Ma chi era il Budda? Come ebbe inizio questa religione? Quali sono le dottrine e le pratiche del buddismo?
“Quel che sappiamo della vita del Budda si basa principalmente sulle testimonianze dei testi canonici, dei quali i più esaurienti e completi sono quelli scritti in pali, antica lingua indiana”, dice un libro di storia delle religioni. (World Religions—From Ancient History to the Present) Ciò significa che non esiste materiale documentario dell’epoca da cui ricavare dati precisi su Siddhārtha Gautama, il fondatore di questa religione, vissuto nell’India settentrionale nel VI secolo a.E.V. Questo naturalmente presenta un problema. Più serio, comunque, è il problema relativo a quando e come furono redatti i “testi canonici”.
La tradizione buddista sostiene che subito dopo la morte di Gautama fu convocato un concilio di 500 monaci per decidere quale fosse l’autentica dottrina del Maestro. ...
2007-01-25
00:59:51
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Società e culture
➔ Religione e spiritualità
Se questo concilio ebbe veramente luogo o no è un argomento molto dibattuto fra gli studiosi e gli storici buddisti. Ad ogni modo, il punto importante che dovremmo notare è che persino i testi buddistici riconoscono che la dottrina autentica per la quale si optò non fu affidata alla scrittura, ma alla memoria dei discepoli. L’effettiva redazione dei testi sacri doveva ancora attendere parecchio.
Secondo certe cronache di Ceylon (Srī Lanka) dei secoli IV e VI E.V., i più antichi di questi “testi canonici” pali furono messi per iscritto durante il regno del re Vattagamani Abhaya nel I secolo a.E.V. Altre narrazioni della vita del Budda non comparvero per iscritto che forse nel I o addirittura nel V secolo E.V., quasi mille anni dopo la sua epoca.
Pertanto, osserva un dizionario delle religioni, “le ‘biografie’ sono sia di origine tarda che piene zeppe di materiale mitico e leggendario, e i testi canonici più antichi sono il prodotto di un lungo processo di trasmissione orale che
2007-01-25
01:01:03 ·
update #1
dovette includere revisioni e molte aggiunte”. (Abingdon Dictionary of Living Religions) Addirittura uno studioso “sostenne che nemmeno una parola della dottrina fissata per iscritto si può attribuire con assoluta certezza a Gautama in persona”. Sono giustificate queste critiche?
Considerate i seguenti brani tratti dai Jataka, parte del canone pali, e dal Buddhacarita, un testo sanscrito del II secolo E.V. sulla vita del Budda. Ecco innanzi tutto il racconto di come sua madre, la regina Maha-Maya, lo concepì in sogno.
“I quattro angeli guardiani vennero e, sollevatala insieme al suo letto, la trasportarono sui monti dell’Himalaya. . . . Poi vennero le mogli degli angeli guardiani e la portarono al lago Anotatta, e la immersero per togliere ogni macchia umana. . . . Poco distante c’era il Monte d’Argento, e in esso un castello d’oro. Lì essi prepararono un letto divino con la testata rivolta a oriente, e ve la adagiarono.
2007-01-25
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update #2
A questo punto il futuro Budda era divenuto un superbo elefante bianco . . . Egli ascese il Monte d’Argento, poi . . . girò tre volte da destra intorno al letto di sua madre, e colpendola sul fianco destro parve penetrare nel suo grembo. In tal modo avvenne il concepimento, nel fantastico spettacolo di mezza estate”.
Quando la regina narrò il sogno al re suo consorte, questi radunò 64 eminenti sacerdoti indù, diede loro cibo e abiti e chiese un’interpretazione. Ecco cosa risposero:
“Non essere ansioso, o nobile sovrano! . . . Avrai un figlio. Ed egli, se continuerà a vivere in famiglia, diventerà un monarca dell’universo; ma se lascerà la famiglia e rinuncerà al mondo, diventerà un Budda, ed eliminerà da questo mondo le nubi del peccato e della follia”.
Dopo ciò, si dice, ebbero luogo 32 miracoli:
“Tutti i diecimila mondi d’un tratto tremarono, fremettero e sobbalzarono. . . . Le fiamme si spensero in tutti gli inferni; . . . fra gli uomini cessarono i malanni; . . .
2007-01-25
01:05:58 ·
update #3
tutti gli strumenti musicali emisero le loro note senza che alcuno li suonasse; . . . nell’immenso oceano l’acqua divenne dolce; . . . tutti i diecimila mondi divennero un insieme di magnifiche ghirlande, le più belle che ci fossero”.
Quindi ebbe luogo l’insolita nascita del Budda in un boschetto di alberi sal chiamato parco di Lumbini. Quando la regina desiderò afferrare un ramoscello dell’albero più alto che ci fosse nel boschetto, l’albero la favorì chinandosi alla portata della sua mano. Tenendosi al ramo e stando in piedi, essa partorì.
“Egli venne fuori dal grembo materno come un predicatore che scende dal suo seggio, o come un uomo che scende una scala, le mani e i piedi stesi, per niente macchiato da impurità derivante dal seno di sua madre. . . .”
“Appena vista la luce, il [futuro Budda] pianta fermamente i piedi a terra, fa sette lunghi passi verso il nord, un bianco baldacchino ripara il suo capo, ed esclama
2007-01-25
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update #4
con voce impareggiabile dopo essersi rivolto ai quattro punti dell’orizzonte: In tutto il mondo sono il primo, il migliore e il più importante; questa è la mia ultima nascita, non nascerò mai più”. — Splendori delle antiche religioni, di J. Finegan, pagina 257.
Vi sono anche storie altrettanto elaborate che riguardano la sua infanzia, i suoi incontri con giovani ammiratrici, le sue peregrinazioni, e praticamente ogni episodio della sua vita. Forse non sorprende che per la maggioranza degli studiosi tutti questi racconti altro non sono che miti e leggende. Un funzionario del British Museum afferma persino che, vista la “grande quantità di leggende e miracoli, . . . è impossibile ricostruire l’esistenza storica del Budda”.
Malgrado questi miti, è largamente diffuso un racconto tradizionale della vita del Budda. Un testo moderno pubblicato a Colombo (Srī Lanka) fa questa narrazione semplificata:
2007-01-25
01:11:11 ·
update #5
“Nel giorno della luna piena di maggio del 623 a.C. nacque nel distretto del Nepal un principe indiano dei Sakya di nome Siddhattha Gotama. Suo padre fu il re Suddhodana e sua madre la regina Mahā Māyā, che morì pochi giorni dopo averlo dato alla luce. Il bambino fu affidato alla matrigna, Mahā Pajāpati Gotamī.
“A sedici anni sposò sua cugina, la bella principessa Yasodharā.
“Per tredici anni circa dopo il suo felice matrimonio visse a corte nel lusso e nella beata ignoranza delle traversie della vita all’esterno del suo palazzo.
“Nel corso del tempo gli si rivelò gradualmente la verità. All’età di 29 anni, quando ci fu la svolta decisiva della sua vita, ebbe un figlio, Rāhula. Egli considerò questo figliolo un ostacolo, perché si rese conto che tutti senza eccezione erano soggetti a nascita, infermità e morte. Comprendendo così l’universalità del dolore, decise di trovare una panacea per questo malessere comune a tutta l’umanità.
“Quindi rinunciò ai piaceri di corte, una
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01:13:26 ·
update #6
notte abbandonò il palazzo . . . si tagliò i capelli, indossò il semplice abito dell’asceta e si mise in cerca della Verità”. — A Manual of Buddhism.
Questo schema biografico essenziale, come si può notare, è in netto contrasto con i racconti fantastici contenuti nei “testi canonici”. E, a parte l’anno di nascita, viene generalmente accettato.
L’illuminazione: come avvenne
In che consisté la summenzionata “svolta decisiva della sua vita”? Ebbe luogo quando per la prima volta in vita sua vide un malato, un vecchio e un morto. Questa esperienza lo indusse a riflettere tormentosamente sul significato della vita: Perché gli uomini nascevano solo per soffrire, invecchiare e morire? Si narra che dopo ciò vide un santone che aveva rinunciato al mondo per andare alla ricerca della verità. Questo spinse Gautama ad abbandonare la famiglia, i beni e il proprio casato principesco e a trascorrere i successivi sei anni nella ricerca della risposta presso maestri e guru indù, ma
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01:15:15 ·
update #7
inutilmente. Dai racconti apprendiamo che praticò la meditazione, il digiuno, lo yoga e si sottopose a straordinarie privazioni, eppure non raggiunse nessuna pace spirituale o illuminazione.
Infine si avvide che questa vita di estreme rinunce era inutile quanto la vita dissipata che aveva condotto in precedenza. Adottò a questo punto ciò che chiamò la Via Media, evitando i due estremi della sua condotta. Avendo deciso che la risposta doveva trovarsi nella sua propria coscienza, sedette in meditazione sotto un pipal, o fico delle pagode. Resistendo agli assalti e alle tentazioni del diavolo Mara, proseguì risoluto la sua meditazione per quattro settimane (alcuni dicono per sette settimane) finché, come si crede, non trascese ogni conoscenza e non ottenne l’illuminazione.
Fu in tal modo che, secondo la terminologia buddista, Gautama divenne il Budda, ovvero lo Svegliato, l’Illuminato.Aveva raggiunto la meta suprema, il Nirvana, la condizione di perfetta pace e di illuminazione,
2007-01-25
01:17:38 ·
update #8
libero dal desiderio e dalla sofferenza. È denominato anche Sakyamuni (saggio della tribù sakya), e più volte egli parlò di sé come del Tathagata (colui che è giunto [a insegnare]). A questo riguardo però vi sono concezioni diverse a seconda della setta buddista. Alcuni lo considerano esclusivamente un uomo che trovò il sentiero dell’illuminazione per se stesso e lo insegnò ai suoi adepti. Altri lo ritengono l’ultimo di una serie di Budda venuti nel mondo a predicare o ravvivare il dharma (pali: Dhamma), la dottrina o via del Budda. Altri ancora lo considerano un bodhisattva, uno che aveva ottenuto l’illuminazione ma aveva rimandato a entrare nel Nirvana per poter aiutare altri nella loro ricerca dell’illuminazione. In ogni caso questo stadio, l’Illuminazione, è di capitale importanza per tutte le scuole buddistiche.
L’Illuminazione: che cos’è?
Avendo ottenuto l’illuminazione, e superata qualche esitazione iniziale, il Budda cominciò a insegnare ad altri la sua nuova verità,
2007-01-25
01:19:11 ·
update #9
il suo dharma. Fece la sua prima predica, e forse la più importante, a cinque bhikku — discepoli o monaci — presso la città di Benares, in un parco di cervi. In quella predica insegnò che per essere salvati bisogna evitare sia la dedizione ai piaceri che l’ascetismo e seguire la Via Media. Bisogna poi capire e osservare le Quattro Nobili Verità (vedi pagina accanto), che in sintesi sono:
(1) La vita è dolore.
(2) Il dolore nasce dal desiderio o brama.
(3) L’estinzione del desiderio significa fine del dolore.
(4) L’estinzione del desiderio si raggiunge seguendo l’Ottuplice Sentiero, esercitando il controllo sul proprio modo di agire, pensare e credere.
Questa predica sulla Via Media e sulle Quattro Nobili Verità racchiude l’essenza dell’Illuminazione ed è considerata l’epitome di tutta la dottrina del Budda. (Nota il contrasto con Matteo 6:25-34; 1 Timoteo 6:17-19; Giacomo 4:1-3; 1 Giovanni 2:15-17). Gautama non pretese che questa predica fosse ispirata,
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01:21:17 ·
update #10
ma la attribuì a se stesso con le parole “scoperta dal Tathagata”. Si dice che in punto di morte il Budda abbia detto ai suoi discepoli: “Ricercate la salvezza solo nella verità; non cercare rifugio in altri che in te stesso”. Pertanto, secondo il Budda, l’illuminazione viene non da Dio, ma attraverso il proprio impegno personale nello sviluppare retto pensiero e rette azioni.
Non è difficile capire perché questa dottrina fu bene accolta dalla società indiana dell’epoca. Essa condannava da un lato l’avidità e le corrotte pratiche religiose promosse dai brahmani indù, la casta sacerdotale, e dall’altro l’austero ascetismo dei giainisti nonché altri culti mistici. Sopprimeva anche i sacrifici e i riti, le miriadi di dèi e dee e l’opprimente sistema delle caste che dominava e asserviva sotto ogni aspetto l’esistenza degli individui. In breve, essa prometteva liberazione a chiunque fosse disposto a seguire la via del Budda.
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update #11
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Il buddismo si propaga
Accettata la dottrina del Budda, i cinque bhikku formarono il primo sangha, o ordine monastico. Si completarono così le “Tre Gemme” (Triratna) del buddismo, cioè il Budda, il dharma e il sangha, che si supponeva aiutassero gli uomini a intraprendere la via dell’illuminazione. Ormai pronto, Gautama Budda andò predicando in tutto il bacino del Gange. Persone di ogni ceto e condizione sociale andavano ad ascoltarlo, e divenivano sue seguaci. Quando morì, all’età di 80 anni, si era ormai guadagnato fama e rispetto. Si narra che le ultime parole che rivolse ai suoi discepoli furono: “La dissoluzione è insita in tutte le cose composite. Attendete con diligenza alla vostra salvezza”.
Nel III secolo a.E.V., circa 200 anni dopo la morte del Budda, fece la sua comparsa il massimo promotore del buddismo, l’imperatore Aśoka, che aveva assoggettato quasi tutta l’India. Rattristato dalle stragi e dagli sconvolgimenti provocati dalle sue conquiste, si convertì al
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01:24:27 ·
update #12
buddismo e diede ad esso l’appoggio dello Stato. Eresse monumenti religiosi, convocò concili ed esortò i sudditi a vivere secondo i precetti del Budda. Aśoka inviò anche missionari buddisti in ogni parte dell’India e a Ceylon (Srī Lanka), in Siria, Egitto e Grecia. Principalmente grazie agli sforzi di Aśoka, da setta indiana il buddismo crebbe fino a divenire una religione cosmopolitica. A buon diritto egli è stato considerato da alcuni il secondo fondatore del buddismo.
Da Ceylon il buddismo si diffuse verso oriente in Birmania (Myanmar), in Thailandia e in altre parti dell’Indocina. A nord il buddismo si propagò nel Kashmir e nell’Asia centrale. Di lì, e non più tardi del I secolo E.V., monaci buddisti attraversarono monti e deserti inospitali e introdussero in Cina la loro religione. Dalla Cina il passo fu breve e il buddismo penetrò in Corea e in Giappone. Fu introdotto anche nel Tibet, col quale l’India confina a nord. Dalla sua fusione con credenze locali nacque il
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01:25:42 ·
update #13
lamaismo, che ha dominato la vita religiosa e politica di quella regione. Già nel VI o VII secolo E.V. il buddismo si era ben consolidato in tutto il Sud-Est asiatico e in Estremo Oriente. Ma cosa accadeva in India?
Mentre in altri paesi il buddismo estendeva la sua influenza, in India si andava spegnendo. Interamente presi dai loro studi filosofici e metafisici, i monaci cominciarono a perdere il contatto con i loro seguaci laici. Inoltre, privo ormai della protezione reale e avendo adottato idee e pratiche induistiche, il buddismo in India andò ancor più in fretta verso il tracollo. Perfino i luoghi sacri del buddismo, come Lumbini, dove Gautama era nato, e Bodh Gayā, dove aveva ottenuto l’“illuminazione”, caddero in rovina. Nel XIII secolo il buddismo era praticamente scomparso dall’India, il suo paese di origine.
Durante il XX secolo il buddismo ha di nuovo cambiato volto. Sconvolgimenti politici in Cina, Mongolia, Tibet e nei paesi del Sud-Est asiatico gli hanno inferto un
2007-01-25
01:27:04 ·
update #14
colpo micidiale. Migliaia di monasteri e templi sono stati distrutti e centinaia di migliaia di monaci e suore cacciati via, imprigionati o perfino uccisi. Ciò nonostante in quei paesi il buddismo esercita tuttora un forte influsso sul pensiero e sulle usanze della gente.
In Europa e nell’America Settentrionale l’idea buddistica di cercare la “verità” nel proprio io sembra attrarre molti, e la relativa pratica della meditazione diventa un mezzo di evasione dalla caotica vita occidentale. Interessanti sono le parole di Tenzin Gyatso, il Dalai Lama del Tibet che vive in esilio, citate nella prefazione del libro Living Buddhism: “Forse oggi un ruolo del buddismo può essere quello di ricordare agli occidentali la dimensione spirituale della loro vita”.
Le diverse correnti del buddismo
Nonostante di solito si parli del buddismo come di un’unica religione, in realtà esso è scisso in svariate scuole, ciascuna con le sue proprie dottrine, pratiche e scritture, secondo le diverse
2007-01-25
01:28:40 ·
update #15
interpretazioni della natura del Budda e delle sue dottrine. A loro volta queste scuole si dividono in numerosi gruppi e sette, molti dei quali subiscono il forte influsso delle culture e delle tradizioni locali.
La scuola detta Theravada (Via degli Anziani), o Hinayana (Piccolo Veicolo), fiorisce in Srī Lanka, Myanmar (Birmania), Thailandia, Cambogia e Laos. Secondo alcuni questa è la scuola conservatrice. Essa dà risalto alla saggezza e al fatto di provvedere da sé alla propria salvezza rinunciando al mondo e facendo vita monastica, dedita alla meditazione e allo studio.
In alcuni di questi paesi è comune vedere gruppi di giovani con la testa rasata che, scalzi e in abiti color zafferano, vanno alla questua con le loro ciotole per l’elemosina, per ricevere la loro porzione di cibo quotidiano dai fedeli laici, il cui compito è quello di sostenerli. È usanza che gli uomini trascorrano almeno parte della loro vita in un monastero. L’ideale supremo della vita
2007-01-25
01:30:17 ·
update #16
monastica è diventare un arhat, cioè uno che ha raggiunto la perfezione spirituale e la liberazione dal dolore e dalla sofferenza dovuti al ciclo delle rinascite. Il Budda ha indicato la via; sta a ciascuno seguirla.
La scuola chiamata Mahayana (Grande Veicolo) prevale in Cina, Corea, Giappone e Vietnam. Ha questo nome perché dà risalto all’insegnamento del Budda secondo cui “la verità e la via della salvezza è per tutti, sia che uno viva in una caverna, in un monastero o in una casa . . . Non è solo per coloro che rinunciano al mondo”. Il concetto fondamentale del Mahayana è che l’amore e la compassione del Budda sono così grandi che egli non precluderebbe a nessuno la salvezza. Esso insegna che, poiché in tutti noi c’è la natura del Budda, ognuno è in grado di diventare un Budda, un illuminato o un bodhisattva. L’illuminazione si ottiene non mediante una rigida autodisciplina, ma mediante la fede nel Budda e la compassione per tutti gli esseri viventi. È ovvio che ciò
2007-01-25
01:31:56 ·
update #17
esercita una maggiore attrattiva sulle masse dotate di spirito pratico. Tuttavia questo atteggiamento più liberale ha prodotto una grande fioritura di gruppi e culti.
Tra le molte sette mahayana sviluppatesi in Cina e in Giappone vi sono le scuole buddiste Terra Pura e Zen. La prima incentra il suo credo sulla fede nel potere salvifico del Budda Amida, che promise ai suoi seguaci una rinascita nella Terra Pura, o Paradiso dell’Occidente, un paese di gioia e delizie abitato da dèi e uomini. Di lì è facile raggiungere il Nirvana. Ripetendo la preghiera “ripongo fede nel Budda Amida”, anche migliaia di volte al giorno, il credente si purifica per ottenere l’illuminazione o la rinascita nel Paradiso dell’Occidente.
Il buddismo zen (scuola Ch’an in Cina) prende nome dalla pratica della meditazione. I termini ch’an (cinese) e zen (giapponese) sono varianti del termine sanscrito dhyāna, che significa “meditazione”. Questa disciplina insegna che studio, opere buone e riti sono di
2007-01-25
01:34:15 ·
update #18
poco valore. Si può conseguire l’illuminazione semplicemente meditando su misteri imponderabili come: ‘Quando si battono le mani, che suono fa una mano sola?’, e: ‘Cosa troviamo dove non c’è nulla?’ La natura mistica del buddismo zen trova espressione in arti raffinate quali sistemazione dei fiori, calligrafia, disegno a inchiostro, poesia, giardinaggio e altre, tutte accolte con favore in Occidente. Attualmente si trovano centri di meditazione zen in molti paesi occidentali.
C’è infine il buddismo tibetano o lamaismo. Questa forma di buddismo è talvolta chiamata Mantrayana (Veicolo Mantra) per il cospicuo uso di mantra, una serie di sillabe con o senza significato, recitate a lungo e meccanicamente. Anziché dar risalto alla saggezza o alla compassione, questa forma di buddismo dà importanza all’impiego, nel culto, di riti, preghiere, magia e spiritismo. Le preghiere sono ripetute migliaia di volte al giorno col sussidio di rosari e mulinelli delle preghiere. I complessi
2007-01-25
01:35:48 ·
update #19
Ho letto tutto e sono d'accordo..Hai ragione..nn ci sono prove esatte riguardo al buddismo..prove canoniche
2007-01-28 00:02:30
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answer #1
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answered by Anonymous
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Come il Cristianesimo, il Buddhismo si divide in più sottogruppi, i due principali sono quelli originatisi dopo il grande scisma: Theravada (scuola degli anziani) e Mahayana (grande veicolo).
Il primo si rifà agli insegnamenti originali del Buddha, primo uomo illuminato, secondo cui il nirvana è raggiungibile attraverso il "nobile ottuplice sentiero"; il Mahayana invece contempla aspetti mistici e rituali assenti nel Theravada, venera il Buddha come un essere divino, introduce i bodhisattva, specie di santi che aiutano le persone a raggiungere l'illuminazione, se queste vi si affidano con le preghiere. Il Buddhismo Tibetano amplifica ulteriormente questa direzione ritualistica e misticistica.
Personalmente ritengo l'ottuplice sentiero una versione "moderna" dei 10 comandamenti: non è un elenco di doveri imposti da chissà chi, ma una spiegazione chiarissima di ciò che è positivo e di ciò che è negativo nei comportamenti umani, delle cause e delle conseguenze.
L'unica critica che posso muovere al Buddhismo è sulla questione della reincarnazione, che è il solo punto accettabile esclusivamente con la fede, e non comprensibile razionalmente.
2007-01-25 09:44:00
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answer #2
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answered by Bhikkhu 4
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Shakyamuni, il fondatore storico del Buddismo, visse in India intorno al 500 a.C. Dall’India, il Buddismo mahayana si diffuse attraverso l’Asia centrale e la Cina, fino ad arrivare in Giappone. La capacità di Shakyamuni di infondere speranza, coraggio e saggezza ha le basi nella sua profonda compassione e desiderio di salvare gli afflitti e i disperati. I suoi insegnamenti esposti e tramandati in forma orale in mezzo alla gente, ebbero un impatto in tutta l’India nordoccidentale. Dai numerosi scritti disponibili oggi, si può presumere che spesso espose i suoi insegnamenti in risposta alle domande delle persone.
Dato che l’attività di predicazione di Shakyamuni si estese per cinque decadi e coprì una considerevole area geografica, le persone che abbracciarono i suoi insegnamenti furono eterogenee, e di conseguenza variò anche la natura dei suoi numerosi insegnamenti, dando origine a un numero di interpretazioni e scuole diverse. Il Sutra del Loto, l’insegnamento che Shakyamuni predicò durante gli ultimi otto anni della sua vita è considerato all’interno della tradizione mahayana Tendai la più elevata delle scritture buddiste.
I primi insegnamenti di Shakyamuni avevano l’obiettivo di risvegliare le persone all’impermanenza di tutti i fenomeni, con lo scopo di liberarli dalle sofferenze che nascono dall’attaccamento egoistico a cose che il passare del tempo distruggerà o renderà insignificanti. Questo è un punto comune a tutte le scuole buddiste. Il Sutra del Loto insegnò anche l’esistenza di una verità innata e universale nota come natura del Budda, la cui manifestazione rende una persona in grado di provare una felicità assoluta e di agire con infinita compassione. à un insegnamento che conferma profondamente le realtà della vita quotidiana, e che incoraggia un impegno attivo verso gli altri e verso l’intera società umana.
Il Sutra del Loto si distingue tra gli insegnamenti di Shakyamuni anche per il fatto che rende l’ottenimento dell’Illuminazione una possibilità aperta a tutte le persone – senza alcuna distinzione basata su razza, sesso, condizione sociale o educazione.
http://sgi-italia.org/riviste/bs/InternaTesto.php?A=927&R=1
Ti consiglio di leggere questo articolo, l'argomento è troppo vasto per poter rispondere in poche righe.
Ciao
2007-01-25 09:18:38
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answer #3
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answered by Anonymous
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Hai scritto praticamente tutto tu...Posso solo aggiungere che io lavedo come una filosofia di vita in cui la presenza di Dio non è ne scartata ne ammessa mettendo al primo posto il pensiero dell'uomo...ma ci sarebbe molto da aggiungere...
2007-01-25 09:05:22
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answer #4
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answered by bikaner 7
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Il Buddha è stato un Illuminato e gli Illuminati sono Dio. Il Buddismo è una religione come un'altra e quindi non puoi ritenere del tutto vero quello che si dice, come del resto di tutte le altre religioni.
Gli Illuminati sono Dio e Dio è tutt'Uno.
Leggi i libri di OSHO che è stato un altro Illuminato.
2007-01-25 16:03:55
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answer #5
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answered by Anonymous
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lo scopo di tante parole? Vuoi dirci che il buddismo non risponde alle esigenze spirituali dell'uomo? e chi lo farebbe? la tua setta?
ma per favore... piuttosto che fare tanta catechesi qui perchè non inizi a parlare copn i tuoi boss e cancellate la vostra iscrizione alla Confcommercio????
2007-01-25 14:20:47
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answer #6
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answered by lospo è un represso 2
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Ciao,quanti problemi povero Budda .Sii il Budda di te stesso e tante problematiche spariranno,e soprattutto sii un budda oggi,contenporaneo e lascia il passato ai nostalgici.Con tutto il rispetto per il buddismo si intende.Non e' forse piu' accativante? secondo il mio punto di vista penso di si.Un cordiale saluto.
2007-01-25 09:17:00
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answer #7
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answered by Anonymous
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Perchè no: oppure la fede ha le sue radici nel BISOGNO che esista un Dio documentabile, dimostrabile, dotato di nome, cognome, avvenimenti, fatti certi, testimonianze insindacabili....
O forse la fede è espressione di buoni sentimenti nei confronti del prossimo, desiderio di pace, di convivenza civile......
Il buddismo è sempre stato caratterizzato da tolleranza e desiderio VERO di pace.
Ottimo ed eccellente.
Chi cerca altro si rivolga al Sant'Uffizio, buon pro gli faccia.
Saluti.
2007-01-25 09:15:04
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answer #8
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answered by Ariel 6
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ti parlo da ateo, ti posso dire che tra le tante religioni quella Buddista è la più credibile avendo come dio un uomo vissuto veramente...preferisco credere agli ideali di un principe che quasi sicuramente è esistito che ad un tizio che non si è mai visto e non ha mai parlato. Per i buddisti inoltre non c'è paradiso, ma la felicità del nulla...più che una religione è un "partito religioso" e rispecchia i miei pensieri...
2007-01-25 09:10:48
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answer #9
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answered by MrCesco 3
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