta il 6% di tutte le dermatosi. Si può affermare che l’acne è un disturbo della pubertà, che di solito si manifesta fino ai 20 anni, ma che può in rari casi persistere fino a 30-40 anni.

2017-03-10 00:49:57 · answer #7 · answered by McClintock 3 · 0 0

Sforzarsi é?

2015-03-22 08:29:29 · answer #8 · answered by ? 2 · 0 0

arrangiati

2015-03-20 06:12:33 · answer #9 · answered by ? 1 · 0 0

sociologicamente le razze esistono ancora ed esisteranno sempre, quelle che doctor 46 chiama impropriamente le razze culturali..
Il fatto è che ciò che l'uomo crede vero (in qs caso, l'esistenza delle razze) è vero nelle sue conseguenze (in qs caso, il razzismo)! (teorema di Thomas).
Razzismo è ignoranza, x' generalizza su persone di cui nn s conosce, quindi s ignora
Conseguenze: basta ke parli di ciò che avviene oggi nelle grandi città italiane nei quartieri-ghetto degli immigrati. Qs situazioni sono frutto anche dell'emarginazione cui sono sottoposti da parte degli italiani!!!

2007-02-11 02:28:25 · answer #10 · answered by ﮮﻩﺃﺀﻩﻜ 4 · 8 10

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