English Deutsch Français Italiano Español Português 繁體中文 Bahasa Indonesia Tiếng Việt ภาษาไทย
Tutte le categorie

Questa che vi propongo è una riflessione difficile: l'uomo è l'unico animale del pianeta che può avere sentimenti di compassione verso altri esseri che portano handicap. In un ambiente naturale l'individuo più debole viene sempre allontanato dal branco ed è la prima vittima dei predatori, la selezione naturale funziona così. Anche da un punto di vista razionale spendere risorse per chi è fisicamente o intellettualmente svantaggiato sembra controproducente, nessun vantaggio per il gruppo. Eppure il sentimento umano più nobile è proprio la compassione verso il malato, l'indifeso e il vecchio, un sentimento così innaturale! Da dove ci viene questa capacità di empatia così esclusiva per la nostra specie verso i più sfortunati? E' frutto di una sorta di consapevolezza comune per la sofferenza che deriva dal nostro non essere in sintonia con la natura?

2007-02-02 05:34:05 · 13 risposte · inviata da etcetera 7 in Società e culture Società e culture - Altro

Aggiungo una piccola provocazione: c'èchi considera gli omosessuali contronatura, ma anche aiutare gli handicappati è allora contronatura... Hitler in questo senso era per il rispetto delle leggi di natura. C'è chi razionalizza e sostiene che spendere tante risorse per gli handicappati non è giusto. Come si può controbattere?

2007-02-02 07:05:33 · update #1

Andrea C ha colto il senso della domanda, spero davvero che nessuno voglia censurare la sua risposta, perché è molto stimolante sotto tanti punti di vista. Primo Levi si suicidò tanti anni dopo la sua esperienza del lager, forse perché non sopportava più di aver scoperto cos'era davvero l'uomo, proprio l'uomo vittima e non tanto l'uomo carnefice. Il carnefice è sempre l'altro, ma la vittima che si fa carnefice siamo tutti noi. Aggiungo che però il richiamo che fa Andrea all'usanza primitiva di sopprimere i figli malati è un'usanza di genti in cui il contesto sociale e biologico è ancora fortissimo e preponderante. Lì non esiste individuo separato dalla tribù e, appunto dalla natura. Mi ha colpito anche il richiamo su come le risorse di cui si dispone possono condizionare i comportamenti. Ma forse la chiave del discorso è nel concetto di utilità: l'individuo diventa un mezzo più o meno utile per l'evoluzione della specie e non il fine. C'è da riflettere per chi ha il coraggio di farlo

2007-02-03 05:29:16 · update #2

La risposta di Giulietta è vibrante e profonda e ci aiuta a capire. Forse proprio soccorrendo gli esseri ammalati (i difetti di fabbrica, se mi passate il termine) noi uomini esercitiamo la nostra ribellione alla legge di natura che li vorrebbe soppressi, urliamo la nostra legittima protesta contro una madre (o un creatore) stupida e crudele. In tal modo, dai lager al Cottolengo, oscilliamo sempre in bilico tra terra e cielo.

2007-02-03 18:57:02 · update #3

Giulietta e Bikaner ci presentano due modi diversi con cui si esplica la pietà: il primo è rappresentato dal Cottolengo e appartiene al sentimento occidentale in cui il valore per tutto ciò che è stato creato si realizza ttraverso l'azione di soccorso amorevole. L'altro orientale, forse per noi di più difficile comprensione, in cui il rispetto del valore del creato è nell'accettazione di ciò che è in quanto ogni azione umana volta a soccorrere sarebbe in fondo inadeguata. In ogni caso credo che l'aiuto che si offre ai deboli possa nascere solo da un sentimento empatico, senza di esso non c'è ragione né tanto meno natura e questo sentimento empatico è solo l'uomo in grado di provarlo qualche volta anche contro natura.

2007-02-05 23:22:38 · update #4

13 risposte

Avevo 18 anni quando in gruppo visitammo il Cottolengo di Torino. Spero che chi legge sappia di quale istituzione stia parlando. Io ne uscii sconvolto a vita. Da quel giorno, tale fu lo shock psicofisico, che vedo a volte l' umanita` in modo strano e guardandomi allo specchio a volte mi metto le mani nei capelli: Dio mio, che cosa hai combinato? Dietro quelle mura esiste una citta` che raccoglie le " carcasse umane ", i " rifiuti della societa` bene ", le vittime della genetica umana. Allora mi dissero che 5000 suore, sempre in adorazione, erano crocefisse alla cura di questi " frutti umani sfigurati ". Natura, ragione e sentimento ....e una forte carica religiosa cristiana. Ma il mio dubbio andava oltre questo eroismo innegabile e mi chiedevo: ma a chi e` utile questo sentimento? Agli uomini sfigurati? Alle teste di cavallo? Alla donna dalle tante braccia? Al branco umano urlante e frenetico, sempre seduto su una tazza? Alle persone in catene? Dio mio, e` questo che tu comandi?
Poi nella vita, gia` da quello stesso giorno, uscito da quello shock, anche le persone che prima mi erano sempre apparse normali, le trovai piene di lacune....cose leggere, ma il dubbio che la differenza fosse solo graduale, mi assali` per tutta la vita.
Anche di fronte ad una vittoriosa Miss Italia, rimango cinico delle sembianze....sotto il vestito, niente; dentro la testa, poco; vanita` delle vanita`, tutto e` vanita`.
La mia esperienza mi dice che le deformazioni della specie mi aiutano a capire me stesso, i miei simili, la natura che piange e geme e perennemente si fa violenza. La ragione si accoda a questa realta`: inutile sognare la luna sempre rotonda, bella e brillante. La ragione ci dice che noi non abbiamo il coraggio di tracciare la linea di demarcazione tra quello che dobbiamo tenere e quello che si puo` buttare, ma nemmeno possiamo umiliarci a vita come quelle suore. Ma senza il loro lavoro, noi volteremmo lo sguardo dalla realta`. Gli animali non sanno tirare la linea del buon senso: loro agiscono con la legge della sopravvivenza. L' uomo non avrebbe bisogno dell' intelligenza per comportarsi come gli animali, ma si riduce alla legge degli animali quando azzera la compassione, il sacrificio. La religione puo` aiutare a comprendere meglio questa legge umana, ma fondamentalmente, dotato di libero arbitrio nel bene e nel male, spendere risorse per chi e` fisicamente o intellettualmente svantaggiato e` a tutto vantaggio del gruppo del nostro gruppo, della nostra sopravvivenza, altrimenti solo la bruta forza prevarrebbe e la parola non sarebbe necessaria. Chi oggi sembra sano, domani puo` diventare malato, chi oggi e` utile domani potrebbe essere inutile: l' uomo ha bisogno di entrambi i modelli per vivere in pace....in umilta` di comportamento. Questa e` la legge della sua natura, della ragione e il frutto del sentimento...spetta alla stessa ragione saper tirare la giusta riga nel buon senso per non cadere vittima del fatalismo. In sintonia con la natura lo siamo, anzi...siamo al centro di questa natura che la nostra intelligenza sfrutta alla meglio. La filosofia cinese ci mostra due aspetti dell' anima del mondo: OMBRA e LUCE. La natura si fa violenza in questi due aspetti. L' uomo e` l' unico essere che deve essere capace di coordinare entrambi gli aspetti perche` sussista il suo branco. Questo mandato ci e` stato consegnato nella logica della Creazione. Saper trarre la LUCE dall' OMBRA che risiede nella sua stessa natura, solo l' uomo lo puo` fare e lo deve fare nel mantenere l' equilibrio di tutte le forze naturali che vorrebbero distruggersi per far prevalere solo il piu` forte.

2007-02-03 17:22:40 · answer #1 · answered by giulietta 7 · 3 0

Mi soffermo per dire che tutto questo discorso calza perfettamente e senza nessuna discrepanza sul mondo che noi conosciamo,sul mondo in cui noi tendenzialmente viviamo,ma la realtà della selezione naturale l'ho toccata con mano in maniera forte e emotivamente squassante.Non voglio essere noioso parlando ancora una volta dell'India,ma in quel paese una realtà da voi descritta non ha nessun senso di esistere.laggiù quando la natura sbaglia gli uomini la assecondano lasciando che la natura rimedi attraverso la soluzione più logica.Non posso accusare quella gente di insensibilità o cinismo ma caso mai di mera sopravvivenza:chi è più forte vive,per gli altri cosi' ha deciso Dio qualunque esso sia.Handicappati,ammalati,anziani sono,in maggior parte,lasciati al corso della vita se non sostenuti da misere offerte per il pur minimo sostentamento.Il fatalismo di quel popolo mi ha scosso,come altresi' mi ha scosso che le uniche persone che fisicamente si impegnano mosse da pietà sono,nella maggior parte dei casi,occidentali,Maria Teresa di Calcutta ne è un esempio ecclatante,ma mille Marie lavorano in quella situazione.Pensavo di essere caduto in una realtà cinica e sprezzante della vita ma ho dovuto ricredermi totalmente e uscirne con un inno alla vita.La natura a quelle latitudini ha ancora il sopravvento sull'emotività,sulla compassione,accettare una catastrofe è da eguagliare a lasciare che un malato agonizzi per strada perchè tutto è dettato da un disegno superiore;il sentimento umano che io ho potuto toccare con mano è portato verso chi può farcela,verso chi ha anche una sola possibilità di vita,il resto,per loro,altro non è che il corso delle cose...

2007-02-03 21:47:07 · answer #2 · answered by bikaner 7 · 1 0

Non tutti lo fanno, ma gli altri sono spinti dall'Amore con la maiuscola.
Perché ragionano ed hanno un'anima.
Si immedesimano e pensano che avrebbero piacere di essere trattati con sentimento in quella situazione.
Comunque anche negli animali c'è questo spirito (non in tutti, un pò come negli esseri umani). Ma chi ha detto che non siamo in sintonia con la natura?

2007-02-02 06:24:23 · answer #3 · answered by luna 2 · 1 0

Premetto che aiutare deboli,ammalati ed indifesi è un dovere civico e morale a cui nessuno può sottrarsi.

Per rispondere alla tua,penso che la fortuna dell'uomo è quella di aver sviluppato,oltre all'istinto,la capacità di discernimento,di riflessione,di sentimento....queste tre cose ci permettono di valutare le reali condizioni di chi ci sta di fronte,stimolare il nostro essere emozionale e reagire di conseguenza,nel modo migliore quanto peggiori sono le condizioni di chi abbiamo di fronte.

Voglio solo ricordare,a malincuore,che non tutti gli uomini sono uguali...ci sono quelli che hanno sviluppato principalmente istinti primordiali,che sentimenti di amore!!

2007-02-02 05:47:14 · answer #4 · answered by squadra C2 5 · 1 0

credo che il tutto dipenda dall'intelligenza che ci diversifica dagli animali e dalle mutate condizioni delle esigenze di vita umane oltre che da filosofie nate e prosperate nei secoli,vedi il cristianesimo che predica l'amore e dice beati gli ultimi perche' saranno i primi ecc.
oggi un handicappato motorio o fisico non e' piu' necessariamente un peso per la societa' poiche le nuove forme di lavoro non piu'basate sulla sola forza fisica ,consentono a molte di queste persone di essere produttive
la nostra capacita',a differenza degli animali,di saperci immedesimare negli altri ha fatto si che oggi tendiamo ad aiutare il debole e non allontanarlo od eliminarlo dal gruppo.
in effetti tutelando il debole tuteliamo noi stessi pensando che potremmo essere noi od i nostri figli al posto dello sfortunato.
credo che in definitiva anche il nostro altruismo sia una forma di egoismo
in questo caso ben venga l'egoismo
ciao

2007-02-03 20:03:46 · answer #5 · answered by beppe 5 · 0 0

innanzitutto vorrei far notare che essere handicappati al giorno d'oggi e' totalmente diverso di quanto non fosse anche solo 100 anni fa.
oggi, grazie a mezzi molto più avanzati, i portatori di handicap possono accedere a praticamente ogni servizio.in fondo una persona paralizzata dalla vita in giù ha una vita sostanzialmente simile ad una persona sana.

inoltre,dal punto di vista concettuale,siccome appunto l'uomo e' egoista ed anche perché solo la razza umana ha idea di futuro,aiutare "i deboli e gli ammalati" e' un sacrificio che si fa per essere a propria volta aiutati in eta' avanzata.
un "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" al contrario.aiutare per essere aiutati.

magari questo quadro non tinge l'uomo con tonalità di nobiltà o di compassione,ma non e' detto che queste qualità siano proprie del genere umano.

forse Hitler pensava che non avrebbe mai avuto bisogno di sostentamento.credo che lui semplicemente aveva un'idea di coscienza diversa dalla nostra,ma non penso che fosse un sadico che uccideva chiunque gli capitasse sotto.

2007-02-03 07:03:17 · answer #6 · answered by karon 3 · 0 0

secondo il mio parere, questo andare contro-natura deriva
dalla consapevolezza di avere un'anima e una sorta di sicurezza
che la vita continui oltre la vita. Prendendo in esame il comportamento animale viene spontaneo dedurre che loro
questo "credo" non ce l'hanno come non hanno un Dio o un tempio dove andare a pregare....l'ateo per sua natura non crede in queste cose (anima, Dio ecc..ecc..) e di conseguenza il
suo comportamento può rivelarsi selettivo ed ecco che
diventa predatore ed elimina senza compassione il più
debole del branco! ciao.....

2007-02-03 05:50:14 · answer #7 · answered by AVALON 5 · 0 0

L'uomo prova sempre pena per chi è diversamente abile da lui! L'uomo ha sempre paura del diverso, anche se ci sono persone intelligenti e disponibili ad aiutare e si sentono meglio dopo che lo fanno. Beh non so bene se è natura o ragione o sentimento, ogni persona è diversa e penso che chi ha più esperienze e aiutato molto i disabili alla fine si affeziona anche a loro. Comunque purtroppo ci sono disabili che non sono gravi e nemmeno mentalmente malati però sono spesso discriminati ugualmente. E' che l'uomo ha sempre paura ed è più convinto che tutti i disabili hanno sempre qualcosa che non va nella testa. Ma comunque ci sono persone che non se la sentano di aiutare o che provano a conoscere le persone handicappate, e questo è egoismo. Perchè una persona egoista potrebbe non saper amare e nemmeno provare un pò di compassione per le persone deboli. E poi ci sono altre persone false che prendono in giro le persone deboli. Ma poi so anche che ci sono persone che stanno vicino alle persone diversamente abili non perchè li vogliono aiutare ma perchè sono loro amici! Insomma devo anche dire che ci vuole una persona forte di carattere per poter aiutare tutte le persone disabili, e direi che le persone che non sanno aiutare e come comportarsi con loro sono deboli razzisti e hanno anche problemi di cervello..... Ciao

2007-02-02 06:04:40 · answer #8 · answered by Afra 7 · 0 0

Che piaccia o no, e' un concetto introdotto dal Cristianesimo. Nell antica Grecia, a Sparta, i bambini che nascevano handicappati venivano buttati giu' da una rupe, e mi pare accadesse lo stesso nell'antica Roma. Per gli Ebrei, la malattia era un castigo di Dio, e i lebbrosi e altri malati venivano emarginati dalla societa'. E' Cristo che ha portato l'idea di solidarieta' e amore verso tutti gli esseri umani. Da qui, quest'idea e' diventata un patrimonio dell'umanita' ed e' ora condivisa da tutti.

2007-02-02 05:47:38 · answer #9 · answered by Grilla Parlante 6 · 0 0

per solidarietà...è un sintomo che ci lega tutti uniti nel dolore e nella sofferenza....penso che ognuno di noi prenda parte a questo vero e proprio progetto umano

2007-02-02 05:38:09 · answer #10 · answered by Anonymous · 0 0

fedest.com, questions and answers