Noi sappiamo che esistono diverse centinaia di miliardi di stelle nella Via Lattea, forse cento miliardi di galassie nell’Universo. Come è possibile allora che noi siamo i soli esseri intelligenti che popolano l’intero Universo ?
Nella grande vastità della Galassia, dove ci sono centinaia di miliardi di stelle, di sicuro il sistema Terra deve essersi ripetuto molte volte. Siamo arrivati all’intelligenza dopo circa 500 milioni di anni rispetto alla comparsa delle prime forme di vita animale. Noi abitiamo su un pianeta “tranquillo” da un punto di vista astronomico, un pianeta che non è ripetutamente bombardato da ciò che ha forse distrutto i dinosauri, gli asteroidi. E se noi non avessimo avuto Giove, il gigante dei pianeti del Sistema Solare, il tasso dell’impatto degli asteroidi sulla superficie della Terra sarebbe stato 10.000 volte maggiore.
Il luogo dove ha sede il Sistema Solare si può ritenere un posto magnifico, nell’ambito dell’intera Galassia, dove la vita si può sviluppare. Se ci spostiamo con l’immaginazione verso il centro della Galassia o verso la periferia, la situazione peggiora poichè da un lato incontriamo molte più stelle, esplosioni di supernove, fenomeni più energetici e violenti, buchi-neri, mentre dall’altro lato ci troviamo con una mancanza di elementi pesanti necessari per formare un pianeta abitabile.
Quindi è come se fossimo in un’area caratteristica, ristretta, adatta allo sviluppo della vita. Quanto piccola sia questa striscia non è ancora chiaro.
La geologia ci dice alcuni fatti importanti. Primo, è necessario avere un lungo periodo di stabilità per la temperatura del nostro pianeta, un fenomeno geologico che ci ha permesso di avere, nel corso di quattro miliardi di anni l’acqua allo stato liquido. La temperatura della Terra non è mai salita oltre i 100°C o non è mai scesa sotto i 0°C per lunghi periodi di tempo. E questo è un fatto molto raro. Secondo, il tasso d’impatto dovuto agli asteroidi porterebbe una eventuale specie all’estinzione. Infatti, 65 milioni di anni fa, milioni di dinosauri che popolavano la Terra, furono estinti improvisamente a causa di un impatto devastante.
Cosa succederebbe se questo evento cataclismico accadesse 100 volte, 1000 volte oppure 10000 volte ? Dall’ultimo impatto, sono trascorsi appunto 65 milioni di anni prima che l’intelligenza avesse il sopravvento. La vita intelligente perciò richiede tempo per arrivare ad uno stadio almeno come noi lo conosciamo.
Il problema dell’evoluzione della vita non si basa solo su quanti pianeti extrasolari possano esistere ma coinvolge vari campi della fisica come appunto la geologia o la biologia. C’è di fatto una enorme quantità di informazioni che deriva dalle scienze planetarie ed in particolare dalla geologia.
Oggi noi sappiamo come si formano i pianeti e quali sono le condizioni per la vita e questi studi sono alla base di una disciplina che prende il nome di “Scienza del Sistema Terra” che considera la Terra come un pianeta che può stare in vita per lunghi periodi di tempo. E’ come seguire la vita di un individuo che è nato, sta crescendo e ha tutta una serie di meccanismi che lo rendono vivo.
Nell’Universo esistono dei luoghi dove la vita può svilupparsi, ma la vita intelligente, come noi la conosciamo, e persino quella degli animali, che vivono sulla Terra, non deve essere un fenomeno frequente proprio perchè il pianeta stesso diventa fondamentale per favorire l’evoluzione.
Il tempo è fondamentale per l’evoluzione della vita perchè permette di trasformare le molecole inorganiche ad organiche, da organiche ad una cellula che si combina con altre cellule per formare infine la vita intelligente.
Per capire se l’intelligenza può essere allora un fenomeno comune nell’Universo, consideriamo questa analogia. Ogni tanto nasce un genio della musica e perciò una nuova sinfonia od opera teatrale viene composta grazie a questa intelligenza. Ma questo accade una volta su un milione, una volta su dieci milioni, cioè è un evento raro. E occorre tempo, anche per un genio della musica, arrivare a scrivere una sinfonia o un opera teatrale.
Quindi se ragioniamo statisticamente, il numero di civiltà intelligenti esistenti nella nostra Galassia è sicuramente uno, ma sarebbe potuto essere anche zero. Ma forse ne esistono 1 milione, come aveva affermato Carl Sagan, o forse più. E anche se questo numero fosse, ad esempio, 100, ci sono circa 500 miliardi di stelle nella Via Lattea, e quindi questo numero è abbastanza piccolo.
Quando si parla di pianeti terrestri bisogna intendere un “momento” della vita del pianeta Terra come noi lo conosciamo adesso. Se torniamo indietro di 4 miliardi di anni, il nostro pianeta sarebbe uno dei posti più ostili che si possano immaginare. I pianeti nascono non per ospitare la vita; solo se sono “fortunati”, per così dire, possono diventare dei luoghi adatti per l’evoluzione della vita. Poi, nel corso della loro evoluzione, diventeranno nuovamente ostili. Quindi noi viviamo solo in una finestra temporale della vita di un pianeta dove la vita stessa si è potuta sviluppare ed evolvere come noi la conosciamo.
Marte è uno degli esempi migliori in tal senso. Inizialmente Marte aveva l’acqua per ospitare la vita. Ci chiediamo allora dove sono andati a finire i marziani ? Forse, non hanno mai avuto la fortuna di esistere e quindi di svilupparsi. Forse all’inizio esistevano dei batteri che poi si sono estinti, analogamente come negli altri pianeti. Il destino di Marte è il destino dei pianeti terrestri, essi cioè non vivono a lungo come pianeti terrestri e perciò muoiono.
Per concludere, possiamo dire che gli ingredienti per formare vita animale sono una stella che dà al pianeta una energia costante nel tempo e che non sia troppo grande per non far evaporare il pianeta. Noi sappiamo che il nostro Sole tra circa 5 miliardi di anni evolverà in una stella supergigante e quindi il nostro pianeta non sarà più un luogo abitabile per la vita in generale.
Perciò occorre avere un sistema stella che dia il tempo necessario per l’evoluzione.
Le stelle più piccole darebbero più tempo per l’evoluzione, decine di miliardi di anni. Ma in questo caso un pianeta dovrebbe essere vicino alla stella al punto tale da mostrare, come nel sistema Terra-Luna, la stessa faccia alla stella. In questo caso avremmo da una parte una superficie molto calda e dall’altra una superficie molto fredda. Ad ogni modo questa non sarebbe una situazione ideale anche se la maggior parte delle stelle della Galassia, circa il 10%, sono stelle di piccola massa.
E’ molto improbabile che noi siamo gli unici esseri pensanti nell’Universo, quello che forse è probabile è che siamo tra pochi esseri intelligenti nella Galassia. Il programma di ricerca SETI costituisce comunque un tentativo intelligente che vale la pena portare avanti.
Se ci fossero altre civiltà nella Galassia forse ne avremmo già avuto un segnale o avremmo avuto qualche visita?
Il fatto che non abbiamo avuto segnali o visite non è una prova decisiva sull'inesistenza di altre forme di vita nell'universo
2007-01-07 00:02:12
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answer #1
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answered by archeologo 3
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