Distogliamo lo sguardo, fissiamo, addirittura c'è chi aggredisce!
IL DISABILE NON NECESSITA DELLA NOSTRA COMPASSIONE, MA DI AMORE, COME TUTTI NOI!
La vostra reazione di frnte ad una persona diversamente abile qual è?
Vi chiederete il motivo di questa domanda, ma stanotte sono uscita con il 118 a soccorrere un ragazzo disabile aggredito in un pub, vi assicuro che la tristezza non ha ancora abbandonato il mio cuore.
2007-02-10
18:59:05
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18 risposte
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inviata da
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in
Scienze sociali
➔ Sociologia
XDariosky, ciao, sei un grande, tvb
2007-02-10
19:38:02 ·
update #1
XCiccio, grazie del bacio, ne avevo proprio bisogno....al caramello poi, slurp!
2007-02-10
19:40:07 ·
update #2
XJonitorin, un forte abbraccio a te e alla tua dolcissima bimba, ciao
2007-02-10
19:55:57 ·
update #3
non c'e' un perke' all'ignoranza ed alla stupidita' umana.
per fortuna ci sono anke tante persone come te dolci e sensibili,non cambiare mai.......un abbraccio sincero.....ciao
2007-02-11 12:12:15
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answer #1
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answered by Selvaggia 5
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"Due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, della prima mancano ancora le prove..." A. Einstein.
Che dire, purtroppo anche io facevo parte delle persone che guardavano l'handicap come un errore. Il termine errore è indicato perchè lo potevi utilizzare in ogni situazione: "Andiamo al cinema ma far venire xxx è un errore,Andare in gita con xxx è un errore e così via ..."
La mia stupidità e insensibilità hanno prevalso fino a quando non ci sono cascato in primis, non come l'amico su qualche risposta sopra ma come padre di una bambina con 2 handicap.
Da allora è cambiato tutto, il modo di vedere e affrontare le cose quotidiane, di relazionarmi con gli altri, di gioire per cose che prima erano insignificanti.
Di godere della quotidianeità, di respirarla, di sentirla mia e non qualcosa che ti sfugge senza neanche sfiorandoti.
Il mio modo di vedere le cose è cambiato prima della sua nascita, durante la gravidanza.
Ho scoperto il sacrificio vedendo non solo mia moglie ma anche altre donne in ospedale per cercare di mandare avanti una gravidanza tanto attesa ma anche tanto complicata.
Ho scoperto l'impotenza di vedendo mia figlia da dietro un vetro della terapia intensiva neonatale.
Ho scoperto la disperazione di chi dopo tanto sacrifcio ha visto morire il proprio figlio.
Ho scoperto la gioia di vedere mia figlia ancora viva giorno dopo giorno. Mi ricordo ancora che ogni mattina chiamavamo per sapere se ci fossero novità, con lo stesso stato d'animo di chi sa che potrebbe essere l'ultima volta che avrebbe chiamato.
Ho scoperto il lutto del sapere della sordità della propria figlia.
Da qui in poi però tutto è diventato una discesa. Dopo aver compreso questi stati d'animo anche lo scoprire della disabilità fisica (è pure tetraplegica) non ci ha più scosso come prima anche se ci è dispiaciuto.
Devo tantissimo a mia moglie. Senza di lei non so come avrei affrontato la situazione.
Oggi come oggi mi ritengo fortunato papà di due belle bambine anche se una non sente bene e l'altra tanto non ascolta (non c'è molta differenza!)
Oggi mia figlia è portatrice di impianto cocleare e sente abbastanza bene, è ben integrata e l'importante è una bambina serena.
Quante volte mi metto a ridere quando o a terapia o in giro incontra i bambini che hanno problemi comei suoi e li guarda incuriosita, con la stessa espressione di chi "normale" guarda lei e lei contraccambia cercando di capire perchè viene guardata.
Vedi basta spostare l'obiettivo e il "diverso" è l'altro.
Ogni volta che mi trovo davanti ad una persona, bambino o adulto penso sempre che anche io potrei essere come loro o diventarlo e mi rammarico di cose dette e fatte in passato, ma il passato è passato...
L'importante è cercare di rendere il domani migliore di quello che è oggi e quando vedo atti di discriminazione non condanno ma comprendo e cerco di far capire che noi non siamo solo carne, soldi, tempo.
E' la mancanza del sapere che produce discriminazione e penso che noi non siamo cattivi ma solo stupidi.
2007-02-11 03:50:40
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answer #2
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answered by JonitoRinco 3
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Eccone qua uno! Io sono diventato paraplegico a seguito di un incidente stradale. E devo dire che ora ho capito molte cose!
Sinceramente all'inizio mi dava un po' fastidio che la gente mi guardasse in ogni posto in cui andavo, ma oggi, a distanza di 5 anni, non ci faccio + caso. I disabili sono sicuramente più umani di tante persone a questo mondo e nonostante i loro problemi, sono sempre disponibili ad ascoltarti e mai giudicarti. Ovviamente esistono anche le eccezioni e sono quelle persone che dopo che la loro vita è cambiata si buttano giù di morale e ce l'hanno col mondo intero.
Ma per quanto mi riguarda a me non dispiace più di tanto. Certo, non posso più correre, saltare, andare in moto, giocare a calcio ecc. ecc. ma ho scoperto un nuovo mondo che prima non conoscevo. Tutte le cose che prima consideravo inutili, futili, ora hanno acquistato un'importanza enorme! Niente va sottovalutato. Il semplice alzarsi la mattina in piedi, andare in bagno, fare la pipì, vestirsi ecc. per una persona disabile è un sogno. E invece la gente "normale" neanche ci fa caso.
Ma nonostante tutti questi problemi ci sono disabili che vivono serenamente la loro vita. Fanno sport, lavorano, hanno famiglia.
Vi sembrerà strano, ma io non so se vorrei tornare ad essere quello che ero prima. Beh, più moralmente che fisicamente. Tornare a camminare non mi dispiacerebbe. ^^ Ma pensare di tornare la persona fredda, impassibile e insensibile che ero prima, proprio non mi va. E se per tornare a camminare, dovessi ridiventare così, allora preferisco rimanere come sono.
P.S anche io prima ero un soccorritore del 118. Della Misericordia più precisamente.
Ciao collega! ^^
2007-02-11 03:26:42
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answer #3
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answered by darioski 6
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vedo che hai molte risposte e tutte lunghe.
Te lo dico con una frase: perché abbiamo paura di essere come loro: non vogliamo guardare chi soffre o è limitato per paura di diventare così.
2007-02-11 05:43:01
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answer #4
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answered by Ivory33 6
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Comprendere una delle cose più brutte e vili che un essere umano possa compiere, la violenza contro un disabile, è difficile, ma dobbiamo tentarlo e per farlo dobbiamo guardare dentro noi stessi con sguardo libero. So che può essere molto difficile. Allora in primo luogo nel disabile compare il diverso e lo sguardo è attratto dal diverso, ci vuole uno sforzo per fermare questo sguardo che pesa sul disabile proprio perché lo fa sentire diverso ed estraneo. Quando il disabile diventa l'estraneo, l'altro, lo si carica di sentimenti repulsivi, il suo handicap, la sua debolezza diventa inconsciamente il segno di qualcosa di repellente e disgustoso, che dimostra la giustezza della repulsione. L'altro diventa così ricettacolo del male (fisico e per analogia spirituale), si ha paura di questo male e si reagisce o relegandolo lontano, oppure con l'intento di degradare, svilaneggiare chi porta stampati sul suo corpo i segni del male. Ebbene, è solo con l'educazione sentimentale che si supera questo primitiva pulsione, perché l'altro è anche chi ci dischiude ad altri orizzonti, chi ci fa crescere e vivere. Forse dobbiamo imparare a vedere ciascuno di noi come disabile, perché ciascuno di noi è diversamente abile, mentre la vera inabilità è soprattutto l'inabilità psichica a riconoscerci per ciò che siamo.
Dice Giovanni: chiesero i discepoli a Gesù "Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori per essere nato cieco?". Rispose Gesù "Né lui, né i suoi genitori hanno peccato, ma perché si manifestino in lui le opere di Dio"
2007-02-11 05:01:04
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answer #5
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answered by etcetera 7
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devo ammettere che il primo sentimento che provo verso il diversamente abile è una sirta di compassione... mi dispiace vedere un individuo su una sedia a rotelle o che non può vedere il colore del cielo. So che non è giusto guardali con occhi compassionevoli, ma penso che avvolte sia meglio questo sentimento che l'indifferenza.
So per esperienza personale, avendo nella mia famiglia dei parenti affetti da malattie invalidanti come la sclerosi multipla e l'autismo, che spesso si ha rabbia quando si viene fissati per le nostre diversità ma so anche che quello sguardo non è frutto di rabbia o cattiveria, ma solo del dispiacer di vedere qualcuno che deve affrontare la vita con troppe difficoltà.
Per quanto riguarda il caso da te descritto anch'io sarei piena di tristezza e rabbia nei confronti di chi ha fatto del male a quel ragazzo, l'ignoranza e la bestialità sono troppo diffuse. Per fortuna che ci sono persone come te che hanno scelte con il proprio lavoro di aiutare il prossimo.
Grazie!
2007-02-11 04:43:19
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answer #6
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answered by chimie19 4
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Hai proprio ragione, il disabile non ha bisogno della nostra compassione ma di tanto amore come ogni essere umano, purtroppo la società è questa,ormai si sono persi tanti valori anche se si son fatti passi da gigante negli ultimi decenni, io da piccola ricordo che i disabili venivano nascosti in casa ed era una vergogna, ma come hai potuto notare ancora non è cambiato del tutto,vedi io insegno proprio ai disabili ed è difficile non tanto per i ragazzi ma dover lottare con le persone che ti vivono vicini, non capiscono che sono come noi, che vanno trattati allo stesso modo, non bisogna avere compassione o evitarli,ci sono genitori addirittura che non vogliono che i figli vanno inseriti in classe con i disabili o vhe i figli li frequentano è questa la vergogna! non capiscono che proprio ai bambini va insegnato che bisogna amare e che siamo tutti uguali anche se con qualche piccola differenza, sono stata criticata da molte persone perchè con i miei piccoli vado a trovare in alcune case famiglia questi ragazzi o addirittura gli anziani, non credere che la cosa sia diversa...ormai si corre e si pensa solo al benessere e quando qualcuno o qualcosa ci potrebbe fare fermare di fronte ai nostri obiettivi da raggiungere allora questi sono i risultati...e la cosa più brutta è l'indifferenza di fronte ai molteplici atti di schernimento contro i disabili o anziani...mi auguro che presto nei cuori di tutte le persone del mondo entra l'amore! grazie a te per aver fatto una domanda del genere perchè credo possa servirci per riflettere.....
2007-02-11 04:23:31
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answer #7
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answered by clivia_61 3
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Brava: domanda molto azzeccata. Vedi noi distogliamo lo sguardo dalla sofferenza in generale: malattia, handicapp, povertà, morte sono i grandi rimossi del nostro tempo. Conosco un analista che sembrerebbe un uomo assolutamente equilibrato, ma quando gli accenni a problemi pratici o a dolori 'veri' chiude gli occhi, distoglie lo sguardo ed è imbarazzato. Ho avuto occasione di parlarci perché non fa solo lo psicoterapeuta, ma insegna anche lingue e in qualità di insegnante ho dovuto averci a che fare. La frequentazione mi ha dato conferma che i 'freudiani' cercano di vedere patologie in comportamenti 'chiusi' sempre in base ai loro manuali e che continuano a considerare il 'grande rimosso' il sesso, invece il grande rimosso degli uomini è la paura della morte, dell'invalidità, di una vita non 'piena' vissuta in dipendenza da altri esseri umani. Noi abbiamo paura di vedere ciò che non siamo ma che avremmo potuto essere. Ricordi La Montagna Incantata di Th Mann? I malati vivono in allegria. Se uno di loro ha una crisi, tutti fanno fina di non vedere: perché sanno che quello è il principio della fine e che prima o poi toccherà a tutti.
Ciao scusa la prolissità e la farragginosità.
2007-02-11 04:00:40
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answer #8
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answered by freigeist119 6
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Ti parlo da madre di un ragazzino che ha dei "problemi" fisici, all'inizio io stessa da mamma non volevo accettare questa cosa, era inconcepibile che fosse successo questo al mio bambino. Piano piano siamo stati presi dalla quotidianità delle visite mediche, le cure riabilitative, il tempo è passato ed è diventato per noi "normale" convivere con tutto questo.
Io capisco che chi non vive sulla propria pelle questo "disagio" non capisce fino in fondo, perchè anche io ero uguale.
Ti posso dire che è stato più difficile in seguito aiutarlo ad accettarsi, a valorizzare altri aspetti della sua personalità.
Non spreco parole per gli imbecilli che si approfittano della vulnerabilità di un disabile, ma per tutti gli altri mi sento solo di dire che un pò li capisco, il disagio c'è ed è inevitabile.Ciao.
2007-02-11 03:51:56
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answer #9
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answered by mamys21 5
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Purtroppo mi fan sentire in colpa, o quantomeno a disagio...Sai Winnie, io sono un vittimista per istinto (poi per fortuna c'è anche la ragione e c'è l'autocontrollo che man mano che passano gli anni mi aiutano a esser meno inospportabile a me stesso e agli altri), ma quando vedo un disabile, mi rendo conto che c'è gente che ha problemi 1000 volte più grandi dei miei...e mi sale una rabbia contro il Cielo...non so come facciano a vivere così...ma forse davvero l'uomo è in grado di abituarsi a vivere in ogni condizione...
Poi per chi li aggredisce non so dirti: è una cosa che fa orrore, come ogni forma di violenza su chi non può difendersi e lottare alla pari; di certo non è gente serena, in pace...
2007-02-11 03:46:01
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answer #10
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answered by boris 2
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