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2007-01-28 00:17:24 · 8 risposte · inviata da Anonymous in Computer e Internet Computer - Altro

punto primo: la scuola è da mo ke l'ho finita e sinceramente quando ci andavo ero abbasstanza brava xo sfortunatamente all'epoca nn si usava o meglio nn c'era internet cosi alla portata d tutti!
punto 2: la ricerca mi serve per la mia nipotina, non le sto mica facendo i compiti (so contraria) ma le do' materiale da leggere e poi da se tira le somme.
FILIPPO grazie! ;-)

2007-01-28 00:31:22 · update #1

daviz: io la mia ricerca l'ho fatta ... leggere pure cio ke hann trovato gli altri puo essere costruttivo nel senso ... puo essere ke la mia ricerca sia migliore come puo' verificarsi pure il caso contrario ;-) quindi...ke male c'è nel leggere le altre "ricerche"? ...

2007-01-28 00:42:01 · update #2

8 risposte

http://it.wikipedia.org/wiki/Pena_di_morte
http://www.coalit.org/versitalia.html
http://www.amnesty.it/campagne/pena_di_morte/
http://www.nessunotocchicaino.it/
http://nessunotocchiabele.splinder.com/
http://nessunotocchiabele.blogspot.com/

nn sono d'accordo.. se una persona vuole una mano bisogna darla.. che ne sai tu dei motivi ke ha per non fare questa cosa..... potrebbe essere nn voglia ma anche poko tempo ecc... quindi...

2007-01-28 00:21:15 · answer #1 · answered by Filippo 2 · 1 2

Siamo alla follia più assoluta... visto che evidentemente hai un PC fattela da sola... basta con farsi fare i compiti... se non avete voglia di farkli fate come facevo io e andate a scuola con i compiti non fatti... abbiate il coraggio delle vostre scelte...
Ciao...

2007-01-28 08:25:43 · answer #2 · answered by Heart of Darkness 6 · 3 3

Ma tipo: farla da sola?

Answers non serve a farsi fare i compiti. I compiti servono ad aprire la mente, anche se ora non te ne accorgi. La pena di morte è un argomento personale. Devi essere tu a cercare le crudeltà che ne deriva, e a decidere se sei d'accordo o meno.
Ma poi, sinceramente, se un domani dovrai discutere con qualcuno, che fai, scrivi a noi per chiederci cosa rispondere agli altri?

2007-01-28 08:21:08 · answer #3 · answered by daviz79 3 · 2 2

La pena di morte, chiamata anche pena capitale, è l'esecuzione di un prigioniero ordinata da un tribunale in seguito ad una condanna. Solitamente la pena di morte viene comminata a persone ritenute responsabili di reati gravi, come omicidio e alto tradimento. In alcuni paesi vengono considerati passibili di pena capitale omicidi occorsi durante l'esecuzione di altri crimini violenti, come la rapina o lo stupro.
La pena di morte nel mondo
Dal 1990 sono più di 40 i Paesi che hanno abolito la pena di morte per tutti i crimini. In Africa, la Costa d’Avorio e la Liberia, nel continente americano, il Canada, il Messico e il Paraguay. In Asia e nel Pacifico, il Bhutan, Samoa, Turkmenistan e Filippine. In Europa e nel Caucaso del Sud, l’Armenia, la Bosnia-Herzegovina, Cipro, Serbia e Montenegro e Turchia.

I Paesi che mantengono l'uso della pena di morte nel mondo (al 2005) sono 74, quelli che non applicano condanne a morte da più di 10 anni sono 28, quelli che mantengono la pena di morte per circostanze eccezionali sono 9 e quelli che l'hanno abolita per tutti i crimini sono 89. Si ha così un totale di 83 stati che usano la pena di morte e 117 che non la applicano.


[modifica] La pena di morte in Italia
In Italia, il primo Stato ad abolire la pena di morte fu il Granducato di Toscana, in data 30 novembre 1786, sotto il regno di Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, Granduca di Toscana. Si trattò del primo Paese civile al mondo ad aver abolito la tortura e la pena capitale.

In seguito, la pena di morte venne abolita nel 1889 anche nel Regno d'Italia, con l'approvazione quasi all'unanimità da parte di entrambe le Camere, del nuovo codice penale, durante il ministero di Zanardelli. Tuttavia, la pena di morte era stata de facto abolita fin dal 1877, anno dell'amnistia generale di Umberto I di Savoia (Decreto di amnistia del 18 gennaio 1878). La pena di morte restava però in vigore soltanto nel codice penale militare e in quelli coloniali.

Nel 1926 venne reintrodotta da Mussolini per punire coloro che avessero attentato alla vita o alla libertà della famiglia reale o del capo del governo e per vari reati contro lo stato. Il codice Rocco (1930, entrato in vigore il 1 luglio 1931), aumentò il numero dei reati contro lo stato punibili con la morte e reintrodusse la pena di morte per alcuni gravi reati comuni.

L'ultima condanna a morte venne comminata ai tre autori di una strage a scopo di rapina avvenuta nel 1945 in una cascina di Villarbasse (TO), dieci persone massacrate a bastonate e gettate ancora vive in una cisterna. L'allora capo dello stato Enrico De Nicola respinse la grazia e il 4 marzo 1947 venne eseguita l'ultima fucilazione in Italia alle Basse di Stura vicino a Torino.

La Costituzione italiana, approvata il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore l'1 gennaio 1948, abolì definitivamente la pena di morte per tutti i reati comuni e militari commessi in tempo di pace. La misura venne attuata con il decreto legislativo 22/48 del 22 gennaio 1948 (Disposizioni di coordinamento in conseguenza dell'abolizione della pena di morte). La pena di morte rimase nel codice penale militare di guerra fino alla promulgazione della legge 589/94 del 13 ottobre 1994 (in Gazzetta Ufficiale 25 ottobre 1994 n. 250), che l'abolì sostituendola con la massima pena prevista dal codice penale.

La pena di morte era contemplata nell'art. 21 del Codice penale[1], poi abrogato.
Il malicidio è un caso particolare, previsto da Bernardo di Chiaravalle, di lecita pena di morte. Durante le crociate, il fedele cristiano poteva uccidere i nemici pagani, uccidendo cosi' il "male che era in loro".

Lo Stato pontificio ha mantenuto nel suo ordinamento la pena di morte fino al XX secolo, abolendola nel 1969, benché inapplicata dopo il XIX secolo.

2007-01-28 08:33:51 · answer #4 · answered by lololololollololololololl 3 · 0 1

Sinceramente non capisco la tua domanda, ma puoi inserire in un motore di ricerca la frase pena di morte ti verrà offerta una varieta di risposte che sicuramente ci sarà quella che ti interessa.
ciao.

2007-01-28 08:23:40 · answer #5 · answered by Anonymous · 0 2

La pena di morte, chiamata anche pena capitale, è l'esecuzione di un prigioniero ordinata da un tribunale in seguito ad una condanna. Solitamente la pena di morte viene comminata a persone ritenute responsabili di reati gravi, come omicidio e alto tradimento. In alcuni paesi vengono considerati passibili di pena capitale omicidi occorsi durante l'esecuzione di altri crimini violenti, come la rapina o lo stupro.
La pena di morte nel mondo
Per approfondire, vedi la voce uso della pena di morte nel mondo. Dal 1990 sono più di 40 i Paesi che hanno abolito la pena di morte per tutti i crimini. In Africa, la Costa d’Avorio e la Liberia, nel continente americano, il Canada, il Messico e il Paraguay. In Asia e nel Pacifico, il Bhutan, Samoa, Turkmenistan e Filippine. In Europa e nel Caucaso del Sud, l’Armenia, la Bosnia-Herzegovina, Cipro, Serbia e Montenegro e Turchia.I Paesi che mantengono l'uso della pena di morte nel mondo (al 2005) sono 74, quelli che non applicano condanne a morte da più di 10 anni sono 28, quelli che mantengono la pena di morte per circostanze eccezionali sono 9 e quelli che l'hanno abolita per tutti i crimini sono 89. Si ha così un totale di 83 stati che usano la pena di morte e 117 che non la applicano.

La pena di morte in Italia
In Italia, il primo Stato ad abolire la pena di morte fu il Granducato di Toscana, in data 30 novembre 1786, sotto il regno di Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, Granduca di Toscana. Si trattò del primo Paese civile al mondo ad aver abolito la tortura e la pena capitale.In seguito, la pena di morte venne abolita nel 1889 anche nel Regno d'Italia, con l'approvazione quasi all'unanimità da parte di entrambe le Camere, del nuovo codice penale, durante il ministero di Zanardelli. Tuttavia, la pena di morte era stata de facto abolita fin dal 1877, anno dell'amnistia generale di Umberto I di Savoia (Decreto di amnistia del 18 gennaio 1878). La pena di morte restava però in vigore soltanto nel codice penale militare e in quelli coloniali.Nel 1926 venne reintrodotta da Mussolini per punire coloro che avessero attentato alla vita o alla libertà della famiglia reale o del capo del governo e per vari reati contro lo stato. Il codice Rocco (1930, entrato in vigore il 1 luglio 1931), aumentò il numero dei reati contro lo stato punibili con la morte e reintrodusse la pena di morte per alcuni gravi reati comuni.L'ultima condanna a morte venne comminata ai tre autori di una strage a scopo di rapina avvenuta nel 1945 in una cascina di Villarbasse (TO), dieci persone massacrate a bastonate e gettate ancora vive in una cisterna. L'allora capo dello stato Enrico De Nicola respinse la grazia e il 4 marzo 1947 venne eseguita l'ultima fucilazione in Italia alle Basse di Stura vicino a Torino.La Costituzione italiana, approvata il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore l'1 gennaio 1948, abolì definitivamente la pena di morte per tutti i reati comuni e militari commessi in tempo di pace. La misura venne attuata con il decreto legislativo 22/48 del 22 gennaio 1948 (Disposizioni di coordinamento in conseguenza dell'abolizione della pena di morte). La pena di morte rimase nel codice penale militare di guerra fino alla promulgazione della legge 589/94 del 13 ottobre 1994 (in Gazzetta Ufficiale 25 ottobre 1994 n. 250), che l'abolì sostituendola con la massima pena prevista dal codice penale.
La pena di morte era contemplata nell'art. 21 del Codice penale[1], poi abrogato.

Nella Bibbia
Nella Bibbia sono elencate situazioni in cui Dio stesso stabilisce la pena capitale come punizione per alcune colpe: ad esempio, nell'Antico Testamento è scritto che doveva essere lapidato colui che infrangeva il comandamento di riposarsi il sabato.
Nell'Antico Testamento (Genesi, cap.2, 12-15), esistono alcuni passi in cui la divinità condanna la vendetta umana, minacciando punizioni peggiori ("sette volte" e "settanta volte sette") per chi avesse ucciso Caino e Lamek.
Nel Nuovo Testamento Gesù richiama più volte al perdono e condanna l'episodio della lapidazione della donna adultera: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" (Vangelo secondo Giovanni, cap. 8, 7).

Pensatori cristiani
Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino sostengono la liceità della pena di morte sulla base del concetto della conservazione del bene comune. L'argomentazione di Tommaso d'Aquino è la seguente: come è lecito, anzi doveroso, estirpare un membro malato per salvare tutto il corpo, così quando una persona è divenuta un pericolo per la comunità o è causa di corruzione degli altri, essa viene eliminata per garantire la salvezza della comunità (Summa theologiae II-II, q. 29, artt. 37-42). Il teologo sosteneva tuttavia che la pena andasse inflitta solo al colpevole di gravissimi delitti, mentre all'epoca veniva utilizzata con facilità e grande discrezionalità.Il malicidio è un caso particolare, previsto da Bernardo di Chiaravalle, di lecita pena di morte. Durante le crociate, il fedele cristiano poteva uccidere i nemici pagani, uccidendo cosi' il "male che era in loro".Lo Stato pontificio ha mantenuto nel suo ordinamento la pena di morte fino al XX secolo, abolendola nel 1969, benché inapplicata dopo il XIX secolo. Per la posizione attuale della Chiesa Cattolica, vedi più avanti.

Dottrina cattolica odierna
Il Catechismo della Chiesa cattolica (1997) parla della pena di morte all'interno della trattazione sul quinto comandamento, "Non uccidere", e più specificamente nel sottotitolo che tratta della legittima difesa.
In questo contesto dice (n. 2267):
«L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti» (Giovanni Paolo II, enciclica Evangelium vitae, 56: AAS 87 (1995) 464).»
È interessante il fatto che l'ultimo paragrafo è un chiarimento aggiunto in una successiva edizione del Catechismo, e si presenta come un approfondimento e un'esplicitazione della dottrina già espressa nei paragrafi anteriori. Tale esplicitazione, comunque, proviene dall'enciclica Evangelium Vitae, del 1995, che precede la pubblicazione definitiva del Catechismo nel 1997. Non è dunque un'aggiunta o una modifica alla dottrina, bensì un citare tutte le fonti dottrinali preesistenti. L'opinione pubblica aveva fatto notare che l'esposizione si prestava a essere interpretata come un velato appoggio alla pena di morte così come è applicata in molti paesi.D'altra parte, la teologia più volte ha ribadito l'importanza del diritto alla vita e che la vita è per i cristiani un dono di Dio, che è l'unico ad avere il diritto di donarla e di toglierla. Papa Giovanni Paolo II affermò che "il diritto alla vita è il fondamento di ogni altro diritto".Il Catechismo condanna esplicitamente il suicidio come un grave disordine morale. Ammette invece la possibilità della legittima difesa, che potrebbe portare alla morte dell'aggressore, se questo fosse l'unico modo per fermarlo (cfr. nn. 2263-2267).
Se ci atteniamo strettamente a questa conclusione ogni individuo, se di fede cristiana, è titolare di un diritto/dovere bilaterale: se da un lato egli non ha la facoltà di togliere la vita a qualcuno in quanto essa è diritto inviolabile conferito da un essere supremo, dall'altro egli stesso è titolare del diritto alla vita.
Importanti esponenti della Chiesa cattolica sono attualmente in prima fila per chiedere l'abolizione della pena di morte nel mondo.
Lo stesso Giovanni Paolo II ha più volte espresso tale posizione[2]; durante la sua ultima visita negli Stati Uniti, il 27 gennaio 1999 il pontefice ha dichiarato: "La nuova evangelizzazione richiede ai discepoli di Cristo di essere incondizionatamente a favore della vita. La società moderna è in possesso dei mezzi per proteggersi, senza negare ai criminali la possibilità di redimersi. La pena di morte è crudele e non necessaria e questo vale anche per colui che ha fatto molto del male".
La pena di morte in Città del Vaticano non era prevista per alcun reato già dal 1967 su iniziativa di papa Paolo VI; tuttavia venne rimossa dalla Legge fondamentale solo il 12 febbraio 2001, su iniziativa di Giovanni Paolo II.

Opinione pubblica
L'opinione pubblica di molti paesi è divisa. In molti paesi in cui vige la pena di morte, primo fra tutti gli Stati Uniti, esiste un forte movimento che ne chiede l'abolizione. Viceversa, in molti paesi in cui non c'è pena di morte, tra cui l'Italia, riaffiorano periodicamente richieste di riammissione di questa pratica nel Diritto penale.

Motivazioni favorevoli
Chi sostiene la pena di morte indica i seguenti elementi:
La pena di morte sarebbe un efficace deterrente.
La necessità di punizioni esemplari per i delitti più efferati
Il non funzionamento del sistema carcerario
Le spese eccessive per il mantenimento dei detenuti

Motivazioni contrarie
Si fanno sempre più vivi nel mondo i movimenti che chiedono l'abolizione della pena di morte in nome dei diritti umani.
La riflessione che viene portata avanti si basa su elementi comuni:
La inumanità della procedura
La possibilità dell'errore
Il non funzionamento della pena di morte come deterrente per i delitti più efferati. Piuttosto, si pensa che la sua introduzione potrebbe avere un effetto contrario.
La possibilità che bisogna dare al reo di redimersi e di rendersi in qualche modo utile alla comunità a cui ha arrecato danno.
La mancanza di diritto da parte dello stato di decidere per la vita umana, che (secondo gli abolizionisti) non gli appartiene.
L'impossibilità di ridare la vita nel caso in cui un uomo, condannato alla morte, fosse ritenuto innocente in seguito ad un successivo processo.

Modalità dell'esecuzione della pena di morte
Storicamente sono apparsi molti modi per applicare la pena di morte secondo le varie epoche e culture:
Crocifissione: usata, ad esempio, in alcuni casi dagli antichi romani.
Schiacciamento: nel tempo di Marco Polo il popolo mongolo usava eseguire la condanna a morte delle persone rispettabili coprendole con un telo e schiacciandole con i cavalli.
Ghigliottina: usata in Francia a partire dalla rivoluzione francese, adottata poi in altri Paesi europei.
Garrotta o garrota: usata in Spagna dal secolo XIX.
Impiccagione: comune nel Medioevo.
Fucilazione (in Italia era la forma più comune).
Colpo di pistola alla nuca: usato a tutt'oggi in Cina.
Iniezione letale: usata a tutt'oggi negli Stati Uniti
Lapidazione: usata ampiamente nell'antichità, è ancora presente in alcuni stati islamici.
Sedia elettrica.
Camera a gas.
Squartamento.
Sventramento.
Rogo: usato soprattutto dalla chiesa per eliminare i presunti eretici o streghe, consisteva nel legare il condannato ad un palo sopra una catasta di legna per poi appiccare il fuoco.

2007-01-28 08:36:19 · answer #6 · answered by eleonora 5 · 0 3

scansafatica fattela da sola

2007-01-28 08:25:29 · answer #7 · answered by ALICE 3 · 0 3

ma fattela!! digiti in un qualsiasi motore di ricerca le parole magiche e ti scarichi il materiale a seconda di ciò che devi trattare...

credo che un conto sia chiedere consiglio su come farla o come continuarla e un altro chiedere di farsela fare da altri..

2007-01-28 08:23:48 · answer #8 · answered by Mirko_89 3 · 0 3

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