diritto
2007-01-07 07:30:15
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answer #1
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answered by Anonymous
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Credo che come esista il diritto alla vita così debba esistere quello alla morte. Una volta si aveva paura di morire, ora si ha paura di un trapasso infinito attaccati a una macchina che ci tiene su questo mondo. Finchè c'è vita cè speranza? Ma se uno vuole farla finita perchè non ne ha la possibilità? La vita non è forse la sua? La vita per chi crede è un dono di Dio, ma il Dio di Misericordia veramente ci vuole vedere così soffrire? Rimangono poi le questioni morali e legali su chi debba "staccare la spina": un parente stretto? il medico?; e c'è una vera differenza tra l'eutanasia e il suicidio assistito? Questa è, insomma, una domanda che genera altre mille domande: l'unica cosa certa è che questo è un argomento su cui SI DEVE discutere. Vorrei chiudere citandoti dei versi del grande Fabrizio "Quando attraverserà l'ultimo vecchio ponte ai suicidi dirà baciandoli alla fronte: Venite in Paradiso là dove vado anch'io, perchè non c'è l'inferno nel mondo del buon Dio". Naturalmente De André
2007-01-07 15:54:06
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answer #2
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answered by Giovy 2
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Assolutamente un diritto. Non trovo giusto far continuare a "vivere" una persona attraverso dei macchinari o con accanimento terapeutico (il caso Welby dovrebbe insegnarci). Io ho anche preparato il Testamento Biologico che vi invito a leggere e sottoscrivere.
http://www.fondazioneveronesi.it/images/campagne/documenti/testamento_bio.pdf
2007-01-07 15:44:11
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answer #3
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answered by eli632000 3
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Se si ha il diritto alla vita si ha anche diritto alla morte, soprattutto se l'alternativa è una simil vita in un letto d'ospedale, con una macchina che respira al posto tuo. Non scherziamo, vorrei morire dignitosamente, e preferisco che i miei cari non mi vedano troppo a lungo come un vegetale. Meglio morire prima.
2007-01-07 16:34:31
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answer #4
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answered by nadjapplefield 2
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Eutanasia: libera scelta dell'individuo che soffre.
Non è un crimine, come non è reato il tentato suicidio o il suicidio, se la vita diventa una condanna intollerabile ed ingiusta alla sofferenza fisica e spirituale.
Forse è un 'peccato', ma in questo caso non sta alla legge umana giudicare, né a quella penale, né alle leggi dei 'religiosi'.
Se eutanasia, dunque, è peccato, sarà Dio a giudicare, a tempo e luogo, e forse a perdonare il cedimento dell'uomo nella 'prova' che s'era fatta, evidentemente, troppo dura.
Sta scritto che "Dio non ci prova mai oltre le nostre forze": me lo auguro, perché il mio limite, la soglia di tolleranza del dolore, non è molto alta.
Nel caso la mia 'prova' in questa vita dovesse diventare troppo ardua, mi piacerebbe avere libertà di scelta fra vegetare e morire.
Il LIBERO ARBITRIO è uno dei doni che Dio ha fatto all'uomo, insieme al dono mal riuscito che è la Vita: dunque quale uomo oserà negare al suo simile il diritto alla libertà di scelta?
Lasciamo ai medici la libertà di scegliere se dare o meno la dolce morte a chi non ha più forza per lottare. Questo è nel loro diritto. Ma date anche al paziente la 'libertà di scelta'.
Vorrei precisare che sono credente -magari a mio modo, senza troppi orpelli, rituali e 'intermediari'- e che sono fermamente convinta che si debba lottare per 'salvare la vita umana' anche nei casi in cui sembra venir meno ogni speranza.
Ho lottato in questo senso nella mia vita, cioè per 'salvare', forse perché la mia lotta era solo di 'supporto': non ero io a dover 'reagire', sottostare a torture che il mondo chiama 'cure', a dover trovare la forza per tollerare il dolore fisico e la limitazione nell'autonomia.
Non potrei mai sopprimere una vita umana, quindi comprendo i medici che 'non se la sentono'.
Ritengo però che la decisione ultima spetti alla persona sofferente a cui va garantita la libertà di decidere di sé, assumendosi al cospetto di Dio ogni responsabilità per il suo atto di ... viltà, quella che porta a fare il gran rifiuto.
Dagermann avrebbe detto forse 'la mia risposta è NO': infatti è morto suicida, ha detto NO alla vita.
Personalmente non dico no alla vita, anche se non sempre è facile, se spesso fa soffrire, se è una delusone,se ti pare un assurdo o un'ingiustizia continua ...
Alla vita la mia risposta è sempre SI, anche se è una dura lotta che non reca felicità stabile, ma solo transitoria: la Gioia è una boccata d'aria nel cortile del penitenziario del Dolore.
Però alla vita che decade ad incoscienza, immobilità, mancanza di autonomia e di dignità ... a quella forma di sopravvivenza che non ha niente più della vita umana, a questo io dico NO.
Eutanasia, libera scelta dell'uomo che non è più 'miracolo vivente di Dio' e preferisce 'uscire di scena' discretamente, dolcemente.
2007-01-07 16:15:57
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answer #5
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answered by freigeist119 6
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penso sia un diritto, se passi anni e anni attaccato a una macchina acquisti anche il diritto di morire, penso che non sia più una vita sopportabile...
2007-01-07 15:54:57
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answer #6
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answered by ireryan92 2
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Certo scusate ma inserire questa domanda nella categoria curiosità è veramente allucinante, cmq spero sia un errore.
L'eutanasia è un diritto, o meglio dovrebbe esserlo, oggi in Italia è un crimine punito con fino 15 anni di detenzione.Li'ndividuo ha il diritto di decidere della propria morte se afflitto da una malattia mortale in stato terminale ed a condizione che sia una scelta fatta in piena coscienza ed in piena lucidità. Purtroppo in certi temi le interferenze del Vaticano e i burattini del Papa in parlamento si fanno sentire tanto ma con il tempo il vaticano talebano dovrà arrendersi alla volontà degli italiani come con il divorzio o l'aborto.ciao
2007-01-07 15:42:12
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answer #7
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answered by Zio Ingemar 4
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Sono un'insegnante e con i miei ragazzi ho affrontato il lungo e straziante tema dell'eutanasia. Bè mettiamola sotto questo punto di vista, se il malato è realmente terminale e può intendere e volere come nel caso di Welby forse è un diritto ascoltare le sue parole e la sua sofferenza, il problema a quel punto è di chi rimane in vita e non voglio nemmeno immaginarmi ora come possa stare la moglie di Welby... ma se il malato non è in grado d'intendere e di volere, allora il tema diviene difficile... al giorno d'oggi nessuno crede ai miracoli, e avere in casa un malato terminale che sai che non si risveglierà più, è ancora una volta più difficile per chi lo cura, lo segue... ed allora moralmente direi se capitasse a me vorrei morire piuttosto che far morire di dolore i miei cari. Ma siamo in italia paese chiuso e bigotto, abbiamo la chiesa che non ci permette di emanciparci... ed allora credo che sia un diritto, dio ci ha dato il libero arbitrio? Gestiamocelo per non farci soffrire...
2007-01-08 10:02:39
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answer #8
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answered by iena79 1
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la vita è la cosa piu preziosa che possediamo...ma allo stesso tempo dobbaimo decidere noi di essa...morire con dignità è un diritto,morire senza soffrire è un diritto...allora a queste ocndizioni l'eutanasia diventa diritto
2007-01-07 15:36:43
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answer #9
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answered by Valina!!! 2
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diritto!! assolutamente d'accordo... quando una persona è stata considerata (da professionisti!!!) cerebralmente morta è un crimine continuare a tenerla attaccata ad una macchina per vivere...!!! è una cosa disgustosa e contro natura, io per me non lo vorrei mai e poi mai! inutile ricordare i danni dovuti al trauma ke potrebbe avere la persona SE MAI dovesse risvegliarsi (Handicap, cerebrolesioni, incapacità di intendere e volere, muoversi, pensare e agire autonomamente!) penso che una volta che sia stato compromesso il cervello...sia inutile sperare... e quindi cosi come lo vorrei per me io deciderei di staccare la spina... non è cinismo o crudeltà ma solo la visione della crudele realtà dei fatti!
2007-01-07 15:34:11
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answer #10
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answered by Yle * 5
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una persona deva avere il DIRITTO di scegliere quando e come morire...
2007-01-07 15:31:39
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answer #11
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answered by ∂αкσтα 6
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