Ripetizione di un suono dovuta a riflessione dell'onda sonora da parte di un ostacolo verso l'ascoltatore; è interessante notare che si può verificare il fenomeno dell'eco quando la distanza tra la fonte sonora e la parete è 17 metri o maggiore.
sul suono è l'amplificazione delle note, ma a volte puo distorgere la melodia;
hai presente il battacchio di una campana? quando il suono viene emesso se percuoti la campana senza aspettare che il precedente suono si sia propagandato, si sovrappone al precedente e crea un ritorno che amplifica l'effetto, ma se le note cambiano o ci sono le percussioni può distorgere l'ascolto.
2007-01-29 06:51:57
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answer #1
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answered by Anonymous
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Un ritorno al mittente di qualsiasi onda non solo sonora. Ad esempio, la tua immagine in uno specchio è un eco. Non è vero che dipende da 17 m in su, ma dalla potenza, lunghezza, natura del riflettore, mezzo di supporto dell'onda. La distanza del riflettore interviene solo sul tempo di "risposta" come la natura del mezzo di supporto, (aria secca o umida, in quota o in valle per la pressione. C'è anche il fatto che l'onda può ritornare con un percorso diverso, diciamo che parte " a secco e torna umido " in questo caso può anche variare la frequenza cioè per farmi capire, canti un La e ritorna un La#. L'unico svantaggio dell'eco è che se urli "Che ora è ? " Non ti risponde le dieci e venti " !!!!!
2007-01-29 15:27:55
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answer #2
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answered by Daniel V 2
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l'eco è un fenomeno prodotto dalla riflessione di onde sonore contro un ostacolo che vengono a loro volta nuovamente "percepite" dall'emettitore più o meno immutate e con un certo ritardo rispetto al suono diretto.
Perché si formi l'eco è necessario che la distanza tra la sorgente sonora e l'ostacolo sia di almeno 17 metri.
Il suono si propaga nell'aria a 20°C a circa 340 m. al secondo. Per distinguere con chiarezza due suoni è necessario che essi distino tra loro almeno 1/10 di secondo. Tale intervallo di propagazione in aria corrisponde alla distanza di 34 metri, cioè 17 metri dalla fonte sonora all'ostacolo e 17 per il percorso inverso. Se la distanza è inferiore a 17 metri si ha il riverbero.
ciao
2007-01-29 15:03:57
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answer #3
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answered by iziom2000 3
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dunque....vai su in montagna e urli......e qualcuno ti risponde la stessa cosa.....
2007-01-29 14:54:29
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answer #4
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answered by Paperina 2
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riflessione di un onda sonora contro un ostacolo a distanza uguale a superiore a 17m.se la distanza è inferiore l' orecchio umano non riesce a percepire due suoni distinti ma solo un rimbombo
2007-02-01 11:09:33
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answer #5
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answered by allamarein83 2
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Ci vado a poco a poco
Pensa ad avere in mano una molla. Ora appoggiala ad un muro e comprimila. A questo punto, se lasci andare la molla, quella libera la sua energia elastica e ritorna verso te.
Pensa ora ad una molla molto lunga attaccata al muro di fronte a te, e tu tieni in mano l'estremo libero. Per non fare confusione supponi che dentro la molla di sia un bastone che va da te al muro, così non cade.
Ora giocherella ad dare spinte alla molla; si formeranno delle ondate di spire compresse che arrivano al muro e, come nel caso precedente, la compressione è libera di ritornare indietro.
Se la molla è l'aria e invece di giocherellare emetti un suono, ottieni la stessa identica cosa. L'onda di pressione (non più della tua mano nella molla ma del tuo suono nell'aria) arriva al muro e rimbalza verso di te.
Naturalmente se sei troppo vicino non riuscirai a distinguere il suono diretto da quello riflesso, ma se sei ad una distanza tale che il tempo per cui il suono fa il percorso da te al muro (andata e ritorno) è abbastanza lungo potrai distinguere i suoni e otterrai l'eco.
Giusto per completare, se la distanza è poca potrai comunque percepire il suono riflesso come riverbero, ad esempio se batti le mani in una stanza vuota senza mobili.
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2007-01-29 22:25:35
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answer #6
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answered by Nicolajev 4
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Suono riflesso ... ?
2007-01-29 16:59:35
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answer #7
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answered by Foxharrier 6
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onde sonore di ritorno
2007-01-29 16:32:24
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answer #8
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answered by paperino 6
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In fisica e in acustica l'eco è un fenomeno prodotto dalla riflessione di onde sonore contro un ostacolo che vengono a loro volta nuovamente "percepite" dall'emettitore più o meno immutate e con un certo ritardo rispetto al suono diretto. Tale ritardo non dev'essere inferiore ad 1/10 di secondo. Al di sotto di tale valore non si può più parlare di eco ma di riverbero.
Un tipico esempio di riverbero è quello prodotto in una stanza dalla riflessione di onde sonore sulle pareti perimetrali.
Si parla propriamente di eco quando le singole riflessioni dell'onda sonora sono percepite distintamente dall'ascoltatore.
In termini più generali, l'eco può essere definito come un onda che viene riflessa da una discontinuità nel mezzo di propagazione, e che ritorna con una intensità e ritardo sufficiente per essere percepita.
Può essere "utile" (come nei sonar) o "indesiderata" (come nei sistemi telefonici)
L'intensità viene generalmente misurata in decibel (dB).
Propagazione del suono - eco e risonanza
La condizione fondamentale affinché il suono si propaghi è la presenza di un mezzo di propagazione che può essere gassoso, liquido o solido. Maggiore è la densità del mezzo di propagazione e maggiore sarà la velocità del suono: nell'aria a 20°C, il suono si propaga ad una velocità di circa 340 metri al secondo, nell'acqua e attraverso un mezzo solido ancora più velocemente.
Questa è la ragione per la quale i nativi americani per verificare se arrivavano i cavalli dei nemici, mettevano l'orecchio sul terreno, dato che il suono arrivava prima attraverso il terreno che non attraverso l'aria.
Come conseguenza si ha che nel vuoto non c’è propagazione di suono, ma silenzio assoluto. Per capire come si propaga il suono, si può gettare un sasso nell'acqua e si noterà che il "disturbo" si propaga per linee concentriche. In realtà , non è l'acqua che si sposta, ma l'impulso di propagazione perché l'acqua si limita a fare dei movimenti che vanno verso l'alto e verso il basso.
Un fenomeno fondamentale della propagazione del suono è la riflessione che si determina quando l'onda sonora incontra un ostacolo e torna indietro. Si individuano, così, due onde: l'onda incidente e l'onda riflessa. La riflessione può darsi in due modi: come riverbero e come eco.
Si ha riverbero quando l'onda incidente si confonde nell'orecchio dell'ascoltatore con l'onda riflessa, mentre si ha eco quando le due onde risultano distinte.
Perché si formi l'eco è necessario che la distanza tra la sorgente sonora e l'ostacolo sia di almeno 17 metri.
Come arriviamo a questo calcolo? Il suono si propaga nell'aria a 20°C a circa 340 m. al secondo. Per distinguere con chiarezza due suoni è necessario che essi distino tra loro almeno 1/10 di secondo. Tale intervallo di propagazione in aria corrisponde alla distanza di 34 metri, cioè 17 metri dalla fonte sonora all'ostacolo e 17 per il percorso inverso. Se la distanza è inferiore a 17 metri si ha il riverbero.
2007-01-29 15:58:37
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answer #9
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answered by eleonora 5
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