Mi riallaccio al tema razzismo,
noto come molti sbandierino la loro fede antirazzista con tanta veemenza ma poche o nessuna argomentazione logica a suo sostegno!
C'è chi dice che razzismo è ignoranza perché è rifiuto delle caratteristiche di diversità dell'altro quindi è male... (sic) a parte che se so che l'altro è diverso non sono piu' tanto ignorante ma in genere un simile pensiero è smontabile in pochissimo tempo e se davvero la maggior parte della massa occidentale basa la sua fiducia nella tolleranza su basi tanto solide capisco perché Hitler andò al governo per elezione popolare!
Lo dico con preoccupazione, la mia impressione è che faccia più bene un Giandj8 con le sue allucinazioni razziste (che almeno spronano a mettere in discussioni i nostri valori democratici) piuttosto che la ripetizione senza meditazione di valori senza che essi siano SENTITI di cuore e RAGIONATI di logica.
Senza argomentazioni a loro difesa QUALUNQUE FILOSOFIA è morta, che ne pensate?
2007-01-12
13:12:17
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8 risposte
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inviata da
Anonymous
in
Arte e cultura
➔ Filosofia
preciso una mia preoccupazione, finché se ne discute qui dove ci sono 4 leghisti stupidi che fanno bandiera di RAZZISMO non succede nulla, ma immaginate che gente acculturata e con potenti mezzi di propagnada prendesse il potere e DIFFONDESSE IDEALI RAZZISTI E ANTIDEMOCRATICI, quanti saprebbero restare saldi nei loro ideali? quanti non soccomberebbero alla grancassa rimbombante di slogan magari con un po' di argomentazioni più o meno logiche?
quanti? La Germania non era un paese retrogrado eppure...
"Chi ignora gli errori della storia è condannato a riviverli"
2007-01-12
13:15:21 ·
update #1
x meglio aspettare di averle: io mi dichiaro razzista? Mi dici in che passo?
2007-01-14
16:00:34 ·
update #2
x "meglio aspettare di averle": dici che io mi dichiaro razzista? Mi dici in che passo hai INTERPRETATO QUESTA COSA? io NON ho detto NULLA in merito, ma se mi dici dove hai tratto la cosa, mi fai un favore! sennò dovresti SCUSARTI per avermi messo in BOCCA cosa che non ho detto, grazie!
2007-01-14
16:07:17 ·
update #3
Le basi della tolleranza e della democrazia sono più che salde, sono ferme! Ave atque vale!
2007-01-12 13:37:58
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answer #1
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answered by Anonymous
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Premetto, le provocazioni di Giandj8, le trovo di un'ironia splendida a saperle leggere bene, e te lo dico io che sono ferocemente antirazzista: esse sono, nella loro ricercata demenziale assurdità, quanto di meglio si possa scrivere contro il razzismo, molto di più di tante strombazzanti retoriche.
Detto questo il sentimento razzista è una delle modalità con cui si estrinseca la difesa del proprio ego, non riconosciuto nel suo valore individuale, ma solo nel suo valore di appartenza a un gruppo. E' una difesa debole, di emergenza e molto autolesionista. Contro il razzismo non vi è una vera possibilità di difesa razionale: il crollo della cultura tedesca di fronte al nazismo e alla sua paranoia anti ebrea lo dimostra ampiamente. Allo stesso modo in cui non vi è difesa razionale da chi compie massacri orrendi ispirato da motivi altrettanto orrendamenti futili: non serve a nulla dire usate la testa, ragionateci prima sopra. Ciò che invece agisce è la maturazione della capacità di sentimento: non il voler capire, ma il sentire che già si è capito chi è l'altro (ossia solo l'altra faccia di noi stessi) e quindi l'educazione a sviluppare questo sentimento come agente di metabolizzazione dell'emotività che ci guida, ma che può distruggere prima di tutto noi stessi. Solo in quel momento la ragione può offrire i suoi supporti. Perché la logica di per sé è sempre e comunque uno strumento che possiamo mettere al servizio indifferentemente sia dell'antirazzismo che del più bieco razzismo.
A questo punto però sorge un'altra domanda: in che modo può la cultura (intesa nel senso più vasto e prosaico del termine) aiutarci a realizzare questo sentimento di noi stessi (e dell'altro)? E la cultura di cui oggi siamo partecipi è adatta a realizzarlo?
2007-01-14 04:37:43
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answer #2
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answered by etcetera 7
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Come si elimina il razzismo
Il razzismo e’ una percezione, una sensazione, un sentimento negativo verso chi appartiene ad una cultura diversa che potrebbe minacciare la nostra sicurezza fisica o psicologica.
Se apparteniamo alla cultura della democrazia, siamo convinti che i concetti come giustizia, onore, lealta’, liberta’ e le abbinate regole del vivere ci vengono dati dalla voce della maggioranza. Per chi crede e fomenta la cultura imperialista invece, questi ideali e regole di vita vengoni affidati al potere autocratico di una persona e dei suoi stretti collaboratori. Chi crede nella dittatura o in un sistema imperiale o monarchico e’ convinto che il popolo e’ troppo ignorante per partecipare alla direzione complessa di un governo. Il dittatore e i suoi scelti ministri sono piu’ qualificati. Poi c’e’ la cultura della teocrazia. In questo caso, siamo convinti che la giustizia e le regole di vita devono essere formulate da Dio e che il governo ha l’obbligo e il dovere d’imporle.
Questi tre tipi di culture lottano tra loro per la posizione mondiale di supremazia. Alcuni Paese hanno una tradizione democratica profonda: questi vedono le dittature e le teocrazie minacciare la loro sicurezza fisica e psicologica. Ma la sicurezza fisica e psicologica delle dittature e delle teocrazie e’ ugualmente minacciata dalle democrazie. Il razzismo, oggi, piu’ che essere un problema esclusivamente di razze diverse, caste diverse, o classi diverse ha assunto il problema piu’ vasto e globale della sicurezza economica. Tutti sanno benissimo che la legislatura di un governo teocratico o dittatoriale significa una politica di favoritismo verso chi sostiene il dittatore al potere e repressione ed abuso di potere verso chi non lo vorrebbe. La democrazia e’ un mezzo alternativo di governare, ma in se’ non garantisce che non ci sia abuso di potere di un gruppo sopra un’altro. La democrazia migliore e’ quella dove le leggi scaturiscono dal pensiero filosofico dei diritti individuali della vita, la proprieta’ e la liberta’ di perseguire la propria felicita’ personale senza interferenze.
Il razzismo non si puo’ eliminare finche’ il concetto di funzione dello Stato non viene definito e limitato a questo principio: il governo ha ragione di esistere solo se compie la funzione di protettore dei diritti individuali. Ci sono solo tre nemici che possono violare i diritti individuali:
1)i criminali – lo Stato ha l’obbligo di proteggere i suoi cittadini con le forze dell’ordine e con le corti di giustizia;
2)le minacce di aggressione straniera – lo Stato ha il compito di proteggere i suoi cittadini con le forze armate;
3)l’abuso di potere – in questo caso lo Stato diventa il nostro nemico. Per evitare questo bisogna proibirgli di governare i cittadini in due campi:
a)nella liberta’ di pensiero o religione
b)nella liberta’ economica.
E’ solo in questi due campi che lo Stato puo’ abusare del suo potere e quindi diventare il nemico del cittadino invece di essere il suo protettore.
La mancanza di protezione dei diritti individuali e la mancanza di capire che senza questa protezione la politica fomenta l’abuso di potere come mezzo per legislare e governare e’ la vera ragione del pervadere del sentimento razzista. Anche in Italia, l’idea che il Nord e il Sud facciano parte di due culture separate non e’ la vera ragione del razzismo. Il fatto che il nostro governo, come tutti gli altri governi democratici, s’intromette nel legislare l’economia del paese, porta semplicemente alla lotta di classe o di cultura.
Se sono del Sud voglio che il governo aiuti economicamente di piu’ il Sud e percepisco il Nord come gente insensibile ai bisogni degli altri, incapace di aiutare finanziariamente piu’ di quello che fa. Se sono del Nord, percepisco la cultura del Sud come una cultura di fannulloni, incapaci di rendersi economicamente indipendenti nonostante tutti gli investimenti ed aiuti che ricevono.
E’ vero che ci sono tante differenze tra Nord e Sud. Differenze di come parliamo, di come ci divertiamo, di come mangiamo, e mille altre. Ma queste differenze non sono minacce alla nostra economia, sono differenze preferenziali che un individuo, se vuole, puo’ evitare o abbracciare. Imparare a fare la pizza e metter su una pizzeria non e’ una minaccia culturale, e’ il risultato della nostra cultura che e’ apprezzata ed ha arricchito la cultura di tutti i paese del mondo. Il cibo e tradizioni dell’Albania, della Romania, del Medio Oriente, dell’India sono arricchimenti culturali; ma la poverta’, la mancanza di preparazione ad un lavoro, la disoccupazione degli immigrati di queste popolazioni rappresentano una minaccia economica per i Paesi occidentali.
Nel passato, tutta la storia dell’umanita’ si e’ basata sull’aggressione da parte di un popolo su di un altro e lo scontro di culture e’ stato sempre sanguinoso. Questa semplice costatazione ci dovrebbe far riflettere sulla nostra indisputabile origine evolutiva basata sulle leggi Darwiniane della selezione naturale, della lotta per la supremazia del piu’ forte. Se seguiamo soltanto l’istinto genetico animalesco da dove proveniamo, l’umanita’ non ha speranza di raggiungere la pace perche’ la pace e’ il prodotto esclusivo del pensiero razionale. Gli animali continueranno a mangiarsi fra loro, a disputarsi la femmina ed il territorio per sempre. Ma l’essere umano puo’ andare oltre questi istinti.
Siccome l’essere umano ha sviluppato un cervello specializzato, la facolta’ razionale, e quindi si e’ distinto dagli animali, la forza e l’aggressione non sono sufficienti a produrre pace e felicita’. L’essere umano deve anche fare i conti col ragionamento e quindi con concetti che gli animali non possono nemmeno sognarseli, come la giustizia, l’amore, la fedelta’, l’amicizia, l’onore, la produttivita’, la sicurezza, eccetera. Questi concetti diventano modi di vivere pratici quando la forza brutale e l’aggressione non hanno piu’ motivo di esistere. La ragione logica e’ l’unico strumento a nostra disposizione per avere relazioni reciproche senza dover ricorrere alla forza fisica.
Come detto sopra, e’ lo Stato che deve proteggere l’individuo da qulasiasi forma di violazione della sua liberta’ e per fare questa funzione correttamente verso di tutti, Nord o Sud, ricchi o poveri, religiosi o no, allo Stato bisogna proibirgli di finanziare o favoreggiare qualsiasi gruppo. Niente sovvenzioni all’imprese, niente prezzi fissatti, niente privilegi religiosi, niente monopolii di Stato – l’econonia di mercato libero deve decidere i prezzi, i guadagni, e il lavoro secondo la legge naturale della domanda e dell’oferta. Questo significa raggiungere completa separazione di Chiesa e Stato e completa separazione di Finanzia e Stato. Se l’individuo e’ protetto nel suo diritto di pensare quello che vuole e nel suo diritto di produrre la sua ricchezza come vuole, senza violare i diritti degli altri, il razzismo sparirebbe istantaneamente e le diversita’ culturali verrebbero percepite come arricchimenti invece che come minacce.
2007-01-13 19:34:23
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answer #3
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answered by DrEvol 7
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gli errori della storia rimarrano sempre dentro di noi,ki li ignora e fa finta ke nn siano esistiti e ke nn esistano tutt'ora semplicemente nn vogliono vedere xke gli fa comodo,x paura...
c'è ki segue ogni cosa che gli vien detta senza soppesarla troppo,anzi x nulla...
la verità è ke molti prendono come verità assoluta tutto ciò ke gli viene detto senza pensare troppo,xke costa troppa fatica,
molto spesso me la prendo quando vengo qui su answer ma anke nel circolo d'amici o a scuola xke la stragrande maggioranza delle personesegue ciò ke gli fa comodo o quello ke serve a farlo apparire bene agli okki di ki gli interessa o degli amici...
nn ha senso...
sono poke le persone profonde ke creano dei loro ideali ke possono andare anke contro l'idea comune,poki si soffermano a soppesare ciò ke gli vien detto,o riescono a dar la giusta importanza a ciò ke vien detto
2007-01-13 04:21:51
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answer #4
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answered by dark fairy 4
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Dopo le tue argomentazioni con le quali ti dichiari razzista e contro il potere si, per fortuna la democrazia ha solide basi contro la possibilità che certe ideee possano diffondersi e diventare un contropotere. E' deprimente, e originale quello che dici. E' la prima volta che mi capita di trovare un razzista che motiva il suo razzismo come valore rivoluzionario e considera rivoluzionario il razzismo solo perché contro la democrazia che oggi è al potere.
Te non sei razzista perché credi nel valore di una razza superiore e nel " dirtto" di questa razza a dominare, a comandare e quindi a sopprimere ogni dissenso incluso il tuo, tu sei razzista per il solo fatto che, oggi, il razzismo è minoritario. emarginato senza potere se non quello di esprimersi verbalmente e quindi individui nel razzismo l'antipotere, Te sei razzista perché sei contro il potere a prescindere, sei contro il potere qualunque esso sia anche, nel caso in cui, il potere sia costretto a difendere e tutelare un certo livello, per la verità molto basso, dal mio punto di vista, di libertà e democrazia. Tu sei razzista per il solo fatto che la maggioranza della gente, per fortuna, non lo è. Tu elimineresti fisicamente il diverso per il solo fatto di essere un bastian contrario? Non hai le idee chiare sul vero significato e sul valore storico della parola rivoluzione, non hai le idee chiare sulle infinite vie d'uscita efficaci e non violente dal potere di condizionamento dell'attuale forma di potere oppure, ti sei adagiato e ti contenti della chiarezza raggiunta.
Condivido il fatto che il potere multi-mass-mediale oggi, è in grado di costruire qualsiasi tipo di realtà e di spacciarla per vera, spontanea e che è in grado di condizionare pesantemente e quindi di determinare il consenso e la stabilità di quel consenso ma finché questo serve anche a mantenere stabile la democrazia e la libertà di espressione inclusa la possibilità di dire le cose che dici e, infine, anche la possibilità di evolvere la qualità della libertà e delle democrazia verso l'uguaglianza, la parità e l'equità mi sta benissimo ma sono pronto a dare la vita per impedire alle tue idee di prendere il potere e, sono convintissimo, per quello che mi hai fatto capire di te, del tuo modo di ragionare, ti ribelleresti anche tu, se non altro per il solo fatto che avresti un potere contro cui lottare. Se è questo, quello che cerchi dalla vita auguri, non mi sembra che tu abbia deciso di fare della tua unica unica occasione per vivere una bella vita. vita da vivere
2007-01-13 02:49:45
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answer #5
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answered by Anonymous
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Per me la democrazia è solo una dittatura mascherata di un partito. Va da sè che non riconosco alcun valore positivo in alcuna forma di governo fatto salvo il costante impegno di città intere nell'antica Grecia (esempio insuperato).
Quanto al razzismo, lo sono senza mezzo problema, ma non abbastanza da sfociare in alcunchè di violento. Basta mi stiano lontani.
Eccezione: gli zingari. Per me non hanno diritto ad esistere.
2007-01-13 01:44:51
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answer #6
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answered by thor_themighty 5
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Domanda davvero interessante, che mi sprona a umili considerazioni.
Molti hanno parlato di una crisi della democrazia quando, dopo l'11 settembre, intellettuali americani ed europei si sono fatti forti della paura per la propria sicurezza sentita (anche giustamente!) da molti cittadini per spingere verso una riduzione degli spazi democratici all'interno dei propri paesi.
Ciò che colpiva era l'impossibilità di costruire un'alternativa a coloro che parlavano di scontro di civiltà e di necessità di superare il 'vuoto culturale dell'eccessiva democraticità' dei nostri paesi. Ora sono passati già 5 anni, indubbiamente il percorso è stato difficile, ma credo si possa dire che vi sono le possibilità di far rifluire questa marea neo-con o, peggio, teo-con.
Certo, non è del tutto dovuto alla risposta degli 'anticorpi della democrazia', ma piuttosto ad errori veri e propri di alcuni dei campioni di quell'idea di riduzione della democrazia (in primis Bush con la guerra in Iraq).
E certo, non è ancora detta l'ultima parola: un peggioramento della situazione con l'Iran potrebbe avere ripercussioni pesanti anche sulle nostre democrazie, ed in più l'ascesa dell'Est Asiatico non sembra portare con sè buone nuove per la liberal-democrazia che conosciamo. Ma per la prima volta dopo tanti anni sono sfide, sfide alle quali i democratici ed i liberali di questa e dell'altra sponda dell'Atlantico partecipano attivamente, non più come semplici, attoniti, e preoccupati spettatori.
Dopodichè, in ultima istanza, sono d'accordo con te: la democrazia, e la liberal-democrazia in particolare, non sono cose che valgono per sempre una volta conquistate, devono essere costruite e ri-costruite ogni giorno. Gli slogan vuoti, in questo senso, valgono poco, ma non credere che non valgano niente: servono comunque a definire un metro di accettabilità nel vocabolario civile. Un metro senza il quale le voci più becere potrebbero parlare.
Il problema di questi anni, ad esempio per quanto riguarda il caso Lega Lombarda, è stato proprio che per molto tempo è mancato un metro di liceità che impedisse ai politici leghisti di inserire certi vocaboli nel dibattito politico italiano. Ora, rispetto a certi slogan passati come quelli contro i 'terroni', si è creato una diffusa coscienza di inaccettabilità. Per quanto riguarda gli slogan contro gli 'islamici' o i 'gay', ancora non ci siamo. Ma continuiamo a combattere, giorno per giorno, con le armi della ragione e della logica, ed anche con un po' di sano marketing politico.
La politica, a mio parere, è proprio questo.
Il n'est pas que le debut,
2007-01-12 22:40:36
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answer #7
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answered by DaSilk 3
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NO....più si creano stati immensi...più si formano "tribù"....
2007-01-12 21:33:58
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answer #8
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answered by Anonymous
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