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ragazzi oggi per la giornata della memoria a scuola ci hanno mostrato il film "il pianista"... e dopodomani dovremmo scrivere la trama.... non è che mi dareste una mano!!! per favore.... al migliore 10 punti!!!! e per tutti un "pollice in su" tranne per chi non sopporto!!!!! (scherzo!!! :-D!!!!) Siete i migliori!!!!

2007-01-26 00:25:32 · 9 risposte · inviata da girl93 3 in Musica e intrattenimento Cinema

9 risposte

Recensione

Wladyslaw Szpilman era un pianista di talento, ebreo polacco vissuto a Varsavia durante il periodo dell'occupazione tedesca. Questo film racconta la sua storia vera, narrata dallo stesso Szpilman in un libro scritto subito dopo la fine della guerra.

"Nelle sue memorie ci sono polacchi buoni e polacchi cattivi, ebrei buoni ed ebrei cattivi, tedeschi buoni e tedeschi cattivi...". Questo è uno dei motivi per cui Roman Polanski ha deciso di realizzare questo film, bellissimo ma durissimo, anzi, bellissimo perché durissimo. Dimenticate la commedia tragicomica de La Vita è Bella, o il sogno ingannatorio di Train de Vie, ed anche la romanzata indulgenza di Shindler's List. Ne Il Pianista, nel quale il regista polacco ha fatto tesoro anche dei propri ricordi personali, si racconta una storia dove non sono concessi omissis, dove le forbici non sono entrate nella cabina del montatore.
Quella di Wladyslaw Szpilman è una vera e propria odissea. Dapprima rinchiuso nel ghetto costruito dai tedeschi per gli ebrei di Varsavia (un lungo muro di mattoni nei quali gli ebrei vivono come reclusi) assieme alla sua famiglia, Szpilman riesce a fuggire poco prima della deportazione nei campi di concentramento dove invece finirà tutta la sua numerosa famiglia (padre, madre, un fratello e due sorelle). Da questo momento in poi inizierà a vagare, nascondendosi in vuoti appartamenti dove coraggiosi polacchi davano asilo agli ebrei scampati alla deportazione. Dalle finestre di questi freddi rifugi assiste, solo ed impotente, al massacro dei suoi amici, alle battaglie tra tedeschi e partigiani polacchi, fino all'arrivo delle guarnigioni russe che liberano la sua città.

Il film, pur nella sua crudezza, ci regala momenti di rara poesia, sequenze nelle quali il genio romantico di Polanski dispiega le sue ali ammantanti. La scena iniziale nella quale Szpilman deve interrompere un concerto alla radio polacca mentre questa viene bombardata dagli aerei tedeschi; la sequenza in cui si esibisce al piano davanti ad un ufficiale tedesco che sedotto dalla sua bravura lo aiuterà a nascondersi; le apocalittiche riprese del ghetto di Varsavia ormai completamente distrutto dopo la fuga dell'esercito germanico: tutte prove di grande cinema alle quali è difficile resistere.
Polanski, come peraltro già fece Spielberg con "La lista di Schindler", è bravissimo nel rappresentare il dato psicologico della gente ebrea di fronte al terribile fenomeno dell'olocausto. Essi sono dapprima increduli, fatalmente convinti che tutto ciò non potrà arrivare alle estreme tragiche conseguenze. Poi, con il peggiorare degli eventi, subentra un senso di disorientamento ed una assoluta incapacità di comprendere quale debba essere l'atteggiamento giusto per cercare di salvare la propria vita e quella dei propri cari. In realtà, ci si rende conto, che non esiste una soluzione, una via di uscita, perché di fronte alla cieca brutalità delle teorie naziste non esiste un granello di ragione che possa far inceppare l'inumano meccanismo.

Queste caratteristiche le ritroviamo anche nel personaggio di Szpilman. Interpretato dall'attore americano Adrien Brody (La Sottile Linea Rossa, Bread and Roses), Szpilman sembra accettare tutte le disgrazie che gli piovono con rassegnazione. Giobbe moderno, assiste inane alla tragedia che gli si dispiega attorno. Quella che potrebbe sembrare una colpevole inattività è, in realtà, un'assoluta certezza di nulla potere di fronte all'urlo nero della violenza nazista.

Il pianista è film di Roman Polanski tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Wladyslaw Szpilman.

La prima del film si è tenuta a Varsavia il 5 settembre 2002.

Si tratta del racconto di quanto vissuto da Szpilman (un pianista) dallo scoppio della seconda guerra mondiale con l'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, l'occupazione di Varsavia, la creazione del ghetto, la vita e la sopravvivenza nel ghetto e la sua fuga e sopravvivenza fuori dal ghetto, fino alla liberazione della città da parte dell'Armata Rossa.

Le note melodiose e tristemente struggenti del pianista, qui funzionali specialmente ai numerosi cambi sequenza che curiosamente non si appoggiano alla più classica dissolvenza in nero, costituiscono una sorta di ideale fil rouge - che si dipana fra dolore e memoria - dell'esperienza umana sperimentata dal protagonista. Il pianista sopravvive soprattutto grazie alla sua musica: ideale di sopravvivenza.

[modifica] Trama
Attenzione: di seguito viene rivelata, del tutto o in parte, la trama dell'opera.

Wladyslaw Szpilman è un pianista ebreo che suona per la radio di Varsavia, città nella quale vive quando inizia la persecuzione della Germania nazista. All'inizio è costretto a suonare in alcuni locali per soli ebrei, poi perde anche quella possibilità.

La famiglia viene deportata, ma egli si salva perché un amico riesce a sottrarlo alla fila di gente che viene caricata sul treno della morte.

Per il protagonista inizia così un doloroso percorso esistenziale: prima viene nascosto da una coppia di amici, poi da un altro amico. Ogni volta deve fuggire; coloro che lo proteggono di volta in volta sono scoperti e catturati. Gli alleati stanno per avanzare, quando trova rifugio - solo e malato - all'interno di una casa diroccata.

Lì un ufficiale tedesco, dopo averlo sentito suonare al pianoforte ancora depositato nella casa ormai abbandonata, lo aiuta a porsi in salvo. Per il pianista è il momento dell'estremo batticuore (ma anche dall'estrema liberazione): l'ufficiale, in una pressoché inspiegabile dimostrazione di compassione, gli risparmia la vita e gli dona il suo cappotto. All'arrivo dei sovietici, inizialmente viene scambiato per un ufficiale nazista, poi viene portato in salvo.

2007-01-26 00:34:02 · answer #1 · answered by MayFont 2 · 1 1

O ti fai aiutare dal suo amico, gli spieghi la tua situazione e vedete insieme qual è la cosa migliore da fare oppure cerchi di capire cosa prova veramente according to te anche solo chiedendoglielo

2016-12-16 17:43:49 · answer #2 · answered by ? 3 · 0 0

lui pianista.il film è la storia di un uomo che scappa,fugge di continuo alle persecuzioni naziste.Lui è polacco.Alla fine si rifugia in un palazzo semidistrutto e viene scoperto da un uff tedesco che gli kiede d suonare.Gli regala il cappotto e quando esce dal palazzo riskia d morire xke i russi lo scambiano per tedesco visto il cappotto.
Tutto finisce bene,lui è bellissimo,il film da oscar.Guardalo,invece di kiedere,è da urlo.

2007-01-26 04:32:30 · answer #3 · answered by CARLOTTA M 3 · 0 0

Siamo a Varsavia nel 1939, i tedeschi stanno per occupare la Polonia e per gli ebrei polacchi (e non solo) sta per arrivare il momento più tragico della Storia. Stanno per essere imprigionati nella loro città, relegati come appestati e murati nel ghetto fino al momento della deportazione nei campi di concentramento. Wladyslaw Szpilman (Adrien Brody) è un famoso pianista ebreo, da qualche anno tornato da Berlino, dove era andato per studiare al conservatorio, a causa dell'inizio dell'egemonia hitleriana. Figlio di un violinista, da cui ha evidentemente ereditato lo straordinario talento, Wladyslaw lavora suonando per Radio Warszawa (Radio Varsavia) riscuotendo un grandioso successo e una grossa notorietà soprattutto per l'interpretazione delle splendide musiche di Chopin (di madre polacca), suo compositore preferito e considerato da tutti i suoi connazionali un romantico, l'uomo simbolo della loro identità. Quando il 23 settembre le bombe tedesche iniziano a cadere sulla città lui è alla radio, sta suonando il "Notturno in C diesis minore" di Chopin, ma il rumore delle esplosioni è talmente assordante da impedirgli di ascoltare il suo pianoforte e talmente angosciante da impedirgli di alzarsi e scappare, come se la sua musica potesse essere l'unica cosa capace di attutire l'orrore che si stava consumando. Fu quella l'ultima trasmissione radiofonica dal vivo in onda a Varsavia, perché i tedeschi distrussero, lo stesso giorno, anche la centrale elettrica e la stazione radio polacca fu, da allora, costretta al silenzio.

Film toccante e commovente, privo di qualsiasi tipo di autocommiserazione e retorica. Una prima parte che ci introduce nel contesto storico, quello tra gli ebrei ed i nazisti, che seminarono ovunque devastazione e morte senza pietà né possibilità di scampo, ed una seconda parte in cui si entra più nel 'privato' del protagonista, ritrovatosi salvo per miracolo ma letteralmente estraniato dal mondo, in una città irriconoscibilmente deserta che non è che un cumulo di macerie.
Il filo conduttore è il travaglio desolante di un'anima randagia ed impotente che si aggira per le rovine in cerca di cibo e che sa che c'è solo da aspettare, sperare e trovare una ragione per cercare di sopravvivere. Dopo tutto quello che ha vissuto, dopo aver provato persino il rimpianto di essersi salvato e di non essere morto con la sua famiglia, per Wladyslaw Szpilman non c'è più un dio in cui credere o affidarsi nei momenti di debolezza, ma riesce a trovare solo nella musica un appiglio a cui aggrapparsi per non sprofondare nella disperazione.

Questo del maestro Polanski non è solo un lungometraggio sull'Olocausto e non è assolutamente un film autobiografico, ma è molto di più: è stato a mio giudizio un modo per lui di rivivere gli anni orrendi della sua infanzia nel ghetto di Varsavia ed un'occasione per esorcizzare in maniera del tutto positivista le paure ed i tremendi ricordi lasciati da quell'esperienza. Ha voluto avvicinare lo spettatore non solo a ciò che i suoi occhi di bambino avevano visto, senza peccare troppo di protagonismo, ma al dramma di un uomo pressoché sconosciuto (almeno fino all'uscita della sua biografia) che per una serie di circostanze fortuite riuscirà a trovare una via d'uscita e a ricostruire la sua vita; un uomo che pur perdendo gli affetti, la casa, il lavoro, la sua città e la libertà non ha però mai perso la dignità. "Il Pianista" verrà infatti salvato dal capitano Wilm Hosenfeld, un ufficiale tedesco dal cuore buono che si emoziona dopo avergli sentito suonare su un pianoforte trovato fra le macerie lo stesso Notturno che aveva segnato simbolicamente l'inizio della sua odissea, e che decide di salvarlo aiutandolo in segreto a sopravvivere fino all'arrivo dei russi e della libertà. Insomma un tedesco che salva un ebreo senza pretendere ringraziamenti perché "...è Dio che ci salva, è Lui che dobbiamo ringraziare. O almeno è così che dobbiamo credere...".

Il musicista pubblica nel 1946 la sua biografia, in cui racconta tutti i particolari da lui vissuti: la polizia ebraica a 'sostegno' di quella tedesca, un tedesco dal cuore buono, il coraggio della Resistenza polacca e l'aiuto dei suoi concittadini, e racconta quindi di aver incontrato sia buoni che cattivi da una parte e dall'altra del muro; ma fu tutto inutile. Il libro fu considerato 'non politicamente corretto' e quindi proibito in Polonia. Fu (ri)pubblicato solo nel 1999 quasi dappertutto riscuotendo un enorme successo, persino in Germania; è stato adattato per la sceneggiatura da Ronald Harwood e trasformato in questo freddo ma efficace ritratto dell'invasione nazista in Polonia da un grande Polanski, che per la prima volta si lascia coinvolgere in un progetto così diverso dal suo solito. Da notare come Adrien Brody sia l'unico americano presente nel cast e che il film non ha avuto finanziamenti americani ma è una coproduzione esclusivamente europea (Francia, Germania, Polonia, Gran Bretagna). Vincitore della Palma d'oro all'ultimo Festival di Cannes, la storia de "Il Pianista" ha riscosso un grandissimo successo di pubblico, finalmente una volta tanto in cui il cinema europeo (lo dico con un pizzico di orgoglio) si prende una rivincita alla faccia di Hollywood, e lo fa con un film davvero emozionante. Due ore e mezza di straordinaria intensità.

2007-01-26 04:15:41 · answer #4 · answered by Anonymous · 0 0

http://www.cinefile.biz/pianista.htm

2007-01-26 00:46:04 · answer #5 · answered by lola 2 · 0 0

ciao girl93 ti do un piccolo ma grande aiuto :

l pianista è film di Roman Polanski tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Wladyslaw Szpilman.
E'stao girato in Gran Bretagna, Francia, Germania, Olandae in Polonia
La prima del film si è tenuta a Varsavia il 5 settembre 2002.

Si tratta del racconto di quanto vissuto da Szpilman (un pianista) dallo scoppio della seconda guerra mondiale con l'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, l'occupazione di Varsavia, la creazione del ghetto, la vita e la sopravvivenza nel ghetto e la sua fuga e sopravvivenza fuori dal ghetto, fino alla liberazione della città da parte dell'Armata Rossa.

Le note melodiose e tristemente struggenti del pianista, qui funzionali specialmente ai numerosi cambi sequenza che curiosamente non si appoggiano alla più classica dissolvenza in nero, costituiscono una sorta di ideale fil rouge - che si dipana fra dolore e memoria - dell'esperienza umana sperimentata dal protagonista. Il pianista sopravvive soprattutto grazie alla sua musica: ideale di sopravvivenza.


Trama

Wladyslaw Szpilman è un pianista ebreo che suona per la radio di Varsavia, città nella quale vive quando inizia la persecuzione della Germania nazista. All'inizio è costretto a suonare in alcuni locali per soli ebrei, poi perde anche quella possibilità.

La famiglia viene deportata, ma egli si salva perché un amico riesce a sottrarlo alla fila di gente che viene caricata sul treno della morte.

Per il protagonista inizia così un doloroso percorso esistenziale: prima viene nascosto da una coppia di amici, poi da un altro amico. Ogni volta deve fuggire; coloro che lo proteggono di volta in volta sono scoperti e catturati. Gli alleati stanno per avanzare, quando trova rifugio - solo e malato - all'interno di una casa diroccata.

Lì un ufficiale tedesco, dopo averlo sentito suonare al pianoforte ancora depositato nella casa ormai abbandonata, lo aiuta a porsi in salvo. Per il pianista è il momento dell'estremo batticuore (ma anche dall'estrema liberazione): l'ufficiale, in una pressoché inspiegabile dimostrazione di compassione, gli risparmia la vita e gli dona il suo cappotto. All'arrivo dei sovietici, inizialmente viene scambiato per un ufficiale nazista, poi viene portato in salvo.

buona trama e spero di averti aiutato quanto ho potuto ti metto altri link da dove potrai trarre altre informazioni magari più approfondite per un buon tema!!! domani noi vediano shindelist

http://it.movies.yahoo.com/l/la-pianista/index-369857.html
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=33404

2007-01-26 00:45:38 · answer #6 · answered by Anonymous · 0 0

mi hanno già preceduto!!film bello ma davvero macrabo!!stanno alcune scene.....come quando buttano l'uomo sulla sedia a rotelle dal balcone o quando sparano alle teste degli ebrei stesi a terra!!mamma mia!!

2007-01-26 00:34:16 · answer #7 · answered by Anonymous · 0 0

http://it.wikipedia.org/wiki/Il_pianista_(film)

http://filmup.leonardo.it/sc_ilpianista.htm

2007-01-26 00:32:34 · answer #8 · answered by Chicchi 6 · 0 0

http://www.35mm.it/film/scheda.jsp?idFilm=7107
ciao

2007-01-26 00:32:01 · answer #9 · answered by marina 5 · 0 0

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