Serve piu che lo" stato "delle cose, siano messe in modo esemplare
2007-01-14 04:50:20
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answer #1
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answered by angelo b 7
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L’Italia, il carattere italiano e l’economia
Parlando in modo generico, naturalmente, uno puo' osservare che la natura dell'italiano lo rende la persona piu' individualista del mondo. L'italiano crede solo in se' stesso. Diffida di partecipare in attivita' di gruppo ed evita di essere catalogato in una classe o categoria di persone. E' anormale in mille modi e quindi non adatto a seguire le regole sociali di gruppo, ma principalmente e' indisciplinato se non vede che il suo sforzo produce guadagno.
L'italiano e' pieno di empatia per il prossimo, quindi molto volente a perdonare, a concedere, a comprendere le difficolta' degli altri e dunque a piegare regole e leggi. Intendiamoci bene, piegare le regole per gli altri non e' un atto di generosita' e' un atto di empatia, la stessa empatia che uno si aspetta quando dovesse venire il suo turno. L'italiano si aspetta che dopo aver commesso una violazione, chi lo accusa deve mostrare comprensione piegando opportunamente le regole e riducendo la pena notevolmente, se non abolendola completamente.
L'italiano odia tutto cio' che viene imposto dalla collettivita' ma ama tutto cio' che e' individualistico. Ecco perche' socialismo, fascismo, o peggio ancora comunismo, sono tutte societa' destinate a fallire in Italia, anche se tutti le votassero. L'italiano vuole regole giuste per tutti, ma non vuole essere sottomesso a nessuno.
La societa' ideale per l'italiano e' quella dell'economia libera, del capitalismo piu' puro, dove ogni individuo che e' capace e volenteroso di lavorare sia completamente libero di perseguire il suo lavoro senza intralci e interferenze della collettevita' (cioe' del governo).
L'italiano e' capace di lavorare ininterrottamente per se' stesso, ma cerca ogni occasione possibile per prendersela di comodo se lavora per lo Stato. Ecco perche' in America o in altri paesi anglosassoni dove le regole sono rigide ma a favore dell'incentivo individuale, l'italiano emerge spesso al di sopra del mediocre, afferma la propria individualita' perche' rispetta solo le regole che premiano l'incentivo, la dedizione, e l'orginalita'. Per queste cose l'italiano ha tutte le carte in regola.
La cosa peggiore che si possa fare per rovinare il patrimonio umano dell'Italia e' quello di estaurare governi collettivisti, che mettono i bisogni della societa' al di sopra delle aspirazioni degli individui. La politica in Italia e' solo un gioco di scaltrezza: l'arte di ottenere i voti convincendo la popolazione a credere che tutti i problemi economici del Paese possano essere risolti nella gara dei partiti ad essere quello che offre di piu', come se l'economia di un Paese fosse messa all’asta!
Se ci fosse un partito che dicesse, lasciate liberta' agli individui di fare quello che vogliono per il loro guadagno e lasciate che il loro guadagno sia esclusivamente loro, non intromettiamoci sul loro guadagno, niente tasse sul guadagno. L'incentivo di far soldi sveglierebbe milioni di persone piene di idee e metterebbe al lavoro tutti, anche gli estracomunitari!
Purtroppo, dopo cosi tanti anni di lavaggio politico di cervello, se gli italiani si sono veramente convinti che e' importante essere di sinistra o di destra o del centro, anche se un partito sorgesse che volesse abolire tutte le tasse sull'entrate e imponesse soltanto una modica tassa del 10% sui consumi, nessuno lo voterebbe, perche’ ormai siamo convinti che chi risolve i problemi del Paese e’ chi ci offre di piu’ – gratuitamente, s’intende. Ma la politica delle promesse e’ tutto un imbroglio – nessuno puo’ offrire gratuitamente senza prima o produrlo in eccesso o rubarlo a qualcuno. Ci hanno abituati a credere che abbiamo il diritto di ricevere qualcosa gratuitamente: l'alloggio, la pensione, le vacanze, la sanita', e chi piu' ne ha piu' ne metta, senza pensare che per dare bisogna prima avere.
Il ragionamento illogico e' partire dai bisogni prima e pensare a come pagarli dopo. L'economia del Paese si amministra guardando la produttivita' prima, e quali bisogni possiamo permetterci con la ricchezza che abbiamo prodotto dopo. Invece di martellare la popolazione con la campagna poltica dei partiti attuali promettendo che se questo va al potere le ferreovie e l'Alitalia verranno risanate (Con quali soldi? Da chi li vanno a prendere?); se quell'altro va al potere la sanita' viene modificata e migliorata su tutta la linea (stessa domanda: Con quali soldi? Chi ce li mette?)
In realta' l'unica soluzione vera sta nel principio economico che viene continuamente violato: la prosperita' del Paese e' raggiungibile soltanto liberalizzando la creativita' individuale, cioe' lasciando completa liberta' economica agli individui. Sono gli individui che creano industrie, fabbriche, affari di ogni tipo, non la collettivita' (lo Stato). La politica attuale si basa di promesse di un partito per un gruppo a scapito di un altro. Questa non e' soluzione economica. Questa e' vendita all'asta di cio' che si e' rubato agli individui rendendoli sempre piu' incapaci e sempre meno interessati a produrre.
2007-01-14 17:34:05
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answer #2
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answered by DrEvol 7
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ottima domanda... Direi che si può star bene in tutti e due i casi: vedi da un lato gli Stati Uniti (poco Stato) e dall'altro la Francia (molto Stato).
Bisogna però essere coerenti. Ad esempio, non si può dire "meno Stato" e poi pretendere che ci siano cure mediche e scuole gratis per tutti. Poi bisogna accettere la vera concorrenza, combattere i monopoli e le lobbies.
Per l'Italia lascerei le cose così. Basterebbe combattere la corruzione, gli sprechi e (davvero!) l'evasione fiscale.
2007-01-14 13:30:18
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answer #3
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answered by Paul Pierre 2
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in italia e cmq ovunque meno stato...
lo stato non puo intervenire sempre o comunque....
2007-01-14 13:01:35
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answer #4
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answered by Filippo 2
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L'amministrazione statale dovrebbe provvedere bene alla cosa pubblica e non lo fa. Tremilioni di statali che fanno? Devo dire che trovo anche servizi efficienti al Comune di Roma, ma dipende dalle persone. Efficienti le forze dell'ordine, inefficiente la magistratura, inefficienti le Regioni clientelari, inefficiente la burocrazia. In due giorni apri un'azienda in un paese normale, da noi alcuni mesi. Diabolico! Troppa gente campa per clientela, lo stato ha 150000 consulenti strapagati, ma allora i dirigenti e impiegati statali che ci stanno a fare? Se sn incapaci se ne vadano, altrimenti facciano il loro lavoro. A mio avviso nasce tutto dalla prevalenza comunista e clericale, non sanno cosa sia economia e impresa, ma seguono solo l'obiettivo di sistemare amici e parenti incapaci. D'altra parte millenni di "radici cristiane" e poi l'adorazione della falsa eguaglianza marxista, ci ha trascinato in un baratro dal quale è arduo risalire.
Che siate figati al più presto!
Pit
2007-01-14 13:01:28
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answer #5
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answered by Anonymous
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Non esiste una regola generale: alcuni settori sono più efficaci se gestiti dal pubblico, altri se gestiti dal privato.
Faccio un paio di esempi:
1) la rete telefonica e la rete ferroviaria, ora di proprietà di monopolisti privati, starebbero molto meglio in mano allo Stato. Che potrebbe lasciare ai privati la possibilità di operare sulle reti in libera concorrenza, chiedendo un "affitto", come in Inghilterra per la rete ferroviaria.
Quindi, qui serve più Stato.
2) le scuole pubbliche gratuite sono inefficienti sul mercato, come dimostra la Svezia. Lì chi studia riceve del denaro e lo può spendere per tasse, libri, mantenimento: una delle opzioni è la scuola pubblica, che ovviamente costa (ma sempre meno di quel che ti dà lo Stato, il diritto allo studio è garantito). In questo modo la qualità degli istituti è valutata in situazione concorrenziale: in Italia, la qualità dell'istruzione pubblica è così alta che sarebbe un successo, mentre salterebbero le poltrone dei professori nullafacenti.
Quindi, qui serve meno Stato.
2007-01-14 12:59:47
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answer #6
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answered by levmarco 5
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Serve un buono Stato (presente quando deve essere presente, assente quando deve essere assente).
2007-01-14 12:55:18
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answer #7
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answered by sapiens 4
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le amministrazioni locali hanno delle esigenze che lo stato centrale non può conoscere ed'è da qui che inizia la troppa burocrazia. lo stato invece dovrebbe gestire tutto ciò che riguarda le eisigenze nazionali tipo;politica estera,esercito,economia nazionale,ecc.,ecc.
2007-01-14 12:51:28
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answer #8
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answered by mitico5621 3
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100.000 miliardi di euro per il SUD in 7 anni.....lo ha detto Prodi oggi....da dove li pigliano tutti sti soldi?...ovviamente non da i loro elettori.....perciò noi veneti e i nostri cugini lombardi dobbiamo pagare tutto con gli interessi.
Serve più Stato?
2007-01-14 12:46:42
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answer #9
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answered by Anonymous
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x me, meno stato. troppo corrotto, spende troppi soldi e nessuno si assume mai le responsabilità quando ci sono le speculazioni.
2007-01-14 12:46:17
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answer #10
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answered by fla 4
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Visto i risultati delle privatizzazioni in italia + stato,almeno so che i prezzi sono imposti.Se si guarda in tutti i settori dove ci dovrebbe essere concorrenza cosa è successo?si sono creati cartelli per proteggere i loro interessi.......
Non servono ne mussolini ne +cogli.ni........ i cogli.ni li hanno quei poveretti che devono sbarcare il lunario tutti i mesi......e non sempre ce la fanno
2007-01-16 11:19:10
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answer #11
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answered by filippo f 4
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