secondo voi come mai l'essere umano considera impossibile raggiungere la felicità personale e sociale ?

Answer 1

Perchè quello che abbiamo non ci basta mai... Io a questo riguardo ho una personale filosofia: facciamoci un viaggetto negli stati più poveri dell'Africa e poi chiediamoci cos'è la felicità e perchè noi non riusciamo a raggiungerla mai... E vergognamoci...

Answer 2

io non credo che l'essere umano ritenga impossibile raggiungere la felicità, anzi una delle poche che condivido di Freud è proprio che la ricerca della felicità sia l'unico scopo della nostra vita. Ciò che pare impossibile sembra invece raggiungerla. Sui motivi si potrebbe parlare a lungo:io personalmente mi trovo concorde con alcuni autori i quali sostengono che l'anima (psichè) proprio in quanto tende al Divino (qualunque esso sia) è in diretto contatto con la morte e si esprime perciò meglio con la sofferenza. Vale a dire che l'anima, che è poi ciò che comprende tutto il nostro essere(e che è per sua natura contemporaneamente corporale, divina e mutevole), raggiunge più facilmente se stessa attraverso la sofferenza. Ciò potrebbe quindi in effetti imperdirci di riuscire ad essere felici, in contrapposizione al corpo che invece tende al piacere. Ma visto che il nostro corpo è solo una parte di tutto ciò che siamo, piacere e dolore camminano assieme: eros e thanatos. E' la mia opinione...troppo pesante?

Answer 3

perchè è nella natura umana stessa cercare una felicità irraggiungibile... ogni volta che otteniamo qualcosa che desideravamo poi desideriamo subito qualcos'altro o qualcosa di più e così all'infinito... senza mai trovare la felicità completa... se la trovassimo probabilmente poi svanirebbe dopo poco perchè non ci sarebbe una felicità, disponibile sottoforma di oggetto materiale, superiore a quella che abbiamo raggiunto... e perderemmo per sempre la possibilità di essere nuovamente felici per qualcosa....

Answer 4

non è impossibile, ovviamente ognuno di noi ha una scala dei bisogni che ci permette di stabilre se abbiamo raggiunto quello che volevamo, è un discorso molto soggettivo. bye

Answer 5

se la cerchi la perdi

se non la cerchi non la trovi ma almeno non lo sai ....

quindi sapere e non trovare
e' peggio
di non sapere e non trovare

tradotto

meno esigente si e' a tutti i livelli
piu' si e' felici

infatti
io sono esigentissimo a tutti i livelli
e sono infelicissimo ......................

Answer 6

pessimismo

Answer 7

non mi pare che tutti la considerino anticipatamente impossibile. Anzi mi sembra che ponendoci questo o quell'obiettivo ed organizzando il nostro tempo e la nostra mente a quello scopo pensiamo proprio che poi saremo felici. Naturalmente di solito la meta una volta raggiunta risulta deludente e transitoria; tuttavia continuiamo tenacemente a illuderci e a porci un altro obiettivo. Direi che al contrario l'essere umano ritiene di poter essere felice a ogni passo che compie nella vita. Quanto alla felicità sociale..beh,direi che non solo maestri spirituali ma anche politici, rivoluzionari , tiranni e persino condottieri di eserciti siano convinti di poter portare l'umanità a uno stabile benessere sociale...magari dopo catastrofi e macellazioni di massa. Chi ha orecchie per intendere intenda...

Answer 8

Per me dipende come si considera il concetto di felicità. Se la felicità è staticità se è una meta che una volta raggiunta, la si possiede per sempre, non è nella nostra natura perchè sia materialmente che spiritualmente l'essere umano è un divenire. In questo momento che scrivo, milioni di cellule del mio corpo muoiono, nascono e si sostituiscono. Il mio corpo è un continuo trasformarsi. Le mie idee sono come lava, particelle di metalli e rocce fuse che si mescolano scivolano si fermano e poi ricominciano a rimescolarsi. Per questo tutto ciò che si muove fa parte del pensiero umano ed oltre ad aspirazione può essere meta, intesa però come tappa. Se la meta è il vertice della piramide intesa come arrivo,avremmo una felicità infelice fgrigia noiosa,non appagante. Il Paradiso, per i credenti di qualsiasi credo, è la sede della felicità eterna, ma quello descritto da Dante essendo statico è noioso ,mai che succedesse qualcosa di imprevisto, è da preferire l'inferno, al massimo il purgatorio almeno lì qualcosa capita :quindi il tempo ,il divenire, la tappa è non l'arrivo finale è nel nostro dna:

Answer 9

Penso che la felicità sia un'IDEA di un MODELLO di vita talmente personale impossibile da etichettare, senza scadere nel banale o nello scontato. Per un malato potrebbe essere la guarigione, per un povero diventare ricco, per un ricco poter avere veri amici, per un single forzato avere un partner e così via.
Credo che fondamentalmente la maggioranza delle persone non abbia obiettivi ben precisi o li abbia impossibili o irrealizzabili o addirittura sbagliati. Da cui l'eterna insoddisfazione del raggiunto e la ricerca affannosa dell'irraggiungibile. Temo siano pochi coloro in grado di farsi un vero progetto di vita, che non deve per forza essere la copia di 'ricchi e dannati'.

Answer 10

Domanda difficile ma interessantissima:-). Beh, parlo personalmente, perché non mi sento di rispondere a nome del genere umano:-): la felicità è quanto di più difficile ci sia da raggiungere, ma è una di quelle cause per cui vale la pena combattere. Spesso, credo, la felicità sta proprio nella stessa ricerca, perché ci scopriamo capaci di un impegno e di una forza che non avremmo mai creduto di possedere.
E poi, in ognuno di noi c'è la passione per le cause perse:-D.
Un bacio!