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-Muore a causa di un cancro a 15 anni;
-E' costretto sulla sedia a rotelle;
-Non ha un lavoro per mantenere la moglie e il figlio;
-E' affetto da Morbo di Parkinson;
-Non ha il denaro a sufficienza per pagare le terapie mediche;
-Nasce affetto da ciecità.

io mi fermo qui, ma ce ne sarebbero di mali atroci da elencare!

Vorrei sapere in queste traumatiche esperienze di vita dove sta il DONO! Ieri qualcuno ha chiesto per quale motivo la Chiesa sia contraria al suicidio.. in tanti hanno risposto con questa frase standard che suona tanto come tiritera più che come qualcosa di sensato e razionale!
Dio sceglie di farci soffrire, ci da il "dono" delle malattie terminali, delle sofferenze più atroci però non solo dobbiamo continuare a pensare a questo come ad un REGALO, egli ci toglie anche la libertà di scegliere la via del suicidio evitando quantomeno ulteriori sofferenze!

Ora mi dia qualche motivazione valida chi continua ad asserire che tutto questo sia un dono di Dio!Avanti!

2007-02-05 19:49:38 · 29 risposte · inviata da â??nynphεtâ?? 3 in Società e culture Religione e spiritualità

puce: non ho mai incolpato Dio per le malattie terminali, ho semplicemente chiesto come si possa continuare a credere nella vita come ad un dono quando si è costretti a convivere con un male terribile e sapere già quale sarà la tua fine. Quanto al suicidio, mi riferisco alla facoltà di togliersi la vita, eutanasia inclusa.

katya: per caso non sto rispettando la tua visione o quella di chi la pensa diversamente da me? Mi sembra piucchealtro di cercare delle risposte da voi a quello che io non riesco a trovare soluzione.. sto solo cercando confronto niente altro!

rone: saranno vecchie quanto il mondo ma chi mi toglie la libertà di continuare a cercare risposte? Tu per caso?
Almeno potresti degnarti di darmi risposte "nuove" considerato che nemmeno tu hai saputo dirmi qualcosa in grado di soddisfarmi. Se si continua a chiedere è perchè le VOSTRE risposte non bastano! Non istigo al suicidio di massa, se mi rispondi così significa che non hai capito niente delle mie parole.

2007-02-05 20:51:09 · update #1

29 risposte

E' certamente una bella domanda, davvero interessante.

Non sono cattolico.
Preferisco dichiararmi agnostico ed in teoria a questa domanda non dovrei rispondere, però vorrei tentare di darti una possibile (anche se parziale, ci mancherebbe...) soluzione, ovviamente opinabile, se non altro per cercare di infondere in te un pò di speranza ed una possibile spiegazione logica.

Semplificando al massimo e riducendo all'osso i concetti io trovo che la vita in sè, prescindendo dalla possibilità che essa venga dal Dio cristiano o da quello Indhù, dal caos o da altre ignote origini, sia sempre un dono.
La coscienza della vita è già una luce che è preclusa a chi non è vivo. Chi non è ancora nato e chi non appartiene più a questa vita non può godere della gioia che questa coscienza può regalare. Essere vivi significa partecipare ad un disegno dalle proporzioni incommensurabili ed in parte ignote nel quale si crede ed al quale ci si affida (Dio) oppure fare parte di una Danza Cosmica (religioni orientali) oppure di un sistema in cui ogni cosa ha una sua spiegazione logica e razionale, incluse le malattie e la morte (Evoluzionismo).
Giustamente tu dici che non può essere un dono una vita costituita dal dolore, ed è molto difficile confutare la tua affermazione.
Secondo il mio personale giudizio la vita può essere un dono o uno sventurato e tragico accidente secondo la percezione individuale di ognuno. Non tutti i malati terminali, né tutti i ciechi dalla nascita, né tutti coloro che hanno difficoltà a vivere considerano la vita una sventura, ed anzi spesso sono proprio le persone abituate ad una vita "difficile" che maggiormente la considerano un dono e che più le sono attaccate. Ed è anche vero che per molte sventurate persone la vita è solo un pesante ed insostenibile fardello di cui ci si può liberare con la morte.
Ma non è neppure scontato che persone quotidianamente "appagate" dalla vita siano in grado di cogliere la bellezza del vivere e considerare questo un dono. Ci sono persone che nel loro quotidiano vivono nell'ignavia, conducendo una vita fatta di falsi valori, inseguendo chimere ed obiettivi assolutamente futili ed effimeri, e dubito che queste persone si siano domandate, almeno un giorno nella vita, se questa sia un dono oppure no.
Forse, ma questa per me è molto più che una probabilità, l'unica ragione per cui la vita è un dono è l'amore. Almeno in questo posso definirmi cristiano, con la differenza che io estendo il concetto di amore a tutta la vita che anima il nostro universo. Vedi, se tu conoscessi una persona con un cancro allo stadio terminale e fossi capace di stargli vicina, amarlo e dargli la tua vita per quel breve periodo di vita che ancora gli rimane, non penserebbe che quegli istanti sono il dono più bello che la vita potesse dargli, nonostante il suo dolore? E' per questo che tutti quei valori sciocchi ed effimeri, dai quali siamo continuamente bombardati, hanno valore zero davanti al dolore. E per dolore intendo non solo quello di un essere umano la cui gioia è solo parziale se non ridotta al minimo perchè la sorte gli è stata avversa, ma anche quello di innocenti essere scuoiati vivi per ricoprire con la loro pelliccia la vanità degli esseri umani. Intendo il dolore delle creature torturate nei laboratori per una ricerca che va alla cieca e che non è vera scienza dal momento che contempla solo le strade che più le fanno comodo. Intendo il dolore di chi subisce le soluzioni di pochi individui depravati e degradati che considerano la violenza e la guerra quale unica soluzione di dialogo fra le comunità. Ed intendo il dolore di questo pianeta, in cui viviamo, le cui risorse sono sfruttate fino all'inverosimile ed in modo illogico, spesso soltanto per gli interessi di pochi stati potenti che rifiutano di pensare a soluzioni intelligenti per salvaguardarne la vita.
Come vedi, la soluzione potrebbe essere riposta solo in un atto d'amore, in questo come in un altro caso. Un atto d'amore quotidiano verso tutta la vita in tutte le sue forme, insomma un esercizio dello spirito per cambiare se stessi e predisponendo la propria vita alla comprensione dell'altro, all'apprezzamento dell'altrui vita ed alla solidarietà. Troppo spesso viviamo alla giornata ripetendo ossessivamente i medesimi, identici atti. Ma se passassimo dalla teoria alla pratica scopriremmo che ogni giorno potremmo donare questa nostra consapevolezza a chi non ce l'ha o non potrà più averla, ed ogni piccolo nostro contributo, ogni piccola goccia di quest'acqua potrebbe investire porzioni più ampie fino a creare un oceano. Anche noi ne saremmo investiti.
Forse allora la vita potrà essere considerata davvero un dono.
Con ciò non credo di aver fornito una soluzione univoca e definitiva alla tua domanda, anche perchè non ho affrontato il problema del diritto all'eutanasia o il "diritto" al suicidio.
In questi casi posso solo pensare che per molti individui la vita sia insostenibile comunque ed in ogni caso, a prescindere dall'amore altrui e dal senso di amore che ancora li pervade nei confronti della vita.
A questo proposito credo che l'unica cosa ragionevole sia il rispetto verso le decisioni di questi individui, anche se dovessimo essere in disaccordo con i loro gesti estremi. E questo a prescindere dall'essere cristiani, atei o agnostici o scettici.

2007-02-05 23:17:46 · answer #1 · answered by lightroom 3 · 6 0

A parte che oltre ai disgraziati che hai elencato, c'è anche un sacco di gente che sta bene con se stessa e nella vita, il segreto di stare bene nei propri panni a prescindere da quello che capita è come si reagisce alle situazioni: una cecità, per esempio, puo' essere vissuta con angoscia o serenamente, a seconda dell'individuo. La vita è una scuola, più che una prova: una volta che hai imparato cosa quella situazione aveva da insegnarti, non si ripresenterà più, così come non frequenterai più la quinta elementare. La vita, a dispetto delel apparenze, è veramente un dono.

2007-02-05 19:55:47 · answer #2 · answered by Annina * 7 · 3 0

ELEMENTARE!!!

LA CHIESA
non difende piu' L'UOMO
quindi e' complice dei padroni
che rendono l'uomo robot
ossia chi agisce secondo la loro volonta'
ossia chi svolge
LA SUA ATTIVITA'
secondo la volonta'
DEL PADRONE .

2007-02-06 04:40:17 · answer #3 · answered by Anonymous · 2 1

Capisco il tuo disappunto.

Ti posso dire semplicemente che in realtà ragioniamo così perchè ci sono stati dati concetti inesatti.

In realtà molti dei primi cristiani consideravano la vita come 'dono' nel senso di una possibilità data da Dio all'uomo per purificarsi.
Concetto da non sottovalutare è che era diffusa la conoscenza della reincarnazione e che quindi a tutto si sapeva che c'era comunque una causa.

Nel moderno occidente che ha cancellato certi concetti tu arrivi all'unica soluzione che uno può dare.

Ma ti dico che se consideri come valido quello che ti ho detto, tutto assume un senso.

Un abbraccio.

ciao!

2007-02-05 22:58:48 · answer #4 · answered by kloude_kloude 1 · 1 0

ti dò ragione al 100% nulla da dire...anch'io non capisco come mai certe persone si ostinino a ripetere questa tiritera..lo so che è brutto dirlo, ma dovrebbero trovarsi in una di queste situazioni, e forse allora si che cambierebbero idea

2007-02-05 19:59:19 · answer #5 · answered by Anonymous · 2 1

Il tuo messaggio è veramente molto toccante,è la prima risposta che dò in yahoo answer..Voglio dirti che ti sono molto vicino,io ho solo 22 anni e come la tua splendida compagnia è tantissimo che non vado a messa e non mi confesso.Nonostante ciò prego spesso e sono molto credente.Penso che il signore abbia sempre un motivo,anche quando sembra non possa essere comprensibile.Sicuramente ti sta mettendo a dura prova,ma io so che anche lui in questo momento ti è molto vicino e ti ama.Ora non vorrei sembrare quello che cerca di sollevarti il morale o dirti cose belle per forza,io sento di dirti questo dalle tue parole e spero non perderai la fede in questo momento così difficile.Ti auguro veramente di vivere ogni momento che ti resta insieme a lei intensamente e splendidamente. A presto..

2016-05-23 22:52:03 · answer #6 · answered by Anonymous · 0 0

Ho conosciuto persone affette da cecita', paraplegiche, nate con handicaps che pero' sono felici di vivere! L'atteggiamento non e' lo stesso per tutti. Dipende molto dal carattere dell'individuo, ma anche dal sostegno e dall'amore di chi gli sta intorno. Guarda gli atleti delle Paraolimpiadi: sono in sedia a rotelle, mancano di qualche arto, sono non vedenti....eppure sono felici di gareggiare e dare il meglio di se'! Guarda Andrea Bocelli, non vedente e padre felice di due figli! Mia nonna, a 90 anni, fu colpita da trombosi e rimase paralizzata, ma voleva vivere, e questo suo attaccamento alla vita l'ha portata a convivere per diversi anni con il suo handicap in modo sereno. Per tutte queste persone la vita e' un dono (di Dio o della Natura o dei loro genitori, fa poca differenza). Sull'argomento "suicidio"....dai un'occhiata alla mia domanda di ieri su suicidio ed eutanasia!

2007-02-05 23:15:04 · answer #7 · answered by Grilla Parlante 6 · 0 0

Probabilmente tu non sei credente, e liberissimo di pensarla cosi naturalmente. Ma cerca almeno di rispettare chi non la pensa come te.Secondo la religione cristiana non abbiamo diritto a suicidarci perchè siamo gli amministratori della nostra vita non i proprietari, e come tali dobbiamo rispettare il dono che abbiamo. Ma nessuno ti obbliga a crederci!
Le malattie e le altre sofferenze che l'uomo affronta non sono certo le punizioni che dio lancia agli uomini (ma dove vivi nel medioevo?), ma conseguenze del fatto che non siamo immortali. Non sono contraria all'eutanasia per chi soffre tanto e non ha più speranze di vita ma il suicidio volontario è un atto terribile, un affronto verso chi vorrebbe continuare a vivere ma deve morire e non ha scelta.

2007-02-05 20:30:18 · answer #8 · answered by Il Prrrof 4 · 0 0

Difficile dare una risposta serena che possa essere svincolata da quella che la nostra religione chiama "FEDE". Forse siamo noi che, nel corso dei millenni, abbiamo perso la capacità di mantenere un equilibrio con l'universo, forse esistente al "principio" di questa misteriosa creazione, e assistiamo impotenti alle tragedie che i limiti dell'essere umano porta a vivere, impotenti...

2007-02-05 20:03:39 · answer #9 · answered by agartha50 1 · 0 0

pur nella crudeltà umana di elencare tutte queste situazioni, chi ne è colpito desidera l'affetto dei suoi famigliari e sicuramente essi stessi non sono vicini alla persona sofferente per fare il boia, ma per alleviare la sofferenza.

A volte trovarsi in queste situazioni si ragiona diversamente; credere non è difficile, bisogna provarci.

Chi non crede, soffre una maggiore disperazione e desidera morire paragonando la mancanza di affetto col nulla di qua e nell'aldilà.

non esiste il rispetto della vita bella o brutta, esiste il rispetto della vita qualunque essa sia.

dovremmo eliminare tutti gli handicap ? penso che molte persone di loro non siano d'accordo . . . .

2007-02-05 19:59:01 · answer #10 · answered by Anonymous · 0 0

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