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dell atomo???oltre che la bomba atomica...

2007-01-16 00:58:38 · 3 risposte · inviata da +*¨^¨*+ elisetta+*¨^¨*+ 6 in Matematica e scienze Chimica

no no..nn è poco...oggi con gli amici si parlava di questo e mi sn incuriosita

2007-01-16 01:06:39 · update #1

3 risposte

tutto ciò che riguarda la medicina, come le radiografie, la tac o la risonanza magnetica; poi si considera l'aspetto dell'energia prodotta dalle centrali nucleari; ma anche come nascono e si evolvono le stelle, dato che partendo dall'idrogeno si arriva a formare fino al ferro durante la vita di una stella, e più in generale come è nato l'universo. sebra poco?

2007-01-16 01:03:53 · answer #1 · answered by nicco 4 · 0 0

bello il copia e incolla doi ester...

2007-01-16 09:21:24 · answer #2 · answered by 007 2 · 1 0

La spettrofotometria di assorbimento atomico è una tecnica analitica impiegata per la determinazione quantitativa di ioni metallici in soluzione.
Il principio chimico-fisico su cui si basa questa tecnica è il fatto che i livelli energetici atomici sono discreti, pertanto le transizioni elettroniche permesse per eccitazione radiativa (hv) sono caratteristiche per ogni atomo. A differenza delle molecole però, gli atomi non contengono sottostrutture rotazionali o vibrazionali e pertanto l'assorbimento di una radiazione elettromagnetica per eccitazione ad un livello energetico superiore non avviene in una banda di frequenze ma ad una e una sola frequenza e lunghezza d'onda. Tutto ciò implica che ogni atomo avrà il suo spettro di assorbimento caratteristico e per ogni lunghezza d'onda a cui corrisponde una transizione sufficientemente probabile è possibile effettuare misure quantitative applicando la legge di Lambert-Beer.Schema di funzionamento
Uno spettrometro di Assorbimento Atomico si compone di 5 componenti fondamentali:
La sorgente di radiazione elettromagnetica è data da una lampada a catodo cavo (Hollow Catode Lamp, HCL) la quale emette con uno spettro molto ristretto e caratteristico dell'elemento di cui è fatto il catodo stesso.
Queste lampade possono essere selettive per una sola specie quando il catodo è rivestito di un solo metallo (sodio, cromo, litio, ...) oppure possono essere lampade composite adatte all'analisi di più specie analitiche quando il catodo è rivestito di più metalli. Naturalmente le lampade specifiche offrono una maggiore affidabilità, stabilità e durata rispetto alle lampade composite.
Il sistema di atomizzazione è il sistema mediante il quale il campione in analisi e quindi, i metalli da ricercare, viene ridotto allo stato di gas monoatomico, condizione necessaria per la misura in quanto questa avviene misurando la differenza di intensità della radiazione elettromagnetica prima e dopo il passaggio attraverso il campione atomizzato il quale assorbe energia mediante gli elettroni del guscio più esterno.
Esistono vari tipi di sistemi di atomizzazione: o Atomizzazione mediante fiamma, che sfrutta la temperatura di una fiamma Aria-Acetilene oppure Protossido di Azoto-Acetilene, molto più calda oppure Aria-Idrogeno, in cui viene nebulizzato il campione.
o Atomizzazione mediante fornetto di grafite, che sfrutta le alte temperature raggiunte da un tubicino di grafite alle cui estremità viene applicata una forte differenza di potenziale.
o Atomizzazione mediante vapori freddi, ovvero mediante la reazione del campione con determinati reagenti che formano idruri volatili che vengono poi posti sul cammino della radiazione elettromagnetica.
Il sistema ottico e il monocromatore, è un sistema di lenti e specchi che serve per collimare, indirizzare e gestire la radiazione proveniente dalla lampada e in uscita dal campione. In particolare, il monocromatore è di fondamentale importanza ai fini analitici; questo serve per rendere la radiazione elettromagnetica il più possibile monocromatica (ovvero con un campo spettrale molto ridotto) prima di inviarla al rivelatore. Svolge la sua funzione sfruttando i principi di diffrazione della luce.
Il rivelatore, è l'organo sensoriale dell'apparecchio; si tratta, solitamente, di un fotoelettrodo che sfrutta la proprietà particellare della luce (vedi dualismo della luce) per evidenziare una radiazione incidente su un elettrodo mediante una differenza di potenziale; talvolta però, le differenze possono essere minime perciò si ricorre ad un fotomoltiplicatore che moltiplica di molte volte il segnale originale permettendo una migliore interpretazione (a discapito di parte dell'accuratezza analitica)
Il sistema di elaborazione, che serve per l'interpretazione, il calcolo e il salvataggio dei dati. Oggigiorno il PC è usato praticamente in ogni campo analitico.
Sorgente
La sorgente non può essere come nel caso dell'UV/VIS una sorgente policromatica, ma deve essere una sorgente monocromatica rispetto alle radiazioni caratteristiche dell'atomo che si analizza. Per permettere questo si utilizzano delle lampade che emettono nel campo spettrale caratteristico dell'atomo che si analizza. Tali lampade sono dette lampade a catodo cavo e sono costituite da un catodo di forma cilindrica a cui è applicata una forte differenza di potenziale elettrico rispetto un anodo metallico posto nelle sue vicinanze.
All'interno della lampada è presente dell'argon il quale ionizzandosi per effetto del potenziale si scarica al catodo. Gli ioni di argon producono il cosiddetto fenomeno dello sputtering in cui gli atomi del metallo che riveste il catodo, si "staccano" dal reticolo assumendo una carica elettrica; a questo punto l'atomo metallico carico tende a ritornare in una situazione di neutralità più stabile emettendo energia sotto forma di radiazione luminosa. Questa radiazione viene raccolta e inviata al comparto di atomizzazione dove sono presenti gli atomi del campione da analizzare. Le lampade a catodo cavo hanno una vita non lunghissima dopo pochi anni infatti consumandosi vanno sostituite.
Sistema di atomizzazione
Esistono vari sistemi di atomizzazione ma tutti hanno, in generale i medesimi compiti ovvero:
essiccazione del campione
combustione delle sostanze organiche eventualmente presenti e che potrebbero compromettere una corretta analisi
atomizzazione
Atomizzazione mediante fiamma
Fiamma Assorbimento Atomico
Fiamma Assorbimento Atomico
Nel sistema a fiamma, il campione viene aspirato tramite una miscela di gas, in una camera di premiscelazione dove viene mescolato. La miscela viene quindi nebulizzata e mandata alla testa del bruciatore per essere atomizzata. In base al tipo di elemento da analizzare, si userà una ben determina miscela di gas:
1) Miscele contenenti aria: La fiamma raggiunge temperature che vanno da 1700°C fino ai 2400°C. A queste temperature le specie facilmente eccitabili sono i metalli alcani e i metalli alcalino-terrosi.
2) Miscele contenenti ossigeno o protossido di azoto: La fiamma raggiunge temperature che vanno dai 2500°C ai 3000°C e viene usata per analisi di alcuni metalli pesanti.
Un altro fattore importante è che la fiamma è suddivisa principalmente in tre regioni, la zona di combustione primaria, la zona interconale e il cono esterno. In tutte queste regioni si raggiungono temperature differenti e avvengono reazioni diverse. In base alla natura dell'analita, esiste perciò una posizione nella fiamma dove la percentuale dell'elemento allo stato libero risulta essere più alta, andando ad aumentare fattori come precisione e accuratezza.
Atomizzazione mediante fornetto di grafite
Il fornetto di grafite (o di Massman) non utilizza una fiamma ma usa un riscaldamento elettrico. Punto forte di questo metodo sta nel fatto che si abbassa la quantità di campione necessario all'analisi (20-100 μL) e si aumenta notevolmente la sensibilità analitica.
Il campione viene posto in una camera fatta di grafite nella quale fluisce un gas inerte che rende l'atmosfera completamente non ossidante. Poi viene innalzata elettricamente la temperatura per eliminare eventuali sostanze organiche presenti ed atomizzare il campione.
Atomizzazione mediante vapori freddi
È un metodo relativamente più "moderno" che sfrutta la reazione tra NaBH4 (boroidruro di sodio) e il campione solubilizzato dalla quale si sviluppano idruri volatili dei metalli presenti in soluzione; questi vapori vengono portati in una cella chiusa dove vengono attraversati dalla radiazione elettromagnetica. È un metodo molto utilizzato nell'analisi del mercurio.
Monocromatore
Schema di monocromatore
Schema di monocromatore
Il monocromatore è un sistema che permette di selezionare una sola lunghezza d'onda (o un range ristretto di lunghezze d'onda) di interesse per l'analisi che si vuole effettuare. Si basa sui fenomeni di diffrazione della luce come, ad esempio, la scomposizione della luce bianca nelle sue componenti cromatiche dopo l'attraversamento di un prisma di cristallo.
Grazie a una serie di dati che imposta l'operatore il monocromatore, tramite una serie di specchi e lenti mobili, può isolare una sola componente cromatica (ovvero lunghezza d'onda) per poi utilizzarla. La necessità di selezionare una determinata lunghezza d'onda in fase di analisi nasce dal fatto che l'accuratezza della lettura aumenta notevolmente in quanto l'intensità della frequenza di interesse non viene mascherata, in parte, dalle altre frequenze; quindi tanto più un monocromatore riesce a scindere la radiazione policromatica in una ben determinata lunghezza d'onda tanto maggiore sarà la sensibilità dello strumento. Il PC elabora il segnale elettrico proveniente dal rivelatore e esprime il risultato della misura in unità di assorbanza, che è la capacità degli atomi (e delle molecole) di assorbire energia da una radiazione elettromagnetica.
Rivelatore
Il rivelatore è "l'organo sensoriale" dello strumento. Questo è quasi sempre un fotomoltiplicatore, ma può essere anche sostituito da fotodiodi o fotocellule nei casi in cui l'intensità della radiazione elettromagnetica sia molto forte (vedi Laser) o quando non si richiede una particolare accuratezza analitica. Il fotomoltiplicatore ha, quindi, il compito di trasformare il segnale luminoso dato dalla radiazione elettromagnetica in un segnale elettrico utilizzabile dal sistema di elaborazione.
Il sistema di elaborazione
Il sistema di elaborazione è la parte dello strumento più vicina all'operatore il quale, tramite una apposita interfaccia, riesce a comunicare con lo strumento. È generalmente un PC il quale, tramite appositi strumenti hardware, riesce a comunicare con lo strumento. Il PC, per sua natura, rende la comunicazione tra l'operatore e lo strumento estremamente semplice e diretta. L'operatore, tramite appositi software riesce così a gestire lunghezze d'onda, temperature d'esercizio, diagnostica dello strumento, tempi di analisi ecc. Inoltre il software elabora i dati provenienti dallo strumento e li visualizza all'operatore in unità facilmente comprensibili (Assorbanza, mg/L, ppm...). Oltre alla semplice elaborazione, il computer permette all'operatore di creare report e di stamparli, di archiviare i dati analitici, di gestire il database delle analisi e, grazie ad internet, di inviare, condividere e pubblicare i dati analitici per favorire un costante aggiornamento e sviluppo soprattutto nell'ambito della ricerca.

2007-01-16 09:09:24 · answer #3 · answered by Anonymous · 0 2

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