http://www.angelfire.com/pa/ruggeri/Karla.html#La%20sentenza
Ci è parso opportuno riprendere la commovente storia di nostra sorella Karla Faye Tucker per sottolineare le sue parole, la sua vita, la sua profonda conversione, che è come un profumo di "odore soave". Ne hanno parlato tanto i media, ma proprio perché rivista cristiana non potevamo astenerci dal dare eco alla sua testimonianza. Le sue interviste hanno toccato milioni di telespettatori americani. Le sue parole rimangono ancora cariche del tocco di Dio e siamo certi che toccheranno ancora milioni di cuori italiani. on top
La storia
Tutto inizia molto presto per Karla. Troppo presto. Il padre è scomparso, la madre svolge il più antico mestiere del mondo, e spinge la piccola a collaborare per portare il pane in casa. Ha 8 anni, quando la madre la fa prostituire. A 10 fuma e le danno coca, ed a 11 anni le iniettano l’eroina per la prima volta. Scende giù forte. Troppo forte. E la sua discesa si conclude in una tragica notte. Un suo ex le sfregia le foto più care che ha, quelle della mamma, e scappa via. Per quanto snaturata sia, una mamma è pur sempre una mamma. Già da tempo odiava quest’uomo per le violenze subite, per la sua arroganza: entrava di notte in casa sua con l’Harley Davidson, e parcheggiava sul tappeto del soggiorno, con il motore che gocciolava olio. Durante la notte, con il suo nuovo compagno, si danno alla caccia dell’odiato, per riavere le foto, per vendicarsi. Tra una tappa e l’altra della ricerca notturna, si ubriacano, prendono pillole, si fanno dell’eroina. All’alba trovano la moto dell’ex, posteggiata davanti una casa. Entrano e lo ritrovano che dorme insieme ad una donna, Debbie Thomton. Karla prende una piccozza da lavori stradali, la prima cosa che trova per le mani, ed incitata dall’amico ed eccitata dal cocktail di droghe, scatena tutti gli anni di rancore che aveva serbato, tutte le angherie subite, tutte le delusioni della sua vita priva d’amore. Al processo racconta tutto, nei minimi particolari, anche che provava uno stato di eccitazione quando affondava l’ascia. Una piena confessione, senza scuse. Un bel regalo all’accusa. Forse un buon avvocato avrebbe fatto pressione sullo stato di incoscienza, sulla sua disgraziata storia che l’ha segnato sin da bambina, sul ruolo del complice; ma lei non è poi così ricca da permetterselo. L’arresto, il processo e poi il giudizio: condannata alla pena capitale. Ma non subito. Sono previsti anche quattordici lunghi anni di attesa, con gli incubi, i rimorsi, le urla delle sue due vittime piantate nella mente, ogni notte. Karla viene considerata una belva agli occhi di tutti quelli che hanno seguito il processo: glielo grida in faccia la figlia della sua vittima, Debbie. Karla è arrivata al capolinea. La sua corsa si è arrestata in quella cella. E’ inavvicinabile, in isolamento totale. Una sfida per testimoniare della potenza trasformatrice della Parola, che raccoglie una cristiana, ex eroinomane, che si trova nello stesso carcere. Legge quotidianamente che l’impossibile è ordinario per Dio, quale migliore occasione di questa. E prova a gettare una Bibbia in quella cella buia di m3X2. E fa centro! Finalmente entra un raggio di luce. "Non avevo mai visto una Bibbia in vita mia – racconta Karla – avevo paura di toccarLa; quando l’ho letta per la prima volta, mi sono sciolta in lacrime, e insieme alle lacrime scorreva via l’odio per la vita ed entrava in me un amore immenso, così strano." "Ora comprendo il senso della vita; mi sento così piena di questo amore – dice in un intervista – e so che là fuori ci sono tanti che hanno bisogno di questo tipo di amore; e io potrei dargliene così tanto". Così piena dell’amore di Dio, che il pastore del carcere conoscendo la nuova Karla rinata, non resiste alla tentazione di sposarla, "accecato dalla luce che emanava" per usare le sue stesse parole. Stavolta è l’amore di Dio a conquistare l’unico vero uomo della sua vita. Colui che l’ha guarita dalla tossicodipendenza, l’ha salvata, l’ha resa così felice per avere trovato il vero Amico, Gesù, le ha voluto regalare anche un compagno terreno, per gli ultimi giorni.
"E’ la più grande evangelista che conosco; - dichiara Dana Brown - ne ha toccati più lei da questa cella di m 3x2, che quanti sono l’ha fuori." "Io non so cosa vuole Dio, ma so che se io viva o muoia io sarò sempre con il mio amico. – afferma Karla - Lui non mi lascerà più, e se devo pagare, pagherò pure per la colpa di non averlo conosciuto prima. L’unica cosa di cui mi rammarico è di non averlo conosciuto prima. Perché nessuno di voi non mi ha mai detto prima quale era la via?". Scrive al governatore del Texas: "Io, come re Davide quando si è rivolto a Dio, mi rivolgo a voi, governatore Bush e membri del comitato per la grazia, e vi prego di commutare la mia sentenza in ergastolo…". Arriva il 3 febbraio 1998 e le concedono nella mattina di poter veder qualcuno. Per la prima volta esce la bestia, tenuta da 14 anni in gabbia. Finalmente può riabbracciare colui che l’ha sostenuta spiritualmente negli ultimi quattro anni, che l’ha resa doppiamente felice donandole il Signore e poi se stesso. Sanno che i minuti scorrono in fretta e fra poco lei deve partire. Non c’è tempo da perdere, è meglio pregare per non lasciarsi prendere troppo dai sentimenti: passano gli ultimi minuti in preghiera, insieme, con le mani unite. Fuori, oltre agli abolizionisti della pena di morte, ci sono numerosi sostenitori condotti dal marito della vittima, che gridano "a morte, a morte". Sono le 18, è il momento che devono andare tutti via. Rimangono i tre boia, hanno tre iniezioni, una delle quali è piena di curaro e le altre due di una innocua soluzione salina (in modo che non si sappia mai chi dei tre ha ucciso). Le legano le braccia. Sembrano dei soldati romani, e le tre siringhe i tre chiodi piantati su nostro Signore Gesù. E’ la fine. Il veleno della vendetta degli uomini è iniettato. Le prime siringhe gliel’hanno piantate a 11 anni e le ultime a 38 anni. Le sue ultime parole: "Chiedo perdono alle famiglie delle vittime che ho offeso. Se la mia morte ora vi da pace, sono contenta. Vi amo tutti. Ora so che Gesù sta venendo a prendermi; gli angeli mi scorteranno fino al cielo". Arrivederci Karla.
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La vittima
- Debbie è una donna sposata ad uomo grasso, paraplegico, condannato alla sedia a rotelle, irascibile e violento; è madre di 4 figli. Dopo l’ennesimo litigio con il marito, scappa via, con la promessa di andarsene per sempre da casa. Trova un compagno occasionale in un party. E’ l’ex di Karla. Va’ a letto con lui, si sveglia di colpo, assistendo a una scena orribile. E’ un testimone troppo scomodo: il compagno di Karla decide di farla fuori. Incita Karla ad affondare i suoi colpi, ormai deboli perché stanca, pure su questa donna. Karla diventa così l’orribile esecutrice materiale di un duplice delitto a colpi di piccozza. L’adulterio: "Ella lo seguì senza indugio, come un bue va al macello" Pr 7:22 Il salario del peccato è la morte.
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L’accusa
- Non si può far distinzione tra un giustiziato e un altro – dice l’avvocato dell’accusa- se no tutti pretenderanno o "faranno finta" di convertirsi per ottenere la grazia Quanti altri condannati si sono convertiti ad altre religioni e sono stati ugualmente condannati?. La legge è uguale per tutti. Non si può fare una discriminazione perché religiosa e nemmeno perché donna.
Thomton, nonostante sua moglie lo stesso tradendo quella notte, mostra grande pietà per la sua "piccola Debbie" ed uno smodato desiderio di vendetta. Organizza un sit-in davanti al carcere i giorni che precedono l’esecuzione:- "Mente! Ha tirato fuori la storia della conversione per salvare la pelle. Suo marito il pastore ne sta approfittando per scriverci su un libro e fare soldi. Comunque merita questa punizione . Sono venuto per assistere personalmente, solo così avremo pace con la mia famiglia. Spero che in cielo la prima persona che incontri sia mia moglie" La legge non conosce la grazia.
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La difesa
- Pat Robertson è il più famoso predicatore in Texas. E’ fondatore di un impero televisivo, Christian Broadcasting Network, un network esclusivamente cristiano. E’ amico di Dana Brown il pastore protestante che ha sposato Karla. Ha conosciuto personalmente Karla. Dopo diversi incontri ha detto di non aver visto mai in tutto il suo ministero una conversione più genuina e autentica di questa: "Io credo nella pena di morte. Non sono un sostenitore della campagna per l’abolizione. Penso che sia una misura giusta. – ha detto in una lunga intervista al famoso quotidiano americano Usa Today - Ma ci sono casi in cui la pietà, supera la giustizia! Karla Tucker ha commesso un crimine orribile. Ma ha passato 14 anni e mezzo in carcere e in questi anni ha mostrato un cambiamento straordinario. Come cristiano, so che è il risultato di un autentica conversione spirituale. Persino i non cristiani riconoscono questo risultato. Lei non è più la stessa donna, e vista la quantità di tempo che è passata, la sua esecuzione non porterebbe nessun vantaggio. La Bibbia dice che se qualcuno va a Cristo, viene creato di nuovo. Dio ha perdonato Karla… Che muoia o meno, appartiene a Gesù. E’ un esempio autentico di un cambiamento straordinario in una persona ci dovrebbe far riflettere…Ma il caso di Karla, o altri che potrebbero verificarsi simili al suo, non dovrebbero essere utilizzati per l’abolizione della pena capitale in casi di crimini gravi. Quando viene amministrata rapidamente, credo che la pena di morte possa essere un forte deterrente. E può proteggere la società da una violenza perpetrata da criminali irrecuperabili. Noi crediamo nella pena di morte, ma dobbiamo aver pietà per Karla Tucker." Una nuova creatura in Cristo Gesú, "le cose di prima sono passate"
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Il marito
- Ha sperato fine alla fine nel miracolo, la grazia degli uomini. "Io credo nei miracoli – ha detto in un intervista Dana Brown, il pastore che ha sposato quattro anni fa Karla per procura – La prova migliore che i miracoli accadono è mia moglie. Dio le ha dato un dono soprannaturale, scegliendola come apostola del Vangelo. Sa quante anime ha toccato dalla sua cella di 2 metri per 3? Molte di più di quelle che noi individui liberi riusciamo a redimere in un intera vita, là fuori nel mondo. Quando ho decisa di prenderla in moglie, venni attratto o meglio folgorato dalla luce dentro di lei: lo Spirito di Cristo." Non ha mai potuto incontrare Karla in questi quattro anni di matrimonio se non attraverso un vetro divisorio antiproiettile. In questi quattro anni abbiamo letto e discussa la Bibbia, e soprattutto abbiamo predicato in carcere e salvato anime – continua il pastore – se fosse graziata continueremo a fare le stesse cose. Non chiediamo di più. Se dovesse accadere il peggio, cioè che il governatore non conceda la grazia, vuol dire che Dio le ha concesso un grande onore: chiamarla accanto a sé, come premio per aver fatto tanto quaggiù." Sperare contro speranza
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La sentenza
- In mezzo, George Bush jr.:- "Sono giunto alla conclusione che il giudizio sul cuore e l’anima di un individuo nel braccio della morte, è bene venga lasciato a un’autorità più alta della mia. Credo nella sua conversione, mi rimetto alla decisione che prenderà la commissione, che Dio la benedica…". Contenti e gabbati. Salva capra e cavoli. Si lava le mani, è stata la commissione a decidere. Non posso farci niente, anche se credo nella sua conversione, c’è un’autorità molto al di sopra di me. Dio ti benedica… Un classico del far west: "Dio perdona, io no": Un originale Pilato del nostro tempo.
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Le potestà italiane
- Sul caso Tucker vi è stata molta disinformazione in Italia. All’inizio il governo, e anche il vaticano, si sono trovati in serio imbarazzo nell’affrontare la storia. Lo dimostrano i deboli interventi governativi, a differenza di quelli molto energici in favore di Joseph O’Dell: scesero in campo Scalfaro, Prodi, Dini, il Papa in prima persona, Orlando. Addirittura il sindaco di Palermo ha voluto donare la cittadinanza Palermitana onoraria a O’Dell. Il Papa è intervenuto indirettamente, solo all’ultimo momento, tramite il suo portavoce diplomatico. Ma Joseph O’Dell era di un'altra parrocchia. I quotidiani hanno riportato la storia poco fedelmente, con un enfasi maggiore al male commesso e snaturando le parole delle interviste di Karla. Addirittura "il GIORNALE" riporta la notizia falsa il 4/02/1998 che Karla si è "convertita al cattolicesimo" in carcere e in punto di morte ha chiesto "la confessione" prima di morire. Karla non poteva essere una cattolica perché
Aveva una spavalda sicurezza fino alla morte di essere salvata, cosa che un cattolico non ha
Si è sposata con un pastore
Ha sempre parlato di Gesù e non ha mai chiesto l’intervento del Papa
Non ha ricevuto nessun sacramento, comunione, né estrema unzione da alcun prete. Sacramento necessario per il cattolico come mezzo per ottenere grazia. Quindi, se fosse cattolica, non dovrebbe essere salvata
I principati dell’etere. Onorare Karla, significa onorare quella verità che lei ha così tanto amato negli ultimi dieci anni di conversione: la Bibbia che è diventato il suo compagno di cella, il suo amico notturno, la sua voce nelle interviste, l’argomento di discussione con suo marito, le sue ultime parole. Si vede che per "il Giornale", la nuova nascita di Karla è sullo stesso piano della conversione cattolica di Pietro Aglieri. Questa è la cappa diabolica sull’informazione che osteggia l’introduzione del messaggio evangelico in Italia. Noi siamo per la verità, anche perché nulla possiamo contro la verità. Alla fine la verità verrà sempre fuori, con tutta la sua potenza. Aspettiamo l’ultima pioggia di verità che inondi l’Italia. Per ora il nostro compito è di gridarla, con la nostra rivista, affinché sommerga ogni menzogna.
2007-01-04 05:23:11
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answer #1
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answered by Sunday 7
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