complicita' è quando ci si capisce senza parlare, quando qualsiasi sia la decisione del tuo compagno tu sei con lui perche' ti fidi e sai che nn farebbe niente per farti del male, complicita' è quando si riesce a ridere e scherzare anche nei periodi brutti perche' sai che qualsiasi sia il problema insieme si supera, complicita' è sapere quali sono i suoi desideri e lavorare per soddisfarli , è pensare prima di ogni cosa alla sua serenita' perche' sai che lui sta facendo lo stesso con te, è la base di un rapporto solido dove nessuno puo' decidere niente oltre a voi perche' contate l'uno sull'altro come nessun altro potrebbe fare, percio' si diventa forti e anche se nn si è d'accordo su un' idea si ha la voglia e la forza di ascoltare le ragioni dell'altro senza giudicare ma cercando di capire... questo e tanto altro...
2007-01-08 02:34:51
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answer #2
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answered by asia 2
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La coppia per rigiocarsi “alla grande” deve essere capace di costruire relazioni affettive basate su complicità , intimità e alleanza.
Ecco le tre parole chiave, la prima è alleanza:
la buona coppia è quella che sa modellare i rapporti fra
i partner come un ‘alleanza, che non è solo comportarsi in
modo concordato, ma è categoria propria del mondo biblico. Alleanza è il patto sacro che lega Dio ed il suo popolo
vincolandoli ad una appartenenza reciproca.
E’ questo spessore che i credenti attribuiscono al matrimonio, quando lo considerano un segno sacro, un sacramento appunto.
La seconda parola chiave è intimità :
il rapporto intimo di cui qui è questione, non ha come protagonista la pelle. E' un disvelarsi, in una comunione
reciproca di ciò che costituisce la preziosa unicità della persona.
La terza parola che sintetizza la salute della coppia è complicità :
è l’intesa che è indispensabile per condurre insieme un gioco, forse anche dell’aiuto reciproco che è necessario per farsi
beffe di tutto ciò che minaccia un progetto di lunga durata
per la coppia. Equivale a un ottimistico:
“Speriamo che cela caviamo!”
-Da chi e da che cosa?-
In primis dai falsi miti proposti dai media, i giornali e la TV,
che gettano nello sconforto gli individui più sensibili, gli adolescenti ma anche chi è in là con gli anni e aprono la porta alla depressione della terza età ; depressione che consegue
alla percezione dell’indebolimento delle capacità psicofisiche
e dell’invecchiamento corporeo:- la depressione della terza etÃ
è la ferita narcisistica per la perdita della giovinezza.
Il rapporto di coppia può diventare come una cittadella, difesa
da solide mura, baluardo insormontabile anche dalle aggressioni più destabilizzanti quali sono il pensionamento ed e l’allontanamento dei figli da casa (o perché si sposano o
perché semplicemente desiderano andare a vivere da soli.)
Il pensionamento di lui, di lei o di entrambi può avere un effetto favorevole sull’equilibrio della coppia, ed essere una nuova
tappa della vita in cui la coppia non più assillata dalle urgenze professionali, scopre un ritmo più lento, una rinnovata intimità . L’uno può appoggiarsi all’altro per far fronte a una salute a
volte cagionevole, può appoggiarsi all’altro per non cedere
al disorientamento in una società dai ritmi frenetici, alla quali
gli over 60 hanno difficoltà di adattamento.
Purtroppo non sempre è così, in certi casi il pensionamento coincide con il deterioramento della vita di coppia, riemergono vecchi conflitti o ne nascono di nuovi, perché viene a mancare
“la camera di decompressione” del lavoro per riempire
le giornate e fare da calmiere e da moderatore.
Ora, per meglio comprendere ecco degli esempi emblematici
L’allontanamento dei figli da casa, può essere motivo per i genitori di sentimenti di solitudine e di abbandono, a volte
di una vera e propria sindrome depressiva, definita sindrome
del “nido vuoto” caratterizzata da umore depresso, con
variazioni dell’appetito, disturbi del sonno, scarsa autostima, difficoltà di concentrazione e riduzione delle capacità decisionali. Questi sintomi solitamente si trovano in quei genitori che hanno difficoltà a superare i bisogni personali riversati sui figli,
oppure ritengono i figli incapaci di crearsi una propria autonomia o peggio ancora impongano loro ruoli legati alle loro stesse aspirazioni. Un rapporto che regge solo per i figli cessa immediatamente di esistere nel momento in cui se ne vanno,
con conseguenze facilmente prevedibili, ma non solo, i figli a
loro volta lasceranno con difficoltà la casa dei genitori e se lo faranno il rapporto con l’altro sarà esposto a rotture traumatiche.
Molti studi sembrano confermare però, anche l’andamento positivo che intraprendono i rapporti di coppia, quando i figli
vanno via di casa: c’è maggior tempo da dedicarsi reciprocamente vi sono maggiori opportunità di condividere esperienze che ci piacciono, hobbies, viaggi. E’ intuitivo,
questo succede se c’è alleanza e complicità ; la coppia
complice favorirà lo svincolo dei figli fin dall’adolescenza,
affinché escano dalla famiglia con il sincero desiderio di donarsi agli altri, sarà capace di vivere il matrimonio di ciascun figlio quasi fosse un nuovo proprio matrimonio : ” il nido” allora diventerà solo apparentemente vuoto, perché queste coppie saranno capaci di accoglierà generi e nuore come nuovi membri della famiglia invece di considerarli come intrusi,
o peggio, come ladri.
Segrete strategie messe in campo dalle coppie che mantengano una buona relazione anche dopo lunghi anni di convivenza.
1°-Trattarsi reciprocamente bene.
Avete presente quando si va ad un party; se s’incontra una persona affascinante, ci si sforza di essere adorabili e interessanti..BENE! il matrimonio richiede che noi esercitiamo charme,curiosità ed empatia anche a casa con il partner e
non solo a una festa con uno sconosciuto.
2°- Non tagliare i legami sociali.
Bisogna che la coppia non si isoli e cerchi di mantenere quei legami sociali che ha sviluppato nel corso degli anni prima
di tutto con generi, nuore e loro famiglie, per poter esercitare serenamente “il mestiere di nonni “ (per alcune coppie è un
elisir di lunga vita!); ma sono importanti anche le relazioni con
la gente del proprio quartiere, con gli amici d’infanzia e
di lavoro, e frequentare persone con i quali si condividono ideali
o una confessione religiosa.
La solitudine e l’isolamento deprimono, e portano
inevitabilmente a ripiegarsi su di sé ed i propri mali.
3°- Evitare la routine.
Quel ripetere ogni giorno gli stessi gesti, alle stesse ore, percorrere sempre la stessa strada, fare vacanze sempre
nello stesso posto in cui s’incontra la stessa gente, è vero
che può dare sicurezza ma c’è il rischio della noia:
molte coppie litigano proprio per reagire alla noia quotidiana: Viaggiare in paesi sconosciuti, contrarre nuove amicizie
può dare” la carica “ e voglia di vivere.
4°- Tenerezza.
Cos’è la tenerezza? E’ affetto, amore, un sentimento di
autentica partecipazione ai bisogni dell’altro, che bisogna
riuscire a manifestare. In parecchie coppie i messaggi positivi sono impliciti (per esempio i complimenti - “Ti voglio bene ”
che nel matrimonio diventano sempre più rari, mentre i
messaggi negativi sono espliciti e sottolineati da un tono della voce più energico o da un atteggiamento corporeo di rifiuto
totale dell’altro.
Specialmente gli uomini,devono fare lo sforzo di rimuovere
quella corazza che impedisce loro di abbandonarsi alla tenerezza .( spesso siamo stati educati fin da bambini al
mito dell’uomo forte e fiero, quante volte abbiamo sentito dire
“Gli ometti non piangono”)
5°- Carezze.
Secondo la saggezza popolare letti e mariti vanno accarezzati. Quando si rifà il letto infatti non si ricorre a gesti bruschi,
il letto va accarezzato come il partner della nostra vita.
Dalle carezze passiamo all’ultimo tema.
L’erotismo negli anni dell’autunno.
Molte cose sono cambiate a questo riguardo negli ultimi trenta
o quarant’anni, eppure sono largamente diffusi vari miti
che debbono essere sfatati come:
- la sessualità è riservata ai giovani, ai belli, ai sani.
- Vedere il pensionamento come fase di decadimento fisico
e sessuale.
- La convinzione che nella donna in menopausa,ormai non più
in grado di procreare, si attenui il desiderio sessuale.
- La sessualità come attività a termine.
Per questo troppe volte la sessualità tra coppie
ultracinquantenni è vissuta in modo poco sereno,
spesso conflittuale.
La sessualità è un modo di mettersi in relazione con l’altro.
In un rapporto coniugale di amore, la sessualità è da leggere come una comunione di due persone di sesso opposto nella quale il corpo diventa complice.
La certezza che la sessualità è parte integrante della vita
a ogni età , impone un atteggiamento culturale positivo,
privo d’imbarazzi e di vergogna.
Anche quando gli anni siano tanti, anche quando
sia condizionata da limiti fisici e da malattie,
essa rimane una funzione possibile.
Mantenere una situazione sociale di coppia garantisce
un buon livello di sessualità pure in età avanzata.
L’atteggiamento rinunciatario è legato in modo intrinseco
non soltanto all’essere soli, ma anche all’essere in coppia,
ma in situazione conflittuale con il partner.
Il tempo è un nemico importante per la sessualità di coppia
e riesce a raffreddare le passioni più bollenti.
L’usura dell’eros tuttavia, può essere compensata dalla tenerezza e dalla complicità , dato che il contatto fisico fatto di abbracci e carezze a volte è più importante dell’atto sessuale.
Nella coppia longeva la qualità diventa più importante della quantità .
2007-01-08 02:26:14
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answer #4
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answered by Anonymous
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