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al di là del significato letterale ogni proverbio nasconde una grande verità e lezione di vità che lo ha reso famoso e immortale, il proberbio è una pillola di sapere, un quanto di saggezza, un chicco di conoscenza, ma, se non lo si interpreta bene, si rischia di perdere questa ricchezza.

Proprio per questo vi pongo in analisi un proverbio e vorrei che mi ajutasta a capirne il senso metaforico, in pratica qual è la lezione di vita che ci dà questo detto che segue?

"quando il c.ulo è avvezzo al peto
non si puo' tenerlo cheto"

grazie per l'ajuto nella chiosa :-)

2007-01-06 06:46:16 · 11 risposte · inviata da Anonymous in Società e culture Mitologia e folclore

11 risposte

lasciarsi andare alla lunga porta a non usare più le proprie capacità che si atrofizzano, come i muscoli dello sfintere, perdere le proprie capacità quindi è subdolamente mascherato da un atto liberatorio, che con il tempo invece ti rende schiavo di un comportamento che non puoi più controllare..è un po' come lasciarsi andare agli sfoghi di nervi, di rabbia...poi si perde la propria capacità di reagire e opporsi con le proprie forze ai problemi...si diventa schiavi di sfoghi che non sapremmo più come reprimere...perciò seppur "lascia la creanza se hai dolore di panza"...meglio non cadere nell'errore di farlo sempre...il problema sta nel mantenere la propria capacità di scelta, lasciarsi andare in ogni occasione ti toglie la possibilità di scegliere di lasciarti andare quando lo vuoi, e trattenerti quando credi sia meglio farlo...

2007-01-07 04:38:07 · answer #1 · answered by Schatten 5 · 0 0

penso che voglia dire che quando uno ha preso delle brutte abitudine è molto difficile toglierle

2007-01-06 14:48:59 · answer #2 · answered by camilla viola 7 · 3 0

Il proverbio dovrebbe essere di area livornese.

Alla lettera il senso, riconvertito in un Italiano 'asettico', è:

Quando l'orifizio anale è si abitua a lasciar fuoriuscire l'aria rumorosamente, smania per emettere fragorose (quanto fastidiose, vacue e triviali) flatulenze e non c'è modo di farlo desistere da questa pessima abitudine.

Per le differenze fra PETO, SCOREGGIA, FLATULENZA ti rimando ad una pagina Web di cui cito alcuni passi per 'costruire' la mia risposta. [cf fonti]

"Il peto è la voce interiore di ogni individuo ... nasce dentro ciascuno di noi – nessuno escluso - e tende a fuoriuscire talvolta con baldanza, talaltra con qualche esitazione per via di una innata o acquisita timidezza. A seconda dei casi, si possono sganciare dalle dodici alle quattordici voci interiori al dì. Siamo prodigiosi in questo: siamo un autentico miracolo della natura. E c’è poco da vergognarsi, perché nell’antico Egitto il Peto era considerato addirittura una divinità. Veniva raffigurato in modo inequivoco, in forma di bimbo accosciato nell’atto di sganciare. E il peto fu."

Senza citare l'intero articolo cerco di spiegare il senso metaforico che attribuisco al proverbio.

Le persone che non sanno tenere a freno la loro bocca (sfintere) finiscono per dire delle grosse fesserie, volgarità, vacuità.

Sarebbe un proverbio da affiggere un po' ovunque (vale per le persone di tutti i ceti, razze, età, fedi e credi, tempi e luoghi): nelle stanze del potere politico, giurdico, religioso, ma anche nelle sedi di molti 'luoghi di cultura' ed accademie dove ranocchi gonfi e tronfi gracidano ad infinitum in somma spocchia.

Le persone che sono abituate a far troppo rumore per inezie, che indulgono ad un linguaggio volgare e sboccato, che blaterano vacuità assolute, quelli che esplodono in scoppi molesti, quanto fatui di parole senza senso, insomma: quelli che non riescono proprio a tenere la bocca chiusa quando occorre, finiscono sovente col dire cose inutili, presuntuose, sgradevoli, maleolenti, sciocche ... rivelando con i propri peti, scoregge, fletulenze verbali l'essenza delle loro sequenze foniche (= parole legate a formare frasi, periodi, paragrafi, discorsi ...): niente più che FLATUS VOCIS non supportato da un solido pensiero.

Più banalmente: le cattive maniere sono difficili da estirpare ed emendare: nel pensare, nel parlare, nell'agire.

Sono curiosa di leggere le altre interpretazioni. Grazie per avermi fatto riflettere con la domanda.

2007-01-06 15:49:48 · answer #3 · answered by freigeist119 6 · 2 0

A buon intenditor poche parole

2007-01-06 14:49:35 · answer #4 · answered by parole0 5 · 2 0

leggi i prolegomeni alla batracomiomachìa

2007-01-06 14:48:55 · answer #5 · answered by ? 5 · 2 0

non saprei...
ke quando una cosa è presa come abitudine non si può farne a meno, una specie d dipendenza...

2007-01-06 14:54:55 · answer #6 · answered by diegohp 4 · 1 0

Bella questa, lo devo chiedere ai miei amici di Livorno... forse ne sanno qualcosa ;)
Cmq confermo quanto già detto: una volta presa cattiva abitudine, è difficile ritornare sulla "retta" via

2007-01-06 14:54:16 · answer #7 · answered by Jay 5 · 1 0

Quando si ha un'abitudine da tanto tempo o si è fatti in un certo modo, per quanto ci si impegni, non si puo cambiare.
Credo.

2007-01-06 14:53:39 · answer #8 · answered by Anonymous · 1 0

secondo me: quando assumi cattivi abitudini come piritare, è difficile liberarsene.....

2007-01-06 14:50:14 · answer #9 · answered by Anonymous · 1 0

si usa dire qst proverbio anche quando ti chiedono "perchè nn smetti di fumare" e significa che quando uno fa una cosa con regolarità,gli viene difficile cambiare(indipendentemente, cmq, se è una cosa buona o cattiva)

2007-01-06 15:06:48 · answer #10 · answered by Jimmy 3 · 0 0

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