Il processo di allargamento non trasforma L'Unione Europea in una nuova impotenente Società delle Nazioni?

Question

Ho scritto IMPOTENTE: mi riferisco al fatto che consentendo l'accesso all'Unione di nuovi paesi si rischia (forse? sicuramente? o per niente?) di far fare all'Eu la stessa fine che ha fatto la Società delle nazioni nel 1938/39, il tutto allo scopo di voler far quadrare il cerchio delle politica estera attraverso ragionamenti non sempre trasparenti.

Answer 1

l'allargamento è inevitabile proprio per il successo dell'idea originale. del resto i paesi entrati negli ultimi anni col tempo faranno sentire il loro apporto così come un giorno la Turchia. Il problema che rilevi in parte è vero ma è dovuto alla mancanza di un sistema decisionale a maggioranza per cui si rischia la paralisi su qualsiasi decisione e spinge a compromessi.

Answer 2

Il processo di allargamento verso altre nazioni x consolidare l'Europa come una terza potenza, oltre la Russia e l'America non sarebbe male ma prima che l'Europa raggiunga una simile struttura passeranno tanti anni, visto le premesse che vi sono oggi.

Answer 3

finchè non avremo una politica estera comune non siamo nulla

Answer 4

Il processo di alargamento é studiato e voluto dai soliti signori prepotenti.

Answer 5

Di imponente nella Comunità Europea mi pare non ci sia nulla. Forse la burocrazia.
P.S. Rileggendo la tua domanda non capisco se tu chieda imponente o impotente.

R: Penso che le condizioni siano diverse. Credo per il maggior grado di coesione (seppur basso) dell'attuale Comunità Europea rispetto alla Società delle Nazioni da te citata. Inoltre, pur essendo impotente in politica estera, la Comunità Europea sta diventando dominante nella capacità di indirizzare le politiche economiche delle nazioni che ne fanno parte. Questo non è un giudizio di valore, è un dato di fatto. E' auspicabile che nel tempo ciò porti ad effettivi valori condivisi. Conseguentemente agevoli la strada verso una rappresentanza "esterna" univoca. Anche se, mi rendo conto, che Francia e Gran Bretagna vorranno sempre "dire la loro". Almeno fino a quando avranno diritto di veto all'ONU.